Adene ha una Casa da Oscar: Qui è Stato Girato il Film La La Land
In America le case private usate per i set cinematografici valgono oro. Proprio come la villa con piscina di La La Land…
La scena si apre all’interno di una casa anni Cinquanta a Los Angeles, è l’estate del 2015. Damien Chazelle – sceneggiatore e regista di Whiplash, film vincitore di tre premi Oscar – incontrò allora la padrona di casa, Adene Lacy, per chiederle l’autorizzazione a usare la villa come set per girare il suo prossimo lungometraggio, un omaggio ai musical del cinema di una volta che sarebbe poi diventato La La Land, il lungometraggio candidato a tredici premi Oscar.
Schiacciate il pulsante “Fast-forward”. Un anno e mezzo dopo, cioè oggi: Chazelle vince l’Oscar come miglior regista (il più giovane nella storia degli Academy Award) proprio per il film La La Land (che ottiene altre 5 statuette: miglior fotografia, miglior scenografia, miglior colonna sonora, miglior canzone e miglior attrice protagonista per Emma Stone). Nel frattempo Adene Lacy ha guadagnato un bel gruzzolo, oltre ad avere avuto la soddisfazione di vedere la propria abitazione apparire in un film di grande successo.
Schiacciate il pulsante “Fast-forward”. Un anno e mezzo dopo, cioè oggi: Chazelle vince l’Oscar come miglior regista (il più giovane nella storia degli Academy Award) proprio per il film La La Land (che ottiene altre 5 statuette: miglior fotografia, miglior scenografia, miglior colonna sonora, miglior canzone e miglior attrice protagonista per Emma Stone). Nel frattempo Adene Lacy ha guadagnato un bel gruzzolo, oltre ad avere avuto la soddisfazione di vedere la propria abitazione apparire in un film di grande successo.
Foto di casa Lacy di Kevin Taylor per Cast Locations
Il ruolo più importante di tutta una vita
La La Land è il primo lungometraggio nel quale la casa di Adene Lacy fa la sua apparizione. Il film – che narra la storia d’amore tra l’aspirante attrice Mia (interpretata da Emma Stone) e il pianista male in arnese e purista del jazz (Ryan Gosling) – conta, tra le ben 48 location che sono state usate in 42 giorni di riprese, 8 abitazioni private, come spiega il location manager Robert Foulkes. Tra queste rientrano l’interno e l’esterno dell’appartamento di Mia, le ambientazioni delle due feste a bordo piscina, le due versioni dell’appartamento di Sebastian, la casa d’infanzia di Mia e la casa del flashback ipotetico che racconta come sarebbe potuta andare la storia.
«La scena del party anni Ottanta richiedeva linee pulite, vetrate, un’estetica anni Cinquanta e una piscina in stile David Hockney», spiega Foulkes, raccontando dell’avventura cinematografica che ha come protagonista la casa Lacy. «Quello stile e quell’epoca sono rappresentati così tanto come icone dell’abitare a Los Angeles, che nel film volevamo ricreare esattamente quel tipo di atmosfera».
In questa scena, Mia è sorpresa di incontrare per caso Sebastian a una festa in un giardino con piscina. In due precedenti incontri, lui l’aveva snobbata. Questa volta, invece, Sebastian ha avuto un ingaggio e, vestito perfettamente a tema, accompagna una band che fa cover degli anni Ottanta. Percependo che è il momento giusto per dargli la giusta punizione, Mia chiede che la band esegua I Ran dei A Flock of Seagulls, e un umiliato Sebastian suona imbarazzato al keytar il pezzo pop, mentre lei balla e fa allegramente il verso delle parole della canzone con le labbra.
Il ruolo più importante di tutta una vita
La La Land è il primo lungometraggio nel quale la casa di Adene Lacy fa la sua apparizione. Il film – che narra la storia d’amore tra l’aspirante attrice Mia (interpretata da Emma Stone) e il pianista male in arnese e purista del jazz (Ryan Gosling) – conta, tra le ben 48 location che sono state usate in 42 giorni di riprese, 8 abitazioni private, come spiega il location manager Robert Foulkes. Tra queste rientrano l’interno e l’esterno dell’appartamento di Mia, le ambientazioni delle due feste a bordo piscina, le due versioni dell’appartamento di Sebastian, la casa d’infanzia di Mia e la casa del flashback ipotetico che racconta come sarebbe potuta andare la storia.
