Guida Vacanze: Come Irrigare le Piante Mentre Siete Via
Da sistemi complessi, come il temporizzatore, a piccoli trucchi in grado di salvare le beneamate piantine durante la nostra assenza
Come conciliare l’amore per le piante con un’assenza da casa? Che sia un viaggio di lavoro, un fine settimana a sciare, o un meritato mese al mare con la famiglia, l’irrigazione durante le vacanze è il dilemma di coloro che coltivano in terrazza e in balcone le proprie piantine. Riscopriamo qualche vecchio sistema “della nonna” senza escludere soluzioni ingegnose e fai da te, oppure tecnologiche e all’avanguardia: tutto per salvare le piante dall’arsura durante le nostre vacanze!
Drip Irrigation Kit
Il più efficace: l’irrigatore automatico con gocciolatore
Sfatiamo subito un mito: creare da sé l’irrigazione automatica è meno semplice di quanto si creda.
Su Houzz puoi trovare dei professionisti che sapranno creare un impianto di irrigazione automatica per il tuo giardino o il tuo terrazzo, ed è la scelta che personalmente consiglio: ho visto molti sistemi di irrigazione fatti in casa su terrazzi o balconi, bloccarsi o funzionare male, rendendo necessaria una irrigazione di soccorso o comunque la sorveglianza costante durante la fase di irrigazione. Succede infatti che un ugello goccioli poco e un altro grondi, causando disomogeneità nella quantità d’acqua ricevuta da ogni vaso. Invece è fondamentale sapere quanta acqua esce da ogni ugello, ed eventualmente sistemarne più d’uno in vasi grandi o per piante che richiedono molta acqua, come le ortensie.
Il costo è piuttosto elevato, anche se si sceglie un fai da te, ed è molto variabile al metro lineare in rapporto alla qualità degli ugelli e dei tubi.
È importante dire che si spende di più sbagliando e riacquistando parte del sistema, piuttosto che affidarsi a una ditta competente. Con questa seconda opzione si spende solo un po’ di più, ma si ottiene un lavoro davvero ben fatto.
Passiamo a vedere i contro: una volta installato, il sistema non va mosso troppo, quindi anche la disposizione dei vasi non può cambiare. In secondo luogo, se i tubi di irrigazione non sono adeguatamente nascosti, l’insieme avrà uno sgradevole effetto “vivaio”.
Sfatiamo subito un mito: creare da sé l’irrigazione automatica è meno semplice di quanto si creda.
Su Houzz puoi trovare dei professionisti che sapranno creare un impianto di irrigazione automatica per il tuo giardino o il tuo terrazzo, ed è la scelta che personalmente consiglio: ho visto molti sistemi di irrigazione fatti in casa su terrazzi o balconi, bloccarsi o funzionare male, rendendo necessaria una irrigazione di soccorso o comunque la sorveglianza costante durante la fase di irrigazione. Succede infatti che un ugello goccioli poco e un altro grondi, causando disomogeneità nella quantità d’acqua ricevuta da ogni vaso. Invece è fondamentale sapere quanta acqua esce da ogni ugello, ed eventualmente sistemarne più d’uno in vasi grandi o per piante che richiedono molta acqua, come le ortensie.
Il costo è piuttosto elevato, anche se si sceglie un fai da te, ed è molto variabile al metro lineare in rapporto alla qualità degli ugelli e dei tubi.
È importante dire che si spende di più sbagliando e riacquistando parte del sistema, piuttosto che affidarsi a una ditta competente. Con questa seconda opzione si spende solo un po’ di più, ma si ottiene un lavoro davvero ben fatto.
Passiamo a vedere i contro: una volta installato, il sistema non va mosso troppo, quindi anche la disposizione dei vasi non può cambiare. In secondo luogo, se i tubi di irrigazione non sono adeguatamente nascosti, l’insieme avrà uno sgradevole effetto “vivaio”.
Irrigatori a spruzzo per grandi vasi
Gli irrigatori sono di differenti tipi: i gocciolatori sono più efficienti e sicuri per i vasi e i terrazzi, ma se il vostro spazio è grande (magari avete un piccolo prato) o in vasi piuttosto ampi potete usare anche gli irrigatori a spruzzo, che sono più veloci. La pressione dell’acqua deve però essere buona.
In commercio esiste un distributore d’acqua specifico per quando si va in vacanza. È un contenitore che si appoggia a un ripiano (comunque più in alto dei vasi), della portata di circa venti-trenta litri, programmabile fino a 40 giorni, con circa venti raccordi e ugelli.
L’intero sistema costa meno di cento euro e può essere davvero utile per chi non vuole l’irrigazione fissa, vuoi per ragioni economiche o per la possibilità di spostare le piante a piacimento.
