My Houzz: La Magia di Vivere su un Ponte della Germania Medievale
Il Krämerbrücke, o “Ponte dei bottegai”, è circondato da antiche case abitate ancora da artigiani locali. Una di loro ci apre le porte
Passeggiando sul cosiddetto Ponte dei bottegai, a Erfurt, in Germania, si ha la sensazione che il tempo si sia fermato nel Medioevo. Trentadue case a graticcio coloratissime sono allineate su entrambi i lati di una strada larga appena cinque metri e mezzo. Non sembra neppure di stare su un ponte. Ma questo ponte, che attraversa un tratto del fiume Gera, è speciale: è il ponte abitato più lungo d’Europa. Menzionato per la prima volta nel 1156 e ricostruito più volte, l’ultima nel 1472 dopo che andò distrutto da un grande incendio, oggi è il simbolo della città capitale della Turingia.
In una di queste storiche casette vive l’intagliatrice Gabriele Leuschner. Un’abitazione davvero piccola: è larga meno di cinque metri e solo la scala occupa circa un quarto della superficie. «La nostra vita avviene sulle scale», dice la padrona di casa, la quale confessa di non averlo mai considerato un problema, perché vivere qui è sempre stato il suo sogno.
In una di queste storiche casette vive l’intagliatrice Gabriele Leuschner. Un’abitazione davvero piccola: è larga meno di cinque metri e solo la scala occupa circa un quarto della superficie. «La nostra vita avviene sulle scale», dice la padrona di casa, la quale confessa di non averlo mai considerato un problema, perché vivere qui è sempre stato il suo sogno.
Dal XII al XVIII secolo, i ponti fiancheggiati da case non erano affatto rari: tra questi il Grand Pont (ora Pont au Change) di Parigi e l’antico London Bridge. Oggi, però, solo alcuni di questi sono sopravvissuti nei secoli. Tra i più famosi c’è il Ponte Vecchio di Firenze, il Pulteney Bridge a Bath, in Inghilterra, e il Krämerbrücke a Erfurt.
Questi tipi di ponti il più delle volte venivano costruiti per facilitare le rotte commerciali. È proprio il caso del ponte di Erfurt, che costituiva una parte della Via Regia – importante strada commerciale che collegava Europa Est e Ovest – e permetteva fin dal Medioevo di raggiungere il centro della città. Lungo il percorso, il piccolo fiume Gera doveva essere attraversato tramite un guado. Per rendere più facile la traversata, nel 1156 è stato costruito un ponte di legno, sostituito poi dopo diversi incendi con un ponte in pietra nel 1325.
Prestò si presentò la possibilità di vendere beni direttamente lungo il ponte. «I mercanti del Krämerbrücke operavano un commercio redditizio, poiché vendevano merce importata di grande valore, come ad esempio erbe, gioielli e stoffe», spiega Kristin Lutero dell’Ufficio del turismo di Erfurt.
In seguito le bancarelle dei primi mercanti si sono evolute in case: dopo un grande incendio della città nel 1472, il ponte è stato ricostruito più largo e più alto; così i mercanti colsero l’opportunità di abitare proprio sopra i loro negozi.
Questi tipi di ponti il più delle volte venivano costruiti per facilitare le rotte commerciali. È proprio il caso del ponte di Erfurt, che costituiva una parte della Via Regia – importante strada commerciale che collegava Europa Est e Ovest – e permetteva fin dal Medioevo di raggiungere il centro della città. Lungo il percorso, il piccolo fiume Gera doveva essere attraversato tramite un guado. Per rendere più facile la traversata, nel 1156 è stato costruito un ponte di legno, sostituito poi dopo diversi incendi con un ponte in pietra nel 1325.
Prestò si presentò la possibilità di vendere beni direttamente lungo il ponte. «I mercanti del Krämerbrücke operavano un commercio redditizio, poiché vendevano merce importata di grande valore, come ad esempio erbe, gioielli e stoffe», spiega Kristin Lutero dell’Ufficio del turismo di Erfurt.
In seguito le bancarelle dei primi mercanti si sono evolute in case: dopo un grande incendio della città nel 1472, il ponte è stato ricostruito più largo e più alto; così i mercanti colsero l’opportunità di abitare proprio sopra i loro negozi.
Questa immagine mostra la struttura intorno al 1870
«Con la ricostruzione del ponte sono stati aggiunti degli edifici a graticcio in legno e pietra su entrambi i lati, per un totale di 62 case a tre piani larghe appena 2,60 metri», racconta Christian Misch dell’Ufficio della Turingia preposto per la tutela dei monumenti storici e archeologici.