«La scena del party anni Ottanta richiedeva linee pulite, vetrate, un’estetica anni Cinquanta e una piscina in stile David Hockney», spiega Foulkes, raccontando dell’avventura cinematografica che ha come protagonista la casa Lacy. «Quello stile e quell’epoca sono rappresentati così tanto come icone dell’abitare a Los Angeles, che nel film volevamo ricreare esattamente quel tipo di atmosfera».
In questa scena, Mia è sorpresa di incontrare per caso Sebastian a una festa in un giardino con piscina. In due precedenti incontri, lui l’aveva snobbata. Questa volta, invece, Sebastian ha avuto un ingaggio e, vestito perfettamente a tema, accompagna una band che fa cover degli anni Ottanta. Percependo che è il momento giusto per dargli la giusta punizione, Mia chiede che la band esegua I Ran dei A Flock of Seagulls, e un umiliato Sebastian suona imbarazzato al keytar il pezzo pop, mentre lei balla e fa allegramente il verso delle parole della canzone con le labbra.
«La produzione voleva una piscina per la scena del party: un ambiente con molto verde», spiega David Hatfield, manager dell’agenzia immobiliare Cast Locations, che ha il mandato di affittare casa Lacy. «Fondamentale era anche che fosse possibile girare di sera, così come accedere alla casa con i camion e tutte le attrezzature. La casa si trova nella San Fernando Valley, ma sembra una casa di Hollywood Hills [quartiere famoso per le celebrità che vi risiedono, NdT]. Peraltro, in realtà, le case di quel quartiere sono molto meno semplici da raggiungere e da gestire di notte».
In effetti, nonostante la scena in apertura del film abbia comportato la chiusura per due giorni di uno svincolo autostradale di Los Angeles, quella sessione di riprese è stata assai contenuta, racconta Foulkes. «I set montati nelle case private, a volte, sono i più complessi da organizzare, poiché, dalla pianificazione alle riprese, bisogna prendere in considerazione e gestire adeguatamente in ogni fase l’intero vicinato», spiega l’esperto.
«Sapevamo anche che per la festa iniziale tra amici avremmo scelto una casa più tecnologica e moderna, rimescolando così un po’ gli stili», racconta Foulkes. «Analogamente, il classico cortile spagnoleggiante in stile Vecchia Hollywood dell’appartamento di Mia contrasta con i mini appartamenti della San Fernando Valley di Sebastian».
Queste location sono state appositamente modificate e trasformate per il film sotto le abili mani degli scenografi e dei decoratori. «A questo film hanno lavorato due dei migliori professionisti del settore, i coniugi David e Sandy Wasco [vincitori dell’Oscar 2017 per la scenografia del film]», spiega Foulkes.
In effetti, nonostante la scena in apertura del film abbia comportato la chiusura per due giorni di uno svincolo autostradale di Los Angeles, quella sessione di riprese è stata assai contenuta, racconta Foulkes. «I set montati nelle case private, a volte, sono i più complessi da organizzare, poiché, dalla pianificazione alle riprese, bisogna prendere in considerazione e gestire adeguatamente in ogni fase l’intero vicinato», spiega l’esperto.
«Sapevamo anche che per la festa iniziale tra amici avremmo scelto una casa più tecnologica e moderna, rimescolando così un po’ gli stili», racconta Foulkes. «Analogamente, il classico cortile spagnoleggiante in stile Vecchia Hollywood dell’appartamento di Mia contrasta con i mini appartamenti della San Fernando Valley di Sebastian».
Queste location sono state appositamente modificate e trasformate per il film sotto le abili mani degli scenografi e dei decoratori. «A questo film hanno lavorato due dei migliori professionisti del settore, i coniugi David e Sandy Wasco [vincitori dell’Oscar 2017 per la scenografia del film]», spiega Foulkes.
Sebastian (interpretato da Ryan Gosling), a sinistra, si esibisce con i suoi compagni di band proprio all’esterno della camera da letto dei Lacy (ritratta in una delle foto che seguono)
«Nella maggior parte dei dettagli, riconosciamo la nostra casa», racconta Adene Lacy, che, assieme al marito Rob, è proprietaria della villa da circa dodici anni e lavora anche lei nell’industria cinematografica (non come artista, ma come direttrice finanziaria di Vendome Pictures). «Sapevamo che avrebbero usato la zona della piscina. La band era posizionata vicino agli attrezzi per la vasca, accanto alla camera da letto matrimoniale. La produzione ha costruito una piattaforma per i musicisti e ha tolto tutti gli arredi che avevamo nel patio. Hanno spostato tutta la nostra roba e le nostre opere d’arte, che per motivi di copyright, sono state messe in garage».
