Design dal Mondo: 9 Famiglie in una Bella (e Bucolica) Fattoria
Un tour internazionale tra le fattorie di appassionati agricoltori e allevatori che raccontano le loro esperienze di vita di campagna
Per gli amanti della frenesia cittadina, vivere in una fattoria potrebbe non essere allettante, ma per chi è in cerca di aria pura e viste mozzafiato, e ambisce a uno stile di vita basato sui ritmi delle stagioni e sul rispetto per la natura, potrebbe rappresentare un vero e proprio paradiso. Queste nove famiglie vivono e lavorano in aziende agricole sparse in tutto il mondo – dall’agriturismo tra montagne trentine ai pascoli nelle campagne ondeggianti della Nuova Inghilterra – e si dedicano alle loro passioni campestri: coltivare frutta e verdura, produrre formaggio tradizionale, preparare il pane, allevare il bestiame e produrre miele; spesso utilizzando il bagaglio di conoscenze tramandate da una generazione all’altra. In questo Ideabook condividono con noi le loro storie e ci danno un assaggio della loro vita bucolica.
Questo articolo fa parte di una serie internazionale che coinvolge tutte le redazioni Houzz nel mondo e racconta come gli stili di vita e il paese in cui si vive influiscano sul design della casa.
Questo articolo fa parte di una serie internazionale che coinvolge tutte le redazioni Houzz nel mondo e racconta come gli stili di vita e il paese in cui si vive influiscano sul design della casa.
Cosa producono: «La nostra coltura principale è il riso», racconta Erika. «Coltiviamo anche ortaggi, che vengono consumati qui o venduti in via diretta ad alcuni ristoranti. Una nostra specialità è la doibunkona, una varietà di spinaci (nella foto) tipicamente coltivata in questa regione».
Chi fa cosa: «Gestire una fattoria è parecchio impegnativo. Ognuno di noi si occupa di tutte le attività necessarie», spiega Erika.
Una giornata tipo: «Dipende dalla stagione, ma di solito ci svegliamo al sorgere del sole e ci rechiamo nella fattoria», dice Erika. «Facciamo colazione insieme e poi ognuno di noi inizia a svolgere i propri compiti: coltivare i campi, imballare gli alimenti per la consegna e così via. Dopo pranzo si lavora fino a sera e intorno alle 18:30 si cena. La domenica e il lunedì apriamo il ristorante nel Kudo e serviamo piatti a base del nostro raccolto».
Chi fa cosa: «Gestire una fattoria è parecchio impegnativo. Ognuno di noi si occupa di tutte le attività necessarie», spiega Erika.
Una giornata tipo: «Dipende dalla stagione, ma di solito ci svegliamo al sorgere del sole e ci rechiamo nella fattoria», dice Erika. «Facciamo colazione insieme e poi ognuno di noi inizia a svolgere i propri compiti: coltivare i campi, imballare gli alimenti per la consegna e così via. Dopo pranzo si lavora fino a sera e intorno alle 18:30 si cena. La domenica e il lunedì apriamo il ristorante nel Kudo e serviamo piatti a base del nostro raccolto».
Cosa ama del vivere qui: «Quando abbiamo trovato l’immobile il suo stato era in condizioni fatiscenti, perché qualcuno aveva provato invano a smantellarlo per ricostruirlo in un altro sito», racconta Erika, immortalata nella foto con Hiroki (al centro) e il marito Yuji (a destra). «Il tetto, i pilastri portanti e i rivesimenti in metallo ondulato erano sopravvissuti, ma il pavimento e le pareti erano stati completamente demoliti. Difatti l’edificio veniva utilizzato come recinto per il bestiame. Così lo abbiamo ristrutturato, grazie all’aiuto dei nostri amici e vicini di casa. Durante la creazione delle pareti in terracotta abbiamo trascorso dei bellissimi momenti, quindi siamo particolarmente affezionati a questi elementi».
2. Agriturismo immerso in un incantevole paesaggio, nel Trentino
Chi ci abita e se ne prende cura: Maria Giovanna (Gianna) Tavernaro, 58 anni (nella foto), con il marito; le figlie Rita Cemin e Lucia Cemin, entrambe di circa 30 anni, e durante i mesi estivi anche i nipoti
Dove: Val Canali, una valle vicino al paese di Siror, in provincia di Trento, circondata dalle Pale di San Martino nelle Dolomiti, patrimonio dell’Unesco
Anno di costruzione: 1935
Gianna Tavernaro vive fin da quanto è bambina in questa graziosa malga: una piccola fattoria tipica delle Alpi, realizzata per lo più in pietra e legno che serve da luogo di ristoro per i pastori nel periodo estivo. Qui la famiglia alleva anatre, capre, galline, cani, mucche e conigli e produce formaggio. Negli anni ‘80 Gianna ha deciso di aprire le porte della fattoria agli escursionisti in cerca di un rifugio per riposare e mangiare.