Ma pian piano l’esigenza di spazio ha plasmato la vita quotidiana sul ponte; questo spiega perché nel corso dei secoli le abitazioni sono state ridotte a trentadue. «Sono state ricostruite singolarmente, perciò oggi sembrano tutte indipendenti», spiega Misch.
«Con la ricostruzione del ponte sono stati aggiunti degli edifici a graticcio in legno e pietra su entrambi i lati, per un totale di 62 case a tre piani larghe appena 2,60 metri», racconta Christian Misch dell’Ufficio della Turingia preposto per la tutela dei monumenti storici e archeologici.
Ma pian piano l’esigenza di spazio ha plasmato la vita quotidiana sul ponte; questo spiega perché nel corso dei secoli le abitazioni sono state ridotte a trentadue. «Sono state ricostruite singolarmente, perciò oggi sembrano tutte indipendenti», spiega Misch.
Il ponte nel 1938
Gli incendi e i bombardamenti subiti durante la Seconda guerra mondiale hanno distrutto parti del ponte e alcune case sono state ricostruite dopo la guerra. Un tempo c’era una cappella all’estremità del ponte; oggi è rimasta solo la Chiesa di St. Giles, la cui torre si vede in questa foto.
Entrando nel Ponte dei bottegai dall’estremità orientale, si cammina sotto a uno dei suoi archi in pietra arenaria.
Gli incendi e i bombardamenti subiti durante la Seconda guerra mondiale hanno distrutto parti del ponte e alcune case sono state ricostruite dopo la guerra. Un tempo c’era una cappella all’estremità del ponte; oggi è rimasta solo la Chiesa di St. Giles, la cui torre si vede in questa foto.
Entrando nel Ponte dei bottegai dall’estremità orientale, si cammina sotto a uno dei suoi archi in pietra arenaria.
Il ponte oggi, sempre molto frequentato da turisti
Nonostante le vicissitudini nel corso dei secoli, il mix di abitazioni e commercio ha persistito fino ai giorni nostri.
La Stiftung Krämerbrücke, fondata nel 1996, assegna i negozi secondo criteri rigorosi al fine di mantenere il fascino speciale del ponte. Gli standard richiedono la combinazione di alcuni settori industriali definiti come arti e mestieri, antiquariato, spezie e specialità da oltreoceano e dalla regione.
«È fondamentale che non ci siano catene di negozi, sono ammesse esclusivamente aziende individuali», dice Wolfgang Zweigler, capo del comitato consultivo della fondazione. «Tuttavia, la fondazione non esercita alcuna influenza su chi può affittare le case per vivere nei piani superiori. Questo in un certo senso avviene da sé: si deve avere molta voglia di vivere lì… è una comunità unica», spiega Zweigler.
Nonostante le vicissitudini nel corso dei secoli, il mix di abitazioni e commercio ha persistito fino ai giorni nostri.
La Stiftung Krämerbrücke, fondata nel 1996, assegna i negozi secondo criteri rigorosi al fine di mantenere il fascino speciale del ponte. Gli standard richiedono la combinazione di alcuni settori industriali definiti come arti e mestieri, antiquariato, spezie e specialità da oltreoceano e dalla regione.
«È fondamentale che non ci siano catene di negozi, sono ammesse esclusivamente aziende individuali», dice Wolfgang Zweigler, capo del comitato consultivo della fondazione. «Tuttavia, la fondazione non esercita alcuna influenza su chi può affittare le case per vivere nei piani superiori. Questo in un certo senso avviene da sé: si deve avere molta voglia di vivere lì… è una comunità unica», spiega Zweigler.
Gabriele Leuschner per più di trent’anni, ha gestito un negozio di giocattoli di legno nel Ponte dei bottegai e vive ancora proprio sopra di esso. L’artigiana settantunenne crea oggetti decorativi in legno e persino lapidi; mentre i giocattoli li recupera da altri fornitori. È famosa per le sue casette di legno con i tetti rossi e blu, che sono, non a caso, una versione in miniatura di quelle del Ponte dei bottegai.
Come era tipico nelle città del Medioevo, le case sul ponte hanno tutte un nome. E dato che molte case sono state unite, spesso hanno nomi doppi. La casa di Leuschner si chiama Zum eisernen Hut und Schwarzen Rad (letteralmente “Dal cappello di ferro e la ruota nera” ndt). Il nome è appeso sopra la porta per ricordare la bottega del fabbro che vi era una volta.
