Design dal Mondo: 9 Collezionisti Mostrano le loro Incredibili Raccolte
Scopri queste curiose collezioni dall’effetto museo: da una casa piena di cappelli a Los Angeles, agli originali dinosauri vicino a Londra
Le collezioni personali di oggetti sono divertenti, affascinanti, ricche di emozioni e raccontano molto delle persone che se ne prendono cura, spesso per anni. Ognuna ha una storia e rivela le passioni e la personalità del proprietario – che si tratti dell’interesse per i libri illustrati vintage in Giappone, al debole per le chitarre Fender in Italia o ancora all’amore per le coperte di lana in Australia. Visitiamo le case di nove collezionisti di tutto il mondo che ci mostrano le loro amate collezioni e rivelano le strategie per organizzare al meglio le esposizioni in casa.
Questo articolo fa parte di una nuova serie internazionale che coinvolge tutte le redazioni Houzz nel mondo e racconta come gli stili di vita e il paese in cui si vive influiscano sul design della casa.
Questo articolo fa parte di una nuova serie internazionale che coinvolge tutte le redazioni Houzz nel mondo e racconta come gli stili di vita e il paese in cui si vive influiscano sul design della casa.
Come ha iniziato: «Sei anni fa ho cominciato a collezionare plaid da viaggio della Onkaparinga, in modo da averne abbastanza durante le serate cinema a casa. Ognuno aveva la sua preferita, persino il gatto – una copertina rossa con motivo scozzese», racconta Ramona Audrey. Ha scoperto per caso la sua passione per le vecchie coperte, generalmente conservate insieme alla biancheria nei negozi dell’usato. «I miei occhi hanno brillato nel momento in cui ho visto quella che diventò la mia prima coperta della Laconia, con il suo grazioso motivo color crema a quadri azzurri. Queste coperte a quadri sono tuttora le mie preferite, e da allora ne ho raccolto 42 nei tre colori disponibili: azzurro, salmone e menta».
Audrey è anche una grande appassionata anche delle etichette sulle coperte: «Mi piacciono molto quelle delle coperte Physician, con il logo di una donna sul letto, o quelle della Laconia con i due agnellini e lo slogan Make Goodnight a Certainty», spiega. «Ho acquistato molte coperte esclusivamente per le loro etichette».
Audrey è anche una grande appassionata anche delle etichette sulle coperte: «Mi piacciono molto quelle delle coperte Physician, con il logo di una donna sul letto, o quelle della Laconia con i due agnellini e lo slogan Make Goodnight a Certainty», spiega. «Ho acquistato molte coperte esclusivamente per le loro etichette».
Strategia espositiva: «Le coperte hanno invaso credenze, armadi per la biancheria, cassetti e valigie inutilizzate, e sono stata costretta a spostare altre collezioni nelle scatole in garage», spiega Audrey. «Le coperte stanno dominando di gran lunga lo spazio!»
Fonti migliori: «Sono a metà di un progetto chiamato Blanket Fever, per il quale devo recarmi in ogni singolo negozio dell’usato nello stato del Victoria – ce ne sono almeno 750 e ne ho visitati circa 500», dice Audrey. «L’obiettivo è proprio quello di collezionare coperte. Prima di iniziare il progetto ne avevo esattamente 100, e da allora ne ho trovate altre 157. In più, è straordinario guidare tra le campagne e visitare così tanti bellissimi paesi».
Fonti migliori: «Sono a metà di un progetto chiamato Blanket Fever, per il quale devo recarmi in ogni singolo negozio dell’usato nello stato del Victoria – ce ne sono almeno 750 e ne ho visitati circa 500», dice Audrey. «L’obiettivo è proprio quello di collezionare coperte. Prima di iniziare il progetto ne avevo esattamente 100, e da allora ne ho trovate altre 157. In più, è straordinario guidare tra le campagne e visitare così tanti bellissimi paesi».
Pezzo preferito: «Le amo tutte! Trovo queste coperte assolutamente splendide, sono oggetti incantevoli con cui vivere e da condividere. C’erano lanifici in tutta l’Australia – Onkaparinga, Physician, Laconia, Waverley, Albany, K&K, Invicta, Warrnambool, Godfrey Hirst, Challenge, Excelsior, Castlemaine – producevano coperte meravigliose e di ottima qualità, tant’è vero che sono ancora qui 50, 60, 80 anni dopo. Elementi di uso quotidiano presenti in ogni famiglia, ma graditi anche come regali di nozze, impiegati per mantenere le persone al caldo e tramandati di generazione in generazione.
«Se proprio dovessi sceglierne una sola, la mia preferita sarebbe una semplice coperta color crema con motivo a quadri menta chiaro e sottili righe anguria», afferma Audrey. «Non ha l’etichetta, ma si presenta come la versione tessile del dipinto di Agnes Martin Gratitude. Che è più o meno quello che mi sento di avere tutte questi bellissimi pezzi di storia in tutta la mia casa».
