Che Cos'è il Meadow? Scopri il Trend del Prato Semi-Incolto
Giardino: graminacee e altre piante (fiorite e non) con poco bisogno di cure scegliere per ricreare l’effetto prateria
Hai mai sentito parlare del meadow? Questa parola inglese che non ha un’esatta traduzione in italiano indica una tipologia di prato in apparenza incolto, ma che in realtà è del tutto artificiale.
Il meadow non è una prateria, né un campo, né un semplice prato fiorito. Non è neanche il cosiddetto “prato rustico” (nell’accezione di “campagnolo").
Il meadow è una concezione di prato creata ad hoc, quindi non una formazione spontanea, di come graminacee e altre piante possano formare distese erbose anche di vasta estensione, in modo decorativo e scarsa o nulla manutenzione, inclusa l’annaffiatura.
Oltre alle graminacee si possono usare leguminose come il trifoglio, spontanee o coltivate, a cui si aggiungono altre piante, annuali, bulbose o perenni.
A seconda degli ecosistemi, del clima e della situazione morfologica del terreno, si può presentare in diversissimi modi: può essere più o meno basso, asciutto o fiorito. Può essere ornamentale tout court o funzionale al sostegno della fauna selvatica e al recupero di specie botaniche originarie, o presentare introduzioni di flora alloctona del tutto inedite.
Il meadow non è una prateria, né un campo, né un semplice prato fiorito. Non è neanche il cosiddetto “prato rustico” (nell’accezione di “campagnolo").
Il meadow è una concezione di prato creata ad hoc, quindi non una formazione spontanea, di come graminacee e altre piante possano formare distese erbose anche di vasta estensione, in modo decorativo e scarsa o nulla manutenzione, inclusa l’annaffiatura.
Oltre alle graminacee si possono usare leguminose come il trifoglio, spontanee o coltivate, a cui si aggiungono altre piante, annuali, bulbose o perenni.
A seconda degli ecosistemi, del clima e della situazione morfologica del terreno, si può presentare in diversissimi modi: può essere più o meno basso, asciutto o fiorito. Può essere ornamentale tout court o funzionale al sostegno della fauna selvatica e al recupero di specie botaniche originarie, o presentare introduzioni di flora alloctona del tutto inedite.
Semplice solo in apparenza
A volte un meadow può apparire trascurato, quasi un incolto. Non è un errore né un problema: è nella natura di questo tipo di piantagione, in cui le sfioriture non vengono rimondate.
Un campo punteggiato qui e lì da piante ornamentali, normalmente usate in aiuola, come la Rudbeckia in primo piano, ma lasciate scomposte e poco concimate, potrebbe apparire trasandato e sempliciotto: in realtà è l’esatto opposto. L’effetto ricercato è la ricollocazione estetica di piante usualmente utilizzate in contesti più prettamente ornamentali, e meno controllate dalla mano.
E ci vuole occhio.
A volte un meadow può apparire trascurato, quasi un incolto. Non è un errore né un problema: è nella natura di questo tipo di piantagione, in cui le sfioriture non vengono rimondate.
Un campo punteggiato qui e lì da piante ornamentali, normalmente usate in aiuola, come la Rudbeckia in primo piano, ma lasciate scomposte e poco concimate, potrebbe apparire trasandato e sempliciotto: in realtà è l’esatto opposto. L’effetto ricercato è la ricollocazione estetica di piante usualmente utilizzate in contesti più prettamente ornamentali, e meno controllate dalla mano.
E ci vuole occhio.
Riscoperta di piante autoctone…
Il meadow, specie negli USA, ha assunto una connotazione fortemente ecologica. Oltre la tendenza allo xeriscaping e al minor utilizzo possibile di concimi e acqua, il vasto impiego del meadow, soprattutto nel paesaggismo contemporaneo, ha implicato la valorizzazione di specie spontanee, native delle zone delle grandi praterie degli Stati centrali, che a loro volta hanno visto un incremento esponenziale di interesse, anche turistico, dovuto soprattutto alle opere dello scrittore William Least Heat-Moon, che incantato il mondo narrandone lo spirito selvaggio, complesso e per certi versi inafferrabile e mistico.
In seguito queste piante sono state lentamente raccolte e riprodotte dai vivaisti e progressivamente entrate in commercio.
Il meadow, specie negli USA, ha assunto una connotazione fortemente ecologica. Oltre la tendenza allo xeriscaping e al minor utilizzo possibile di concimi e acqua, il vasto impiego del meadow, soprattutto nel paesaggismo contemporaneo, ha implicato la valorizzazione di specie spontanee, native delle zone delle grandi praterie degli Stati centrali, che a loro volta hanno visto un incremento esponenziale di interesse, anche turistico, dovuto soprattutto alle opere dello scrittore William Least Heat-Moon, che incantato il mondo narrandone lo spirito selvaggio, complesso e per certi versi inafferrabile e mistico.
In seguito queste piante sono state lentamente raccolte e riprodotte dai vivaisti e progressivamente entrate in commercio.
…e alloctone
A differenza di altri tipi di raggruppamenti biologici più o meno spontanei, il meadow accetta di buon grado l’introduzione di piante dal valore usualmente ornamentale, come gladioli o anemoni, purché adatti al contesto. Le bulbose sono impiegate largamente, poiché perdono la parte aerea a fine estate e si prestano al cosiddetto “big chop”, cioè un taglio quasi a zero che si effettua ogni anno o periodicamente, a seconda del tipo di manutenzione.