Come spiega Hatfield, ciò che vediamo sullo schermo non corrisponde sempre, per forza, al ritratto più lusinghiero di una location. A volte, spiega l’esperto, «c’è bisogno di una casa che sembri un bordello, oppure un covo di tossicodipendenti. Non è facile da spiegare, ma io ritengo che questa sia una cosa che i padroni di casa devono sapere».
Come spiega Hatfield, ciò che vediamo sullo schermo non corrisponde sempre, per forza, al ritratto più lusinghiero di una location. A volte, spiega l’esperto, «c’è bisogno di una casa che sembri un bordello, oppure un covo di tossicodipendenti. Non è facile da spiegare, ma io ritengo che questa sia una cosa che i padroni di casa devono sapere».
Dice Adene Lacy: «Amo la nostra casa, ma non penso che sia così particolare. Abbiamo un grande open space, e dall’esterno si vede bene dentro. È facile capire cosa se ne vuole ricavare, ha una palette pulita. Una volta varcato l’ingresso, si ha una visione praticamente completa di tutta la casa».
Concorda Foulkes: «In linea di massima, registi, scenografi e direttori della fotografia sono grandi amanti degli open space, ambienti dove ci si può muovere agilmente e si possono sfruttare belle profondità di campo e più angolazioni di ripresa attraverso le porte. Questo ragionamento vale, ovviamente, soltanto nei casi in cui non si vogliano rappresentare ambienti più claustrofobici».
Concorda Foulkes: «In linea di massima, registi, scenografi e direttori della fotografia sono grandi amanti degli open space, ambienti dove ci si può muovere agilmente e si possono sfruttare belle profondità di campo e più angolazioni di ripresa attraverso le porte. Questo ragionamento vale, ovviamente, soltanto nei casi in cui non si vogliano rappresentare ambienti più claustrofobici».
La coppia dei padroni di casa ha passato due notti in albergo a spese della produzione mentre nella loro casa veniva allestito il set, si effettuavano le riprese, e il tutto veniva smontato nell’arco di cinque giorni. A parte l’avere conosciuto Chazelle quando il regista era alla ricerca della location, i due non hanno incontrato nessun altro membro del cast.
Stare lontani è stata una scelta saggia, commenta Hatfield: «Devi sempre chiudere un occhio. Arrivano da cinquanta a cento persone e ti invadono la casa. È un vero circo!».
Stare lontani è stata una scelta saggia, commenta Hatfield: «Devi sempre chiudere un occhio. Arrivano da cinquanta a cento persone e ti invadono la casa. È un vero circo!».
E per quanto riguarda il film? «Mi è piaciuto molto», dice la padrona di casa. «È molto diverso da come me lo aspettavo e sono rimasta quasi sorpresa dall’ottima realizzazione. Non avrei mai detto che i musical potessero tornare in auge».
«Amo molto questo film, e mi ha fatto davvero piacere vedere quanto di quello che abbiamo girato sia poi entrato nel prodotto finale in modo così meraviglioso», commenta Foulkes. «Il film mette in mostra in maniera strepitosa le location prescelte, esattamente nel modo in cui speravamo».
«Amo molto questo film, e mi ha fatto davvero piacere vedere quanto di quello che abbiamo girato sia poi entrato nel prodotto finale in modo così meraviglioso», commenta Foulkes. «Il film mette in mostra in maniera strepitosa le location prescelte, esattamente nel modo in cui speravamo».
Foto di Adene Lacy
La strada verso la celebrità
La scoperta. La La Land non ha segnato il debutto nel cinema per casa Lacy. Una decina di anni fa, un location-scout (“scopritore” di location) stava esplorando il quartiere di Encino, con le sue tipiche tract homes [case a schiera, NdT] anni Settanta. Non stava lavorando a nessun film in particolare, ma era alla ricerca di abitazioni attorno a Los Angeles da utilizzare per annunci pubblicitari, spot, programmi televisivi e film.