Scopri di più sulla casa di Audrey (in inglese)
«Se proprio dovessi sceglierne una sola, la mia preferita sarebbe una semplice coperta color crema con motivo a quadri menta chiaro e sottili righe anguria», afferma Audrey. «Non ha l’etichetta, ma si presenta come la versione tessile del dipinto di Agnes Martin Gratitude. Che è più o meno quello che mi sento di avere tutte questi bellissimi pezzi di storia in tutta la mia casa».
Scopri di più sulla casa di Audrey (in inglese)
2. Casa museo per chitarre Fender, a Forlì
Collezionista: Flavio Camorani, 53 anni
Professione: direttore d’albergo e fondatore di una cooperativa musicale che offre anche strumentazione da palco e sala prove. «Inoltre suono nei Floyd Machine, l’unica tribute band dei Pink Floyd ufficialmente riconosciuta in Italia», spiega Camorani.
Dove: Forlì, Italia
La collezione: 100 chitarre elettriche prodotte dalla Fender dal 1951 al 1964, con le loro custodie e un gran numero di memorabilia e documenti relativi all’azienda.
Come ha iniziato: «All’inizio degli anni Ottanta ero un grande appassionato di musica e vinili», racconta Flavio Camorani. «Ho iniziato a comprare i primi strumenti musicali con le mance ricevute dal mio lavoro come cameriere e barista. La prima chitarra è arrivata quando avevo 19 anni: una Fender Stratocaster del ‘79 nera con tastiera in acero.
«Ho deciso di concentrarmi solo sulle chitarre Fender, e dopo 34 anni ho una collezione rara in Italia e nel mondo. La mia casa è una sorta di museo e la raccolta può essere affittata, quindi è un po’ come un museo itinerante».
Collezionista: Flavio Camorani, 53 anni
Professione: direttore d’albergo e fondatore di una cooperativa musicale che offre anche strumentazione da palco e sala prove. «Inoltre suono nei Floyd Machine, l’unica tribute band dei Pink Floyd ufficialmente riconosciuta in Italia», spiega Camorani.
Dove: Forlì, Italia
La collezione: 100 chitarre elettriche prodotte dalla Fender dal 1951 al 1964, con le loro custodie e un gran numero di memorabilia e documenti relativi all’azienda.
Come ha iniziato: «All’inizio degli anni Ottanta ero un grande appassionato di musica e vinili», racconta Flavio Camorani. «Ho iniziato a comprare i primi strumenti musicali con le mance ricevute dal mio lavoro come cameriere e barista. La prima chitarra è arrivata quando avevo 19 anni: una Fender Stratocaster del ‘79 nera con tastiera in acero.
«Ho deciso di concentrarmi solo sulle chitarre Fender, e dopo 34 anni ho una collezione rara in Italia e nel mondo. La mia casa è una sorta di museo e la raccolta può essere affittata, quindi è un po’ come un museo itinerante».
Strategia espositiva: «Ci sono molti scaffali in tutta la casa e chitarre in ogni stanza, ad eccezione della cucina e del bagno, poiché l’umidità potrebbe danneggiarle», spiega Camorani. «Ho un deumidificatore in modo che non si danneggino. Il soggiorno è dedicato alle chitarre Fender Telecaster, possiedo anche un rullante con gli autografi di cinque batteristi molto famosi: Nick Mason, Stewart Copeland, Ian Paice, Carl Palmer e Billy Cobham».
Fonti migliori: «La via migliore in realtà è recarsi nei negozi di strumenti musica vintage e parlare con le persone per ottenere un grande affare».
Pezzo preferito: «Non riesco proprio a rispondere a questa domanda. Le mie chitarre sono come bambini per me: alcune sono più costose e rare, altre più comuni e semplici, ma le amo tutte allo stesso modo».
Guarda la galleria di foto sulla casa di Camorani
Fonti migliori: «La via migliore in realtà è recarsi nei negozi di strumenti musica vintage e parlare con le persone per ottenere un grande affare».
Pezzo preferito: «Non riesco proprio a rispondere a questa domanda. Le mie chitarre sono come bambini per me: alcune sono più costose e rare, altre più comuni e semplici, ma le amo tutte allo stesso modo».
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3. Devozione per i dinosauri nel Regno Unito
Collezionista: Jay Jay Burridge, 44 anni e la moglie Mel Moss
Professione: entrambi artisti
Dove: contea di Oxfordshire, Inghilterra
La collezione: dinosauri, «Un sacco di dinosauri», afferma Burridge, che ha scolpito 11 dinosauri a grandezza naturale e produce una linea di scarpe in resina simili agli scheletri di dinosauri chiamata Trainersaurus. Ha più di 150 dinosauri di piccole dimensioni nella sua collezione. Colleziona anche manifesti d’epoca di corride, poster di scuole francesi, poster di viaggi inglesi e pentole smaltate.
