Le Case di Houzz: Il Sogno di una Casa Earthship Divenuto Realtà
Materiali naturali e riciclati, l’aiuto degli amici. Storia di un meraviglioso progetto di bioedilizia in Nuova Zelanda
Catherine Smith
16 agosto 2017
Nel settore immobiliare, il termine “sostenibile” ha ormai perso significato, ed è entrato a far parte del dominio del marketing, alla stessa stregua di espressioni come “casa di charme” o “immobile di prestigio”. Tuttavia, quando Gus Anning e Sarah Rowe hanno voluto provare a capire come costruire una casa dove abitare con i loro tre bambini, hanno cominciato a scavare in profondità – in senso figurato ma anche letterale – per arrivare a individuare un edificio completamente indipendente dal punto di vista energetico, della produzione d’acqua e dello smaltimento dei rifiuti. Dopo tre anni di ricerche, due anni di progettazione e nove mesi di lavori, è nata la loro casa Earthship.
Dell’edificio – ribattezzato Te Timatanga, ovvero “inizio” in maori, una delle lingue ufficiali della Nuova Zelanda – si è occupata anche la trasmissione televisiva Grand Designs nella sua prima stagione.
Dell’edificio – ribattezzato Te Timatanga, ovvero “inizio” in maori, una delle lingue ufficiali della Nuova Zelanda – si è occupata anche la trasmissione televisiva Grand Designs nella sua prima stagione.
Foto di Peter May, The Flying Kiwi
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Sarah Rowe e Gus Anning, con i loro tre figli Bryony, 14 anni, Toby, 12 anni, e Whio, 4 anni
Dove: Hikuai, Penisola di Coromandel, Nuova Zelanda
Superficie: 240 m² e 1 ettaro di terreno; 4 camere da letto, 3 bagni e un ingresso
Architetto: Harriet Pilkington di Young and Richards
Come tanti, Sarah e Gus conoscevano i principi di base dell’architettura sostenibile: il ricorso all’energia solare per riscaldare gli edifici, il recupero dell’acqua piovana e l’utilizzo di materiali riciclati per ridurre l’energia grigia dell’edificio [la quantità di energia necessaria a un oggetto nel suo ciclo vitale, dalla sua produzione, al trasporto al luogo di utilizzo, al suo smaltimento, NdT]. A facilitare le cose è stato anche il fatto di trovarsi in un luogo da sogno: i genitori di Sarah avevano regalato alla coppia un pezzo di terra leggermente scosceso con una magnifica esposizione a nord e situato in una vallata alle pendici orientali delle montagne di Coromandel.
A poco più di un’ora da Auckland, la comunità di questa zona è conosciuta per lo stile di vita un po’ alternativo dei suoi membri, e questo è stato un altro fattore che ha giocato a vantaggio di Sarah e Gus, che qui hanno sempre trovato tutto ciò di cui avevano bisogno al momento giusto: artigiani esperti, così come aiutanti volonterosi e i materiali necessari.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Sarah Rowe e Gus Anning, con i loro tre figli Bryony, 14 anni, Toby, 12 anni, e Whio, 4 anni
Dove: Hikuai, Penisola di Coromandel, Nuova Zelanda
Superficie: 240 m² e 1 ettaro di terreno; 4 camere da letto, 3 bagni e un ingresso
Architetto: Harriet Pilkington di Young and Richards
Come tanti, Sarah e Gus conoscevano i principi di base dell’architettura sostenibile: il ricorso all’energia solare per riscaldare gli edifici, il recupero dell’acqua piovana e l’utilizzo di materiali riciclati per ridurre l’energia grigia dell’edificio [la quantità di energia necessaria a un oggetto nel suo ciclo vitale, dalla sua produzione, al trasporto al luogo di utilizzo, al suo smaltimento, NdT]. A facilitare le cose è stato anche il fatto di trovarsi in un luogo da sogno: i genitori di Sarah avevano regalato alla coppia un pezzo di terra leggermente scosceso con una magnifica esposizione a nord e situato in una vallata alle pendici orientali delle montagne di Coromandel.
A poco più di un’ora da Auckland, la comunità di questa zona è conosciuta per lo stile di vita un po’ alternativo dei suoi membri, e questo è stato un altro fattore che ha giocato a vantaggio di Sarah e Gus, che qui hanno sempre trovato tutto ciò di cui avevano bisogno al momento giusto: artigiani esperti, così come aiutanti volonterosi e i materiali necessari.