Ha bussato alla porta di casa Lacy, chiedendo se Adene, suo marito e il loro figlio adolescente, avessero mai immaginato che la loro casa (ritratta qui) venisse fotografata… Insomma, è successo qualcosa di simile a quello che tanti anni fa capitò alla allora sedicenne Lana Turner [protagonista de Il Postino suona sempre due volte, prima versione del 1946, NdR], che attirò l’attenzione di William Wilkerson, fondatore dell’Hollywood Reporter, mentre si beveva una Coca Cola.
La strada verso la celebrità
La scoperta. La La Land non ha segnato il debutto nel cinema per casa Lacy. Una decina di anni fa, un location-scout (“scopritore” di location) stava esplorando il quartiere di Encino, con le sue tipiche tract homes [case a schiera, NdT] anni Settanta. Non stava lavorando a nessun film in particolare, ma era alla ricerca di abitazioni attorno a Los Angeles da utilizzare per annunci pubblicitari, spot, programmi televisivi e film.
Ha bussato alla porta di casa Lacy, chiedendo se Adene, suo marito e il loro figlio adolescente, avessero mai immaginato che la loro casa (ritratta qui) venisse fotografata… Insomma, è successo qualcosa di simile a quello che tanti anni fa capitò alla allora sedicenne Lana Turner [protagonista de Il Postino suona sempre due volte, prima versione del 1946, NdR], che attirò l’attenzione di William Wilkerson, fondatore dell’Hollywood Reporter, mentre si beveva una Coca Cola.
L’audizione. E, proprio come Wilkerson finì per presentare Lana Turner all’agente Zeppo Marx (fratello di Groucho), l’esperto di location ha messo in contatto i Lacy – a quel punto interessati alla cosa – con Cast Locations, un’agenzia specializzata operativa a Los Angeles dal 1980. Questo tipo di agenzia fa da intermediario tra le case di produzione (e i loro “scopritori di talenti”) e i proprietari di case.
Quando una casa “fa un provino” per Cast Locations, il proprietario deve semplicemente compilare un modulo online con le informazioni fondamentali relative all’immobile e ai contatti, e allegare delle fotografie in formato digitale, spiega Hatfield, che è cresciuto imparando un mestiere tramandato in famiglia. Se la casa soddisfa i requisiti richiesti, l’agenzia invia un contratto di mandato, prende accordi con un fotografo perché scatti i fondamentali primi piani (trattandosi di case, è più corretto dire “ritratti della casa”!), e promuove la location presso gli addetti ai lavori. Alcune di queste agenzie fanno pagare una tariffa a prescindere da eventuali ingaggi. Cast Locations, invece, prende una provvigione soltanto in caso di prenotazione della casa.
Quando una casa “fa un provino” per Cast Locations, il proprietario deve semplicemente compilare un modulo online con le informazioni fondamentali relative all’immobile e ai contatti, e allegare delle fotografie in formato digitale, spiega Hatfield, che è cresciuto imparando un mestiere tramandato in famiglia. Se la casa soddisfa i requisiti richiesti, l’agenzia invia un contratto di mandato, prende accordi con un fotografo perché scatti i fondamentali primi piani (trattandosi di case, è più corretto dire “ritratti della casa”!), e promuove la location presso gli addetti ai lavori. Alcune di queste agenzie fanno pagare una tariffa a prescindere da eventuali ingaggi. Cast Locations, invece, prende una provvigione soltanto in caso di prenotazione della casa.
Tranne poche eccezioni – qualche ranch o casetta particolare e pochi altri luoghi nell’area desertica di Palm Springs – gli immobili del portafoglio di Cast Locations si trovano tutti nel raggio di una cinquantina di chilometri da Hollywood. Spaziano dal vecchio bungalow un po’ bizzarro all’edificio “più maestoso che mai”, come spiega Hatfield. Quest’ultimo tipo di proprietà è più difficile da avere in lista, perché, come commenta l’agente immobiliare, «quel tipo di persone non ha bisogno di soldi».
Spiega l’esperto: «I nuovi materiali un po’ di tendenza possono andare fuori moda con grande facilità, quindi siamo sempre alla ricerca della casa “all’ultimo grido”, così come della classica casa americana da spot pubblicitario, che serve quando ci si rivolge all’intero Paese. Personalmente, tendo ad arruolare più facilmente questo tipo di abitazione, che non quello ispanico. Questo secondo tipo di casa deve essere assolutamente perfetto!», spiega Hatfield.
Tra i motivi per i quali un’abitazione viene rifiutata, rientra il fatto che «è un tipo di casa che abbiamo già, oppure non ha molto carattere, o è una tipica casa americana ma ha una palma in giardino, oppure ha interni che mal si combinano con gli esterni», racconta l’agente.