Come ha iniziato: «Tutto è cominciato con i Lego e le statuette di Star Wars, ma la ricerca seria è iniziata con oggetti insoliti realizzati in bachelite, ho raccolto anche un’ampia collezione di telefoni d’epoca che oggi conta circa 80 pezzi», racconta Jay Jay Burridge. «Da adolescente collezionavo scheletri di animali, dai quali poi creavo disegni dettagliati. Quando ho fatto domanda per la Central Saint Martins (scuola d’arte di Londra), il mio portfolio vantava centinaia di questi disegni. Guardando il passato, non è una sorpresa che i protagonisti principali della mia arte sono tuttora i dinosauri».
Collezionista: Jay Jay Burridge, 44 anni e la moglie Mel Moss
Professione: entrambi artisti
Dove: contea di Oxfordshire, Inghilterra
La collezione: dinosauri, «Un sacco di dinosauri», afferma Burridge, che ha scolpito 11 dinosauri a grandezza naturale e produce una linea di scarpe in resina simili agli scheletri di dinosauri chiamata Trainersaurus. Ha più di 150 dinosauri di piccole dimensioni nella sua collezione. Colleziona anche manifesti d’epoca di corride, poster di scuole francesi, poster di viaggi inglesi e pentole smaltate.
Come ha iniziato: «Tutto è cominciato con i Lego e le statuette di Star Wars, ma la ricerca seria è iniziata con oggetti insoliti realizzati in bachelite, ho raccolto anche un’ampia collezione di telefoni d’epoca che oggi conta circa 80 pezzi», racconta Jay Jay Burridge. «Da adolescente collezionavo scheletri di animali, dai quali poi creavo disegni dettagliati. Quando ho fatto domanda per la Central Saint Martins (scuola d’arte di Londra), il mio portfolio vantava centinaia di questi disegni. Guardando il passato, non è una sorpresa che i protagonisti principali della mia arte sono tuttora i dinosauri».
Strategia espositiva: «Mi sono trasferito in campagna — le abitazioni sono molto più economiche». Affitta anche un magazzino in una fattoria locale.
Fonti migliori: «Ogni volta che mi reco in una località, la mia prima missione è sempre quella di trovare un mercatino delle pulci, un negozio di seconda mano o di antiquariato. Non ho mai avuto fortuna con i car boot sales (n.d.r. particolari mercatini dell’usato diffusi nel Regno Unito)», dichiara Burridge.
Pezzo preferito: un puzzle di 2.000 pezzi attaccati a una tavola e incorniciati, trovato in un cassonetto di Parigi». «Il miglior ritrovamento di sempre», dichiara Burridge. L’elemento più interessante è una pistola blaster originale del film L’impero colpisce ancora; ne esistono solamente tre pezzi al mondo e uno di questi è appeso sulla parete di casa sua.
Visita questo cottage
Fonti migliori: «Ogni volta che mi reco in una località, la mia prima missione è sempre quella di trovare un mercatino delle pulci, un negozio di seconda mano o di antiquariato. Non ho mai avuto fortuna con i car boot sales (n.d.r. particolari mercatini dell’usato diffusi nel Regno Unito)», dichiara Burridge.
Pezzo preferito: un puzzle di 2.000 pezzi attaccati a una tavola e incorniciati, trovato in un cassonetto di Parigi». «Il miglior ritrovamento di sempre», dichiara Burridge. L’elemento più interessante è una pistola blaster originale del film L’impero colpisce ancora; ne esistono solamente tre pezzi al mondo e uno di questi è appeso sulla parete di casa sua.
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4. Centinaia di cappelli negli Stati Uniti
Collezionista: Wendy Ann Rosen, 58 anni, il suo cane Maxim e il gatto Olive
Professione: truccatrice, insegnante e redattrice del magazine Uncover
Dove: North Hollywood, distretto di Los Angeles, California, Stati Uniti
La collezione: più di 600 cappelli da donna del XX secolo, la maggior parte creati da designer. Ci sono anche cappelli da uomo, oltre 600 cappelliere, strumenti utilizzati per realizzare cappelli e materiali stampati, come annunci pubblicitari, riviste, libri, scatole di fiammiferi, tutti incentrati sul tema dei cappelli.
Collezionista: Wendy Ann Rosen, 58 anni, il suo cane Maxim e il gatto Olive
Professione: truccatrice, insegnante e redattrice del magazine Uncover
Dove: North Hollywood, distretto di Los Angeles, California, Stati Uniti
La collezione: più di 600 cappelli da donna del XX secolo, la maggior parte creati da designer. Ci sono anche cappelli da uomo, oltre 600 cappelliere, strumenti utilizzati per realizzare cappelli e materiali stampati, come annunci pubblicitari, riviste, libri, scatole di fiammiferi, tutti incentrati sul tema dei cappelli.
