Case Condivise: Come Vivono gli Studenti in Sei Città Italiane
Gli studenti universitari italiani raccontano come hanno arredato la loro casa condivisa e i segreti di convivenza
Gli studenti fuorisede ne parlano oggi con affetto e gli ex-studenti fuorisede se ne ricordano con un filo di nostalgia. La casa in condivisione rappresenta molto più che un semplice appoggio durante gli anni universitari. Rappresenta il luogo in cui costruire la propria identità e in cui fare le prime esperienze lontani dall’ala protettiva dei genitori. Ma soprattutto rappresenta il modo migliore per capire come funziona il mondo – la spesa e il costo della vita, i turni per le pulizie, il rapporto con i coinquilini – una palestra di vita che insegna a diventare adulti.
N.B.: Le immagini a corredo del testo non ritraggono le reali abitazioni degli studenti, sono foto caricate dai professionisti su Houzz che sono di ispirazione e a scopo illustrativo.
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Cosa non deve mai mancare in una casa condivisa da studenti?
«Uno spazio comune in cui mangiare insieme, riunirsi alla sera per chiacchierare e magari giocare a qualche gioco da tavolo. E poi un microonde, sempre utile per i pasti veloci o riscaldati, tipici della vita da
studenti fuorisede!»
Cos’è che rende un appartamento in condivisione una vera e propria casa?
«Ho portato le cose a cui ero affezionata, cioè tanti libri, fotografie e oggetti a cui sono affezionata. Una casa in condivisione deve essere personalizzata per diventare una vera e propria casa. Noi ad esempio abbiamo creato “il muro della vergogna”: la parete della cucina è tappezzata di nostre frasi celebri, lapsus, errori grammaticali, scene memorabili e comiche che abbiamo vissuto in questi tre anni di convivenza. Ogni momento è buono per aggiungere un nuovo ricordo alla parete!
In cucina o in sala, immancabile un tavolo grande o apribile, che possa accogliere invitati improvvisati e amici di amici. Per loro, è importante avere qualche sedia pieghevole in più da tenere nello sgabuzzino o in cantina. Per non essere mai colti alla sprovvista!»
«Uno spazio comune in cui mangiare insieme, riunirsi alla sera per chiacchierare e magari giocare a qualche gioco da tavolo. E poi un microonde, sempre utile per i pasti veloci o riscaldati, tipici della vita da
studenti fuorisede!»
Cos’è che rende un appartamento in condivisione una vera e propria casa?
«Ho portato le cose a cui ero affezionata, cioè tanti libri, fotografie e oggetti a cui sono affezionata. Una casa in condivisione deve essere personalizzata per diventare una vera e propria casa. Noi ad esempio abbiamo creato “il muro della vergogna”: la parete della cucina è tappezzata di nostre frasi celebri, lapsus, errori grammaticali, scene memorabili e comiche che abbiamo vissuto in questi tre anni di convivenza. Ogni momento è buono per aggiungere un nuovo ricordo alla parete!
In cucina o in sala, immancabile un tavolo grande o apribile, che possa accogliere invitati improvvisati e amici di amici. Per loro, è importante avere qualche sedia pieghevole in più da tenere nello sgabuzzino o in cantina. Per non essere mai colti alla sprovvista!»
Cecilia Iulia, Bologna
Come hai arredato la tua stanza?
«La mia stanza ospita un letto gigante, una scrivania e una poltrona comoda per studiare (indispensabile), un armadio grande per contenere tutti i cambi stagione possibili e una libreria disordinatissima. E poi: qualche pupazzo per ricordare casa e un muro zeppo di foto e poster!»
Cosa non deve mai mancare in una casa condivisa da studenti?
«Un divano in cui spaparanzarsi dopo una giornata di lezione e studio intenso, un microonde per scongelare i sughi salvavita portati da casa».
Quali sono le regole della buona convivenza?