Il momento culminante dei loro tre anni di ricerca è stata la visione del film The Garbage Warrior di Mike Reynolds, l’inventore statunitense della filosofia costruttiva della casa Earthship. Questo tipo di edificio, dotato di sistemi solari passivi, utilizza materiali naturali e riciclati per creare una massa termica che stabilizza la temperatura, oltre che fonti di energia rinnovabile e impianti di recupero dell’acqua.
Tutto è cominciato per caso – un vero e proprio colpo di fortuna – quando Gus ha visto su un traghetto un passeggero che indossava una maglietta con il simbolo Earthship. In quei giorni la Earth Building Association of New Zealand avrebbe organizzato a Christchurch [la città più grande dell’Isola del Sud, NdT] un seminario in materia. Senza lasciarsi intimorire dal fatto che le iscrizioni al corso erano già esaurite, Gus è saltato su un aereo e si è precipitato sul posto. Prima ancora che gli organizzatori si accorgessero dell’imbucato, lui era già al lavoro con gli attrezzi. Gus e Sarah in seguito sono andati anche a Ngaruawahia [città nel nord della Nuova Zelanda, NdT] per visitare un prototipo di abitazione di questo genere, Casa Gubb. E così, a poco a poco, i due si sono resi conto della grande mole di lavoro che è necessaria per edificare una costruzione moderna nel rispetto dei principi di edilizia più attuali.
Canniccio: Brustics; lampade a sospensione: David Trubridge
Tutto è cominciato per caso – un vero e proprio colpo di fortuna – quando Gus ha visto su un traghetto un passeggero che indossava una maglietta con il simbolo Earthship. In quei giorni la Earth Building Association of New Zealand avrebbe organizzato a Christchurch [la città più grande dell’Isola del Sud, NdT] un seminario in materia. Senza lasciarsi intimorire dal fatto che le iscrizioni al corso erano già esaurite, Gus è saltato su un aereo e si è precipitato sul posto. Prima ancora che gli organizzatori si accorgessero dell’imbucato, lui era già al lavoro con gli attrezzi. Gus e Sarah in seguito sono andati anche a Ngaruawahia [città nel nord della Nuova Zelanda, NdT] per visitare un prototipo di abitazione di questo genere, Casa Gubb. E così, a poco a poco, i due si sono resi conto della grande mole di lavoro che è necessaria per edificare una costruzione moderna nel rispetto dei principi di edilizia più attuali.
Canniccio: Brustics; lampade a sospensione: David Trubridge
Anche se il loro sito era perfetto, i due hanno presto capito che il clima piovoso di Coromandel presentava qualche difficoltà in più rispetto all’ambiente desertico nel quale solitamente sono edificate le case Earthship. Fin dal primo momento la coppia ha discusso il progetto con l’autorità municipale, la quale era più che favorevole a facilitare la costruzione di case sostenibili nella propria comunità. Sul luogo erano già presenti alcune abitazioni in mattoni in fango e paglia, ma il progetto di Sarah e Gus prevedeva anche l’uso di pneumatici riciclati riempiti di terra, così come un sistema di riscaldamento e raffreddamento passivo.
Casualmente, il loro referente presso il municipio aveva appena terminato una formazione in tema di sostenibilità, e li ha messi in contatto con l’architetto Graeme North. Il professionista ha collaborato con la progettista incaricata da Sarah e Gus, Harriet Pilkington, svolgendo allo stesso tempo tutte le verifiche necessarie per conto dell’autorità municipale in materia di rispetto della normativa.
Casualmente, il loro referente presso il municipio aveva appena terminato una formazione in tema di sostenibilità, e li ha messi in contatto con l’architetto Graeme North. Il professionista ha collaborato con la progettista incaricata da Sarah e Gus, Harriet Pilkington, svolgendo allo stesso tempo tutte le verifiche necessarie per conto dell’autorità municipale in materia di rispetto della normativa.
In passato Gus aveva vinto un premio di architettura, così la coppia ha cominciato con entusiasmo a gettare su un foglio le prime idee, per poi chiamare la vecchia compagna di scuola Harriet Pilkington per mettere a punto i disegni e chiedere i permessi in comune.