Come ha iniziato: Wendy Ann Rosen cura la sua collezione da circa 25 anni. «A metà degli anni Ottanta ho ricevuto una piccola raccolta di cappelli degli anni Quaranta nelle loro scatole provenienti da grandi magazzini. Ma è stato nel 1990 che ho iniziato a mettere insieme una ricca collezione», racconta. «Sono sempre stata molto fortunata a trovare quello che stavo cercando».
Strategia espositiva: «Il mio soggiorno è dotato di soffitti parecchio alti, che lo rendono perfetto per ospitare le mie pile di cappelliere», spiega Rosen. «Tutte le pareti, dal pavimento al soffitto, sono riempite con pile di cappelliere e vetrine d’epoca. La mia abitazione sembra più un museo del cappello di una casa e sogno di avere un giorno un divano e un televisore, ma sento che rovinerebbero l’impatto visivo della collezione».
Le cappelliere sono in ogni stanza, eccetto bagno e cucina, e Rosen fa notare che non è così semplice impilarle in un’area incline al terremoto come la California.
Strategia espositiva: «Il mio soggiorno è dotato di soffitti parecchio alti, che lo rendono perfetto per ospitare le mie pile di cappelliere», spiega Rosen. «Tutte le pareti, dal pavimento al soffitto, sono riempite con pile di cappelliere e vetrine d’epoca. La mia abitazione sembra più un museo del cappello di una casa e sogno di avere un giorno un divano e un televisore, ma sento che rovinerebbero l’impatto visivo della collezione».
Le cappelliere sono in ogni stanza, eccetto bagno e cucina, e Rosen fa notare che non è così semplice impilarle in un’area incline al terremoto come la California.
Fonti migliori: «Acquisto tantissime cappelliere cinesi, le trovo principalmente su eBay», spiega Rosen. «Quando avevo appena iniziato la collezione andavo spesso alle fiere di antiquariato; il Pier Show di New York è sempre stato uno dei miei eventi preferiti. Alcuni venditori di costumi e tessuti, come Cora Ginsberg e Junnaa Wroblewski, mi hanno aiutato a trovare ottimi affari; una delle parti più importanti della mia collezione è la collezione Mr. John che ho acquisito dal County Museum of Art di Los Angeles»
Pezzo preferito: «Al momento le cappelliere cinesi. Anche se non sto raccogliendo tanti nuovi pezzi in questo momento – sono a corto di spazio – tengo sempre d’occhio le occasioni. Amo particolarmente anche una perfetta riproduzione in miniatura di un cappello di pelliccia di castoro della Dobbs»
Visita la sua collezione di cappelli
Pezzo preferito: «Al momento le cappelliere cinesi. Anche se non sto raccogliendo tanti nuovi pezzi in questo momento – sono a corto di spazio – tengo sempre d’occhio le occasioni. Amo particolarmente anche una perfetta riproduzione in miniatura di un cappello di pelliccia di castoro della Dobbs»
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5. Celebrare fumetti e cartoni animati in Russia
Collezionisti: Donatiеn, 40 anni e Ekaterina De Rochambeau, 38 anni
Professione: Donatien è un collezionista di fumetti e cartoni animati, nonché azionista del marchio di orologi Raketa; Ekaterina è consulente d’arte e rappresentante russa per la fiera d’arte BRAFA di Bruxelles.
Dove: Mosca, Russia
La collezione: disegni originali, libri e album di fumetti – «Troppi da contare, ma sicuramente oltre 500», dichiara Donatien. A cui si aggiungono rodovetri originali e figurine di personaggi dei cartoni animati.
Collezionisti: Donatiеn, 40 anni e Ekaterina De Rochambeau, 38 anni
Professione: Donatien è un collezionista di fumetti e cartoni animati, nonché azionista del marchio di orologi Raketa; Ekaterina è consulente d’arte e rappresentante russa per la fiera d’arte BRAFA di Bruxelles.
Dove: Mosca, Russia
La collezione: disegni originali, libri e album di fumetti – «Troppi da contare, ma sicuramente oltre 500», dichiara Donatien. A cui si aggiungono rodovetri originali e figurine di personaggi dei cartoni animati.
Come ha iniziato: «Sono appassionato di fumetti fin dall’infanzia – è parte della cultura francese», racconta Donatien de Rochambeau. «I fumetti sono sempre stati divulgati nella mia famiglia, insieme ad altri libri di letteratura e quotidiani. Per quanto riguarda i cartoni animati invece, mi sono interessato ai rodovetri e ai bozzetti autentici circa sei anni fa, e oggi abbiamo diversi pezzi originali dell’animazione sovietica nella nostra collezione.
Strategia espositiva: la coppia ha rinnovato recentemente gli interni dell’abitazione e, dato che il sole è una rarità a Mosca, ha prediletto colori luminosi, come le pareti gialle». «Ho appeso i disegni speciali e preferiti alle pareti», spiega Donatiеn. «In soggiorno c’è un armadio bianco alto 3 metri con ripiani metallici per organizzare tutti gli album di fumetti – quei ripiani sostengono un peso considerevole della nostra raccolta».