«Organizzare i turni (derogabili: si chiude un occhio – o anche due – quando il coinquilino è in preparazione esami), non rubare il cibo, condividere, dirsi tutto in faccia».
Come hai arredato la tua stanza?
«La mia stanza ospita un letto gigante, una scrivania e una poltrona comoda per studiare (indispensabile), un armadio grande per contenere tutti i cambi stagione possibili e una libreria disordinatissima. E poi: qualche pupazzo per ricordare casa e un muro zeppo di foto e poster!»
Cosa non deve mai mancare in una casa condivisa da studenti?
«Un divano in cui spaparanzarsi dopo una giornata di lezione e studio intenso, un microonde per scongelare i sughi salvavita portati da casa».
Quali sono le regole della buona convivenza?
«Organizzare i turni (derogabili: si chiude un occhio – o anche due – quando il coinquilino è in preparazione esami), non rubare il cibo, condividere, dirsi tutto in faccia».
Largo a poster, fotografie e locandine: davanti alla scrivania oppure accanto al letto, sono un classico della stanza dello studente. Si può assemblarli tutti in una bacheca di sughero oppure spargerli per la stanza… via libera alla creatività!
Luisa Porfido, Napoli
Come definiresti la tua casa?
«Il mio appartamento non ha uno stile preciso, la mia stanza è arredata con una semplice struttura letto materasso e doghe, scrivania e armadio Ikea in legno e sedie pieghevoli. L’arredamento della cucina, unico spazio comune, si compone di oggetti comprati nel tempo dai diversi inquilini: sedie e tavolo in legno nero, un piano cottura più lavabo, due divanetti e mensole per vari utensili e cibo. Direi uno stile da sopravvivenza!»
Cosa non deve mai mancare in una casa condivisa da studenti?
«Gli spazi in comune (magari con un comodo divano) perché danno la possibilità di conoscere gli altri inquilini. Poi direi un forno a microonde, per scongelare la cena se si è dimenticato di farlo al mattino».
Cos’hai portato di affettivo all’interno della casa? Cos’è che rende un appartamento incondivisione una vera e propria casa?
«La mia stanza è piena di poster, foto, biglietti di concerti ed oggetti che hanno un forte valore affettivo. Tutti attaccati vicino alle pareti, all’armadio, alla porta o su varie mensole. Mi aiutano a ricostruire il percorso universitario da fuorisede, mi ricordano come tutto è iniziato, le persone conosciute, le esperienze, l’università, l’Erasmus ecc».
Come definiresti la tua casa?
«Il mio appartamento non ha uno stile preciso, la mia stanza è arredata con una semplice struttura letto materasso e doghe, scrivania e armadio Ikea in legno e sedie pieghevoli. L’arredamento della cucina, unico spazio comune, si compone di oggetti comprati nel tempo dai diversi inquilini: sedie e tavolo in legno nero, un piano cottura più lavabo, due divanetti e mensole per vari utensili e cibo. Direi uno stile da sopravvivenza!»
Cosa non deve mai mancare in una casa condivisa da studenti?
«Gli spazi in comune (magari con un comodo divano) perché danno la possibilità di conoscere gli altri inquilini. Poi direi un forno a microonde, per scongelare la cena se si è dimenticato di farlo al mattino».
Cos’hai portato di affettivo all’interno della casa? Cos’è che rende un appartamento incondivisione una vera e propria casa?
«La mia stanza è piena di poster, foto, biglietti di concerti ed oggetti che hanno un forte valore affettivo. Tutti attaccati vicino alle pareti, all’armadio, alla porta o su varie mensole. Mi aiutano a ricostruire il percorso universitario da fuorisede, mi ricordano come tutto è iniziato, le persone conosciute, le esperienze, l’università, l’Erasmus ecc».
L’arredo della cucina non deve avere uno stile preciso ma essere essenziale ma pratica, deve contenere tutto il necessario per gli inquilini della casa ma anche per amici e ospiti improvvisi. Qualche piatto e bicchiere in più non guasta mai!