Il primo principio alla base dell’idea di Earthship – «una macchina progettata per raccogliere calore e distribuirlo», riassume Gus – lo troviamo da subito applicato in ingresso. Con la sua parete inclinata a 70° (l’angolo è stato calcolato in base alla latitudine del luogo) l’ambiente è colpito dai raggi solari che entrano da questo lato della facciata dell’edificio. Le camere da letto e i bagni sono allineati lungo il corridoio dietro l’atrio.
L’insieme delle finestre apribili al di sopra delle porte delle camere da letto, dei tubi di aerazione posti sottoterra dietro le camere e delle finestre Velux sistemate lungo tutto l’ingresso permette di far circolare l’aria fresca tra le stanze durante l’estate e il calore accumulato con i raggi solari durante l’inverno.
Nelle camere da letto i due padroni di casa hanno voluto pareti vetrate, in modo da poter godere appieno anche qui dell’atmosfera dell’ingresso. Le aiuole che seguono le curve della planimetria sono sufficienti con le loro piante a garantire la privacy e, allo stesso tempo, attirano piacevolmente lo sguardo.
Il primo principio alla base dell’idea di Earthship – «una macchina progettata per raccogliere calore e distribuirlo», riassume Gus – lo troviamo da subito applicato in ingresso. Con la sua parete inclinata a 70° (l’angolo è stato calcolato in base alla latitudine del luogo) l’ambiente è colpito dai raggi solari che entrano da questo lato della facciata dell’edificio. Le camere da letto e i bagni sono allineati lungo il corridoio dietro l’atrio.
L’insieme delle finestre apribili al di sopra delle porte delle camere da letto, dei tubi di aerazione posti sottoterra dietro le camere e delle finestre Velux sistemate lungo tutto l’ingresso permette di far circolare l’aria fresca tra le stanze durante l’estate e il calore accumulato con i raggi solari durante l’inverno.
Nelle camere da letto i due padroni di casa hanno voluto pareti vetrate, in modo da poter godere appieno anche qui dell’atmosfera dell’ingresso. Le aiuole che seguono le curve della planimetria sono sufficienti con le loro piante a garantire la privacy e, allo stesso tempo, attirano piacevolmente lo sguardo.
Sarah e Gus hanno anche voluto allontanarsi dallo stereotipo di distribuzione degli spazi dell’emisfero boreale, basato sull’apertura della cucina e della zona giorno sugli esterni: qui prevale il tipico amore dei kiwi [soprannome dato ai neozelandesi, NdT] per una vita equamente suddivisa tra ambienti interni ed esterni, senza soluzione di continuità.
Per il lato ovest della casa, la progettista ha pensato a una terrazza coperta con una superficie di 60 metri quadrati: un angolo da sogno per godersi i tramonti e rifugiarsi dalle piogge talvolta torrenziali del posto.
Sarah e Gus hanno presto deciso di modificare il progetto originale e dar vita così a un vero e proprio laboratorio a cielo aperto di filosofia Earthship, in modo da condividere l’esperienza con altre persone, finire i lavori nel giro di pochi mesi e contenere i costi. Nell’estate del 2015, nel cantiere sono state formate decine di apprendisti paganti, che hanno impilato circa 1100 pneumatici, li hanno riempiti di terriccio raccolto nel posto e li hanno intonacati in modo da erigere la muratura. Il tutto sotto l’attenta supervisione di Ben Garratt e di Rosa Henderson (di Sculpted Earth), conosciuti da Gus in occasione del suo primo workshop a Christchurch.
Sarah lavorava part-time e intanto si occupava di preparare i pasti per coloro che erano impegnati sul cantiere al suo fianco. Gus, intanto, si occupava dei materiali e delle finiture.
Sarah lavorava part-time e intanto si occupava di preparare i pasti per coloro che erano impegnati sul cantiere al suo fianco. Gus, intanto, si occupava dei materiali e delle finiture.
Il lato sud della casa è scavato in un terrapieno, ed è stato edificato con vari strati di membrana impermeabile, che sono stati accuratamente inseriti tra il terreno e gli pneumatici in modo che non ci possano essere infiltrazioni di umidità. In conformità alla filosofia sposata dai due padroni di casa, prima di gettare il calcestruzzo, il vespaio è stato rivestito con valve di mitili (un tipo di rifiuto tipico di questa zona) e con ulteriori strati di membrana impermeabile.
