Il Raffrescamento a Pavimento Funziona? I Consigli degli Esperti
I professionisti di Houzz spiegano pro e contro e costi del raffrescamento a pavimento
Quanto ne sai del raffrescamento a pavimento? Se infatti siamo tutti abbastanza preparati sul riscaldamento a pavimento, il raffrescamento è meno noto anche se funziona in modo analogo, facendo scorrere acqua alla temperatura di 12-16 °C nelle serpentine sotto il pavimento e regalando così alle stanze un ambiente fresco. Utilizzando, quindi, il medesimo impianto installato per il riscaldamento a pavimento, è possibile avere anche un’alternativa ai più classici ventilatori e godere così in casa di una temperatura confortevole e omogenea.
In questo Ideabook intervistiamo tre professionisti di Houzz che spiegano nei dettagli che cos’è, come funziona, qual è l’importanza di un buona termoregolazione e i costi collegati. E rispondono alle domande più comuni sul raffrescamento a pavimento: crea condensa? Va bene se ho il parquet? Funziona davvero? Crea più problemi che confort? E, sopratutto, quanto costa?
Consigli professionali di:
Federico Censi, responsabile commerciale area termica di Be Next, Roma
Alessandro Losco e Gaetano Lotrecchiano, ingegnere e architetto di Suite, Avellino
Architetto Tommaso Giunchi, Milano
Trova un professionista su Houzz
In questo Ideabook intervistiamo tre professionisti di Houzz che spiegano nei dettagli che cos’è, come funziona, qual è l’importanza di un buona termoregolazione e i costi collegati. E rispondono alle domande più comuni sul raffrescamento a pavimento: crea condensa? Va bene se ho il parquet? Funziona davvero? Crea più problemi che confort? E, sopratutto, quanto costa?
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Federico Censi, responsabile commerciale area termica di Be Next, Roma
Alessandro Losco e Gaetano Lotrecchiano, ingegnere e architetto di Suite, Avellino
Architetto Tommaso Giunchi, Milano
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Come andrebbe impostata la temperatura dell’acqua?
La temperatura dell’acqua – abbiamo detto – va dai 12 ai 16 °C circa: come viene regolata? «La temperatura dell’acqua che circola nelle tubazioni deve rincorrere la temperatura di rugiada, ovvero quella temperatura limite in funzione dell’umidità dell’ambiente che ci permette di non innescare la condensa superficiale. Questo può avvenire soltanto con un sistema di termoregolazione avanzato che possa, appunto, in funzione della temperatura esterna, della temperatura interna e dal tasso di umidità degli ambienti, regolare i gradi con precisione», spiega Lotrecchiano.
La temperatura dell’acqua – abbiamo detto – va dai 12 ai 16 °C circa: come viene regolata? «La temperatura dell’acqua che circola nelle tubazioni deve rincorrere la temperatura di rugiada, ovvero quella temperatura limite in funzione dell’umidità dell’ambiente che ci permette di non innescare la condensa superficiale. Questo può avvenire soltanto con un sistema di termoregolazione avanzato che possa, appunto, in funzione della temperatura esterna, della temperatura interna e dal tasso di umidità degli ambienti, regolare i gradi con precisione», spiega Lotrecchiano.

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A proposito della condensa, è un rischio reale?
La condensa superficiale delle superfici può essere una conseguenza del raffrescamento a pavimento, se al sistema non si abbina un sistema di termoregolazione e un deumidificatore.
Questa condensa superficiale si può notare in corrispondenza, per esempio, del collettore di distribuzione di tutti i tubi dell’impianto, quindi sul pavimento. Come se fosse un velo di rugiada simile a quello che si nota sulla bottiglia in vetro dell’acqua fredda quando viene messa sulla tavola. Al tatto ci si bagna, inoltre può essere pericolosa perché fa scivolare.
I sensori per l’umidità, affermano Censi e Losco, fanno parte dell’impianto ed è bene installarli in ogni ambiente, a maggior ragione in quelli soggetti a condizioni particolari: per esempio un soggiorno in cui si pranza in tante persone, le camere da letto in cui si dorme con porta chiusa e dove anche con il solo respiro sale il livello di umidità.