E se la stanza è doppia? Dovrà esserlo anche lo spazio per lo studio. Sarà dunque opportuno allestire due angoli speculari da dedicare alla scrivania e alla libreria. Attenzione alla sedia: da scegliere sempre ergonomica. Meglio prevenire da giovani i futuri problemi di schiena!
Sono tre gli elementi necessari nella stanza da letto dello studente: un letto rigorosamente a doppia piazza o piazza e mezzo (per ospitare amici, flirt o fidanzati), un armadio grande che possa contenere tutti i cambi di stagione (meglio se a quattro ante) e la scrivania. Per quest’ultima, meglio che sia posizionata nel luogo più luminoso della camera.
Non solo musica e cinema: al muro, anche i poster dedicati ai propri pittori preferiti, come Frida Kahlo.
Darsi un appuntamento fisso per cenare insieme: anche questo è un modo per mantenere un buon rapporto con i propri coinquilini. Un’occasione per stare insieme e raccontarsi la settimana appena trascorsa tra esami e lezioni.
Sara Aggazio, Parma
Come definiresti lo stile della tua casa?
«Lo definirei come… il risultato di anni di vita trascorsi lì dentro! La casa era già arredata quando sono arrivata, ma quando c’è stato bisogno di fare alcuni cambiamenti sono andata molto spesso all’Ikea. Per esempio, l’anno scorso ho cambiato il tavolo della sala da pranzo e ne ho preso uno che meglio si adattava alle dimensioni della sala».
Cosa non deve mai mancare in una casa condivisa da studenti?
«Assolutamente la sala da pranzo o comunque una stanza comune con un bel divano!»
Cos’è che rende un appartamento in condivisione una vera e propria casa?
«Vivo con la mia coinquilina e…una gatta! È lei a rendere la casa davvero tale! A volte ci dilettiamo nel fai da te (cose molto semplici, tipo delle mensole) e siamo amanti dei puzzle, perciò abbiamo tappezzato le parete di casa di puzzle che incorniciamo e appendiamo in giro».
Come definiresti lo stile della tua casa?
«Lo definirei come… il risultato di anni di vita trascorsi lì dentro! La casa era già arredata quando sono arrivata, ma quando c’è stato bisogno di fare alcuni cambiamenti sono andata molto spesso all’Ikea. Per esempio, l’anno scorso ho cambiato il tavolo della sala da pranzo e ne ho preso uno che meglio si adattava alle dimensioni della sala».
Cosa non deve mai mancare in una casa condivisa da studenti?
«Assolutamente la sala da pranzo o comunque una stanza comune con un bel divano!»
Cos’è che rende un appartamento in condivisione una vera e propria casa?
«Vivo con la mia coinquilina e…una gatta! È lei a rendere la casa davvero tale! A volte ci dilettiamo nel fai da te (cose molto semplici, tipo delle mensole) e siamo amanti dei puzzle, perciò abbiamo tappezzato le parete di casa di puzzle che incorniciamo e appendiamo in giro».
Il divano dev’essere grande e accogliente, per rilassarsi dopo una giornata all’università o per accogliere gli amici per una serata davanti a un film.
Marco Patrizi, Roma
Come definiresti lo stile della tua casa?
«Direi senz’altro semplice ed essenziale. L’importante è sfruttare al meglio l’occasione di poter modellare da zero l’abitazione, farla propria secondo il nostro personale stile e riscoprirci nel definire il nostro stesso gusto: cosa ci piace fare, cosa ci piace avere intorno. L’importante è rinnovarsi il più possibile tenendosi intorno ciò che ci caratterizza e ci consente di portare avanti le nostre passioni, vecchie e nuove. Per quanto mi riguarda, chitarre, principalmente. Ma anche nuovi strumenti, nuovi attrezzi da sport, nuovi vestiti: qualsiasi cosa possa ispirare curiosità in un periodo di totale autonomia, che siano nuovi libri o locandine ritrovate di film visti a dodici anni, mezze strappate, emerse da qualche bancarella del sabato pomeriggio».