Per le pareti interne, sono stati utilizzati mattoni in fango di seconda mano, avanzati dalla costruzione della casa di un amico di famiglia. Niente è rimasto inutilizzato: perfino i pezzi rotti sono stati salvati e mescolati in un intonaco usato poi per ricoprire le pareti.
Mobili fabbricati con pallet: Industrial Design NZ; mattoni in fango: Solid Earth
Per le pareti interne, sono stati utilizzati mattoni in fango di seconda mano, avanzati dalla costruzione della casa di un amico di famiglia. Niente è rimasto inutilizzato: perfino i pezzi rotti sono stati salvati e mescolati in un intonaco usato poi per ricoprire le pareti.
Mobili fabbricati con pallet: Industrial Design NZ; mattoni in fango: Solid Earth
Per raccogliere un numero di pneumatici sufficiente, Sarah e Gus hanno impiegato circa sei mesi: dopo settimane spese a guardare passare accanto al loro terreno un camion di copertoni, si sono decisi a parlare con il guidatore, che si recava spesso nella caffetteria della zona. Poi con lui hanno contrattato l’acquisto di gomme destinate alla discarica. Come tante altre persone che hanno contribuito al progetto, anche il camionista vi ha aderito con grande entusiasmo e ha procurato quattro misure diverse di pneumatici, ben felice di evitare che finissero in discarica.
Inutile dire che la cucina sarebbe diventata il cuore di questa abitazione. Oltre a una cucina alimentata con bombole a gas (l’unica forma di energia portata all’interno dell’edificio), i due padroni di casa hanno inserito una versione moderna delle vecchie cucine Aga-Rayburn, a cui, in inverno, è collegata una tubatura che riscalda l’acqua.
In questa casa c’è sempre una pentola di brodo sul fuoco, e gli ambienti sono così caldi che il riscaldamento rappresenta più che altro una questione psicologica legata all’idea di comfort.
Banconi e porte della cucina: NZ Totara; cucina: Classic Cookers; lavandino e rubinetti in rame: All Things Copper; lampadea sospensione: Mr Bead, di Mr Ralph; altri elementi in legno: Mac Direct
In questa casa c’è sempre una pentola di brodo sul fuoco, e gli ambienti sono così caldi che il riscaldamento rappresenta più che altro una questione psicologica legata all’idea di comfort.
Banconi e porte della cucina: NZ Totara; cucina: Classic Cookers; lavandino e rubinetti in rame: All Things Copper; lampadea sospensione: Mr Bead, di Mr Ralph; altri elementi in legno: Mac Direct
Le travi del soffitto sono di Natural Log Homes, una società dell’Isola del Sud che lavora con l’abete di Douglas del posto. Quando si è trattato di pensare al tetto, la progettista ha spiegato ai padroni di casa come funzionano i pannelli strutturali isolanti. Comunemente usate per le celle frigorifere industriali, queste strutture spesse 200 millimetri riuniscono in sé il metallo del tetto, un nucleo centrale isolante e un rivestimento interno di largo formato. Gus le descrive come “favolose” sia da installare che da tenere pulite.
Tetto di pannelli isolanti: Metalcraft Group
Tetto di pannelli isolanti: Metalcraft Group
Nonostante la grande efficienza energetica della costruzione, i padroni di casa desideravano darle un’atmosfera calda e confortevole: tutti i membri della famiglia, così come chiunque venga in visita, sono entusiasti del senso di grande intimità trasmesso.
Questa incisione Maori (chiamata pare) è stata sistemata sopra uno dei set di porte pieghevoli che troviamo all’esterno. È opera di Natanahira Pona, un incisore del distretto di Rotorua che l’anno scorso è stato selezionato per rappresentare Aotearoa (ovvero la Nuova Zelanda in lingua maori) alle celebrazioni del World Wood Day di Kathmandu.
