Il Design Aiuta l'Ambiente? Tre Volte Sì
Lo dimostra Maria Cristina Didero con tre testimonianze, dal mondo dell'arte e del design, portate al Salone del Mobile
Roberta del Vaglio
21 giugno 2022
Houzz Italia Contributor e giornalista specializzata in interior design. Mi piacciono le case, quelle vere, in cui l'estetica è affidata alla vita vissuta. Sono sempre a caccia di soluzioni inaspettate e di designer innovativi: i creativi nascondono sempre storie interessanti e il mio lavoro - la mia passione - è raccontarle.
Houzz Italia Contributor e giornalista specializzata in interior design. Mi piacciono... Altro
Il Salone del Mobile 2022 è stato catalizzatore di varie riflessioni sulla sostenibilità, non solo grazie ai progetti che le aziende hanno presentato ma anche attraverso i protagonisti delle conversazioni ospitate nel corso dell’evento. In primis quella curata da Maria Cristina Didero, direttore curatoriale di Design Miami/ 2022, fiera del design da collezione la cui edizione di Basilea si è aperta il 14 giugno (proseguirà fino al 19).
Il suo lavoro di giornalista e curatrice l’ha portata negli anni a ricercare e incontrare persone che avessero una visione nuova ma che sapessero anche darle una forma fruibile.
All’interno del Salone del mobile 2022 ha coinvolto tre di queste persone in un talk dal titolo “Sustainability: three different episodes” ("Sostenibilità: 3 diversi episodi"). Si tratta di Eva Feldkamp, Daan Roosegaarde, Victoria Siddall: tutti accomunati da curricula di alto livello e dalla volontà di mettere le proprie competenze al servizio di un percorso globale verso la sostenibilità. Dai loro racconti sono emersi tre approcci diversi ma, come vedremo di seguito, accomunati dalla qualità, come valore da riscoprire e investire in un approccio più sostenibile al design e alla vita.
L’obiettivo, come sottolinea Maria Cristina Didero, è prendersi cura di noi stessi, reciprocamente.
Il suo lavoro di giornalista e curatrice l’ha portata negli anni a ricercare e incontrare persone che avessero una visione nuova ma che sapessero anche darle una forma fruibile.
All’interno del Salone del mobile 2022 ha coinvolto tre di queste persone in un talk dal titolo “Sustainability: three different episodes” ("Sostenibilità: 3 diversi episodi"). Si tratta di Eva Feldkamp, Daan Roosegaarde, Victoria Siddall: tutti accomunati da curricula di alto livello e dalla volontà di mettere le proprie competenze al servizio di un percorso globale verso la sostenibilità. Dai loro racconti sono emersi tre approcci diversi ma, come vedremo di seguito, accomunati dalla qualità, come valore da riscoprire e investire in un approccio più sostenibile al design e alla vita.
L’obiettivo, come sottolinea Maria Cristina Didero, è prendersi cura di noi stessi, reciprocamente.
Non si tratta solo di sedie: impariamo a conoscere le persone e la qualità delle cose
Il motto di Maria Cristina Didero è “It’s not about chair - Non si tratta di sedie, ma di persone”. «Quando parliamo di design – spiega – non si tratta solo “di una bella sedia” ma della persona che l’ha concepita, della sua storia, il suo approccio. Personalmente sono sempre più intrigata da ciò che è venuto prima della fase conclusiva in cui vediamo il progetto realizzato. E in particolare, le limited edition sono un terreno di sperimentazione».
Questo è il modo in cui osserva il design un collezionista, un modo da cui imparare a indagare le radici progettuali ma anche le dinamiche produttive. Un buon metodo per restituire valore a questi oggetti e a sceglierli, anche, in base alla loro qualità. E qualità vuol dire saper durare nel tempo e quindi: sostenibilità.
Il motto di Maria Cristina Didero è “It’s not about chair - Non si tratta di sedie, ma di persone”. «Quando parliamo di design – spiega – non si tratta solo “di una bella sedia” ma della persona che l’ha concepita, della sua storia, il suo approccio. Personalmente sono sempre più intrigata da ciò che è venuto prima della fase conclusiva in cui vediamo il progetto realizzato. E in particolare, le limited edition sono un terreno di sperimentazione».