Strategia espositiva: la coppia ha rinnovato recentemente gli interni dell’abitazione e, dato che il sole è una rarità a Mosca, ha prediletto colori luminosi, come le pareti gialle». «Ho appeso i disegni speciali e preferiti alle pareti», spiega Donatiеn. «In soggiorno c’è un armadio bianco alto 3 metri con ripiani metallici per organizzare tutti gli album di fumetti – quei ripiani sostengono un peso considerevole della nostra raccolta».
Fonti migliori: «I fumetti hanno i loro mercati, venditori e acquirenti», spiega Donatien. «Le case d’aste più influenti, tra cui Sotheby’s, Christie’s e Artcurial, organizzano frequentemente aste di fumetti; vi sono anche importanti gallerie specializzate a Parigi, Bruxelles, Londra e New York. Nelle principali fiere dell’arte come il TEFAF e il BRAFA si possono trovare tavole di fumetti originali, tra i tanti capolavori.
Pezzo preferito: «È una scelta difficile; sono affezionato a un sacco di pezzi. Concepisco i fumetti come una forma d’arte e sto cercando di raggiungere un pubblico più ampio», afferma Donatien «In Russia non si prendono molto sul serio i fumetti – anche se il più delle volte non sono dedicati esclusivamente ai più piccoli, bensì contengono una buona dose di umorismo sociale e politico. Oggi vengono creati da artisti e sceneggiatori di talento provenienti da tutto il mondo».
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Pezzo preferito: «È una scelta difficile; sono affezionato a un sacco di pezzi. Concepisco i fumetti come una forma d’arte e sto cercando di raggiungere un pubblico più ampio», afferma Donatien «In Russia non si prendono molto sul serio i fumetti – anche se il più delle volte non sono dedicati esclusivamente ai più piccoli, bensì contengono una buona dose di umorismo sociale e politico. Oggi vengono creati da artisti e sceneggiatori di talento provenienti da tutto il mondo».
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6. Arte contemporanea a casa, in Francia
Collezionista: Gabriel Nallet, 43 anni
Professione: notaio
Dove: Grenoble, Francia
La collezione: circa 200 pezzi di arte contemporanea, tra cui disegni, foto, dipinti e sculture.
Come ha iniziato: i genitori di Gabriel Nallet lo portavano spesso con loro a visitare musei quando era piccolo, ma ha scoperto l’arte contemporanea durante l’adolescenza. «I miei genitori erano abbonati a La Gazette Drouot e sono rimasto molto perplesso di fronte ai prezzi elevati delle opere d’arte minimalista. Avevo bisogno di capire, così ho comprato un libro sull’arte contemporanea», racconta.
L’evento catalizzatore che lo ha spinto ad avviare la sua collezione è stato quando ha scoperto il dipinto Shining Forth (To George) di Barnett Newman al Centro Pompidou di Parigi. Newman aveva dipinto l’opera in memoria di suo fratello morto improvvisamente. È stata una rivelazione incredibile – non pensavo fosse possibile esprimere emozioni in un quadro minimalista», racconta Nalletg.
Ha comprato il suo primo pezzo di arte contemporanea a 25 anni, dalla serie Punitions di Isabelle Lévénez. «L’idea era di scrivere sui taccuini degli allievi una bella frase con la mano destra e il suo contrario con la sinistra», spiega Nallet.
Collezionista: Gabriel Nallet, 43 anni
Professione: notaio
Dove: Grenoble, Francia
La collezione: circa 200 pezzi di arte contemporanea, tra cui disegni, foto, dipinti e sculture.
Come ha iniziato: i genitori di Gabriel Nallet lo portavano spesso con loro a visitare musei quando era piccolo, ma ha scoperto l’arte contemporanea durante l’adolescenza. «I miei genitori erano abbonati a La Gazette Drouot e sono rimasto molto perplesso di fronte ai prezzi elevati delle opere d’arte minimalista. Avevo bisogno di capire, così ho comprato un libro sull’arte contemporanea», racconta.
L’evento catalizzatore che lo ha spinto ad avviare la sua collezione è stato quando ha scoperto il dipinto Shining Forth (To George) di Barnett Newman al Centro Pompidou di Parigi. Newman aveva dipinto l’opera in memoria di suo fratello morto improvvisamente. È stata una rivelazione incredibile – non pensavo fosse possibile esprimere emozioni in un quadro minimalista», racconta Nalletg.
Ha comprato il suo primo pezzo di arte contemporanea a 25 anni, dalla serie Punitions di Isabelle Lévénez. «L’idea era di scrivere sui taccuini degli allievi una bella frase con la mano destra e il suo contrario con la sinistra», spiega Nallet.
Fonti migliori: «Trovo i pezzi per la mia collezione in circa 10 gallerie che conosco e seguo con forte interesse. Mi reco anche alla Fiera internazionale d’arte contemporanea, FIAC, a Parigi; alla Biennale di Venezia; e altre fiere dell’arte come Artissima a Torino o ART-O-RAMA a Marsiglia.
