" L'architetto " mi ha mollato in corso d'opera...

2 anni fa

Ultima modifica:2 anni fa

...nella parte finale della verifica tecnica, compiutezza e verifica lavori, presentazione c/o il municipio della comunicazione di fine lavori e del modulo di collaudo amministrativo di fine lavori con cui si certifica che le opere sono state eseguite in conformità rispetto al progetto presentato.

In pratica ha bloccato il cantiere. Non sto qui a dire le motivazioni perchè non ce ne sono ( e pensare che era anche un'amica! ) se non una rivendicazione di non aver accettato in pieno i consigli (essendo per me un supporto e non una coercizione) e non aver voluto lavorare con la ditta che lei mi aveva proposto facendole perdere la sua commissione.

Ora, vorrei capire; lo può fare? Non bisogna dare un preavviso? Una comunicazione? Una motivazione? Oltre alle evidenti problematiche in cui mi trovo, posso rivalermi in qualche modo? Il mio legale freme, non vorrei però un altro contenzioso che non porta a nulla ma semplicemente chiudere il cantiere perchè manca veramente poco.

Grazie a chi saprà aiutarmi e consigliarmi

Risposta in evidenza

PRO

RAIMONDO MASU TEAM

2 anni fa

Ultima modifica: 2 anni fa

Marco ho una regola: agli amici e parenti non si progetta, salvo non si interrompano per tutto il periodo della progettazione e dei lavori i rapporti di amicizia o di parentela. La cosa non è banale se si considera che il rapporto progettista-committente non è un dualismo (vinco io o vinci tu) ma una delega pro tempore di responsabilità sulle scelte. Il progettista decide in nome e per conto del committente, applica cioe regole di discernimento, dopo averle condivise, ovvero innesta un supplemento di "pensare" cu questioni tecniche e non, che riguardano il progetto per la quale è stato incaricato. Attenzione il PROGETTO, cioè tutto ciò che concerne la risoluzione di un bisogno posto a DOMANDA, non altro,

Mi rendo conto non sia facile applicare questa regola e non lo è sia per il progettista e per il committente.

Per esperienza posso dirle che i progetti che vanno a buon fine,con un ottimo risultato per il committente, sono quelli in cui il committente lascia al progettista le ansie poste dalla paura del combiamento. Il progettista infatti, sa come tenere la barra dritta sulle responsabilità perche sa come scaricare ogni tipo di ansia (ritardi, norme, materiali imperfetti, umori degli operativi, umori delle mogli [questa è la banalità di deresponsabilizzazione più frequente purtroppo]...ecc).

Nel suo caso non saprei , mancano molti dettagli e fatti . Ma certo se tutto è andato in "ricotta" non può essere solo perche il progettista non ha preso le provigioni, .... se fosse così ----> ma per questo puo chiedere arbitrato all'ordine professionale (di solito gli ordini sono più severi dei giudici).

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Commenti (12)

