Le 9 Parole del Giardinaggio che Devi Conoscere
I termini usati dai giardinieri sono tantissimi: sapere quelli fondamentali è importante. Prova a partire da questi!
Ogni attività che ha alla base una fortissima componente metodologica sviluppa una moltitudine di termini tecnici specifici, spesso oscuri a chi non la pratica.
Il giardinaggio non fa differenza, ma per fortuna i termini non sono difficili da capire né da ricordare, seppur un po’ di pazienza sia necessaria all’inizio.
Le parole del giardinaggio sono tantissime, specie per le operazioni colturali, tanto che per elencarle tutte occorrerebbe un’enciclopedia. Ne abbiamo considerate alcune davvero basilari, che ogni persona che si avvicina al giardino dovrebbe conoscere, utilissime per parlare con un professionista del verde. E una volta preso il via, il desiderio di saperne di più sarà sempre maggiore!
Il giardinaggio non fa differenza, ma per fortuna i termini non sono difficili da capire né da ricordare, seppur un po’ di pazienza sia necessaria all’inizio.
Le parole del giardinaggio sono tantissime, specie per le operazioni colturali, tanto che per elencarle tutte occorrerebbe un’enciclopedia. Ne abbiamo considerate alcune davvero basilari, che ogni persona che si avvicina al giardino dovrebbe conoscere, utilissime per parlare con un professionista del verde. E una volta preso il via, il desiderio di saperne di più sarà sempre maggiore!
2. Esposizione
Definisce l’esposizione al sole più gradita alle piante.
La maggior parte delle piante preferisce un’esposizione diretta, per poter eseguire la fotosintesi clorofilliana. Ma ci sono alcune piante che amano zone ombrose, anzi, al sole si bruciano (si chiamano sciafile).
Conoscere l’esposizione migliore per una pianta è un dato primario, tanto che spesso alcuni cartellini o cataloghi la indicano con dei simboli.
Può essere diretta (pieno sole), indiretta (mezz’ombra), filtrata (ad esempio dalla chioma di un albero o da un gazebo, una tettoia, ecc), a chiazze (sotto un albero dalla chioma aperta), parziale (per una parte del giorno la pianta è illuminata e per l’altra parte è in ombra), ombra, ombra totale.
Altrettanto usati, ma non sempre chiari, sono i punti cardinali (ad esempio “esposto a Est"), ma questo parametro non chiarisce la quantità di luce, né se sia diretta o meno.
Definisce l’esposizione al sole più gradita alle piante.
La maggior parte delle piante preferisce un’esposizione diretta, per poter eseguire la fotosintesi clorofilliana. Ma ci sono alcune piante che amano zone ombrose, anzi, al sole si bruciano (si chiamano sciafile).
Conoscere l’esposizione migliore per una pianta è un dato primario, tanto che spesso alcuni cartellini o cataloghi la indicano con dei simboli.
Può essere diretta (pieno sole), indiretta (mezz’ombra), filtrata (ad esempio dalla chioma di un albero o da un gazebo, una tettoia, ecc), a chiazze (sotto un albero dalla chioma aperta), parziale (per una parte del giorno la pianta è illuminata e per l’altra parte è in ombra), ombra, ombra totale.
Altrettanto usati, ma non sempre chiari, sono i punti cardinali (ad esempio “esposto a Est"), ma questo parametro non chiarisce la quantità di luce, né se sia diretta o meno.

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3. Drenaggio
È l’insieme dei materiali inerti che si posa alla base dei vasi o delle buche di piantagione. Serve a non far ristagnare l’acqua, cosa che sarebbe dannosissima per le piante (anche se alcune amano terreni zuppi e un po’ paludosi). Nei vasi è di cruciale importanza, e va evitata l’argilla espansa, che solitamente viene venduta proprio a questo scopo: in realtà non è un materiale adatto per il drenaggio poiché tende ad assorbire l’umidità.
Meglio utilizzare cocci di vaso, sassolini recuperati qua e là, sabbie inerti o ghiaia di pezzatura grossolana che si acquistano nei centri di giardinaggio e anche nei negozi di materiali edili.
Se coltivate in vaso, evitate i sottovasi, i serial killer del giardinaggio.
È l’insieme dei materiali inerti che si posa alla base dei vasi o delle buche di piantagione. Serve a non far ristagnare l’acqua, cosa che sarebbe dannosissima per le piante (anche se alcune amano terreni zuppi e un po’ paludosi). Nei vasi è di cruciale importanza, e va evitata l’argilla espansa, che solitamente viene venduta proprio a questo scopo: in realtà non è un materiale adatto per il drenaggio poiché tende ad assorbire l’umidità.
Meglio utilizzare cocci di vaso, sassolini recuperati qua e là, sabbie inerti o ghiaia di pezzatura grossolana che si acquistano nei centri di giardinaggio e anche nei negozi di materiali edili.
Se coltivate in vaso, evitate i sottovasi, i serial killer del giardinaggio.