Pezzo preferito: «Preferirei dire che è sempre il prossimo», afferma Nallet. «Possiedo una fotografia dell’artista ceco Jiří Kovanda intitolata XXX, che corrisponde molto bene alla mia serenità d’animo odierna. È uno di quegli artisti che vivevano dietro la cortina di ferro e hanno sviluppato un’impronta molto poetica pur senza tanti mezzi. Scopri altre foto di questa casa
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Pezzo preferito: «Preferirei dire che è sempre il prossimo», afferma Nallet. «Possiedo una fotografia dell’artista ceco Jiří Kovanda intitolata XXX, che corrisponde molto bene alla mia serenità d’animo odierna. È uno di quegli artisti che vivevano dietro la cortina di ferro e hanno sviluppato un’impronta molto poetica pur senza tanti mezzi. Scopri altre foto di questa casa
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7. Libreria per libri illustrati colorati, in Giappone
Collezionista: Utako Yamada, 52 anni
Professione: assaggiatrice di tè, fondatrice e proprietaria del marchio di tè Karel Capek, nonché scrittrice e illustratrice di libri illustrati
Dove: Tokyo, Giappone
La collezione: circa 4.000 libri illustrati, la metà dei quali sono conservati nella sala biblioteca della sua abitazione; 1.200 sono libri d’epoca, pubblicati tra gli anni Cinquanta e Settanta
Come ha iniziato: «Quando ero piccola mia madre insegnava inglese ai bambini locali presso la scuola YWCA Nagoya e teneva un sacco di libri di testo con incantevoli immagini dal fascino rétro nella libreria in casa», racconta Utako Yamada. «È stato quando avevo solo 3 o 4 anni che ho iniziato a godere del piacere di sfogliare i libri illustrati. Mia madre era così impegnata da non avere abbastanza tempo per leggere le fiabe alle sue figlie, ma ci ha aperto le porte dell’incantevole mondo dei libri illustrati ricchi di colori e provenienti da vari paesi stranieri».
Collezionista: Utako Yamada, 52 anni
Professione: assaggiatrice di tè, fondatrice e proprietaria del marchio di tè Karel Capek, nonché scrittrice e illustratrice di libri illustrati
Dove: Tokyo, Giappone
La collezione: circa 4.000 libri illustrati, la metà dei quali sono conservati nella sala biblioteca della sua abitazione; 1.200 sono libri d’epoca, pubblicati tra gli anni Cinquanta e Settanta
Come ha iniziato: «Quando ero piccola mia madre insegnava inglese ai bambini locali presso la scuola YWCA Nagoya e teneva un sacco di libri di testo con incantevoli immagini dal fascino rétro nella libreria in casa», racconta Utako Yamada. «È stato quando avevo solo 3 o 4 anni che ho iniziato a godere del piacere di sfogliare i libri illustrati. Mia madre era così impegnata da non avere abbastanza tempo per leggere le fiabe alle sue figlie, ma ci ha aperto le porte dell’incantevole mondo dei libri illustrati ricchi di colori e provenienti da vari paesi stranieri».
La prima foto immortala la collezione di libri illustrati di Yamada ereditata dalla madre. «Al tempo non ero capace di leggere l’inglese, ma le immagini realistiche, gioiose e divertenti mi trasmettevano un sacco di cose, tant’è vero che spesso mi divertivo a creare le mie storie. Amavo dare libero sfogo alla fantasia con ogni libro».
Fonti migliori: «Dal momento che la prima parte della mia collezione l’ho ereditata da mia madre, una delle migliori fonti è la sua libreria. Ha comprato i libri negli anni Sessanta quando erano nuovi», afferma Yamada. «I libri che mi affascinano di più, ovviamente, sono quelli pubblicati tra gli anni Cinquanta e Settanta. Ho raccolto libri vecchi e nuovi dal Giappone e da oltreoceano. Acquisto spesso libri d’epoca nelle librerie di seconda mano, così come nei negozi online».
Fonti migliori: «Dal momento che la prima parte della mia collezione l’ho ereditata da mia madre, una delle migliori fonti è la sua libreria. Ha comprato i libri negli anni Sessanta quando erano nuovi», afferma Yamada. «I libri che mi affascinano di più, ovviamente, sono quelli pubblicati tra gli anni Cinquanta e Settanta. Ho raccolto libri vecchi e nuovi dal Giappone e da oltreoceano. Acquisto spesso libri d’epoca nelle librerie di seconda mano, così come nei negozi online».