L’edificio è così come si vede in questa fotografia dagli anni Ottanta. Il cattivo stato del Ponte dei bottegai negli anni Settanta ha reso necessario un restauro completo. Pian piano anche le case sono state ristrutturate. «Sotto le difficili condizioni economiche della Repubblica democratica tedesca, era difficile mantenere e riparare le case con materiali appropriati per preservare la loro natura storica», dice Christian Misch.
Eppure la gente del posto si è presa cura del ponte. «Il Ponte dei bottegai non era così trascurato come altri centri storici durante la DDR», afferma Wolfgang Zweigler. «Era già allora un fiore all’occhiello – e allo stesso tempo non era un edificio di carattere religioso», un aspetto importante per la leadership della DDR orientata all’ateismo.
L’edificio è così come si vede in questa fotografia dagli anni Ottanta. Il cattivo stato del Ponte dei bottegai negli anni Settanta ha reso necessario un restauro completo. Pian piano anche le case sono state ristrutturate. «Sotto le difficili condizioni economiche della Repubblica democratica tedesca, era difficile mantenere e riparare le case con materiali appropriati per preservare la loro natura storica», dice Christian Misch.
Eppure la gente del posto si è presa cura del ponte. «Il Ponte dei bottegai non era così trascurato come altri centri storici durante la DDR», afferma Wolfgang Zweigler. «Era già allora un fiore all’occhiello – e allo stesso tempo non era un edificio di carattere religioso», un aspetto importante per la leadership della DDR orientata all’ateismo.
Alcune case sul ponte viste dal retro
Quando Gabriele Leuschner ha sentito parlare del nuovo piano di locazione previsto per le case del ponte, nel 1972, ha subito compilato una domanda di affitto che è stata accettata. Ma ha dovuto aspettare fino al 1984, quando i lavori di ricostruzione sono stati finalmente completati, per potersi trasferire. Nel frattempo ha conosciuto il marito, il quale – caso o destino? – anche lui sognava una vita in questo monumento storico.
L’appartamento di 86 m² di Leuschner si estende su tre piani, per un totale di quattro stanze più cucina, bagno e gabinetto. La planimetria è semplice: living e camere sono tutti rivolti a nord, con vista diretta sulla fila di case opposta; cucina e bagno sono invece sul lato sud, con una meravigliosa vista sul fiume Gera che scorre sotto il Ponte dei bottegai.
Quando Gabriele Leuschner ha sentito parlare del nuovo piano di locazione previsto per le case del ponte, nel 1972, ha subito compilato una domanda di affitto che è stata accettata. Ma ha dovuto aspettare fino al 1984, quando i lavori di ricostruzione sono stati finalmente completati, per potersi trasferire. Nel frattempo ha conosciuto il marito, il quale – caso o destino? – anche lui sognava una vita in questo monumento storico.
L’appartamento di 86 m² di Leuschner si estende su tre piani, per un totale di quattro stanze più cucina, bagno e gabinetto. La planimetria è semplice: living e camere sono tutti rivolti a nord, con vista diretta sulla fila di case opposta; cucina e bagno sono invece sul lato sud, con una meravigliosa vista sul fiume Gera che scorre sotto il Ponte dei bottegai.
Entrando in casa, immediatamente ci si rende conto che la persona che abita qui ama la storia e l’artigianato. Tanto, tantissimo legno, oggetti d’antiquariato e pezzi da collezione condividono lo spazio con piccoli dipinti, foto e manufatti in legno, ceramica e pietra. Ci sono anche opere dei vicini di casa e del venerabile pittore del Ponte dei bottegai, Egon Zimpel. L’artista aveva illustrato, tra le altre cose, un libro sul gatto del ponte, Franz: l’animale domestico di Leuschner è noto per dare il benvenuto a tutti quelli che passeggiano sul ponte.
Le grandi finestre sono abbastanza insolite nelle costruzioni antiche. Fanno entrare un sacco di luce nelle piccole camere – ma anche un sacco di rumore. «Abbiamo installato delle finestre insonorizzanti perché il baccano proveniente dalla strada era molto forte. Quando la gente attraversa il ponte di notte e chiacchiera con un tono di voce normale, non è consapevole del fatto che siamo in grado di capire ogni parola!», rivela Leuschner. Qualsiasi intervento sulla casa deve essere approvato dai funzionari della fondazione. In questo modo si assicurano che il patrimonio culturale venga conservato il più possibile nella sua forma originale.
Poiché ci sono solo 5,5 metri di distanza tra le due file di case, è molto facile vedere cosa sta preparando per cena il vicino di casa. Gli abitanti del ponte sono molto amichevoli tra loro, per cui questo non è un problema. «Ovviamente abbiamo anche le tende, e spesso prima di tirarle giù la sera ci facciamo un cenno dalla finestra. Ci conosciamo tutti, si respira una bella atmosfera», racconta Leuschner.