Questo è il modo in cui osserva il design un collezionista, un modo da cui imparare a indagare le radici progettuali ma anche le dinamiche produttive. Un buon metodo per restituire valore a questi oggetti e a sceglierli, anche, in base alla loro qualità. E qualità vuol dire saper durare nel tempo e quindi: sostenibilità.
Eva Feldkamp: mettiamo in condivisione le competenze creative
Dopo aver lavorato per vari anni in prestigiosi studi di design, tra cui quello di Tom Dixon, Eva Feldkamp ha trovato il modo per unire le sue competenze di designer con la sua esperienza in associazioni di volontariato di vario tipo. Ha creato All in Awe, una piattaforma che mette in relazione creativi professionisti ed enti di beneficenza ma anche istituzioni pubbliche.
“Come posso aiutarti?” è il suo motto, e il suo motore è la convinzione che il design e la creatività possono aiutare le associazioni di volontariato a funzionare meglio e in modo più efficace, e dunque migliorare la qualità della vita dei soggetti più deboli. «Siamo tutti sulla stessa barca – commenta Maria Cristina Didero – qualsiasi piccolo intervento può dare un contributo, ognuno con il suo lavoro e le sue competenze può essere sostenibile. Ed è importante, non solo avere un comportamento responsabile ma anche, semplicemente, civile, e dunque anche sviluppare il senso civico».
Dopo aver lavorato per vari anni in prestigiosi studi di design, tra cui quello di Tom Dixon, Eva Feldkamp ha trovato il modo per unire le sue competenze di designer con la sua esperienza in associazioni di volontariato di vario tipo. Ha creato All in Awe, una piattaforma che mette in relazione creativi professionisti ed enti di beneficenza ma anche istituzioni pubbliche.
“Come posso aiutarti?” è il suo motto, e il suo motore è la convinzione che il design e la creatività possono aiutare le associazioni di volontariato a funzionare meglio e in modo più efficace, e dunque migliorare la qualità della vita dei soggetti più deboli. «Siamo tutti sulla stessa barca – commenta Maria Cristina Didero – qualsiasi piccolo intervento può dare un contributo, ognuno con il suo lavoro e le sue competenze può essere sostenibile. Ed è importante, non solo avere un comportamento responsabile ma anche, semplicemente, civile, e dunque anche sviluppare il senso civico».
Daan Roosegaarde: sfruttiamo la bellezza come strategia
Per l’artista olandese Daan Roosegaarde l’arte è il luogo in cui far incontrare natura e tecnologia, in una visione – a cui non siamo abituati – secondo cui questi due elementi non sono nemici. Le sue istallazioni sono emozionanti e coinvolgenti e l’ambiente è il tema ricorrente dei suoi interventi.
“Il design tende ad aggiungere qualcosa – osserva Roosegaarde – e non sempre è un fatto positivo nei confronti dell’ambiente”. E, infatti, in un suo intervento artistico ha chiesto a un intero paese – Leiden, in Olanda – di spegnere le luci per una sera, in modo che le stelle siano di nuovo visibili: succederà il prossimo 25 settembre. La bellezza dei suoi interventi è per lui una strategia di comunicazione, un modo per catturare l’attenzione sull’emergenza ambientale. Perché, come ribadisce Maria Cristina Didero, bisogna cogliere tutte le occasioni per parlarne.
Per l’artista olandese Daan Roosegaarde l’arte è il luogo in cui far incontrare natura e tecnologia, in una visione – a cui non siamo abituati – secondo cui questi due elementi non sono nemici. Le sue istallazioni sono emozionanti e coinvolgenti e l’ambiente è il tema ricorrente dei suoi interventi.