Strategia espositiva: «Quando insieme a mio marito abbiamo programmato di costruire la nostra nuova casa, quattro anni fa, ho chiesto all’architetto Yoshinori Negishi di NOAH Architetti di creare questa biblioteca nel seminterrato». Yamada tiene qui circa 2.000 dei suoi libri. «Ho voluto creare questo spazio come un ambiente dei bei vecchi tempi, con un’atmosfera calda, intima e accogliente. Ho inserito vecchi tavolini, sedie e comodi divani e ho dipinto tutte le pareti e le librerie nella mia tonalità di rosso preferita. Penso che questo colore, il rosso ribes, sia la cornice ideale per i toni vivaci dei miei numerosi libri». L’architetto ha realizzato anche piccole mensole per esporre a rotazione le copertine preferite.
Pezzo preferito: «Il mio autore preferito è Roger Duvoisin, uno scrittore e illustratore americano di origine svizzera – possiedo oltre 100 dei suoi libri. Il suo stile così raffinato e i colori che impiega stimolano sempre la mia ispirazione e immaginazione».
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Pezzo preferito: «Il mio autore preferito è Roger Duvoisin, uno scrittore e illustratore americano di origine svizzera – possiedo oltre 100 dei suoi libri. Il suo stile così raffinato e i colori che impiega stimolano sempre la mia ispirazione e immaginazione».
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8. Passione per le case delle bambole, in Spagna
Collezionista: Belén González Díaz, 61 anni
Professione: scultrice
Dove: Valladolid, Spagna
La collezione: circa 100 case delle bambole, bambole e giocattoli di diversi stili ed epoche
Come ha iniziato: Belén González Díaz ha acquistato la sua prima casa delle bambole nel 1995. «Da piccola ero solita giocare con la casa delle bambole di mia zia e da allora ho sempre desiderato avere la mia», racconta. «Ho costruito una casa delle bambole per mia sorella quando ero ancora una bambina. Avevo realizzato i mobili e inventato le persone che ci vivevano, il tutto scolpendo personalmente il legno», spiega Díaz.
Collezionista: Belén González Díaz, 61 anni
Professione: scultrice
Dove: Valladolid, Spagna
La collezione: circa 100 case delle bambole, bambole e giocattoli di diversi stili ed epoche
Come ha iniziato: Belén González Díaz ha acquistato la sua prima casa delle bambole nel 1995. «Da piccola ero solita giocare con la casa delle bambole di mia zia e da allora ho sempre desiderato avere la mia», racconta. «Ho costruito una casa delle bambole per mia sorella quando ero ancora una bambina. Avevo realizzato i mobili e inventato le persone che ci vivevano, il tutto scolpendo personalmente il legno», spiega Díaz.
Strategia espositiva: «Ho tutte le case delle bambole a casa o nel mio studio. Non seguo alcuna strategia per organizzarle – alcune sono esposte sugli scaffali e altre creano un po’ di disordine sul pavimento», spiega Díaz. «Ne ho alcune anche nel mio studio e molte sono riposte dentro grandi scatole».
Fonti migliori: «La grande maggioranza sono doni da parte di persone che non vogliono più prendersene cura, ma al contempo non vogliono buttarle», racconta Diaz. «Trovo le case durante i miei viaggi, nei negozi di antiquariato o su Internet. Molte sono regali ricevuti da persone che conoscono bene il mio hobby».
Fonti migliori: «La grande maggioranza sono doni da parte di persone che non vogliono più prendersene cura, ma al contempo non vogliono buttarle», racconta Diaz. «Trovo le case durante i miei viaggi, nei negozi di antiquariato o su Internet. Molte sono regali ricevuti da persone che conoscono bene il mio hobby».
9. Omaggio al design della Germania Est
Collezionista: Günter Höhne, 72 anni
Professione: giornalista e autore
Dove: Berlino, Germania
La collezione: più di 10.000 oggetti di design originari della Germania Est (Repubblica Democratica Tedesca, detta anche in tedesco DDR), eppure Höhne ha dato molti pezzi ai musei tedeschi, come ad esempio alla Neue Sammlung di Monaco.
Come ha iniziato:«Sono sempre stato un collezionista; da bambino mi divertivo a cercare pezzi di porcellana rotti con finiture dorate», racconta Günter Höhne. «Dopo la caduta del muro di Berlino ho salvato alcuni oggetti, ma la raccolta sistematica di oggetti di design della DDR è iniziata per merito di due eventi scatenanti. Nel 2000 mi è stato chiesto di contribuire a organizzare una mostra sul design della DDR a Colonia, ma il collezionista che avrebbe dovuto prestarci i pezzi si è ritirato all’ultimo minuto – cosa avrei potuto fare se non cercare e acquistare personalmente gli articoli che volevamo esporre? Lavorando con i produttori espositivi e i conservatori ho imparato molto sul restauro di questi oggetti. Sono stato affascinato dalle loro storie, volevo saperne di più».
«L’altro motivo per cui ho continuato la collezione (a cui poi si è aggiunta la pubblicazione di libri) sul design della DDR era una sorta di sfida personale: nessuno apprezzava questo stile, era stato parecchio trascurato e qualcuno mi aveva addirittura detto che non vi era stata la cultura del design durante la DDR. Volevo cambiare tale concezione e ci sono riuscito».