Gli irrigatori sono di differenti tipi: i gocciolatori sono più efficienti e sicuri per i vasi e i terrazzi, ma se il vostro spazio è grande (magari avete un piccolo prato) o in vasi piuttosto ampi potete usare anche gli irrigatori a spruzzo, che sono più veloci. La pressione dell’acqua deve però essere buona.
In commercio esiste un distributore d’acqua specifico per quando si va in vacanza. È un contenitore che si appoggia a un ripiano (comunque più in alto dei vasi), della portata di circa venti-trenta litri, programmabile fino a 40 giorni, con circa venti raccordi e ugelli.
L’intero sistema costa meno di cento euro e può essere davvero utile per chi non vuole l’irrigazione fissa, vuoi per ragioni economiche o per la possibilità di spostare le piante a piacimento.
L’irrigatore professionale, perfetto per i contenitori
Sono piuttosto costosi ma ne vale la pena, specie se avete piante in larghi contenitori. Sono irrigatori automatici che bagnano il pane di terra da dentro.
Non sono diffusissimi per via del costo di installazione.
Sono piuttosto costosi ma ne vale la pena, specie se avete piante in larghi contenitori. Sono irrigatori automatici che bagnano il pane di terra da dentro.
Non sono diffusissimi per via del costo di installazione.
Tubo poroso e tubo forato: altri due sistemi
Un sistema un po’ meno complicato e certo meno impattante sull’effetto estetico finale, è il tubo poroso, dotato di microfori che “trasudano” l’aqua. È consigliabile porlo sotto uno strato di pacciamatura leggera, come paglia o corteccia, sia per nasconderlo, sia per evitare la traspirazione e quindi l’evaporazione dell’acqua. Il contro è che il tubo poroso irriga lungo tutta la sua lunghezza, quindi passando tra i vasi, di sicuro gocciolerà all’esterno, facendo cadere acqua sul pavimento. Se non avete un adeguato sistema di canalizzazione delle acque di scolo, può essere una scelta in emergenza, ma sappiate che potrebbe darvi noia con i vicini. Anche questo necessita di un temporizzatore.
Il tubo capillare (solitamente nero, ma ne esistono di differenti materiali, ricorperti o meno) può essere un’alternativa, poiché si può far passare tra i vasi e forare dove c’è bisogno, senza attaccare un gocciolatore. Tuttavia questa è una soluzione non definitiva e va lasciato aperto davvero a lungo.
Un sistema un po’ meno complicato e certo meno impattante sull’effetto estetico finale, è il tubo poroso, dotato di microfori che “trasudano” l’aqua. È consigliabile porlo sotto uno strato di pacciamatura leggera, come paglia o corteccia, sia per nasconderlo, sia per evitare la traspirazione e quindi l’evaporazione dell’acqua. Il contro è che il tubo poroso irriga lungo tutta la sua lunghezza, quindi passando tra i vasi, di sicuro gocciolerà all’esterno, facendo cadere acqua sul pavimento. Se non avete un adeguato sistema di canalizzazione delle acque di scolo, può essere una scelta in emergenza, ma sappiate che potrebbe darvi noia con i vicini. Anche questo necessita di un temporizzatore.
Il tubo capillare (solitamente nero, ma ne esistono di differenti materiali, ricorperti o meno) può essere un’alternativa, poiché si può far passare tra i vasi e forare dove c’è bisogno, senza attaccare un gocciolatore. Tuttavia questa è una soluzione non definitiva e va lasciato aperto davvero a lungo.
Evitare il sole diretto
La prima cosa da fare per proteggere la piante dall’eccessiva evaporazione è creare una zona d’ombra.
Può essere una tenda (meglio se pesante), un telo da ombra teso in modo fermo, così che resista ad eventuali colpi di vento, o un piccolo gazebo, anche di quelli poco costosi, da sistemare in un punto fresco, sotto cui riunire le piante che si possono spostare. Per quelle con vaso grande e pesante, oppure fisso alla balaustra, rimane solo l’irrigazione automatica.
Un supplemento sono i feltri (anche il pannolenci o ritagli di moquette non plastificata, pezzi di vecchi tappeti), da applicare nei vasi e ricoprire con un alto strato di pacciamatura. Questo diminuisce la traspirazione del terreno e mantiene una certa umidità nel pane di terra.
E per una volta, sono ammessi anche i sottovasi, perché in caso di emergenza che l’acqua arrivi da sotto o da sopra, poco importa, basta che arrivi.
Siate consapevoli che al vostro ritorno, specie dopo una lunga assenza, molte piante potrebbero avere sofferto shock termici.
La prima cosa da fare per proteggere la piante dall’eccessiva evaporazione è creare una zona d’ombra.