Chi ci abita e se ne prende cura: Maria Giovanna (Gianna) Tavernaro, 58 anni (nella foto), con il marito; le figlie Rita Cemin e Lucia Cemin, entrambe di circa 30 anni, e durante i mesi estivi anche i nipoti
Dove: Val Canali, una valle vicino al paese di Siror, in provincia di Trento, circondata dalle Pale di San Martino nelle Dolomiti, patrimonio dell’Unesco
Anno di costruzione: 1935
Gianna Tavernaro vive fin da quanto è bambina in questa graziosa malga: una piccola fattoria tipica delle Alpi, realizzata per lo più in pietra e legno che serve da luogo di ristoro per i pastori nel periodo estivo. Qui la famiglia alleva anatre, capre, galline, cani, mucche e conigli e produce formaggio. Negli anni ‘80 Gianna ha deciso di aprire le porte della fattoria agli escursionisti in cerca di un rifugio per riposare e mangiare.
Cosa producono: con il latte delle proprie mucche, la famiglia produce, tra le altre cose, anche la tosela, un tipo di formaggio ampiamente utilizzato nella cucina tradizionale del Trentino.
Chi fa cosa: Gianna si prende cura degli animali, mentre le figlie si occupano della preparazione delle pietanze.
Chi fa cosa: Gianna si prende cura degli animali, mentre le figlie si occupano della preparazione delle pietanze.
Una giornata tipo: Gianna e le figlie si svegliano presto per dare da mangiare agli animali e controllare lo stato di maturazione del formaggio. Poi iniziano a cucinare sia per sé stesse sia per i visitatori occasionali e gli escursionisti di passaggio. «Nel corso degli anni l’agriturismo è diventato molto famoso, tanto da ricevere abitualmente ospiti soprattutto durante la stagione estiva, ma mai di domenica in quanto preferiamo stare esclusivamente tra di noi», spiega Gianna.
Cosa ama del vivere qui: «Questa fattoria è la mia casa», afferma Gianna. «Mi piace perché rappresenta un pezzo del mio cuore e buona parte della mia storia personale. Ogni singolo oggetto è legato alla mia vita. Quando qualcuno viene qui in visita, voglio che entri in contatto con la nostra storia di gente di montagna».
In questa foto sono immortalate le figlie di Gianna, Lucia (a sinistra) e Rita, e il nipote Giacomo.
Visita la malga di Gianna
In questa foto sono immortalate le figlie di Gianna, Lucia (a sinistra) e Rita, e il nipote Giacomo.
Visita la malga di Gianna
3. Fattoria biologica e caseificio artigianale, in Svezia
Chi ci abita e se ne prende cura: Yvonne Edlund, 57 anni, con il marito Hans Edlund, 63 anni, e le figlie, Elin Edlund, 37 anni, e Cecilia Edlund, 27 anni
Dove: Karl-Ivar Gården, Väddö, a Nord di Stoccolma, Svezia
Anno di costruzione: inizio del XIX secolo, per opera degli antenati di Hans
Yvonne e Hans Edlund vivono nella fattoria del bisnonno di Hans dagli anni Settanta e hanno deciso di trasformarla in un’azienda agricola nel 2005.
Chi ci abita e se ne prende cura: Yvonne Edlund, 57 anni, con il marito Hans Edlund, 63 anni, e le figlie, Elin Edlund, 37 anni, e Cecilia Edlund, 27 anni
Dove: Karl-Ivar Gården, Väddö, a Nord di Stoccolma, Svezia
Anno di costruzione: inizio del XIX secolo, per opera degli antenati di Hans
Yvonne e Hans Edlund vivono nella fattoria del bisnonno di Hans dagli anni Settanta e hanno deciso di trasformarla in un’azienda agricola nel 2005.
Cosa producono: «Nel caseificio produciamo burro, yogurt e sette tipi diversi di formaggio, utilizzando esclusivamente il latte delle nostre 80 mucche ruspanti», spiega Elin, immortalata in questa foto (a destra) con il padre Hans, la sorella Cecilia e la madre Yvonne. «Lavoriamo il formaggio a mano, proprio come ai vecchi tempi. I formaggi sono posti in tini, che vengono ruotati manualmente in modo da ottenere la giusta forma e permettere lo spurgo del siero. Il siero di latte viene poi riutilizzato per alimentare le mucche, un processo quindi completamente sostenibile. Prima erano presenti numerose aziende lattiere nella zona e gli allevatori si recavano in città per vendere il latte. Ora, però, ne sono rimaste solo due».
«Coltiviamo tutto il foraggio per le mucche nel nostro terreno, al fine di evitare la spedizione tramite camion costosi e nocivi per l’ambiente», spiega Hans. «Sono appassionato di agricoltura biologica e durante l’estate organizzo delle escursioni per portare i visitatori in giro per i pascoli a bordo del trattore e fargli vedere da dove proviene il latte».
«Coltiviamo tutto il foraggio per le mucche nel nostro terreno, al fine di evitare la spedizione tramite camion costosi e nocivi per l’ambiente», spiega Hans. «Sono appassionato di agricoltura biologica e durante l’estate organizzo delle escursioni per portare i visitatori in giro per i pascoli a bordo del trattore e fargli vedere da dove proviene il latte».