Spiega l’esperto: «I nuovi materiali un po’ di tendenza possono andare fuori moda con grande facilità, quindi siamo sempre alla ricerca della casa “all’ultimo grido”, così come della classica casa americana da spot pubblicitario, che serve quando ci si rivolge all’intero Paese. Personalmente, tendo ad arruolare più facilmente questo tipo di abitazione, che non quello ispanico. Questo secondo tipo di casa deve essere assolutamente perfetto!», spiega Hatfield.
Tra i motivi per i quali un’abitazione viene rifiutata, rientra il fatto che «è un tipo di casa che abbiamo già, oppure non ha molto carattere, o è una tipica casa americana ma ha una palma in giardino, oppure ha interni che mal si combinano con gli esterni», racconta l’agente.
Il debutto. Presto sono arrivati per casa Lacy i primi successi. Una giornata di riprese fuori e dentro la camera matrimoniale ha avuto come risultato un brano di sei secondi con una bambina che fa finta di scendere in slalom da una montagna, all’interno di uno spot di un minuto di ExxonMobil per le Olimpiadi invernali del 2006. «È stato emozionante!», ricorda Adene Lacy. «Quell’anno, invece dei Giochi, abbiamo guardato tutto il tempo le pause pubblicitarie».
E, con una tempistica perfetta, la casa ha ottenuto “la parte” per uno spot del Viagra, con due giorni di riprese e un soggiorno in hotel per i padroni di casa, proprio poco prima della scadenza della prima rata universitaria del figlio. «Mio marito ci scherza ancora adesso», racconta Adene Lacy. «Fu una piacevolissima sorpresa».
E, con una tempistica perfetta, la casa ha ottenuto “la parte” per uno spot del Viagra, con due giorni di riprese e un soggiorno in hotel per i padroni di casa, proprio poco prima della scadenza della prima rata universitaria del figlio. «Mio marito ci scherza ancora adesso», racconta Adene Lacy. «Fu una piacevolissima sorpresa».
Anche se le entrate non sono regolari, i guadagni possono essere strepitosi. La maggior parte degli “ingaggi” va dai 3.000 ai 7.000 dollari per un giorno di riprese, mentre un giorno di allestimento o di disallestimento del set, spiega Hatfield, frutta circa la metà di questi importi. «Alcune case di fascia alta possono arrivare a valere 10 mila, 20 mila, o perfino 30 mila dollari per un giorno di riprese».
In più, negli Stati Uniti, sui guadagni ricavati da quattordici giorni di affitto all’anno non si pagano imposte federali (né, per quanto riguarda la California, imposte statali). Casa Lacy è arrivata a toccare questa soglia, ma la famiglia preferisce non stravolgere esageratamente la propria routine o arrecare troppo disturbo ai vicini.
Come spiega Hatfield, Cast Locations prende una commissione, che è considerata standard in questo settore e che ammonta al 30 per cento, per la promozione della casa, la negoziazione del contratto e la presenza sul luogo, durante le riprese, di un responsabile che curi gli interessi dei proprietari.
In più, negli Stati Uniti, sui guadagni ricavati da quattordici giorni di affitto all’anno non si pagano imposte federali (né, per quanto riguarda la California, imposte statali). Casa Lacy è arrivata a toccare questa soglia, ma la famiglia preferisce non stravolgere esageratamente la propria routine o arrecare troppo disturbo ai vicini.
Come spiega Hatfield, Cast Locations prende una commissione, che è considerata standard in questo settore e che ammonta al 30 per cento, per la promozione della casa, la negoziazione del contratto e la presenza sul luogo, durante le riprese, di un responsabile che curi gli interessi dei proprietari.
Tutti in gara!
Cast Locations rappresenta 370 immobili commerciali e circa 1800 case private, ed è soltanto una delle oltre trenta agenzie di questo tipo nell’area di Los Angeles, dice Hatfield. Le persone interessate ad affittare la propria abitazione per un set cinematografico non hanno per forza bisogno di un agente, e la California Film Commission offre molte informazioni su come commercializzare autonomamente il proprio immobile.
Non è necessario nemmeno abitare in California meridionale. Negli Stati Uniti si girano film dappertutto, e Foulkes, per esempio, ha appena trovato una serie di location in North Carolina. In ogni caso, anche con un agente, la competizione per “avere una parte” è forte, e può essere utile dotarsi di un “curriculum”.