Può essere una tenda (meglio se pesante), un telo da ombra teso in modo fermo, così che resista ad eventuali colpi di vento, o un piccolo gazebo, anche di quelli poco costosi, da sistemare in un punto fresco, sotto cui riunire le piante che si possono spostare. Per quelle con vaso grande e pesante, oppure fisso alla balaustra, rimane solo l’irrigazione automatica.
Un supplemento sono i feltri (anche il pannolenci o ritagli di moquette non plastificata, pezzi di vecchi tappeti), da applicare nei vasi e ricoprire con un alto strato di pacciamatura. Questo diminuisce la traspirazione del terreno e mantiene una certa umidità nel pane di terra.
E per una volta, sono ammessi anche i sottovasi, perché in caso di emergenza che l’acqua arrivi da sotto o da sopra, poco importa, basta che arrivi.
Siate consapevoli che al vostro ritorno, specie dopo una lunga assenza, molte piante potrebbero avere sofferto shock termici.
Riunire le piante, accostando i vasi
Dopo aver provveduto a creare una zona ombrosa, riunite i vasi più vicini possibile, anche appoggiando i più piccoli su quelli grandi. Questo creerà un piccolo microclima umido, in cui le fronde delle piante daranno ombra l’una all’altra e tratterranno maggiormente l’umidità.
Così facendo si può usare il tubo poroso, facendolo passare tra i vasi, purché ci sia un temporizzatore e un sistema di sgrondo canalizzato.
Foto di terrazzi e balconi italiani
Dopo aver provveduto a creare una zona ombrosa, riunite i vasi più vicini possibile, anche appoggiando i più piccoli su quelli grandi. Questo creerà un piccolo microclima umido, in cui le fronde delle piante daranno ombra l’una all’altra e tratterranno maggiormente l’umidità.
Così facendo si può usare il tubo poroso, facendolo passare tra i vasi, purché ci sia un temporizzatore e un sistema di sgrondo canalizzato.
Foto di terrazzi e balconi italiani
Strani sistemi per piccoli vasi
Se i vostri vasi sono piccoli e poco numerosi, ci sono vari sistemi “di salvataggio”. Alcuni sono stati adottati dalle aziende di giardinaggio e hanno anche un effetto grazioso, come le “carotine di terracotta”. Si tratta di piccoli tappi da inserire in comuni bottiglie di plastica. Attraverso piccoli fori l’acqua gocciola lentamente nei vasi, ma la durata non è lunghissima. Scegliete sempre bottiglie da almeno due litri. Bagnate bene le “carotine” prima di infilarle nelle bottiglie, e inzuppate per bene il terriccio.
Le bottiglie di plastica si possono usare anche senza carotine, semplicemente forandole con un ago molto sottile, riscaldato un po’ su una fiamma, e infilandole per metà dentro la terra.
Un sistema molto in voga ultimamente è quello della condensa. Si ottiene con due contenitori di plastica, uno piccolo (tipo un bicchierone, ma anche una bottiglia tagliata a metà) e uno più grande, ad esempio una tanichetta in plastica. Si riempie il “bicchiere” e si copre con la tanichetta, avendo cura di non appoggiare alla superficie del vaso, ma di interrare entrambi i contenitori per metà. Il sole riscalda l’acqua che si condensa sul bordo del coperchio, ricadendo sotto, e quindi bagnando il terriccio. È un sistema supplementare a costo davvero minimo, più facile a farsi che a dirsi, che può essere di grande sostegno ad altri sistemi di irrigazione.
Se i vostri vasi sono piccoli e poco numerosi, ci sono vari sistemi “di salvataggio”. Alcuni sono stati adottati dalle aziende di giardinaggio e hanno anche un effetto grazioso, come le “carotine di terracotta”. Si tratta di piccoli tappi da inserire in comuni bottiglie di plastica. Attraverso piccoli fori l’acqua gocciola lentamente nei vasi, ma la durata non è lunghissima. Scegliete sempre bottiglie da almeno due litri. Bagnate bene le “carotine” prima di infilarle nelle bottiglie, e inzuppate per bene il terriccio.
Le bottiglie di plastica si possono usare anche senza carotine, semplicemente forandole con un ago molto sottile, riscaldato un po’ su una fiamma, e infilandole per metà dentro la terra.
Un sistema molto in voga ultimamente è quello della condensa. Si ottiene con due contenitori di plastica, uno piccolo (tipo un bicchierone, ma anche una bottiglia tagliata a metà) e uno più grande, ad esempio una tanichetta in plastica. Si riempie il “bicchiere” e si copre con la tanichetta, avendo cura di non appoggiare alla superficie del vaso, ma di interrare entrambi i contenitori per metà. Il sole riscalda l’acqua che si condensa sul bordo del coperchio, ricadendo sotto, e quindi bagnando il terriccio. È un sistema supplementare a costo davvero minimo, più facile a farsi che a dirsi, che può essere di grande sostegno ad altri sistemi di irrigazione.
