Terricci e Terreni, Come Capire che Tipo di Terra Hai in Giardino
Acido, argilloso, sabbioso, calcareo o umoso? Scopri com’è il tuo terreno con piccoli esperimenti domestici
La composizione e la struttura di un terreno sono una questione complessa, specie perché variano anche a distanza di pochi metri, tanto che non è raro che molti giardini, anche piccoli, abbiano tre o quattro tipi di terreno diverso. Le analisi approfondite che ogni caso richiederebbe sono molto costose, perciò in questa guida cercheremo di capire i diversi tipi di terricci e terreni grazie al tatto e a semplici osservazioni domestiche.
Il terreno è ovviamente quello che calpestiamo, mentre il terriccio è ciò che otteniamo da decomposizioni di scarti organici, oppure quello che compriamo al garden centre, ma si definisce genericamente “terriccio” anche il substrato che utilizziamo per riempire le buche di piantagione.
Come orientarsi, sia per chi ha un giardino e sia per chi un balcone o una terrazza?
Il terreno è ovviamente quello che calpestiamo, mentre il terriccio è ciò che otteniamo da decomposizioni di scarti organici, oppure quello che compriamo al garden centre, ma si definisce genericamente “terriccio” anche il substrato che utilizziamo per riempire le buche di piantagione.
Come orientarsi, sia per chi ha un giardino e sia per chi un balcone o una terrazza?
Autovalutazione della composizione del proprio terreno
Raccogli una pallottola di terra e bagnala poco, stringila nel palmo e lavorala un po’ nella mano. Se rimane integra il terreno è argilloso, se tende a scompattarsi è di tessitura media, se invece la pallina si sfalda subito è tendenzialmente sabbioso.
Esegui anche un altro test quando il risultato è argilloso: sempre con la stessa pallina prova a creare una sorta di mega spaghetto del diametro di un centimetro circa, eventualmente aggiungendo terra. Più lungo riesci a farlo senza che si rompa, più il terreno è argilloso.
L’argilla tende a trattenere l’acqua in inverno, diventando fangosa, e a spaccarsi in estate, ma al contempo trattiene anche molte sostanze e minerali. Un terreno molto argilloso va ammendato con sabbia e pietrisco di pezzatura medio-fine. Se è anche chiaro, allora è povero di sostanze nutritive e va arricchito con compost, letame e altre sostanze organiche. Al contrario il terreno sabbioso va arricchito con generose dosi di compost e letame.
Raccogli una pallottola di terra e bagnala poco, stringila nel palmo e lavorala un po’ nella mano. Se rimane integra il terreno è argilloso, se tende a scompattarsi è di tessitura media, se invece la pallina si sfalda subito è tendenzialmente sabbioso.
Esegui anche un altro test quando il risultato è argilloso: sempre con la stessa pallina prova a creare una sorta di mega spaghetto del diametro di un centimetro circa, eventualmente aggiungendo terra. Più lungo riesci a farlo senza che si rompa, più il terreno è argilloso.
L’argilla tende a trattenere l’acqua in inverno, diventando fangosa, e a spaccarsi in estate, ma al contempo trattiene anche molte sostanze e minerali. Un terreno molto argilloso va ammendato con sabbia e pietrisco di pezzatura medio-fine. Se è anche chiaro, allora è povero di sostanze nutritive e va arricchito con compost, letame e altre sostanze organiche. Al contrario il terreno sabbioso va arricchito con generose dosi di compost e letame.
La torba: un problema
La torba è una sostanza che deriva da decomposizioni di materiali organici in ambiente privo di ossigeno. Il risultato è una sostanza fibrosa e spugnosa, in grado di trattenere molto bene l’acqua. La torba è insostituibile per molte attività legate al giardinaggio, specie la semina, ma la sua estrazione è gravemente dannosa per l’ecosistema e provoca drastiche diminuzioni di popolazioni di uccelli e mammiferi che vivono nei pressi delle torbiere. Essendo una risorsa non facilmente rinnovabile, di solito si supplisce con fibra di cocco, che comunque non la può sostituire completamente.
Inoltre la torba è poco carica di nutrienti, ma è molto leggera, perciò viene messa in eccessive quantità nei terricci commerciali. La torba conserva la sua elasticità se annaffiata con regolarità, altrimenti diventa un blocco duro come la pietra (in Irlanda si costruivano le case con mattoni di torba).