Collezionista: Günter Höhne, 72 anni
Professione: giornalista e autore
Dove: Berlino, Germania
La collezione: più di 10.000 oggetti di design originari della Germania Est (Repubblica Democratica Tedesca, detta anche in tedesco DDR), eppure Höhne ha dato molti pezzi ai musei tedeschi, come ad esempio alla Neue Sammlung di Monaco.
Come ha iniziato:«Sono sempre stato un collezionista; da bambino mi divertivo a cercare pezzi di porcellana rotti con finiture dorate», racconta Günter Höhne. «Dopo la caduta del muro di Berlino ho salvato alcuni oggetti, ma la raccolta sistematica di oggetti di design della DDR è iniziata per merito di due eventi scatenanti. Nel 2000 mi è stato chiesto di contribuire a organizzare una mostra sul design della DDR a Colonia, ma il collezionista che avrebbe dovuto prestarci i pezzi si è ritirato all’ultimo minuto – cosa avrei potuto fare se non cercare e acquistare personalmente gli articoli che volevamo esporre? Lavorando con i produttori espositivi e i conservatori ho imparato molto sul restauro di questi oggetti. Sono stato affascinato dalle loro storie, volevo saperne di più».
«L’altro motivo per cui ho continuato la collezione (a cui poi si è aggiunta la pubblicazione di libri) sul design della DDR era una sorta di sfida personale: nessuno apprezzava questo stile, era stato parecchio trascurato e qualcuno mi aveva addirittura detto che non vi era stata la cultura del design durante la DDR. Volevo cambiare tale concezione e ci sono riuscito».
Strategia espositiva: «Avevo un’ampia soffitta piena di cose, ma è sempre stato importante per me e mia moglie vivere veramente con questi oggetti e utilizzarli nel quotidiano», spiega Höhne. «Tutte le sedie e la lampada nella nostra sala da pranzo sono originali della DDR, così come i bicchieri per l’acqua – sono chiamati Superfest (super forte) e sono realizzati in un materiale brevettato che non si rompe mai!
«Ho anche alcune vetrine classiche nella sala da pranzo e nel mio ufficio domestico, nelle quali conservo alcuni oggetti speciali, ordinati per progettisti o materiali. Dispongo anche di una vasta documentazione della mia collezione: ho fotografato e catalogato ogni elemento». Questa documentazione può essere consultata sul sito di Höhne.
«Ho anche alcune vetrine classiche nella sala da pranzo e nel mio ufficio domestico, nelle quali conservo alcuni oggetti speciali, ordinati per progettisti o materiali. Dispongo anche di una vasta documentazione della mia collezione: ho fotografato e catalogato ogni elemento». Questa documentazione può essere consultata sul sito di Höhne.
Fonti migliori: «Ho cercato ovunque, ho trovato tantissimi pezzi nei mercatini delle pulci… e altresì in edifici abbandonati, come la vecchia stazione radio della DDR (la Funkhaus Grünau) – dove ho preso le maniglie delle porte», racconta Höhne. «Ho pubblicato piccoli annunci e, soprattutto, ho parlato tanto con i vecchi designer della DDR, i quali mi hanno offerto alcuni dei loro oggetti. È stata un’esperienza molto emozionante. Dopo un po’ ho notato una cosa: se sei coinvolto con tutto ciò che ruota attorno al tuo obiettivo, poi troverai le cose migliori».
Pezzo preferito: «Ci sono tanti elementi con una bellissima storia, ma uno dei miei preferiti è la macchina da cucire portatile Freia, progettata dall’ingegnere Ernst Fischer all’inizio della DDR per VEB MEWA Ernst-Thälmann-Werk Suhl. Si tratta di un oggetto perfettamente funzionale e progettato con cura e con una storia molto interessante. Il suo rivestimento è in Duroplast, un materiale plastico composito, formato anche dai resti di tessuto derivanti dalla produzione delle uniformi della Libera Gioventù Tedesca, a loro volta cucite con le macchine della Freia».
Un pezzo a cui Höhne è particolarmente legato è un termos in alluminio progettato da Margarete Jahny per la VEB Aluminiumwerk Fischbach nel 1959-60, visibile nella foto in alto a destra. L’ha ricevuto come dono dal designer in persona.
Visita questa collezione tutta tedesca
E ora a te la parola! Hai una collezione di oggetti interessante a casa tua? Condividi una foto nella sezione Commenti, raccontaci dove vivi e come hai iniziato.
Un pezzo a cui Höhne è particolarmente legato è un termos in alluminio progettato da Margarete Jahny per la VEB Aluminiumwerk Fischbach nel 1959-60, visibile nella foto in alto a destra. L’ha ricevuto come dono dal designer in persona.
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Collezionista: Ramona Audrey, 45 anni
Professione: assistente fornaia e host su Airbnb
Dove: Fitzroy, Melbourne, Australia
La collezione: 257 coperte in lana australiane degli anni Settanta