“Il design tende ad aggiungere qualcosa – osserva Roosegaarde – e non sempre è un fatto positivo nei confronti dell’ambiente”. E, infatti, in un suo intervento artistico ha chiesto a un intero paese – Leiden, in Olanda – di spegnere le luci per una sera, in modo che le stelle siano di nuovo visibili: succederà il prossimo 25 settembre. La bellezza dei suoi interventi è per lui una strategia di comunicazione, un modo per catturare l’attenzione sull’emergenza ambientale. Perché, come ribadisce Maria Cristina Didero, bisogna cogliere tutte le occasioni per parlarne.
La bellezza, che spesso consideriamo effimera, è invece uno strumento prezioso: «Daan Rosegaard – spiega Maria Cristina Didero – è un esempio di come ci si possa fidare della bellezza perché ha tutta una serie di ricerche e tecnologie alle spalle. La bellezza è sempre rigenerante per gli occhi e lo spirito e Daan è riuscito a combinare queste due cose per ottenere l’effetto finale. Ci ha insegnato che si può essere attivi nel sostenibile senza tralasciare la bellezza e lo stupore perché quello che lui fa con questi suoi progetti è raccogliere attenzione, stupore, coinvolgendo un grande pubblico. Riuscendo a trasformare la tecnologia in poesia».
Victoria Siddal: facciamo gioco di squadra e mettiamo a disposizione strumenti pratici
Direttore non-esecutivo di Frieze, presidente e trustee della galleria londinese Studio Voltaire, ha raccontato la genesi di Gallery Climate Coalition, una piattaforma che guida e aiuta i soggetti che lavorano nel settore artistico a raggiungere obiettivi concreti in tema di sostenibilità.
La piattaforma, ad esempio, fornisce indicazioni sui metodi di spedizione più sostenibili e aiuta gallerie e musei a capire quali siano le maggiori fonti di dispendio energetico nella loro attività. Senza dimenticare l’impegno di lobbying nella direzione della sostenibilità, «perché – sottolinea – l’unione fa davvero la forza e la differenza». Già 300 gallerie hanno aderito alla piattaforma che conta al momento circa 800 membri, tra gallerie, istituzioni e altri soggetti attivi nel mondo dell’arte. E il mondo del design non è da meno, come testimonia Maria Cristina Didero che racconta: «L’attenzione all’ambiente è un argomento che per fortuna sempre più persone sentono e sono molto felice perché molte aziende – italiane e non – che ho incontrato al Salone del Mobile mi hanno raccontato in che modo hanno intrapreso un percorso di sostenibilità. Dalla logistica dei magazzini, ai trasporti, al packaging e così via. E lo stesso vale per i designer, in particolare le nuove generazioni: sentono il problema molto più di noi, e sono molto impegnati in questa battaglia».
Direttore non-esecutivo di Frieze, presidente e trustee della galleria londinese Studio Voltaire, ha raccontato la genesi di Gallery Climate Coalition, una piattaforma che guida e aiuta i soggetti che lavorano nel settore artistico a raggiungere obiettivi concreti in tema di sostenibilità.
La piattaforma, ad esempio, fornisce indicazioni sui metodi di spedizione più sostenibili e aiuta gallerie e musei a capire quali siano le maggiori fonti di dispendio energetico nella loro attività. Senza dimenticare l’impegno di lobbying nella direzione della sostenibilità, «perché – sottolinea – l’unione fa davvero la forza e la differenza». Già 300 gallerie hanno aderito alla piattaforma che conta al momento circa 800 membri, tra gallerie, istituzioni e altri soggetti attivi nel mondo dell’arte. E il mondo del design non è da meno, come testimonia Maria Cristina Didero che racconta: «L’attenzione all’ambiente è un argomento che per fortuna sempre più persone sentono e sono molto felice perché molte aziende – italiane e non – che ho incontrato al Salone del Mobile mi hanno raccontato in che modo hanno intrapreso un percorso di sostenibilità. Dalla logistica dei magazzini, ai trasporti, al packaging e così via. E lo stesso vale per i designer, in particolare le nuove generazioni: sentono il problema molto più di noi, e sono molto impegnati in questa battaglia».
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