Le grandi finestre sono abbastanza insolite nelle costruzioni antiche. Fanno entrare un sacco di luce nelle piccole camere – ma anche un sacco di rumore. «Abbiamo installato delle finestre insonorizzanti perché il baccano proveniente dalla strada era molto forte. Quando la gente attraversa il ponte di notte e chiacchiera con un tono di voce normale, non è consapevole del fatto che siamo in grado di capire ogni parola!», rivela Leuschner. Qualsiasi intervento sulla casa deve essere approvato dai funzionari della fondazione. In questo modo si assicurano che il patrimonio culturale venga conservato il più possibile nella sua forma originale.
Poiché ci sono solo 5,5 metri di distanza tra le due file di case, è molto facile vedere cosa sta preparando per cena il vicino di casa. Gli abitanti del ponte sono molto amichevoli tra loro, per cui questo non è un problema. «Ovviamente abbiamo anche le tende, e spesso prima di tirarle giù la sera ci facciamo un cenno dalla finestra. Ci conosciamo tutti, si respira una bella atmosfera», racconta Leuschner.
La casa è persino più stretta della strada: 4,5 metri. Il suo layout cerca di compensare in altezza lo spazio che manca in larghezza. La sfida più grande è data dal fatto che la scala in legno di quercia occupa un quarto della superficie totale. Perciò la vita in casa è molto legata al sali e scendi dalle scale. «Per noi non era un problema – dice Leuschner –, ma quando è nata nostra figlia, abbiamo fissato una ringhiera supplementare alla parete per ragioni di sicurezza (nella rampa superiore, non visibile in foto)».
Le stanze sono di piccole dimensioni, ma grazie ad alcune soluzioni intelligenti è stato ricavato spazio sufficiente. I mobili della cucina sono arredi originali del periodo della DDR. Al fine di massimizzare i centimetri a disposizione, Leuschner appende pentole e padelle in un binario fissato al soffitto.
La famiglia aveva rinunciato a un grande tavolo da pranzo, optando per uno di piccole dimensioni. I padroni di casa avevano creato anche una panca con cassetto integrato combinando un vecchio baule e una tavola di legno dipinti e intagliati in stile rustico.
La signora Leuschner ama ancora sedersi qui con una tazza di tè mentre legge il giornale.
La signora Leuschner ama ancora sedersi qui con una tazza di tè mentre legge il giornale.
Dai corridoi del primo e secondo piano, così come dallo sgabuzzino al piano terra, Leuschner può accedere ai balconi stretti e lunghi. È il suo posto preferito, soprattutto in estate.
Poiché è molto difficile far passare dei grandi mobili attraverso le porte per collocarli nelle varie stanze, Leuschner e il marito avevano costruito gran parte degli arredi in loco. Tra questi colpisce la grande libreria che si estende su tutta la parete del soggiorno.
Lo sgabello in legno riccamente intagliato accanto alla stufa in maiolica è un cimelio di famiglia. Alla domanda se le piace sedersi su questo magnifico pezzo, però, Leuschner mostra qualche esitazione – a conferma del fatto che le cose che hanno un aspetto bellissimo, non necessariamente sono anche confortevoli. «Preferisco usarlo come ripiano», ammette.
Lo sgabello in legno riccamente intagliato accanto alla stufa in maiolica è un cimelio di famiglia. Alla domanda se le piace sedersi su questo magnifico pezzo, però, Leuschner mostra qualche esitazione – a conferma del fatto che le cose che hanno un aspetto bellissimo, non necessariamente sono anche confortevoli. «Preferisco usarlo come ripiano», ammette.
Spinta dall’amore per i pezzi storici, la coppia aveva restaurato con le proprie mani molti vecchi mobili. Avevano visto questo secretaire in un garage, dove veniva utilizzato come armadio per gli attrezzi. «Non meritava un simile destino e abbiamo chiesto se potevamo acquistarlo», racconta Leuschner.
Ma l’intagliatrice non si siede lì a lavorare: «Per dedicarmi alle mie creazioni preferisco usare il tavolo da pranzo», rivela con una risata.
Ma l’intagliatrice non si siede lì a lavorare: «Per dedicarmi alle mie creazioni preferisco usare il tavolo da pranzo», rivela con una risata.
Una campana antica, intrisa di un significato speciale, è appesa nel corridoio. «I miei genitori la utilizzavano come sveglia. Durante il fine settimana, quando eravamo tutti a casa, veniva utilizzata per annunciare la colazione», ricorda.