I padroni di casa si sono rivolti a un esperto di impianti fotovoltaici, Jasper Campbell di Metalcraft Roofing per individuare la soluzione più adatta alla loro casa. Al momento non usano batterie per conservare l’eccesso di energia, che ritorna alla rete della società elettrica. I due non hanno ancora preso parte ad alcuno studio di monitoraggio e stanno ancora mettendo a punto il calcolo dei propri consumi, con il fermo obiettivo di portare a zero la bolletta mensile (che purtroppo attualmente ammonta a ben 46 euro al mese per oneri di allacciamento). Con questo obiettivo, nel frattempo, aggiornano tutti i dispositivi e tengono d’occhio i misuratori intelligenti e gli altri sistemi, che piano piano stanno diventando sempre più a portata di tasca.
Il camino è stato messo soltanto per bellezza, visto che la casa mantiene la stessa temperatura e rimane asciutta per tutto l’anno.
Camino: Woodsman
Il camino è stato messo soltanto per bellezza, visto che la casa mantiene la stessa temperatura e rimane asciutta per tutto l’anno.
Camino: Woodsman
Gus e Sarah spiegano che non hanno ancora finito di lavorare al loro sogno di sostenibilità. Il loro prossimo progetto è coprire il pavimento in cemento. Per motivi di budget e con l’inverno che arrivava, all’epoca della costruzione i due non hanno usato alcun rivestimento, preferendo la terra cruda. Al momento la coppia sta indagando sulle possibilità di costruire una propria fornace dove cuocere delle piastrelle realizzate con la terra del proprio terreno. Nel frattempo, il cemento, di un colore misto tra il nero, l’ossido di ferro e il chiazzato, si presta alla perfezione ad assorbire il calore del sole.
Sarah e gli amici sono andati a caccia di bottiglie per decorare le pareti, selezionando e tagliando con cura il vetro così da creare delle discrete zone di colore che vivacizzano le pareti attorno all’ingresso e al bagno della camera da letto matrimoniale. Le porte esagonali sono state realizzate su misura da Bob van Pearce.
Oltre a regalare atmosfere tropicali tutto l’anno, il giardino dell’atrio è una componente fondamentale dell’impianto idrico. L’acqua piovana è usata per cucinare e per bere, mentre le acque grigie della lavanderia e delle docce è filtrata nell’aiuola delle piante, che all’altezza dell’ingresso non è molto profonda, ma, a mano a mano che segue lo sviluppo della casa, aumenta di capienza.
Pietre di fiume e muschio di torba filtrano l’acqua (insieme a terriccio neozelandese arricchito con gusci di noci di cocco), mentre una piccola pompa di sentina rimette in circolazione l’acqua in un orto rialzato. Dopo che le acque grigie sono state utilizzate nei vasi igienici, le acque nere sono immesse in un impianto di allevamento di lombrichi all’interno di fosse settiche, che usa appunto i lombrichi e altri sistemi naturali per depurare le acque di scarico e renderle adatte alla fertilizzazione del terreno. Dopo questa filtrazione, l’acqua può tornare nella terra ed essere utilizzata per l’irrigazione dei bellissimi venti alberi del frutteto di casa.
Impianto di trattamento delle acque reflue: Natural Flow
Pietre di fiume e muschio di torba filtrano l’acqua (insieme a terriccio neozelandese arricchito con gusci di noci di cocco), mentre una piccola pompa di sentina rimette in circolazione l’acqua in un orto rialzato. Dopo che le acque grigie sono state utilizzate nei vasi igienici, le acque nere sono immesse in un impianto di allevamento di lombrichi all’interno di fosse settiche, che usa appunto i lombrichi e altri sistemi naturali per depurare le acque di scarico e renderle adatte alla fertilizzazione del terreno. Dopo questa filtrazione, l’acqua può tornare nella terra ed essere utilizzata per l’irrigazione dei bellissimi venti alberi del frutteto di casa.
Impianto di trattamento delle acque reflue: Natural Flow
La fotosintesi delle piante produce ossigeno, garantisce aria pulita e sana e un corretto livello di umidità tutto l’anno.
Tutte le camere da letto della casa affacciano sull’ingresso. Con un pizzico di fortuna, Sarah e Gus hanno scovato delle vecchie porte-finestre che erano state scartate in occasione della ristrutturazione di un bach, aggiungendo così un tocco di fascino e di storia alla loro casa.
La decorazione della parete che separa la camera matrimoniale dal bagno padronale è stata realizzata con amore da Sarah, con l’aiuto degli amici e dei suoi bambini.