Se Hatfield dovesse scegliere per un premio alla carriera uno degli immobili a lui affidati, non avrebbe dubbi: sceglierebbe questa classica casa americana a schiera del quartiere Tarzana di Los Angeles (ritratta in questa e nella foto seguente), con la quale ha cominciato a lavorare oltre trent’anni fa. La proprietaria è una signora ultracentenaria.
Cast Locations rappresenta 370 immobili commerciali e circa 1800 case private, ed è soltanto una delle oltre trenta agenzie di questo tipo nell’area di Los Angeles, dice Hatfield. Le persone interessate ad affittare la propria abitazione per un set cinematografico non hanno per forza bisogno di un agente, e la California Film Commission offre molte informazioni su come commercializzare autonomamente il proprio immobile.
Non è necessario nemmeno abitare in California meridionale. Negli Stati Uniti si girano film dappertutto, e Foulkes, per esempio, ha appena trovato una serie di location in North Carolina. In ogni caso, anche con un agente, la competizione per “avere una parte” è forte, e può essere utile dotarsi di un “curriculum”.
Se Hatfield dovesse scegliere per un premio alla carriera uno degli immobili a lui affidati, non avrebbe dubbi: sceglierebbe questa classica casa americana a schiera del quartiere Tarzana di Los Angeles (ritratta in questa e nella foto seguente), con la quale ha cominciato a lavorare oltre trent’anni fa. La proprietaria è una signora ultracentenaria.
La padrona di casa non gradisce spostarsi in hotel durante le riprese, e di solito resta nella sua casa quando si gira, spiega Hatfield. «Teniamo sempre una camera da letto libera per lei. Se si tratta di richieste ragionevoli e avanzate con adeguato anticipo, è nostra consuetudine negoziare i contratti tenendo ben presente le preferenze dei nostri clienti».
La casa è apparsa lo scorso autunno in Goliath, un’originale serie televisiva prodotta da Amazon Studios con Billy Bob Thornton (in questa foto, a sinistra), che interpreta un avvocato squattrinato alle prese con il caso più importante della sua vita.
A giudizio dell’esperto, le candidate per le migliori performance in scene di azione sono…
1. Questa casa che ospita, nella cucina a pianta aperta, un leone che illustra la campagna di Food Lion per donare cibo a chi ne ha bisogno.
1. Questa casa che ospita, nella cucina a pianta aperta, un leone che illustra la campagna di Food Lion per donare cibo a chi ne ha bisogno.
2. Questa casa il cui soggiorno ha una parete a doppia altezza che viene scalata da un “esperto” alpinista dotato di ramponi e piccozza, in uno spot dedicato agli esperti di riscaldamento e aria condizionata di Service Experts Heating & Air Conditioning.
3. Questa ricercata magione dove, durante una lussuosa festa, una stupenda Fiat 500 Abarth corre sgommando dappertutto per le stanze, facendo sbattere i lampadari e spaccando i vetri delle finestre, fino a fermarsi con un’inchiodata nel salone. Il payoff dello spot? L’attore Charlie Sheen, il tipico “cattivo ragazzo”, esce dalla macchina con un braccialetto elettronico alla caviglia e dice: “Adoro essere agli arresti domiciliari!”.
Hatfield spiega che, al contrario di quanto si possa credere, le case di produzione fanno il possibile per prendersi cura al meglio degli immobili loro affidati. Le polizze assicurative, in questi casi, arrivano a coprire danni fino ad almeno un milione di dollari. Se accidentalmente si rompe qualcosa, la produzione trova sempre una soluzione. E capita anche che lasci la casa in condizioni migliori di come l’ha trovata.
«Se uno scenografo vuole pitturare una stanza, per esempio, noi possiamo cercare di concordare in anticipo con il padrone di casa il colore scelto. Se il proprietario non desidera tenere la tonalità prescelta, faremo in modo che le pareti siano nuovamente dipinte come vuole lui», spiega Foulkes. «La sistemazione del giardino è un altro tema sul quale ci soffermiamo spesso. Se un set richiede la presenza di fiori o di altri elementi decorativi che non vengono affittati e non devono essere restituiti, si può decidere di lasciarli al padrone di casa, che potrà goderne una volta che la troupe ha finito di lavorare».
