9 Stanze Illusorie che si Ispirano alle Geometrie di M.C. Escher
Spazi originali, intriganti e ingannevoli quasi come le litografie di Maurits Cornelis Escher
Figure impossibili, rappresentazioni specchiate e tassellature sono i giochi preferiti delle immagini di mondi paradossali dell’artista olandese M.C. Escher (1898-1972). Tutti principi che, volendo, si possono riproporre anche nell’arredo di casa.
Questa scala, ad esempio, sembra essere formata da due scale contrapposte che viaggiano in senso contrario. La scala inizia con un volume pieno, un basamento dello stesso colore del pavimento che all’improvviso si interrompe per incrociarsi con una scala che sembra viaggiare in direzione contraria. Come se la sua volumetria si staccasse dal tetto, questa nuova scala tronca la precedente. Due volumi contrapposti, dove le parti piene sono opposte, due colori che si confondono con i rivestimenti e l’arredamento, causando una confusione ottica.
Un altro gioco illusorio interessante è quello proposto in questa scala a “L”. Qui il corrimano della prima rampa della scala, è realizzato con doghe che per materiale, colore, distanza tra le parti e dimensione, ripropongono il disegno e il ritmo dei gradini della seconda rampa. In questo modo la volumetria bene evidente della rampa che dal pianerottolo arriva al piano superiore, si appiattisce nel semplice disegno del parapetto non appena la scala cambia direzione. Il risultato è un gioco ottico che trasforma la volumetria dei gradini in un elemento bidimensionale – o meglio, che appare tale.
Spazi continui da costruire con gli specchi
Un elemento fondamentale dell’arte di Escher è quello di ottenere spazi infiniti e ripetitivi, a questo scopo utilizzava molto la rappresentazione specchiata e distorta.
Naturalmente questo tipo di effetto può essere riprodotto utilizzando in vari modi lo specchio, che può suggerire volumi e profondità lì dove mancano; può duplicare in maniera simmetrica uno spazio; può indagare la struttura dello spazio, anche solo apparente.
Un elemento fondamentale dell’arte di Escher è quello di ottenere spazi infiniti e ripetitivi, a questo scopo utilizzava molto la rappresentazione specchiata e distorta.
Naturalmente questo tipo di effetto può essere riprodotto utilizzando in vari modi lo specchio, che può suggerire volumi e profondità lì dove mancano; può duplicare in maniera simmetrica uno spazio; può indagare la struttura dello spazio, anche solo apparente.
Quando lo specchio è utilizzato per duplicare in maniera simmetrica uno spazio, è necessario, per enfatizzare il risultato finale, abbinare la superficie specchiante a un elemento che, se riflesso, si duplica nella sua immagine simmetrica completandosi in una nuova forma. Lo specchio deve essere privo di cornice e toccare l’oggetto o la parete da riflettere. Un gioco del genere è molto efficace in spazi piccoli e ciechi, come questo bagno.
Lo specchio può essere utilizzato anche come strumento per indagare la struttura dello spazio, suggerendo volumi e profondità lì dove mancano.
Se la cornice dello specchio, ad esempio, riflette un angolo su una superficie piana, si percepisce una terza dimensione inesistente, ancora più paradossale se all’angolo acuto riflesso viene abbinato un mobile dalle curve convesse.
Se la cornice dello specchio, ad esempio, riflette un angolo su una superficie piana, si percepisce una terza dimensione inesistente, ancora più paradossale se all’angolo acuto riflesso viene abbinato un mobile dalle curve convesse.
Superfici tridimensionali da ottenere con i rivestimenti
La produzione artistica di Escher che più di tutti ha affascinato i matematici, è la così detta tassellazione dello spazio. Un’intuizione che l’artista ha avuto visitando le architetture arabe in Spagna e che hanno condizionato tutta una serie di disegni e studi.
Dalla rotazione delle figure geometriche tipiche dei rivestimenti dell’arte araba Escher ha fatto nascere animali e esseri viventi di ogni tipo. È riuscito a creare una terza dimensione dove non era possibile averla, solo attraverso il disegno.
La produzione artistica di Escher che più di tutti ha affascinato i matematici, è la così detta tassellazione dello spazio. Un’intuizione che l’artista ha avuto visitando le architetture arabe in Spagna e che hanno condizionato tutta una serie di disegni e studi.
Dalla rotazione delle figure geometriche tipiche dei rivestimenti dell’arte araba Escher ha fatto nascere animali e esseri viventi di ogni tipo. È riuscito a creare una terza dimensione dove non era possibile averla, solo attraverso il disegno.
La produzione contemporanea di pavimenti e piastrelle consente di riproporre in chiave moderna le tradizioni arabe e di ricreare effetti ottici degni degli studi fatti da Escher.
Così è possibile ottenere spazi infiniti semplicemente giocando con la riproduzione continua dello stesso disegno fino a creare un’illusione tridimensionale.
La pavimentazione o i rivestimenti delle pareti, sfidano la loro stessa natura, giocando con la loro rigida serialità per acquisire una terza dimensione percepita, che scardina i vincoli della superficie a cui è legata.
L’artista M.C. Escher è in mostra a Milano fino al 22 Gennaio 2017, presso Palazzo Reale. Con oltre 200 opere esposte, è possibile percorrere tutto il percorso artistico dell’incisore e grafico olandese.
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Salita e discesa è una delle immagini più famose dell’artista olandese: a prima vista una semplice scala, per un occhio poco più attento una scala impossibile che degli uomini percorrono sempre in salita o in discesa. Ottenere una scala “impossibile” si può anche nella realtà, combinando colori, superfici e volumetrie differenti.