Franco2018
2 anni fa
Chiama un altro architetto e poi quando tutto è finito le fai causa.
0
stefaniasasso61
2 anni fa
Causa perché? Rischia di mangiarsi soldi di avvocato.
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(25) commenti
E' veramente deliziosa la sistemazione del bagno come da te consigliata (quindi se si scelgono sanitari sospesi non c'è bisogno dello scalino, giusto?); se Laura non vuole la doccia accanto alla finestra, è l'unico lay-out possibile (ponendo tutti i sanitari sul lato più luminoso). Infine credo di avere capito cosa intendi per conciliare cabina armadio con porta spostata sul lato lungo del bagno: si farebbe una cabina armadio profonda 1.10 mt e lunga circa 3,30mt che finisce dove inizia la porta scorrevole appena spostata. Laura scusa se mi permetto e mi intrometto: credo che Silvia sarebbe l'architetto ideale per il tuo appartamento e per risolvere le criticità che hai sopra descritto. Ho letto che non hai disponibilità economiche, a mio avviso la progettazione è una spesa ineliminabile (non sono un architetto nè interior designer ci tengo a precisarlo, nè un amico di silvia che sento per la prima volta), che tra l'altro dà un senso a tutti gli acquisti e li amalgama insieme; quindi prova a vedere se riesci a ricavare un piccolo budget per la consulenza, magari rimandando l'acquisto di un mobile o di un intervento che si può fare in un secondo momento e con quella somma a disposizione discutine con silvia, per un supporto sulle più spinose questioni. Se non riuscite a trovare un accordo, almeno ci avete provato.
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per una ristrutturazione di appartamento da dove cominciare?...
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Sig. David, personalmente sono in linea con l'Arch. Forino e Bartolomeo, sono molto chiari ed esaustivi, si affidi ad un professionista serio, saprà guidarla, la ristrutturazione può essere un momento di forte entusiasmo, ma si può anche trasformare in un incubo, la sua scelta del professionista è fondamentale. Una cosa importante, credo non sia stata menzionata, sono le varianti in corso d'opera, pericolose, possono portare a discussioni, il consiglio è che quando si presentano, fare una piccola riunione, valutarne i costi, firmare in accordo, ed eseguire solo dopo, il lavoro. Non dia retta all'Arch Bartolomeno, scelga un geometra, noi abbiamo studiato meno perchè abbiamo capito subito (questa passatemela...). Massimo Damiani
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progetto o progetto?
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(18) commenti
Fabrizia CGJ partire è diverso da arrivare. Non solo si parte in un progetto dalla domanda del committente, ma si verifica quali siano le risposte che non stanno piu rispondendo al punto da porre nuove domande, ma soprattutto cosa queste non risposte hanno indeterminato. Cosa voglio dire, se avverto un leggero malessere non vado subito dal medico, prendo una compressa di antidolorifico o antinfluenzali , a seconda dei casi. Se il malessere continua vado da un medico, che mi mandarà da uno o più specialisti. A ogni passaggio farò analisi fino che no si delinea il "caso clinico".. A quel punto fatta la diagnosi si incomincierà a intervenire con la cura. Qesto percorso è più o meno complesso a seconda dei casi, ma a un certo punto ci sarà un professionista che prendendo in mano la questione progetterà il protocollo di cura coordinando ogni specialista per poter arrivare alla guarigione. Parte della cura saranno anche i comportamenti ela rieducazione. Lo spazio dell'abitare nel quotidiano segue le stesse regole, quindi insieme allerisposte-oggetti il progettista deve individuare i comportamenti futuri, e lo farà posizionando opportunamente gli oggetti in modo che rispondano ai nuovi e coerenti comportamenti d'uso. Egli riordinera le regole del committente rifasandole e, se necessario, precisando con regole di maggior dettaglio e coerenza. Per la curiosità mi è capitato che il mio progetto fosse solo il rifasamente delle regole comportamentali senza sostituzione o aggiunta di nuovi oggetti. Come avviene? al prossimo intervento (se a qualcuno interessasse). ps- Fabrizia CGJ spero aver esposto meglio il mio pensiero.
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(2) commenti
Buongiorno Patrizia, Sarebbe utile per noi qualche foto, altrimenti la tua descrizione rischia di creare confusione.
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Franco2018
2 anni fa
@stefaniasasso61 anche gli avvocati tengono famiglia! :D

Scherzo ... ma se la faccenda ha causato un danno è giusto che esso venga risarcito, poi dipende anche dall'entità. La cosa si può anche risolvere bonariamente senza per forza dover andare di fronte ad un giudice togato. Magari basta anche un giudice di pace, non so, non sono esperto nel campo.

Solo l'autore ci può dire se riesce a quantificare un danno economico (che comprende anche i danni morali da mal di pancia non richiesti!).
Virginie P.
2 anni fa
Ultima modifica: 2 anni fa
I liberi professionisti iscritti a ordini nazionali devono rispettare il codice deontologico del rispettivo ordine. Gli architetti, così come noi avvocati, possono recedere da un contratto solo per precisi motivi, cioè quando la prosecuzione del rapporto professionale col proprio cliente mette a repentaglio la propria autonomia di giudizio, in maniera tale da pregiudicare l'esito della prestazione, per la cui esecuzione e risultati il professionista, ricordiamocelo sempre, si assume responsabilità civile e penale, oltre a quella intellettuale e tecnica.

