Prima e Dopo a Malmö: Mettere d’Accordo un Danese e una Svedese
Questo appartamento è la sintesi perfetta tra design danese, gusto svedese e atmosfere anni Cinquanta
Vivevano ognuno a casa sua, ma un bel giorno – era il 2007 – Ann Bülow, svedese, e Jens Erlandsen, danese, hanno deciso che era venuto il tempo di andare ad abitare assieme in un appartamento a Malmö, nel sud della Svezia. Jens avrebbe lasciato Copenaghen e Ann si sarebbe trasferita dalla sua villetta a schiera di Lund, cittadina non molto lontana da Malmö. I due sognavano una grande casa, dove avrebbero potuto ospitare figli e nipoti e organizzare grandi feste per gli amici.
«Cercavamo una casa spaziosa e con un’anima», racconta Ann. «Se la presenza di un balcone era un must, quella di un camino era un desiderio. E poi ci sarebbe piaciuto avere dei soffitti alti. Ci siamo innamorati in un battibaleno di questo gioiellino, che si trova all’ultimo piano di un meraviglioso palazzo di fine secolo. Stare in alto è bellissimo! C’è un sacco di luce, e in più sapevamo che ci sarebbe stata anche la possibilità di comprare il sottotetto e trasformarlo in un terrazzo». Ann e Jens sono rimasti affascinati dall’eleganza delle tre camere da letto, che affacciano sul cortile, e dalle due belle sale, che possono accogliere fino a settanta ospiti… un numero di amici che i party della coppia non faticano ad attrarre.
«Cercavamo una casa spaziosa e con un’anima», racconta Ann. «Se la presenza di un balcone era un must, quella di un camino era un desiderio. E poi ci sarebbe piaciuto avere dei soffitti alti. Ci siamo innamorati in un battibaleno di questo gioiellino, che si trova all’ultimo piano di un meraviglioso palazzo di fine secolo. Stare in alto è bellissimo! C’è un sacco di luce, e in più sapevamo che ci sarebbe stata anche la possibilità di comprare il sottotetto e trasformarlo in un terrazzo». Ann e Jens sono rimasti affascinati dall’eleganza delle tre camere da letto, che affacciano sul cortile, e dalle due belle sale, che possono accogliere fino a settanta ospiti… un numero di amici che i party della coppia non faticano ad attrarre.
La casa si affaccia sulla bellissima Chiesa di San Paolo e in estate il viale alberato di tigli davanti al palazzo si trasforma in un magnifico giardino che sembra far parte dell’appartamento.
L’urbanista Georg Gustafsson progettò il quartiere di Rörsjöstaden intorno al 1870 ispirandosi all’opera di Georges-Eugène Haussmann a Parigi. Questo palazzo, in particolare, risale al 1902 ed è stato costruito dall’architetto svedese Harald Boklund, autore di diversi altri edifici della cittadina, come la farmacia Lejonet, la stazione Trelleborg (entrambe frutto di una collaborazione con August Lindvall) e la torre d’acqua del Pildammsparken.
L’urbanista Georg Gustafsson progettò il quartiere di Rörsjöstaden intorno al 1870 ispirandosi all’opera di Georges-Eugène Haussmann a Parigi. Questo palazzo, in particolare, risale al 1902 ed è stato costruito dall’architetto svedese Harald Boklund, autore di diversi altri edifici della cittadina, come la farmacia Lejonet, la stazione Trelleborg (entrambe frutto di una collaborazione con August Lindvall) e la torre d’acqua del Pildammsparken.
Nella loro casa danese-svedese, Jens e Ann hanno mescolato sapientemente i loro rispettivi stili prediletti. «I materiali sono chiaramente di ispirazione danese», dice Jens. «Molto solidi, non sono dipinti, ma trattati a liscivia o a olio. Anche se entrambi amiamo lo stile scandinavo, abbiamo scoperto che ci sono molte differenze tra il gusto danese e quello svedese». Aggiunge Ann: «Le nostre opinioni diverse toccano i temi più vari, dalla scelta dei materiali al trattamento delle superfici: a volte il tutto sfocia in interessanti discussioni». I danesi che abitano in città sembrano prediligere uno stile total white, minimalista e dalle linee pulite, mentre gli svedesi tendono spesso a mescolare suggestioni rustiche e atmosfere campagnole, come nel molto amato stile Gustaviano.