E per le piante da interno?
I vecchi sistemi della nonna non sono mai da buttare: la vasca da bagno rimane il posto migliore per collocare le piante da interno (ma anche quelle da esterno, a patto che il bagno sia davvero luminoso) per un periodo di assenza prolungato.
Ponete sul fondo delle vecchie coperte, lenzuola, panni, strofinacci, o qualunque tipo di panno assorbente. Più alto sarà lo strato, più a lungo durerà l’umidità.
Inzuppate le stoffe, e bagnate bene le piante, più volte. Fate sgrondare un po’ e poi tappate il foro di scolo, riempendo la vasca per pochi centimetri, in modo che l’acqua non tocchi il fondo dei vasi, ma rimanga appena al di sotto.
Se avete paura di rovinare la vasca, usate delle bacinelle di plastica capienti. In quel caso, sullo strato di stoffe, depositare anche uno spessore di due o tre centimetri di argilla espansa.
Perché Scegliere il Vaso Giusto È un Gesto d’Amore per le Piante
I vecchi sistemi della nonna non sono mai da buttare: la vasca da bagno rimane il posto migliore per collocare le piante da interno (ma anche quelle da esterno, a patto che il bagno sia davvero luminoso) per un periodo di assenza prolungato.
Ponete sul fondo delle vecchie coperte, lenzuola, panni, strofinacci, o qualunque tipo di panno assorbente. Più alto sarà lo strato, più a lungo durerà l’umidità.
Inzuppate le stoffe, e bagnate bene le piante, più volte. Fate sgrondare un po’ e poi tappate il foro di scolo, riempendo la vasca per pochi centimetri, in modo che l’acqua non tocchi il fondo dei vasi, ma rimanga appena al di sotto.
Se avete paura di rovinare la vasca, usate delle bacinelle di plastica capienti. In quel caso, sullo strato di stoffe, depositare anche uno spessore di due o tre centimetri di argilla espansa.
Perché Scegliere il Vaso Giusto È un Gesto d’Amore per le Piante
Il sistema più affidabile e meno costoso: un amico (responsabile)
Tutti i sistemi qui presentati sono senza dubbio inferiori alle cure che può offrire una persona. Che sia un amico, la vicina, il portiere, purché prenda l’impegno con responsabilità, e possibilmente abbia una buona intesa con le piante. Senza contare che una persona può somministrare concimi o antiparassitari all’occorrenza, o può telefonarvi se qualcosa non va.
Potete anche usare un sistema temporizzato e chiedere di andare a controllare un paio di volte a settimana.
Se siete vicini, potete scambiarvi il favore, facendo a turno con le vacanze.
Al vostro ritorno un pensierino non dovrà mancare, e magari un po’ di fiori o frutta del terrazzo.
Raccontaci: e tu? Hai escogitato qualche sistema particolare per irrigare le tue piante? Hai trucchi, sistemi ingegnosi che vuoi svelare alla community di Houzz?
Tutti i sistemi qui presentati sono senza dubbio inferiori alle cure che può offrire una persona. Che sia un amico, la vicina, il portiere, purché prenda l’impegno con responsabilità, e possibilmente abbia una buona intesa con le piante. Senza contare che una persona può somministrare concimi o antiparassitari all’occorrenza, o può telefonarvi se qualcosa non va.
Potete anche usare un sistema temporizzato e chiedere di andare a controllare un paio di volte a settimana.
Se siete vicini, potete scambiarvi il favore, facendo a turno con le vacanze.
Al vostro ritorno un pensierino non dovrà mancare, e magari un po’ di fiori o frutta del terrazzo.
Raccontaci: e tu? Hai escogitato qualche sistema particolare per irrigare le tue piante? Hai trucchi, sistemi ingegnosi che vuoi svelare alla community di Houzz?
Con l’estate arrivano le tanto sospirate vacanze, ma anche il caldo e il secco, e perciò la necessità di irrigare a dovere le nostre piante durante la nostra assenza.
Allontanarsi è un problema, specie per lunghi periodi, perché in estate uno stress idrico causa sofferenza fino all’autunno e oltre. I fiori si seccano, la pianta deperisce e occorre potarla, perdendo anche un anno di fioritura.
Per prima cosa pianificate bene il vostro spazio all’aperto: se sapete già che vi assenterete durante i mesi estivi, scegliete delle piante che vi diano fioriture primaverili e che resistano al secco estivo. In questo caso è indispensabile provvedere a un sistema di irrigazione automatica. Se invece le vostre assenze sono imprevedibili, ma possono durare diversi giorni si può tamponare con diversi sistemi: passiamoli in rassegna.