Con l’idea di dare anche a questo ambiente il tocco naturale del resto della casa, per il pavimento e le pareti della cabina doccia Sarah ha trovato queste strepitose piastrelle in pietra, tutte diverse l’una dall’altra.
Usare materiali naturali laddove solitamente si usano plastica e smalti era un principio basilare dell’etica della coppia. Qui, il lavandino in legno pietrificato poggia su un mobile lavabo realizzato su misura con legno grezzo di riciclo.
Nell’assemblare le pareti decorate con il vetro, Sarah ha curato con grande attenzione la combinazione dei colori usati.
Il bagno principale, ritratto in questa foto, si apre su un giardino lussureggiante attraverso una parete molto particolare con tanto di porta esagonale costruita ad hoc e grande vetrata.
Le finiture delle pareti sono state realizzate con la tecnica decorativa del tadelakt, tipica del Marocco e del Nord Africa. Questo particolare tipo di calce, di antica tradizione, ha una grande resistenza all’acqua, che la rende perfetta per gli esterni e le zone umide del bagno. La superficie liscia e curva, nonché le tonalità naturali, in questa casa si combinano elegantemente con i mattoni in fango delle pareti degli altri ambienti. Il lavoro di lucidatura, durato tre giorni, ha rappresentato un’esercitazione pratica di grande soddisfazione.
Lavandino in pietra: Pacific Baths; pareti in calce Rockcote Marrakesh: Resene
Lavandino in pietra: Pacific Baths; pareti in calce Rockcote Marrakesh: Resene
Le camere dei bambini, che hanno dimensioni tali da poter ospitare una scrivania e uno spazio giochi, sono molto luminose grazie alle grandi vetrate dell’atrio.
Da queste stanze si gode una vista meravigliosa sulle montagne, grazie alle grandi vetrate spioventi. Per capire come realizzarle ci si sono messe un po’ di teste, e – racconta Gus – con l’aiuto di un produttore di vetrate come Metro Performance Glass è stata trovata la soluzione ai problemi causati dall’inclinazione delle parti in legno e dall’acqua piovana.
Fin dalla sua presentazione nella prima stagione della trasmissione televisiva Grand Designs, la casa ha attirato su di sé molta attenzione. Sarah e Gus hanno ricevuto molti elogi per avere ottenuto il supporto della loro autorità locale, il Thames Coromandel District Council. Entusiasti, i due padroni di casa sono arrivati a organizzare tour guidati della casa per i funzionari che si occupano di edilizia per vari altri entilocali.
I due affittano la casa anche su Airbnb quando partono per i loro viaggi estivi (un’estate Gus ha lavorato al Polo Sud con l’Antarctic Heritage Trust per la ristrutturazione del bivacco di Edmund Hillary). Come racconta Gus, la maggior parte delle persone non si capacita dell’assenza di inquinamento luminoso e resta incantata di fronte alla bellezza delle stelle nel cielo terso.
I due affittano la casa anche su Airbnb quando partono per i loro viaggi estivi (un’estate Gus ha lavorato al Polo Sud con l’Antarctic Heritage Trust per la ristrutturazione del bivacco di Edmund Hillary). Come racconta Gus, la maggior parte delle persone non si capacita dell’assenza di inquinamento luminoso e resta incantata di fronte alla bellezza delle stelle nel cielo terso.
Se è vero che Sarah e Gus non hanno risparmiato su impianti e finiture, Gus stima che la casa finita sia costata tra i 770 e i 900 euro al metro quadrato. L’innovativo impianto elettrico e idrico fa sì che i costi di gestione siano minimi. Ma ciò che rende profondamente felici i due padroni di casa è la qualità della vita nella loro Earthship: la sensazione confortevole di essere circondati dalla terra e da materiali naturali, così come un grande senso di solidità e l’idea di essere in contatto con le cose importanti. E poi i due sono già praticamente certi: per parecchi anni a venire aiuteranno un sacco di altre persone a costruire il proprio sogno Earthship.
Certificazione di Sostenibilità? Il Protocollo di ITACA Spiegato
Nella nostra rubrica Le Case di Houzz proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Certificazione di Sostenibilità? Il Protocollo di ITACA Spiegato
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ripeto con questi tipi di esempi e di vita.. viene solo voglia di mollare l'italia ed andare via....e trovare chi abbia voglia di realizzare un sogno del genere.. perchè da soli anche li non si va da nessuna parte.