La Stufa a Pellet Conviene? L’Esperto Risponde
Vantaggi e svantaggi delle stufe a pellet, attraverso un confronto con stufe a legna e caminetti
Nell’ampia gamma di soluzioni di riscaldamento a basso impatto ambientale, perché scegliere il riscaldamento a pellet? Ritengo che una risposta possibile sia deducibile dalla semplicità d’installazione, rispetto agli altri sistemi più efficienti, ma molto più complessi nell’impiego.
Premetto che qualunque sia il tipo di riscaldamento “ecosostenibile” da scegliere, la qualità della sua resa è data dalla sommatoria delle azioni previste negli ambienti coinvolti, come il miglioramento dell’isolamento, la sostituzione degli infissi, ecc… Infatti la parola efficientamento, inventata e utilizzata in questi ultimi anni, si riferisce all’insieme di interventi atti a ridurre il consumo energetico invernale ed estivo dell’edificio, per ottenere un effettivo risparmio economico e una sensibile riduzione d’inquinamento ambientale. Pertanto, maggiore è la diffusione degli interventi realizzati sulle parti dell’intero complesso, migliori saranno i risultati.
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Premetto che qualunque sia il tipo di riscaldamento “ecosostenibile” da scegliere, la qualità della sua resa è data dalla sommatoria delle azioni previste negli ambienti coinvolti, come il miglioramento dell’isolamento, la sostituzione degli infissi, ecc… Infatti la parola efficientamento, inventata e utilizzata in questi ultimi anni, si riferisce all’insieme di interventi atti a ridurre il consumo energetico invernale ed estivo dell’edificio, per ottenere un effettivo risparmio economico e una sensibile riduzione d’inquinamento ambientale. Pertanto, maggiore è la diffusione degli interventi realizzati sulle parti dell’intero complesso, migliori saranno i risultati.
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Stufe a pellet
Le stufe a pellet sono state un grande successo, sulla spinta di una ricerca del risparmio il più ecologico possibile. Ma si è dimostrata, nel tempo, una soluzione meno conveniente di quanto pubblicizzato. Mi spiego meglio: Il meccanismo è delicato e richiede continua manutenzione e attenzione.
Il pellet si trova ovunque e di qualunque tipo. Vi sono pellet certificati di faggio e di abete, ma anche di pino e altre essenze; ogni essenza ha una resa dipendente dalla stufa utilizzata. Ovviamente, come in ogni altro caso, la resa è direttamente proporzionale anche al suo costo. Di solito l’abete rende di più a discapito di un maggiore deposito e con una durata inferiore.
Le stufe a pellet sono state un grande successo, sulla spinta di una ricerca del risparmio il più ecologico possibile. Ma si è dimostrata, nel tempo, una soluzione meno conveniente di quanto pubblicizzato. Mi spiego meglio: Il meccanismo è delicato e richiede continua manutenzione e attenzione.
Il pellet si trova ovunque e di qualunque tipo. Vi sono pellet certificati di faggio e di abete, ma anche di pino e altre essenze; ogni essenza ha una resa dipendente dalla stufa utilizzata. Ovviamente, come in ogni altro caso, la resa è direttamente proporzionale anche al suo costo. Di solito l’abete rende di più a discapito di un maggiore deposito e con una durata inferiore.
Il pellet ha bisogno di “presenza sul posto” abbastanza continua, poiché le caldaie hanno una capienza limitata e vanno riempite con frequenza. Inoltre vanno spesso pulite dai depositi abbastanza corposi.
Il vantaggio di canne fumarie con diametro inferiore, va a ridursi in proporzione delle curvature ed inclinazioni, a causa dei cumuli di cenere che vengono depositati durante l’uso. Quindi pulizie frequenti!
Inoltre sono necessari ampi spazi per il deposito dei sacchi di pellet che devono garantire continuità nel funzionamento ed un’autonomia almeno settimanale.
Inoltre sono necessari ampi spazi per il deposito dei sacchi di pellet che devono garantire continuità nel funzionamento ed un’autonomia almeno settimanale.