4. Terriccio
Nessun terriccio industriale, nemmeno il più costoso e ben fatto, è lontanamente equiparabile al terriccio fatto in casa mischiando terra comune, sabbia, sfatticcio di foglie e compost, ammendanti con letame, cornunghia, panello di ricino, sfarinato di lupini, ecc.
La base del terriccio deve sempre essere quella del vostro giardino, a cui dovrete di volta in volta aggiungere ammendanti che lo rendano più o meno compatto per adattarsi alle esigenze delle piante.
Un terriccio a base argillosa o limosa gradirà un po’ di sabbia e ghiaia, mentre un terreno sabbioso chiede un’integrazione abbondante di compost, terriccio di foglie e letame.
Se avete un balcone o una terrazza, procuratevi qualche busta di terriccio da amici che hanno un giardino o raccoglietela in campagna, sotto qualche albero, facendo molta attenzione a rispettare le regole sulla raccolta di terra. La sede ARPA della vostra Regione potrà di certo aiutarvi.
Molti ammendanti di origine animale non sono usati da vegetariani e vegani: va benissimo, purché il terriccio sia morbido e nutrito.
Terricci e Terreni, Come Capire che Tipo di Terra Hai in Giardino
Nessun terriccio industriale, nemmeno il più costoso e ben fatto, è lontanamente equiparabile al terriccio fatto in casa mischiando terra comune, sabbia, sfatticcio di foglie e compost, ammendanti con letame, cornunghia, panello di ricino, sfarinato di lupini, ecc.
La base del terriccio deve sempre essere quella del vostro giardino, a cui dovrete di volta in volta aggiungere ammendanti che lo rendano più o meno compatto per adattarsi alle esigenze delle piante.
Un terriccio a base argillosa o limosa gradirà un po’ di sabbia e ghiaia, mentre un terreno sabbioso chiede un’integrazione abbondante di compost, terriccio di foglie e letame.
Se avete un balcone o una terrazza, procuratevi qualche busta di terriccio da amici che hanno un giardino o raccoglietela in campagna, sotto qualche albero, facendo molta attenzione a rispettare le regole sulla raccolta di terra. La sede ARPA della vostra Regione potrà di certo aiutarvi.
Molti ammendanti di origine animale non sono usati da vegetariani e vegani: va benissimo, purché il terriccio sia morbido e nutrito.
Terricci e Terreni, Come Capire che Tipo di Terra Hai in Giardino
5. Torba
La torba è una sostanza fibrosa che si ottiene per decomposizione di sostanze vegetali in ambienti privi di ossigeno. È praticamente indispensabile in giardino per le semine e molte altre attività, e nessuno è ancora riuscito a sostituirla. Purtroppo la torba non è rinnovabile e la sua estrazione ha impoverito in modo deplorevole interi ecosistemi, sia da un punto di vista vegetale che faunistico. Se riuscite a usarla solo sporadicamente sarà certamente un beneficio per l’ambiente.
La torba è una sostanza fibrosa che si ottiene per decomposizione di sostanze vegetali in ambienti privi di ossigeno. È praticamente indispensabile in giardino per le semine e molte altre attività, e nessuno è ancora riuscito a sostituirla. Purtroppo la torba non è rinnovabile e la sua estrazione ha impoverito in modo deplorevole interi ecosistemi, sia da un punto di vista vegetale che faunistico. Se riuscite a usarla solo sporadicamente sarà certamente un beneficio per l’ambiente.
6. Barbatella
È una talea con un apparato radicale visibile, ma di piccolissime proporzioni. Le radici appaiono come una sorta di barbetta bianca, da cui il nome. Sono spesso vendute singolarmente o in stock, in contenitori alveolari o sfuse. Al grosso dettaglio spesso vengono vendute in vasi pieni di perlite (un materiale inerte).
È una talea con un apparato radicale visibile, ma di piccolissime proporzioni. Le radici appaiono come una sorta di barbetta bianca, da cui il nome. Sono spesso vendute singolarmente o in stock, in contenitori alveolari o sfuse. Al grosso dettaglio spesso vengono vendute in vasi pieni di perlite (un materiale inerte).
7. Colletto e conca alluvionale
Il colletto è il punto in cui la pianta entra dentro il terreno. Non è un punto morfologicamente fisso (come l’ascella foliare o la gemma, ad esempio), ma si sviluppa nella crescita. Il colletto deve rimanere sempre all’altezza del terreno. Non va interrato, specie per le piantine nate da seme. Alcune piante gradiscono essere rincalzate periodicamente e altre hanno bisogno di una buona pacciamatura che copra anche il colletto; altre ancora, invece, vogliono respirare di più e l’interramento del colletto le porterebbe a marcire.
È un punto sensibile perché l’acqua che vi si deposita, se eccessiva, può produrre marciumi, che sono sempre letali.
Nel caso degli alberi, la conca alluvionale, cioè la piccola trincea che si scava perché l’acqua vi si raccolga, deve tenere conto dell’altezza del colletto, quindi deve essere scavata in modo che questo ne rimanga fuori.