In sala da pranzo troviamo un bel balcone che affaccia sul parco e tanti esempi di buon gusto danese, dal tavolo di Andersen alle classiche sedie Wishbone CH24 in quercia trattata a olio, create dal grande designer danese Hans J. Wegner per Carl Hansen & Søn.
I nostri due sono appassionati di design, e insieme hanno frequentato anche dei corsi per imparare i segreti dei mobilieri e dei tappezzieri, così in questa casa non mancano pezzi restaurati o addirittura realizzati da loro stessi. «Abbiamo dei mobili di Carl Malmsten che vorremmo tappezzare. Abbiamo appreso le tecniche più tradizionali, che danno i risultati più duraturi e che ricorrono all’uso di fibre vegetali, crine e pezze di lino», racconta Ann.
In sala da pranzo troviamo un bel balcone che affaccia sul parco e tanti esempi di buon gusto danese, dal tavolo di Andersen alle classiche sedie Wishbone CH24 in quercia trattata a olio, create dal grande designer danese Hans J. Wegner per Carl Hansen & Søn.
I nostri due sono appassionati di design, e insieme hanno frequentato anche dei corsi per imparare i segreti dei mobilieri e dei tappezzieri, così in questa casa non mancano pezzi restaurati o addirittura realizzati da loro stessi. «Abbiamo dei mobili di Carl Malmsten che vorremmo tappezzare. Abbiamo appreso le tecniche più tradizionali, che danno i risultati più duraturi e che ricorrono all’uso di fibre vegetali, crine e pezze di lino», racconta Ann.
Tutte le pareti e i soffitti sono stati dipinti con pitture “a dispersione” (vernici traspiranti che permettono il passaggio dell’umidità, prevenendo eventuali danneggiamenti). «Sui soffitti abbiamo riportato alla luce lo stucco originale. È una vecchia casa che respira attraverso i muri, così abbiamo cercato di stare alla larga dalle vernici nuove a base di resina», spiega Ann.
La sala da pranzo ospita anche un angolo lettura con due poltrone del marchio svedese Norrgavel e un tavolino di Carl Malmsten per Tre Sekel. Lo scrittoio e l’armadio curvilineo sono cimeli di famiglia che arrivano dalla Danimarca.
La sala da pranzo ospita anche un angolo lettura con due poltrone del marchio svedese Norrgavel e un tavolino di Carl Malmsten per Tre Sekel. Lo scrittoio e l’armadio curvilineo sono cimeli di famiglia che arrivano dalla Danimarca.
«Trasparente, un po’ impertinente e molto comoda» sono gli aggettivi usati da Jens per descrivere il suo mobile preferito, la sedia Circle Chair in frassino sbiancato di Hans J. Wegner.
La credenza ottocentesca dietro la poltrona è un pezzo proveniente dal ramo della famiglia svedese. Il piatto sul tavolo è un pezzo della collezione Abstraktion di Hannah Paradis, un’artista che nel suo laboratorio Paradisverkstaden sull’isola di Öland, in Svezia, lavora vetro e ceramica.
La credenza ottocentesca dietro la poltrona è un pezzo proveniente dal ramo della famiglia svedese. Il piatto sul tavolo è un pezzo della collezione Abstraktion di Hannah Paradis, un’artista che nel suo laboratorio Paradisverkstaden sull’isola di Öland, in Svezia, lavora vetro e ceramica.
«Il divano Norrgavel è stato probabilmente il primo mobile del quale ci siamo innamorati entrambi. È molto resistente e completamente naturale», spiega Jens. La poltrona sulla sinistra è un pezzo di Madsen & Schubel degli anni Cinquanta. Jens ne ha rifilato gli spigoli e l’ha scartavetrata, e Ann le ha dato un tocco vintage ricoprendola con un nuovo tessuto. Se la maggior parte degli oggetti e dei tessuti della casa sono di origine svedese, i tappeti sono il frutto di un compromesso: da un lato c’era Jens che non ne avrebbe messo neanche uno, dall’altro c’era Ann, che metterebbe tappeti dappertutto.