La torba è una sostanza che deriva da decomposizioni di materiali organici in ambiente privo di ossigeno. Il risultato è una sostanza fibrosa e spugnosa, in grado di trattenere molto bene l’acqua. La torba è insostituibile per molte attività legate al giardinaggio, specie la semina, ma la sua estrazione è gravemente dannosa per l’ecosistema e provoca drastiche diminuzioni di popolazioni di uccelli e mammiferi che vivono nei pressi delle torbiere. Essendo una risorsa non facilmente rinnovabile, di solito si supplisce con fibra di cocco, che comunque non la può sostituire completamente.
Inoltre la torba è poco carica di nutrienti, ma è molto leggera, perciò viene messa in eccessive quantità nei terricci commerciali. La torba conserva la sua elasticità se annaffiata con regolarità, altrimenti diventa un blocco duro come la pietra (in Irlanda si costruivano le case con mattoni di torba).
Il terriccio soffice e lavorato
I terreni migliori sono quelli che hanno una buona parte d’argilla, ma anche una componente sabbiosa e umosa, cioè ricca di sostanze in grado di far crescere bene le piante.
Spesso occorre un lavoro di anni per ottenere un terreno soffice e morbido. Nel tempo si forma un aggregato dalla tessitura fine e omogenea, facile da lavorare, con qualche piccolo sassolino qua e là.
Se il colore è di un bel marrone scuro, caldo, probabilmente va già bene così, ma se è un marrone incerto, come in foto, meglio proseguire con l’arricchimento di sostanza organica.
I terreni migliori sono quelli che hanno una buona parte d’argilla, ma anche una componente sabbiosa e umosa, cioè ricca di sostanze in grado di far crescere bene le piante.
Spesso occorre un lavoro di anni per ottenere un terreno soffice e morbido. Nel tempo si forma un aggregato dalla tessitura fine e omogenea, facile da lavorare, con qualche piccolo sassolino qua e là.
Se il colore è di un bel marrone scuro, caldo, probabilmente va già bene così, ma se è un marrone incerto, come in foto, meglio proseguire con l’arricchimento di sostanza organica.
Terreni acidi e pH
In natura esistono molti terreni tendenti a una reazione acida. Sicuramente avrai sentito parlare del pH del terreno, ma cos’è? In breve è un sistema per misurare l’acidità di una soluzione di acqua e terra, anche se tecnicamente indica quanti ioni H+ sono presenti nella soluzione. Si può fare anche in casa con la cartina tornasole, pur tenendo conto che un esame così generico non può essere affidabile al cento per cento.
Basta mettere un po’ di terra in un barattolo chiuso e versare acqua distillata (pH neutro, 7), agitare, lasciare riposare le particelle, immergere la cartina e confrontare con i valori scritti sull’etichetta. Il range migliore per la maggior parte delle piante è compreso tra 6 e 7.
Dal punto di vista del giardiniere, i terreni acidi sono adattissimi per la coltivazione di eriche, calluna, rododendri, camelie, ortensie e molte altre piante. In vaso si dovrà optare per un sacchetto di terriccio specifico per acidofile ed eseguire irrigazioni con acqua riposata e periodiche somministrazioni di sequestrene e solfato ferroso. Il terriccio andrebbe sostituito ogni due anni al massimo.
In natura esistono molti terreni tendenti a una reazione acida. Sicuramente avrai sentito parlare del pH del terreno, ma cos’è? In breve è un sistema per misurare l’acidità di una soluzione di acqua e terra, anche se tecnicamente indica quanti ioni H+ sono presenti nella soluzione. Si può fare anche in casa con la cartina tornasole, pur tenendo conto che un esame così generico non può essere affidabile al cento per cento.
Basta mettere un po’ di terra in un barattolo chiuso e versare acqua distillata (pH neutro, 7), agitare, lasciare riposare le particelle, immergere la cartina e confrontare con i valori scritti sull’etichetta. Il range migliore per la maggior parte delle piante è compreso tra 6 e 7.
Dal punto di vista del giardiniere, i terreni acidi sono adattissimi per la coltivazione di eriche, calluna, rododendri, camelie, ortensie e molte altre piante. In vaso si dovrà optare per un sacchetto di terriccio specifico per acidofile ed eseguire irrigazioni con acqua riposata e periodiche somministrazioni di sequestrene e solfato ferroso. Il terriccio andrebbe sostituito ogni due anni al massimo.