Stufe a legna
A questo punto mi domando: ma una classica stufa a legna non potrebbe essere la scelta migliore? La risposta può meravigliare, ma al giorno d’oggi, con le nuove tecnologie e continue ricerche, nessuno ha abbandonato la stufa a legna o i cari vecchi caminetti, anzi li hanno sensibilmente migliorati nella resa (meno volume di legno a parità di calore emesso), nei meccanismi di distribuzione, aerazione e ventilazione del caldo, nell’autonomia. Ci sono delle stufe che grazie a un sistema di ricarica a rotazione, garantiscono una durata almeno giornaliera del fuoco.
A questo punto mi domando: ma una classica stufa a legna non potrebbe essere la scelta migliore? La risposta può meravigliare, ma al giorno d’oggi, con le nuove tecnologie e continue ricerche, nessuno ha abbandonato la stufa a legna o i cari vecchi caminetti, anzi li hanno sensibilmente migliorati nella resa (meno volume di legno a parità di calore emesso), nei meccanismi di distribuzione, aerazione e ventilazione del caldo, nell’autonomia. Ci sono delle stufe che grazie a un sistema di ricarica a rotazione, garantiscono una durata almeno giornaliera del fuoco.
La pulizia è molto più diradata nel tempo (anche una sola volta l’anno) e le emissioni di particolato (PM 10) nell’aria, sono molto più ridotte rispetto al pellet, perché non hanno bisogno delle ventole per il tiraggio forzato ed ancor meno se sono dotati di girofumi (parte della stufa ad accumulo comunemente realizzato in prossimità della camera di combustione).
In ultimo, il legname nella stagione fredda ha una stabilità di prezzo migliore del pellet ed è comunque più economico.
In ultimo, il legname nella stagione fredda ha una stabilità di prezzo migliore del pellet ed è comunque più economico.
Cosa scegliere?
Scegliete il pellet se non avete la possibilità di realizzare una canna fumaria di dimensioni adeguate.
Per la stufa a pellet è sufficiente un tubo per l’emissione di fumi anche di 80/100 mm di diametro. L’importante e che sia il più verticale possibile per mantenerlo pulito, poiché il sistema lascia residui più o meno consistenti a seconda della qualità del pellet stesso.
Scegliete il pellet se non avete la possibilità di realizzare una canna fumaria di dimensioni adeguate.
Per la stufa a pellet è sufficiente un tubo per l’emissione di fumi anche di 80/100 mm di diametro. L’importante e che sia il più verticale possibile per mantenerlo pulito, poiché il sistema lascia residui più o meno consistenti a seconda della qualità del pellet stesso.
La stufa a pellet necessita anche di un ampio spazio di ricovero, per poter mantenere una scorta adeguata del combustibile evitando di rimanerne privi. Il pellet infatti brucia più rapidamente dei ciocchi di legna e quindi ha bisogno di un frequente rifornimento. Il pellet comunque, in caso di riqualificazione energetica, è riconosciuto con buon punteggio per aumentare la propria classe di consumo energetico.
Scegliete la stufa a legna se avete la possibilità di usufruire di una canna fumaria adeguata, poiché i suoi vantaggi rispetto alle stufe a pellet sono: minor consumo e quindi maggiore autonomia (anche in assenza di prolungato controllo), minor inquinamento nell’aria, stoccaggi di ingombro ridotto e costi inferiori.
In alternativa, quando possibile, un buon caminetto (automatizzato e di recente produzione), inserito in un contesto di ristrutturazione o nuova costruzione, dove si possano prevedere le opportune diramazioni per diffondere il calore nel maggior numero di stanze possibile, ritengo sia, per gli amanti della “fiamma viva”, la soluzione più vantaggiosa, che integrata ad un sistema di riscaldamento a basso consumo (come le pompe di calore alimentate dal fotovoltaico) rendono la vostra casa “efficiente”, economica nei consumi e bella da godersi.
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Con una caldaia di concezione moderna, posta al centro di un piccolo appartamento, senza distribuzione di elementi radianti, installando una canna fumaria di ridotte dimensioni (come una pluviale di gronda), si ottengono dei parziali vantaggi ambientali e, se ben gestita, anche economici.