Lampada a sospensione: Victo, di Secto; lampada da terra: AJ, di Louis Poulsen
Lampada a sospensione: Victo, di Secto; lampada da terra: AJ, di Louis Poulsen
Il camino in sala è fonte di luce e di calore.
L’orologio a pendolo accanto alla finestra è arrivato assieme al nuovo appartamento, visto che sia Jens che Ann amano i toni del legno e la sua forte presenza decorativa. È un ricordo di famiglia, appartenuto al nonno di Ann, che viveva in un meraviglioso appartamento di fine secolo a Karlshamn, una cittadina della Svezia meridionale. Il tavolino anni Cinquanta è stato anche lui ereditato.
Poltrona nera: Chieftain, di Finn Juhl; chaise longue in pelle: Superspider, di Dux; chaise longue a fianco: The Deck Chair, PP524 di Hans J. Wegner, PP Møbler; lampada da terra a destra e lampada da tavolo a sinistra sulla finestra: Le Klint
Poltrona nera: Chieftain, di Finn Juhl; chaise longue in pelle: Superspider, di Dux; chaise longue a fianco: The Deck Chair, PP524 di Hans J. Wegner, PP Møbler; lampada da terra a destra e lampada da tavolo a sinistra sulla finestra: Le Klint
PRIMA. Il parquet che troviamo in soggiorno e in sala da pranzo è quello originale, ed è ancora in buone condizioni. In compenso, però, completamente rovinati erano i pavimenti dei due corridoi (in questa foto è ritratto il secondo corridoio interno, che si può vedere anche nella piantina riportata in fondo all’Ideabook). Racconta Ann: «Quando li abbiamo sollevati, abbiamo scoperto che avremmo dovuto sostituire i magatelli, che erano così danneggiati che le assi risultavano irregolari. Quindi abbiamo dovuto rimuovere il sottofondo, sabbiare quella gettata tra le travi, e posare nuovamente le assi».
DOPO. Le assi del pavimento in frassino massello sono state acquistate da PA Savværk in Danimarca. Sono spesse 32 mm e larghe 25 cm. Il pavimento, che si estende anche in cucina, è stato trattato con olio bianco, che contribuisce a rendere la superficie ultra resistente.
Nel corridoio in ingresso, uno specchio in stile Gustaviano si sposa alla perfezione con un appendiabiti e due sedie di Norrgavel.
Un vecchio tavolo da cucito è stato rimpicciolito e ha trovato qui una seconda vita.
Nel corridoio in ingresso, uno specchio in stile Gustaviano si sposa alla perfezione con un appendiabiti e due sedie di Norrgavel.
Un vecchio tavolo da cucito è stato rimpicciolito e ha trovato qui una seconda vita.
Alcune porte sono state sostituite con elementi in vetro, che permettono un maggior passaggio di luce tra i corridoi e le camere. I due padroni di casa, comunque, continuano a conservare le versioni originali in soffitta.
Mensola: Montana; armadio rosso con porta in vetro: Norrgavel; quadro (in fondo alla foto): Beinta av Reyni, artista danese delle Isole Faroe
Mensola: Montana; armadio rosso con porta in vetro: Norrgavel; quadro (in fondo alla foto): Beinta av Reyni, artista danese delle Isole Faroe
Il secondo corridoio, che porta in cucina, è arricchito con sette mensole-libreria a muro. «Ho preso le assi del pavimento della cucina, le ho piallate e le ho incollate tra loro». Abbiamo unito gli angoli con dei giunti a coda di rondine e abbiamo fissato il tutto a una staffa a parete, così ciascuna libreria si può spingere lungo la parete», spiega Jens.
Vaso: Trio, Klong
Vaso: Trio, Klong
Ecco un dettaglio del sistema delle mensole. I libri sono stati sistemati in base al colore della copertina.