Prima della ristrutturazione delle case del Krämerbrücke, tra gli anni Settanta e Ottanta, questa stanza inondata di luce era una camera da letto. Oggi Leuschner può farsi la doccia ammirando una meravigliosa vista sulla città.
Un grande specchio occupa quasi l’intera larghezza del bagno e amplia visivamente il piccolo ambiente.
Un grande specchio occupa quasi l’intera larghezza del bagno e amplia visivamente il piccolo ambiente.
Le vecchie finestre a battente ospitano piccoli oggetti in legno.
Leuschner e suo marito avevano commissionato le due piastrelle dipinte a un ceramista e pittore vicino di casa. Dal racconto della padrona di casa traspare quanto i residenti del Ponte dei bottegai amino aiutarsi a vicenda. Questo vale anche per le cose di ogni giorno. «Se qualcosa non funziona, ad esempio ho un problema con l’impianto elettrico, devo soltanto camminare verso il mio vicino: lui si occupa di questo genere di cose. Siamo proprio un bel vicinato», confessa.
Il gabinetto è separato dal bagno. In un primo momento anche la lavatrice era lì, poi è stata spostata al piano terra per ragioni pratiche: gli edifici antichi come questi sono molto sensibili alle vibrazioni, tant’è che Leuschner racconta: «Quando era in modalità centrifuga, si muoveva così tanto che temevamo che cadessero i piatti dei nostri vicini, in quanto la loro cucina stava proprio dall’altra parte del muro».
Parla l’Esperto: Come Pianificare l’Angolo Lavanderia in Casa Vostra
Il gabinetto è separato dal bagno. In un primo momento anche la lavatrice era lì, poi è stata spostata al piano terra per ragioni pratiche: gli edifici antichi come questi sono molto sensibili alle vibrazioni, tant’è che Leuschner racconta: «Quando era in modalità centrifuga, si muoveva così tanto che temevamo che cadessero i piatti dei nostri vicini, in quanto la loro cucina stava proprio dall’altra parte del muro».
Parla l’Esperto: Come Pianificare l’Angolo Lavanderia in Casa Vostra
Nei primi anni il terzo piano era solo una mansarda. Quando sono nati i figli la coppia aveva bisogno di più spazio, prima per costruire la cameretta della bambina e in seguito anche quella del fratello. «I soffitti qui sono alti poco più di 1,90 m – decisamente bassi! Invece le stanze ai piani inferiori hanno un’altezza normale».
Dopo che i figli hanno lasciato il nido, la cameretta della figlia è stata trasformata in una stanza per gli ospiti per ricevere figli e nipoti in visita. L’ex cameretta del figlio era diventata una stanza per il lavoro e gli hobby del marito di Leuschner.
Dopo che i figli hanno lasciato il nido, la cameretta della figlia è stata trasformata in una stanza per gli ospiti per ricevere figli e nipoti in visita. L’ex cameretta del figlio era diventata una stanza per il lavoro e gli hobby del marito di Leuschner.
Nella stanza degli hobby c’è molto da ammirare. Il marito di Leuschner era un ingegnere minerario e la sua passione era collezionare vecchie lampade da minatore.
Una volta all’anno, la casa si trova nel cuore di un interessante evento folkoristico: durante il terzo fine settimana di giugno si celebra la festa del Krämerbrücke, la più grande festa medievale della Turingia. Tutti i residenti vengono ricordati ancora una volta per il luogo significativo in cui abitano, nel quale vive ancora un pezzo di storia.
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare, inviaci alcune foto dell’abitazione insieme a una breve descrizione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare in esclusiva la tua casa, ti contatteremo al più presto.
Una volta all’anno, la casa si trova nel cuore di un interessante evento folkoristico: durante il terzo fine settimana di giugno si celebra la festa del Krämerbrücke, la più grande festa medievale della Turingia. Tutti i residenti vengono ricordati ancora una volta per il luogo significativo in cui abitano, nel quale vive ancora un pezzo di storia.
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare, inviaci alcune foto dell’abitazione insieme a una breve descrizione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare in esclusiva la tua casa, ti contatteremo al più presto.
Chi ci abita: Gabriele Leuschner, 71 anni, intagliatrice (in passato viveva qui con il suo defunto marito, Joachim, la figlia, il figlio e il “famoso” gatto del ponte, Franz).
Nome storico della casa: Zum eisernen Hut und Schwarzen Rad (letteralmente “Dal cappello di ferro e la ruota nera”, ndt)
Superficie: 86 m² distribuiti su tre piani, più un negozio che vende giocattoli in legno al piano terra
Dove: Krämerbrücke (Ponte dei bottegai) a Erfurt, Turingia, Germania