A differenza di altri tipi di raggruppamenti biologici più o meno spontanei, il meadow accetta di buon grado l’introduzione di piante dal valore usualmente ornamentale, come gladioli o anemoni, purché adatti al contesto. Le bulbose sono impiegate largamente, poiché perdono la parte aerea a fine estate e si prestano al cosiddetto “big chop”, cioè un taglio quasi a zero che si effettua ogni anno o periodicamente, a seconda del tipo di manutenzione.
L’impianto
Quando si opta per un meadow in genere si parte da due situazioni: o il terreno nudo da piantare ex novo, o un campo più o meno incolto in cui inserire progressivamente delle piante.
Si parte sempre da un impianto di graminacee, che possono essere più basse nelle zone più calpestate, e più alte in quelle meno vicine alla casa. In genere si opta per piante di altezza media, a portamento espanso, come le Festuca, Calamagrostis, Pennisetum, che sono molto comuni e facili da trovare in vivaio e al garden. Terreni più umidi possono ospitare i giunchi e la Thypa. Un mondo a parte sono le Carici, che hanno una notevole quantità di specie e varietà.
Dovete quindi conoscere molto bene la struttura del vostro terreno per individuare le graminacee da cui partire, e avere in mente (meglio disegnato) un piano in cui le altezze delle piante siano ben delineate.
Quando si opta per un meadow in genere si parte da due situazioni: o il terreno nudo da piantare ex novo, o un campo più o meno incolto in cui inserire progressivamente delle piante.
Si parte sempre da un impianto di graminacee, che possono essere più basse nelle zone più calpestate, e più alte in quelle meno vicine alla casa. In genere si opta per piante di altezza media, a portamento espanso, come le Festuca, Calamagrostis, Pennisetum, che sono molto comuni e facili da trovare in vivaio e al garden. Terreni più umidi possono ospitare i giunchi e la Thypa. Un mondo a parte sono le Carici, che hanno una notevole quantità di specie e varietà.
Dovete quindi conoscere molto bene la struttura del vostro terreno per individuare le graminacee da cui partire, e avere in mente (meglio disegnato) un piano in cui le altezze delle piante siano ben delineate.
Un meadow non è solo “erba”
La complessità del meadow è la capacità di accogliere piante tipiche della bordura mista. Non si tratta solo di una scelta di erbe (graminacee o leguminose, o altro), ma dell’inserimento sapiente di piante che siano in grado di cavarsela da sole sin dal primo anno con le sole piogge, senza irrigazioni di emergenza. La sapienza non esclude la casualità, quindi l’autodisseminazione delle piante, anzi, la prevede!
La complessità del meadow è la capacità di accogliere piante tipiche della bordura mista. Non si tratta solo di una scelta di erbe (graminacee o leguminose, o altro), ma dell’inserimento sapiente di piante che siano in grado di cavarsela da sole sin dal primo anno con le sole piogge, senza irrigazioni di emergenza. La sapienza non esclude la casualità, quindi l’autodisseminazione delle piante, anzi, la prevede!
Quando è molto elaborato, un meadow perde un po’ della sua spontaneità e apparente trasandatezza, divenendo una vera e propria bordura con una grande ricchezza in graminacee, accompagnate da fioriture più o meno evidenti o varie, scomposte o rigide, con presenze di piante a portamento muscolare, come il Phormium. Gioca un ruolo importantissimo, in questi casi, la scelta dei colori che devono creare contrasti piuttosto forti.
Il meadow decorativo
In foto un giardino molto lussuoso, elaborato con attenzione e con molta cura nella scelta dei colori e della tipologia delle graminacee da sfondo e da primo piano. Di certo un giardino così ha bisogno una certa quantità di cure e anche di acqua, ma molto di meno che se fosse un giardino tradizionalmente inteso, con masse di fiori e vegetazione rigogliosa.
In foto un giardino molto lussuoso, elaborato con attenzione e con molta cura nella scelta dei colori e della tipologia delle graminacee da sfondo e da primo piano. Di certo un giardino così ha bisogno una certa quantità di cure e anche di acqua, ma molto di meno che se fosse un giardino tradizionalmente inteso, con masse di fiori e vegetazione rigogliosa.
Non si escluda l’acqua!
Il meadow ha una forte inclinazione allo xeriscaping, ma dove l’acqua abbonda, non c’è ragione di privarsene.
Una cosa non esclude l’altra e, anzi, l’acqua contribuisce a donare al meadow una suggestione fatata e molto british (qui infatti siamo a Londra).
Questa storia è stata pubblicata il 9 gennaio 2019 e poi aggiornata
Vorresti anche tu comporre un meadow? Trova su Houzz l’architetto del paesaggio più adatto a te
Il meadow ha una forte inclinazione allo xeriscaping, ma dove l’acqua abbonda, non c’è ragione di privarsene.
Una cosa non esclude l’altra e, anzi, l’acqua contribuisce a donare al meadow una suggestione fatata e molto british (qui infatti siamo a Londra).
Questa storia è stata pubblicata il 9 gennaio 2019 e poi aggiornata
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Molto in voga negli anni scorsi, amata e odiata al contempo, in Italia è stato più volte tentato di tradurre il termine, ma con risultati poco accurati. La parola sembrerebbe derivare da un termine dell’antico germanico che indicava un generico appezzamento di terreno sul quale veniva praticata periodicamente la falciatura.
Oggi ha un significato tecnicamente piuttosto preciso, acquisito più negli USA che altrove: un insieme di graminacee e altre piante che abbisogni di poche cure, che sia rilassante e consenta di essere calpestato come un prato, anche se sarà più alto (più o meno al ginocchio). Può essere fiorito o meno e presenta le caratteristiche di un manto d’erba combinate a quelle della bordura o della siepe.
L’esempio più semplice? Seminare delle piante annuali e passare la falciatrice solo dove si vogliono creare dei sentieri.