«In occasione delle nostre grandi feste, capita spesso che lasciamo che i nostri ospiti si servano da soli in cucina e passino quindi dal corridoio. Le cose da mangiare di solito sono appoggiate sull’isola in cucina: le persone sono felici di scoprire un fantastico buffet e tornare in sala da pranzo con i piatti pieni di leccornie», racconta Ann.
Sedia: Camilla, John Kandell per Källemo
«In occasione delle nostre grandi feste, capita spesso che lasciamo che i nostri ospiti si servano da soli in cucina e passino quindi dal corridoio. Le cose da mangiare di solito sono appoggiate sull’isola in cucina: le persone sono felici di scoprire un fantastico buffet e tornare in sala da pranzo con i piatti pieni di leccornie», racconta Ann.
Sedia: Camilla, John Kandell per Källemo
PRIMA. Ricorda Ann: «La vecchia cucina era tutto tranne che un ambiente allegro. Ci passavamo meno tempo possibile… Ora, invece, è diventata la stanza centrale della casa».
DOPO. La cucina è quello che i due padroni di casa considerano il loro vero pezzo forte. È il luogo ideale dove cucinare in coppia ed è intrisa dell’intima accoglienza hygge danese. Per la loro ristrutturazione, Ann e Jens hanno preso nota di ogni fonte di ispirazione, fissandola su un tovagliolo di carta al ristorante o nella vecchia cucina. E siccome avevano in testa veramente tante idee, per arrivare a finire completamente i lavori, nel 2015, ci hanno messo otto anni.
I mobili della cucina sono quasi tutti di Ikea. «Volevamo una cucina bianca e scintillante, e le cucine Ikea da questo punto di vista sono ottime. Il loro assortimento di fascia più alta era perfetto per questo ambiente», racconta Ann. Cavi e tubi sono nascosti dietro i pannelli in legno, su cui sono montate anche le lampade che riflettono la propria luce su pareti e pavimenti. Luci soffuse sono collocate anche in nicchie, mensole, cassetti, e perfino a pavimento.
Lampada: Unfold, di Form Us With Love per Muuto
I mobili della cucina sono quasi tutti di Ikea. «Volevamo una cucina bianca e scintillante, e le cucine Ikea da questo punto di vista sono ottime. Il loro assortimento di fascia più alta era perfetto per questo ambiente», racconta Ann. Cavi e tubi sono nascosti dietro i pannelli in legno, su cui sono montate anche le lampade che riflettono la propria luce su pareti e pavimenti. Luci soffuse sono collocate anche in nicchie, mensole, cassetti, e perfino a pavimento.
Lampada: Unfold, di Form Us With Love per Muuto
Le lampade A-lampa appese davanti alla finestra sono di Thomas Sandell.
La cucina a gas è stata sostituita da una piastra a induzione, e i due padroni di casa ne hanno approfittato per installare delle luci anche all’interno dei cassetti. I due volevano avere a disposizione tante superfici perché amano molto cucinare insieme. I piani di lavoro di Københavns Listefabrik sono in frassino termotrattato. La cappa scelta dalla coppia, un modello moderno di Cylinda, è piatta e prende poco spazio.
PRIMA. Sulle pareti in cucina, Jens e Ann hanno eliminato l’intonaco per ripristinare i mattoni a vista. L’operazione ha comportato un po’ di lavoro: «All’inizio ci siamo spaventati, la parete era tutta sconnessa e piena di buchi», dice Ann. «Perciò Jens ha tinteggiato a calce i mattoni, per poi passarli con una spazzola abrasiva in modo da far bene emergere tutte le irregolarità della superficie. Per rendere la parete più resistente allo sporco, l’abbiamo passata una decina di volte con del såpa [un detergente a base di olio di pino usato in Svezia]»
DOPO. Una combinazione di luce naturale e artificiale – magnificamente riflessa dalla parete di mattoni a vista – regala grande luminosità all’ambiente. Sia la parete che il pavimento sono illuminati: i cavi sono nascosti dietro alle assi in alto. Sul tavolo pende la classica lampada PH5 di Poul Henningsen per Louis Poulsen.