Il colletto è il punto in cui la pianta entra dentro il terreno. Non è un punto morfologicamente fisso (come l’ascella foliare o la gemma, ad esempio), ma si sviluppa nella crescita. Il colletto deve rimanere sempre all’altezza del terreno. Non va interrato, specie per le piantine nate da seme. Alcune piante gradiscono essere rincalzate periodicamente e altre hanno bisogno di una buona pacciamatura che copra anche il colletto; altre ancora, invece, vogliono respirare di più e l’interramento del colletto le porterebbe a marcire.
È un punto sensibile perché l’acqua che vi si deposita, se eccessiva, può produrre marciumi, che sono sempre letali.
Nel caso degli alberi, la conca alluvionale, cioè la piccola trincea che si scava perché l’acqua vi si raccolga, deve tenere conto dell’altezza del colletto, quindi deve essere scavata in modo che questo ne rimanga fuori.
8. Portamento
I diversi termini che definiscono come una pianta si sviluppa sono in genere poco noti e spesso ignorati, eppure sono molto indicativi di cosa possiamo aspettarci da una pianta.
facciamo alcuni esempi:
I diversi termini che definiscono come una pianta si sviluppa sono in genere poco noti e spesso ignorati, eppure sono molto indicativi di cosa possiamo aspettarci da una pianta.
facciamo alcuni esempi:
- Eretto: che tende verso l’alto, in genere poco ampio;
- Espanso: tendente sia verso l’alto che in orizzontale; se si dice di un cespuglio ci si può attendere a maturità una forma a cupola o tondeggiante;
- Pulvinato: che forma un basso cuscino di vegetazione;
- Strisciante o prostrato: che serpeggia sul terreno, in genere formando stoloni (i rami laterali) che radicano;
- Decombente: che ha la propensione a ricadere, ma non sempre forma stoloni dai rami o dai fusti che toccano il terreno. Le piante decombenti sono molto usate nelle composizioni in vaso;
- Rampicante, scadente o avvolgente: indicano l’attitudine ad arrampicarsi su muri o altri sostegni, tramite parti prensili, come viticci o piccole ventose o avvolgendosi ai sostegni o semplicemente sostenendosi con i fusti o spine ( ad esempio le rose rampicanti);
- Cespitoso: che ha un cespo erbaceo basale da cui si dipartono fogliame e steli fioriferi;
- Fastigiato: si dice di una chioma affusolata e svettante (ad esempio quella del cipresso);
- Conico: i rami laterali bassi sono più ampi, è il portamento tipico delle conifere;
- Acaule: ha un fusto così piccolo che sembra che il fogliame nasca direttamente dal terreno.
9. Microterme e macroterme (cool season e warm season)
Termini molto cari agli amanti del tappeto erboso, dei prati e dei meadow o praterie, sono due parole poco note e che possono infastidire chi si approccia al prato. L’etimologia latina ci aiuta a comprenderle velocemente: le microterme sono quelle graminacee da prato che hanno una crescita maggiore con le temperature più basse (ovviamente non quando gela!), e le macroterme sviluppano meglio e di più con temperature più alte.
Gli anglofoni le hanno definite cool season e warm season, in modo molto più comprensibile e immediato.
Questa storia è stata pubblicata il 18 luglio 2018 e poi aggiornata
Raccontaci: ti è servita questa piccola guida alla scoperta delle parole del giardinaggio? C’è qualche altro termine che non conosci e vuoi sapere cosa significa? Scrivi le tue domande, opinioni e pensieri nei commenti, lo spazio sotto l’articolo è a tua disposizione!
Termini molto cari agli amanti del tappeto erboso, dei prati e dei meadow o praterie, sono due parole poco note e che possono infastidire chi si approccia al prato. L’etimologia latina ci aiuta a comprenderle velocemente: le microterme sono quelle graminacee da prato che hanno una crescita maggiore con le temperature più basse (ovviamente non quando gela!), e le macroterme sviluppano meglio e di più con temperature più alte.
Gli anglofoni le hanno definite cool season e warm season, in modo molto più comprensibile e immediato.
Questa storia è stata pubblicata il 18 luglio 2018 e poi aggiornata
Raccontaci: ti è servita questa piccola guida alla scoperta delle parole del giardinaggio? C’è qualche altro termine che non conosci e vuoi sapere cosa significa? Scrivi le tue domande, opinioni e pensieri nei commenti, lo spazio sotto l’articolo è a tua disposizione!
Con questo termine ci si riferisce non tanto al luogo geografico in cui si vive, ma al clima e al microclima in cui si coltiva il proprio giardino.
Sebbene sia un paese piuttosto piccolo, in Italia il clima è molto variabile a causa della lunga linea di coste e della forma della penisola.
Riconoscere la zona climatica del tuo giardino è fondamentale perché consente di coltivare le piante che vi si adattano. Molte piante soffrono il caldo o muoiono con il freddo, altre hanno un ventaglio molto più ampio di resistenza a variazioni di temperatura.