Terra di bosco, terriccio di foglie, compost e bokashi
Il compost e il bokashi, così come il terriccio di foglie non sono considerati terricci veri e propri, ma “ammendanti”, cioè sostanze con cui si può migliorare la tessitura del terreno o arricchirlo.
Il compost non va usato puro (dipende anche dal suo stato di maturazione), ma è sempre bene aggiungere pietrisco fine o sabbia. Mentre può essere usato come copertura attorno ad alberi e arbusti anche a un grado di maturazione non perfetto.
La terra di bosco è pregiatissima ed è sottoposta a vincoli: non si può raccogliere. Se avete la fortuna di avere un boschetto privato potete prelevarne un po’, ma considerate che tende a compattare molto, quindi va lavorata con pietrisco fine.
Il bokashi è una tecnica giapponese che consente di “digerire” anche scarti animali e va fatta in appositi contenitori, ideale per single e famiglie che producono poco organico.
Il compost e il bokashi, così come il terriccio di foglie non sono considerati terricci veri e propri, ma “ammendanti”, cioè sostanze con cui si può migliorare la tessitura del terreno o arricchirlo.
Il compost non va usato puro (dipende anche dal suo stato di maturazione), ma è sempre bene aggiungere pietrisco fine o sabbia. Mentre può essere usato come copertura attorno ad alberi e arbusti anche a un grado di maturazione non perfetto.
La terra di bosco è pregiatissima ed è sottoposta a vincoli: non si può raccogliere. Se avete la fortuna di avere un boschetto privato potete prelevarne un po’, ma considerate che tende a compattare molto, quindi va lavorata con pietrisco fine.
Il bokashi è una tecnica giapponese che consente di “digerire” anche scarti animali e va fatta in appositi contenitori, ideale per single e famiglie che producono poco organico.
Terreni umosi
Si dice in modo generico che un terreno è umoso quando è ricco di tutti quei microrganismi che consentono un eccellente rapporto tra il terreno e la pianta, attraverso le radici.
Un terreno troppo umoso però tende a inzupparsi molto e va mescolato a compost o sfatticcio di foglie, aggiungendo, all’occorrenza sabbia.
Si dice in modo generico che un terreno è umoso quando è ricco di tutti quei microrganismi che consentono un eccellente rapporto tra il terreno e la pianta, attraverso le radici.
Un terreno troppo umoso però tende a inzupparsi molto e va mescolato a compost o sfatticcio di foglie, aggiungendo, all’occorrenza sabbia.
Piante sentinella
Alcune piante spontanee o invadenti possono aiutare a rivelare la composizione del terreno, ad esempio l’equiseto e il Lythrum junceum (in foto) indicano un terreno compatto, quasi paludoso, poco areato, adatto a un bog garden. Le ortiche indicano un terreno lavorato con buona quantità di azoto, così come i papaveri, mentre la camomilla un terreno sabbioso e secco.
Altro
Il Compost Casalingo: Cos’è, Come Prepararlo e Utilizzarlo
E ora, a te la parola! Hai mai analizzato la terra del tuo giardino? Acquisti il terriccio o lo autoproduci? Se hai altre domande lo spazio qui sotto è a tua disposizione!
Alcune piante spontanee o invadenti possono aiutare a rivelare la composizione del terreno, ad esempio l’equiseto e il Lythrum junceum (in foto) indicano un terreno compatto, quasi paludoso, poco areato, adatto a un bog garden. Le ortiche indicano un terreno lavorato con buona quantità di azoto, così come i papaveri, mentre la camomilla un terreno sabbioso e secco.
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Diciamocelo, è la via più facile. Un sacchetto di terra a 5-10 euro, leggero e facile da trasportare in spalla per riempire le balconette, et voilà!
Ma a meno di non acquistare terricci di livello professionale, quelli in busta sono in genere poveri di sostanze nutritive e ricchi di sostanze torbose che li rendono leggeri e quindi facilmente trasportabili, e capaci di inzupparsi molto. Se non annaffiati costantemente perdono elasticità, diventando una zolla impermeabile e dura.
Il consiglio è di provvedere da sé al proprio terriccio con piccole compostiere da balcone o con il secchio bokashi (uno speciale contenitore giapponese per il compostaggio), e se non si ha il giardino, di chiedere qualche sacchetto di terra agli amici. Oppure ci si può informare presso le sedi ambientaliste più vicine per sapere dove è possibile raccogliere terra e sabbia in ambiente aperto.