Tavolo: Nyt i bo; sedie: Lilla Åland, edizione anniversario, in quercia oliata
Tavolo: Nyt i bo; sedie: Lilla Åland, edizione anniversario, in quercia oliata
L’illuminazione della casa è di ispirazione danese: «In Danimarca si tende a cercare una luce non diretta e calda, creando tanti punti luce bassi, piuttosto che un’unica fonte luminosa in alto», spiega Ann. «Gli svedesi sono pratici e vogliono vedere. I danesi sono sempre concentrati sul creare ambienti più intimi. Questo, probabilmente, è un concetto di base che vale anche per l’arredamento delle case in generale».
Qui, in cucina, il divano Poet di Finn Juhl è illuminato dalla lampada da terra Grässhoppa di Greta Grossman per Gubi.
Qui, in cucina, il divano Poet di Finn Juhl è illuminato dalla lampada da terra Grässhoppa di Greta Grossman per Gubi.
Il balcone al secondo piano della camera degli ospiti-studio affaccia sul cortile e grazie ai palazzi circostanti è ben protetto dai forti venti di questa zona.
Scrivania con ripiano in pietra calcare: G.A.D; poltrona: Pelican, di Finn Juhl; sedia da scrivania: Oxford, di Arne Jacobsen (i padroni di casa intendono ritappezzarla)
Scrivania con ripiano in pietra calcare: G.A.D; poltrona: Pelican, di Finn Juhl; sedia da scrivania: Oxford, di Arne Jacobsen (i padroni di casa intendono ritappezzarla)
«Nelle tre camere da letto abbiamo carteggiato e sbiancato i pavimenti, coprendoli con såpa bianco. È facile tenerli in ordine, e camminarci sopra a piedi nudi è un vero piacere. Tra l’altro, il trattamento all’olio di pino dà al legno un profumo meraviglioso», sottolinea Ann.
La coppia ha ridisegnato da sé i due nuovi bagni, dove gli ultimi lavori di ristrutturazione risalivano agli anni Ottanta, quando il cartongesso delle pareti era stato rivestito con piastrelle: gli spazi risultavano, quindi, leggermente ridotti. «Noi, invece, abbiamo appoggiato le piastrelle direttamente sui mattoni, guadagnando così almeno venti centimetri e scoprendo delle nicchie interessanti. In questo modo, tra l’altro, si combattono meglio le infiltrazioni di umido», spiega Jens.
Mobili del bagno: Spekva, per Skagerak; specchio: Norrgavel
Mobili del bagno: Spekva, per Skagerak; specchio: Norrgavel
Prima della ristrutturazione, la casa comprendeva anche una cameretta per gli ospiti con pavimento in resina, che è stata riconvertita in un bagno di forma quadrata con tanto di vasca Jacuzzi. L’illuminazione è stata studiata nei minimi particolari anche nei bagni, dove ci sono molte fonti di luce: faretti a soffitto, luci dietro la vasca da bagno, nonché luci dimmerabili nelle nicchie.
In una camera da letto a forma pentagonale, troviamo una sedia imbottita di Hans J. Wegner che è stata rimessa a nuovo. La soffitta è piena di mobili che aspettano di essere risistemati per la nuova casa: Ann e Jens non si tirano di certo indietro quando si tratta di imbarcarsi in nuove imprese di progettazione e realizzazione artigianale di mobili.
La piantina. Dall’ingresso al secondo corridoio: ingresso, camera da letto (a destra), soggiorno (a sinistra), sala da pranzo (a sinistra), bagno (a destra), secondo corridoio. Alla destra del secondo corridoio: camera da letto, bagno, studio/camera degli ospiti. Alla fine del secondo corridoio: cucina e sala per la prima colazione.
Nella nostra rubrica Prima e Dopo proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto della ristrutturazione sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: Ann Bülow, economista, e Jens Erlandsen, che si è formato nel settore della costruzione dei mobili, è un libero professionista e si occupa di design
Dove: Rörsjöstaden, quartiere nel centro di Malmö, Svezia
Superficie: circa 190 m²; una cucina con zona colazione, tre camere da letto, un salotto, una sala da pranzo, due bagni e una grande lavanderia al piano di sopra