La condensa superficiale delle superfici può essere una conseguenza del raffrescamento a pavimento, se al sistema non si abbina un sistema di termoregolazione e un deumidificatore.
Questa condensa superficiale si può notare in corrispondenza, per esempio, del collettore di distribuzione di tutti i tubi dell’impianto, quindi sul pavimento. Come se fosse un velo di rugiada simile a quello che si nota sulla bottiglia in vetro dell’acqua fredda quando viene messa sulla tavola. Al tatto ci si bagna, inoltre può essere pericolosa perché fa scivolare.
I sensori per l’umidità, affermano Censi e Losco, fanno parte dell’impianto ed è bene installarli in ogni ambiente, a maggior ragione in quelli soggetti a condizioni particolari: per esempio un soggiorno in cui si pranza in tante persone, le camere da letto in cui si dorme con porta chiusa e dove anche con il solo respiro sale il livello di umidità.
A questo proposito interviene Giunchi: «Con un sistema di raffrescamento a pavimento, è impensabile non posizionare un umidificatore che toglie l’umidità dalle stanze (se ne occupa chi installa il sistema di raffreddamento). Se l’ambiente è grande, anche 100-150 m², uno è sufficiente. In genere non viene previsto in ambienti piccoli, come un bagnetto. Qui, però, nei periodi caldi, può verificarsi la condensa: per questo motivo io consiglio il raffrescamento a pavimento solo in ambienti molto grandi o, per esempio, in un attico. Lo eviterei, invece, in una casa con tante stanze, a meno che venga messo in ognuna un umidificatore».
Esistono altri contro? E quali sono i pro?
La condensa, spiegano gli esperti, è l’unico contro di questa tipologia di raffrescamento. E a riguardo Giunchi aggiunge: «Ipotizziamo di vivere in una casa con un open space al piano terra e la zona notte con due camere e due bagni al secondo piano: è possibile realizzare un impianto raffrescamento solo su un livello. Nulla vieta anche di avere un sistema di raffrescamento a pavimento solo su un piano e un sistema di riscaldamento a pavimento in tutta l’abitazione».
E precisa: «La serpentina è sempre la stessa: gli stessi tubi che portano l’acqua calda in inverno portano l’acqua fredda in estate. Basterebbe una pompa di calore aria-acqua invertibile per fare sia fresco che caldo>>.
Alla domanda, quali sono i vantaggi? I pro rispondono all’unisono: il comfort. «Pensiamo a una cantina fresca e non umida o a una casa in montagna d’estate. A differenza dei sistemi ad aria, il sistema a pavimento interagisce con le pareti e il soffitto, sfruttando l’inerzia di queste superfici che per irraggiamento assorbono anche il calore del nostro corpo», puntualizza l’ingegnere Losco.
La condensa, spiegano gli esperti, è l’unico contro di questa tipologia di raffrescamento. E a riguardo Giunchi aggiunge: «Ipotizziamo di vivere in una casa con un open space al piano terra e la zona notte con due camere e due bagni al secondo piano: è possibile realizzare un impianto raffrescamento solo su un livello. Nulla vieta anche di avere un sistema di raffrescamento a pavimento solo su un piano e un sistema di riscaldamento a pavimento in tutta l’abitazione».
E precisa: «La serpentina è sempre la stessa: gli stessi tubi che portano l’acqua calda in inverno portano l’acqua fredda in estate. Basterebbe una pompa di calore aria-acqua invertibile per fare sia fresco che caldo>>.
Alla domanda, quali sono i vantaggi? I pro rispondono all’unisono: il comfort. «Pensiamo a una cantina fresca e non umida o a una casa in montagna d’estate. A differenza dei sistemi ad aria, il sistema a pavimento interagisce con le pareti e il soffitto, sfruttando l’inerzia di queste superfici che per irraggiamento assorbono anche il calore del nostro corpo», puntualizza l’ingegnere Losco.