Adene Lacy racconta la sua esperienza: «Ci è capitato che qualcosa sia stato rotto e sostituito, ma in generale le persone sono molto rispettose. E poi non stiamo parlando di vasi Ming o Chihuly da milioni di dollari. Io ho una casa dove vivo tutti i giorni».
Hatfield spiega che, al contrario di quanto si possa credere, le case di produzione fanno il possibile per prendersi cura al meglio degli immobili loro affidati. Le polizze assicurative, in questi casi, arrivano a coprire danni fino ad almeno un milione di dollari. Se accidentalmente si rompe qualcosa, la produzione trova sempre una soluzione. E capita anche che lasci la casa in condizioni migliori di come l’ha trovata.
«Se uno scenografo vuole pitturare una stanza, per esempio, noi possiamo cercare di concordare in anticipo con il padrone di casa il colore scelto. Se il proprietario non desidera tenere la tonalità prescelta, faremo in modo che le pareti siano nuovamente dipinte come vuole lui», spiega Foulkes. «La sistemazione del giardino è un altro tema sul quale ci soffermiamo spesso. Se un set richiede la presenza di fiori o di altri elementi decorativi che non vengono affittati e non devono essere restituiti, si può decidere di lasciarli al padrone di casa, che potrà goderne una volta che la troupe ha finito di lavorare».
Adene Lacy racconta la sua esperienza: «Ci è capitato che qualcosa sia stato rotto e sostituito, ma in generale le persone sono molto rispettose. E poi non stiamo parlando di vasi Ming o Chihuly da milioni di dollari. Io ho una casa dove vivo tutti i giorni».
Una piccola anticipazione…
Hatfield ha tra le mani un’altra stella nascente: questa craftsman [tipica villetta americana il cui stile si rifà al movimento Arts and Crafts, NdT] di Los Angeles. Una famiglia di tre generazioni (una madre e le sue due figlie, una delle quali è sposata con due bambini) recentemente si è trasferita per tre mesi in un alloggio di Airbnb, in modo che la troupe cinematografica potesse decorare completamente la sua casa e avviare un lungo periodo di riprese. Gli interventi hanno comportato la realizzazione di modanature nelle camere da letto, la posa di piastrelle vintage in un bagno, il rinnovamento di un terrazzo e una serie di interventi in giardino. Nel trasformare il garage nel laboratorio di uno scienziato, i tecnici hanno riparato le porte originarie e hanno aggiunto luci, tubature, armadi e banconi da lavoro.
Ricordatevi di cercare la casa nel film Nelle pieghe del tempo, diretto da Ava DuVernay (regista di Selma – La strada per la libertà), con Reese Witherspoon, Chris Pine, Oprah Winfrey e Mindy Kaling. La costosa produzione Disney ‒ adattamento cinematografico del romanzo fantasy scritto nel 1962 da Madeleine L’Engle – arriverà nelle sale americane nel 2018.
Raccontaci: hai mai messo la tua casa a disposizione per una produzione cinematografica? Saresti disposto a farlo? Condividi la tua esperienza nei Commenti.
Altro
La La Land, Copia lo Stile del Film dall’Universo Pop
Hatfield ha tra le mani un’altra stella nascente: questa craftsman [tipica villetta americana il cui stile si rifà al movimento Arts and Crafts, NdT] di Los Angeles. Una famiglia di tre generazioni (una madre e le sue due figlie, una delle quali è sposata con due bambini) recentemente si è trasferita per tre mesi in un alloggio di Airbnb, in modo che la troupe cinematografica potesse decorare completamente la sua casa e avviare un lungo periodo di riprese. Gli interventi hanno comportato la realizzazione di modanature nelle camere da letto, la posa di piastrelle vintage in un bagno, il rinnovamento di un terrazzo e una serie di interventi in giardino. Nel trasformare il garage nel laboratorio di uno scienziato, i tecnici hanno riparato le porte originarie e hanno aggiunto luci, tubature, armadi e banconi da lavoro.
Ricordatevi di cercare la casa nel film Nelle pieghe del tempo, diretto da Ava DuVernay (regista di Selma – La strada per la libertà), con Reese Witherspoon, Chris Pine, Oprah Winfrey e Mindy Kaling. La costosa produzione Disney ‒ adattamento cinematografico del romanzo fantasy scritto nel 1962 da Madeleine L’Engle – arriverà nelle sale americane nel 2018.
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Foto di La La Land di Dale Robinette / Lionsgate