Quali sono le regole della buona convivenza?
«Il rispetto è fondamentale: essere pronti ad andare incontro alle esigenze altrui e affrontare i piccoli problemi dello stare insieme. Quando poi si instaura il giusto equilibrio tra coinquilini diventano tutte stupidaggini, perché si mette tutto a disposizione di tutti e si è contenti nel farlo».
Come definiresti lo stile della tua casa?
«Direi senz’altro semplice ed essenziale. L’importante è sfruttare al meglio l’occasione di poter modellare da zero l’abitazione, farla propria secondo il nostro personale stile e riscoprirci nel definire il nostro stesso gusto: cosa ci piace fare, cosa ci piace avere intorno. L’importante è rinnovarsi il più possibile tenendosi intorno ciò che ci caratterizza e ci consente di portare avanti le nostre passioni, vecchie e nuove. Per quanto mi riguarda, chitarre, principalmente. Ma anche nuovi strumenti, nuovi attrezzi da sport, nuovi vestiti: qualsiasi cosa possa ispirare curiosità in un periodo di totale autonomia, che siano nuovi libri o locandine ritrovate di film visti a dodici anni, mezze strappate, emerse da qualche bancarella del sabato pomeriggio».
Quali sono le regole della buona convivenza?
«Il rispetto è fondamentale: essere pronti ad andare incontro alle esigenze altrui e affrontare i piccoli problemi dello stare insieme. Quando poi si instaura il giusto equilibrio tra coinquilini diventano tutte stupidaggini, perché si mette tutto a disposizione di tutti e si è contenti nel farlo».
Michea Sciorra, Ancona
Come definiresti lo stile della tua casa?
«Basic che più basic non si può! La mia camera ad esempio contiene solo l’indispensabile: letto, armadio, scrivania, cassettiera.
Cosa non deve mai mancare in una casa condivisa da studenti?
«Un frigorifero spazioso, meglio se enorme! In bagno invece è necessario che ognuno abbia un armadietto tutto per sé, mentre in cucina è importante avere abbastanza pentole e padelle per tutti».
Cos’è che rende un appartamento in condivisione una vera e propria casa?
«Ho portato dei pupazzetti a cui sono legata. Credo però che il vero segreto per sentirsi a casa sia stare bene con i propri coinquilini. Se non c’è armonia non può esserci condivisione».
Come definiresti lo stile della tua casa?
«Basic che più basic non si può! La mia camera ad esempio contiene solo l’indispensabile: letto, armadio, scrivania, cassettiera.
Cosa non deve mai mancare in una casa condivisa da studenti?
«Un frigorifero spazioso, meglio se enorme! In bagno invece è necessario che ognuno abbia un armadietto tutto per sé, mentre in cucina è importante avere abbastanza pentole e padelle per tutti».
Cos’è che rende un appartamento in condivisione una vera e propria casa?
«Ho portato dei pupazzetti a cui sono legata. Credo però che il vero segreto per sentirsi a casa sia stare bene con i propri coinquilini. Se non c’è armonia non può esserci condivisione».
Idea fai da te per la camera del letto: alcune casse in pallet diventano la base del letto più un comodo porta scarpe.
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Raccontaci: com’è la tua casa condivisa? Come l’hai resa più accogliente?
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Raccontaci: com’è la tua casa condivisa? Come l’hai resa più accogliente?
Francesca Cestonaro, Trieste
Come descriveresti lo stile della tua casa?
«Sobrio ma elegante, abbiamo arredato in modo colorato e accogliente, con un tocco vintage. La mia camera è abbastanza piccola ma contiene tutto ciò di cui ho bisogno: letto, comodino, scrivania, libreria, sedia e un armadio molto grande. L’ho decorata con quadri di fotografie in bianco e nero di Sebastiao Salgado, fotografie di amici e famiglia e un poster di Frida Kahlo, la mia pittrice preferita».