Dal punto di vista energetico, inoltre, c’è un altro vantaggio: l’impegno energetico medio per un sistema di raffrescamento a pavimento rispetto ai sistemi ad aria varia tra il 30 ed il 50% in meno. «Un sistema di raffrescamento a pavimento può essere integrato, oltre che con pompe di calore aria/acqua, anche con sistemi geotermici a bassa entalpia (pompe di calore acqua-acqua) e, nel caso in cui si potesse sfruttare l’acqua da pozzo (e questa avesse una temperatura tra i 12 e 16 °C) si potrebbe fare il freecooling estivo (un sistema di “raffreddamento libero” che sfrutta la sola differenza di temperatura con l’ambiente esterno)», conclude l’ingegnere.
Si adatta a ogni pavimento?
Sì, il pavimento radiante per il raffrescamento può essere installato sotto ogni tipologia di pavimenti, anche il parquet. «In questo caso – spiega Censi – serve una specifica tipologia di massetto che riesca a contenere i valori di resistenza termica: ad esempio i pavimenti in legno con spessore superiore ai 2 cm hanno tempi di risposta più lenti: il professionista deve conoscere questi parametri per poi impostare correttamente il sistema». Attenzione, raccomandano gli intervistati, di far asciugare bene il massetto prima della posa del pavimento.
Sì, il pavimento radiante per il raffrescamento può essere installato sotto ogni tipologia di pavimenti, anche il parquet. «In questo caso – spiega Censi – serve una specifica tipologia di massetto che riesca a contenere i valori di resistenza termica: ad esempio i pavimenti in legno con spessore superiore ai 2 cm hanno tempi di risposta più lenti: il professionista deve conoscere questi parametri per poi impostare correttamente il sistema». Attenzione, raccomandano gli intervistati, di far asciugare bene il massetto prima della posa del pavimento.
Quanto costa?
I costi per il raffrescamento a pavimento sono inversamente proporzionali alla superficie in cui si interviene. Possono variare anche in base alla tipologia (esistono diversi sistemi di raffrescamento che si differiscono per il tipo di materiale utilizzato per realizzarli) e per il tipo di sistema termoregolazione-deumidificazione, ma in genere oscillano tra i 150 e i 200 al m². Non incide invece sul costo il tipo di pavimento.
Questa storia è stata pubblicata il 18 maggio 2019 e poi aggiornata
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10 Domande sul Riscaldamento a Pavimento Fatte agli Esperti
I costi per il raffrescamento a pavimento sono inversamente proporzionali alla superficie in cui si interviene. Possono variare anche in base alla tipologia (esistono diversi sistemi di raffrescamento che si differiscono per il tipo di materiale utilizzato per realizzarli) e per il tipo di sistema termoregolazione-deumidificazione, ma in genere oscillano tra i 150 e i 200 al m². Non incide invece sul costo il tipo di pavimento.
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Cos’è e come funziona?
Il raffrescamento a pavimento è un sistema radiante per la climatizzazione. Sotto il pavimento vengono installati dei tubi che vengono poi collegati a una pompa di calore e, tramite irraggiamento, raffrescano.
L’ingegnere Alessandro Losco precisa: «Il raffrescamento radiante a pavimento sfrutta il medesimo principio del riscaldamento, cioè l’irraggiamento. Negli impianti radianti a pavimento (o a soffitto o anche a parete) l’acqua passa a una temperatura che varia solitamente tra i 12 e i 16 °C circa, in funzione dell’umidità interna presente nell’abitazione. La temperatura della superficie fredda, infatti, va costantemente rapportata al grado di vapore acqueo disciolto nell’aria dell’ambiente trattato, per evitare il fenomeno della condensa superficiale delle superfici fredde».
I professionisti, infatti, ricordano che – per il corretto funzionamento di un impianto di climatizzazione radiante – è importante verificare la temperatura e l’umidità che viene costantemente monitorata dal sistema di gestione e regolazione dell’impianto.
In genere queste informazioni vengono registrate dalla centralina principale che, a sua volta, provvede, in funzione dei valori rilevati, a regolare la temperatura dell’acqua e gestire anche il funzionamento degli deumidificatori. La principale differenza con un normale termostato riguarda quindi il confronto con l’umidità.
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