Se l'architetto (o avvocato, commercialista, notaio, giornalista, medico che sia) non rispetta il codice deontologico, invece, pregiudica la credibilità dell'intera categoria, causando un danno alla professione, ai suoi colleghi, all'Ordine professionale, oltre che al cliente, quindi un comportamento scorretto immotivato va segnalato all'ordine di appartenenza, perché venga giudicato dalla apposita commissione.

MARCO, qualunque sia stato il motivo che l'ha portata a recedere, la professionista avrebbe dovuto comunicarti in forma scritta, tramite pec o raccomandata, la sua decisione di recedere e le sue motivazioni, in questo è stata scorretta.

Ti allego il Codice Deontologico degli architetti (quello di Milano, nella fattispecie, ma sono identici per tutta Italia), e ti invito a leggerlo. Se con onestà ritieni che la professionista che ha interrotto il rapporto abbia violato uno degli articoli, allora puoi ricorrere alla Commissione dell'Ordine degli Architetti a cui l'architetto è iscritta, ma altrettanto onestamente prendi in considerazione la possibilità che abbia avuto motivo di non proseguire nel rapporto perché è stata compromessa la sua autonomia di giudizio, anche nella scelta dei collaboratori (che magari lei aveva motivo di giudicare inadeguati). Vi invito comunque, prima di ogni azione, a un dialogo chiarificatore amichevole.

https://www.ordinearchitetti.mi.it/bundles/archordine/download/norme_regolamenti/Architetto.pdf

In particolare:

Art. 35 (Cessazione dell’incarico)

1. L’ Architetto non deve proseguire l’incarico qualora sopravvengano circostanze o vincoli che possano influenzare la sua libertà di giudizio ovvero condizionarne la condotta.

2. L’ Architetto non deve proseguire l’incarico se la condotta o le richieste del cliente ne impediscono il corretto svolgimento.

3. L’ Architetto che non sia in grado di proseguire l’incarico con specifica competenza, per sopravvenute modificazioni alla natura e difficoltà della prestazione, ha il dovere di informare il cliente e chiedere di essere sostituito o affiancato da altro professionista.

4. L’ Architetto deve avvisare tempestivamente il Cliente della cessazione dell’incarico e metterlo in condizione di non subire pregiudizio.

Art. 36 (Rinuncia all’incarico)

1. L’ Architetto, fatto salvo quanto previsto dalla legge o dall’accordo stipulato, in caso di rinuncia all’incarico, deve dare al cliente un preavviso e deve metterlo in condizione di non subire pregiudizio.

2. L’ Architetto, in caso di irreperibilità del Cliente, deve comunicare la rinuncia all’ultimo domicilio conosciuto e con l’adempimento di tale formalità, fatti salvi gli obblighi di legge e/o patti, è esonerato da qualsiasi altra attività.

Art. 37 (Inadempimento)

1. Costituisce infrazione disciplinare il mancato o non corretto adempimento dell’incarico professionale quando derivi da non scusabile e rilevante trascuratezza degli interessi del Cliente.

2. Costituiscono infrazione disciplinare le carenze degli elaborati o della prestazione, anche se non contestate dal Cliente.

3. Costituisce aggravante il mancato o non corretto adempimento dell’incarico professionale che derivi dall’inosservanza di quanto previsto all’art. 7.
MARCO ha ringraziato Virginie P.
Virginie P.
2 anni fa
@Franco2018, hai scritto bene, prima di ricorrere in giudizio è sempre opportuno vagliare risoluzioni amichevoli del contenzioso, a volte basta un sereno colloquio chiarificatore tra le parti, senza intermediari, oppure un accordo arbitrale extragiudiziale, meno costoso e meno lungo, tramite intermediari dell'Ordine o assistiti da un avvocato conciliatore. Dubitate degli avvocati agguerriti che vi trascinano subito in giudizio, gli unici a guadagnarci sarebbero solo loro. Parola di avvocato ;)
PRO
OFFICINE VITTORIO COLOMBO SAS
2 anni fa
E' stato sottoscritto un contratto?
stefaniasasso61
2 anni fa
Mi fa piacere che un avvocato si sia espresso in proposito a questa moda importata dagli Usa di risolvere questioni anche di poco conto con mezzi sproporzionati cioè con denunce che irritano soltanto e che finiscono in bolle di sapone e parcelle per amare soddisfazioni...
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stefaniasasso61
2 anni fa
Non c'è n e uno dentro per il ponte morandi.. Son già tutti fuori per la funivia del mottarone cosa vuol denunciare che se va bene l Architetto ha pure ragione
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Franco2018
2 anni fa
Cara Stefania la smania di andare davanti al giudice è nel DNA degli Italiani. Già 2000 anni fa i tribunali - le basiliche - romane erano intasate per i processi che si svolgevano a ritmo serrato. Le varie aule di tribunale erano delle semplici tende, dei paraventi, che dividevano una causa in corso da quella vicina. Gli avvocati gongolavano ed il popolo guardava e applaudiva alle arringhe più accalorate. I romani, particolarmente litigiosi, andavano in causa per la qualunque… anche il furto di una gallina. 😁
MARCO
Autore originale
2 anni fa
Buongiorno, chiedo scusa per il ritardo della mia risposta, come potete immaginare sono stati giorni di fuoco....

@Virginie P. grazie per il preziosissimo contributo esaustivo e preciso; probabilmente il mio ex architetto non ha nè la stoffa nè gli attributi e nè l'esperienza per quanto in essere (a testimonianza le 7 fatture totali da inizio anno di cui 4 solo a me...). Ciò premesso sono stato contattato dalla sua collega (stesso studio di architettura) che ha voluto sondare il terreno e rigirare la frittata ed io, non avendo "licenziato" nessuno e con la massima trasparenza e buona fede, ho espresso la volontà di chiudere presto il cantiere facendo notare che la problematica non era mia e che anzi, sono stato abbandonato verbalmente, senza motivi che possano essere ritenuti tali e attendevo comunicazione formale di recesso (che non c'è stata). Aspetterò la finale della verifica tecnica, compiutezza e verifica lavori, presentazione c/o il municipio della comunicazione di fine lavori e del modulo di collaudo amministrativo di fine lavori con cui si certifica che le opere sono state eseguite in conformità rispetto al progetto presentato e ricevuto il tutto pagherò l'ultima tranches e ciaone.

Vista la situazione ed essendo neofita, se hai consigli pratici magari di documenti che devo avere (perchè vista la malafede una volta pagato e chiuso non potrò più fare o richiedere nulla), pratiche DOCFA o altro materiale necessario per evitare di incorrere in problematiche da controlli ecc te ne sarei grato.

@Franco2018 concordo su tutta la linea, essendo però in contenzioso per motivi giuslavoristi, vorrei evitare appunto di mangiarmi il fegato e i danari perchè tanto, alla fine, come ha detto @Virginie P., gli unici a guadagnarci sono e saranno sempre e solo loro. E se lo dice una Rappresentante di categoria, è lapalissiano.

@OFFICINE VITTORIO COLOMBO SAS ovviamente c'era tutto, contratto e amicizia. Quest'ultima è la parte che più mi ha fatto rimanere male e soffrire perchè, nonostante tutto e ancora una volta, quando ci sono interessi economici di mezzo l'amicizia và a pu@@@ne.

Meglio così, aggiungo!
MARCO
Autore originale
2 anni fa
@RAIMONDO MASU TEAM grazie per il suo sempre graditissimo intervento. Convengo su tutta la linea, pensavo potessi aiutare una persona che ne aveva bisogno e contestualmente, essendo l'onorario in linea con i colleghi, avere anch'io un quid in più.

A saperlo prima non avrei onorato il contratto e avrei guardato e salvaguardato le mie necessità avendo cambiato radicalmente il progetto iniziale dell'open space ripristinando così la stessa funzionalità dei vani da sempre esistente.
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