Chi fa cosa: «Per creare un’azienda come questa ci siamo dovuti specializzare in diverse aree», spiega Elin. «Prima lavoravo nel settore alberghiero, ma ho cambiato carriera e ora sono responsabile del caseificio. Mia sorella Cecilia e il suo fidanzato, Johan, si occupano di gestire gli ordini e la contabilità; Papà si reca a Stoccolma per vendere il nostro formaggio ai ristoranti, e la mamma controlla l’intero processo».
Una giornata tipo: «Le nostre giornate iniziano alle 5:30 del mattino, d’altronde tutti i produttori di latte devono svegliarsi presto», spiega Hans. «L’azienda è diventata una meta rinomata per le gite di famiglia e in estate lavoriamo fino a sera, secondo gli orari di apertura previsti per i visitatori. Un momento importante dell’anno è il trasferimento delle mucche al pascolo all’inizio dell’estate, quando vengono lasciate libere all’aria aperta dopo essere state chiuse nella stalla durante tutto l’inverno – e sì, impazziscono alla vista e al profumo dell’erba!».
Cosa amano del vivere qui: «Sono stata in grado di costruire l’abitazione per me e i miei figli accanto alla fattoria originaria», dice Elin. «È una casa a due piani, di 187 m² e con quattro camere da letto. Per le facciate abbiamo deciso di mantenere lo stesso stile della vecchia fattoria».
Una giornata tipo: «Le nostre giornate iniziano alle 5:30 del mattino, d’altronde tutti i produttori di latte devono svegliarsi presto», spiega Hans. «L’azienda è diventata una meta rinomata per le gite di famiglia e in estate lavoriamo fino a sera, secondo gli orari di apertura previsti per i visitatori. Un momento importante dell’anno è il trasferimento delle mucche al pascolo all’inizio dell’estate, quando vengono lasciate libere all’aria aperta dopo essere state chiuse nella stalla durante tutto l’inverno – e sì, impazziscono alla vista e al profumo dell’erba!».
Cosa amano del vivere qui: «Sono stata in grado di costruire l’abitazione per me e i miei figli accanto alla fattoria originaria», dice Elin. «È una casa a due piani, di 187 m² e con quattro camere da letto. Per le facciate abbiamo deciso di mantenere lo stesso stile della vecchia fattoria».
4. Famiglia allargata e frutteto di drupacee, in Australia
Chi ci abita e se ne prende cura: John Christie, 68 anni, con la moglie Patricia Christie (soprannominata Trish), 65 anni; il figlio Nathan Christie, 38 anni, immortalato nella foto con la moglie Jaime Christie, 38 anni, e i figli, Kirra, Mitchel e Byran (rispettivamente di 12, 10 e 5 anni); e la madre di Jaime, Lyn Luxford, 66 anni
Dove: Canoelands, a nord di Sydney, Australia
Anno di costruzione: 1923
Chi ci abita e se ne prende cura: John Christie, 68 anni, con la moglie Patricia Christie (soprannominata Trish), 65 anni; il figlio Nathan Christie, 38 anni, immortalato nella foto con la moglie Jaime Christie, 38 anni, e i figli, Kirra, Mitchel e Byran (rispettivamente di 12, 10 e 5 anni); e la madre di Jaime, Lyn Luxford, 66 anni
Dove: Canoelands, a nord di Sydney, Australia
Anno di costruzione: 1923
La fattoria, fondata dal nonno di John, oggi è gestita dalla seconda e terza generazione. «Mio marito e mio suocero hanno vissuto e lavorato qui per tutta la loro vita», racconta Jaime. «Ora l’azienda agricola è gestita da me e Nathan, ma John e Trish sono ancora molto coinvolti in ogni attività. Mia madre è venuta a vivere con noi sei anni fa, quando mio padre morì. In questa foto si può vedere la sua abitazione, costruita nel 2006. La nostra casa si trova dietro ed è stata costruita negli anni Ottanta, mentre la casa di John e Trish, realizzata negli anni Trenta, si trova a 250 metri di distanza. Il frutteto si estende su entrambi i lati e circonda le nostre abitazioni».
Cosa producono: «Pesche, susine, maracuja, pomodori e albicocche, e nei prossimi 12 mesi coltiveremo anche cachi, fichi e mirtilli», spiega Jaime. «Le drupacee (susine, albicocche e pesche) sono i nostri raccolti principali, ma produciamo anche miele. Abbiamo iniziato a inserire alveari per favorire l’impollinazione delle prugne e poi il miele ha assunto un ruolo importante della nostra attività».
«Canoelands e le zone circostanti sono tra i più grandi produttori di frutta del paese da oltre 100 anni, e la nostra azienda opera già da 93 anni. Le pratiche agricole sono cambiate parecchio nel corso del tempo, molti dei frutteti originari sono attivi ancora oggi, anche se stanno diventando più sporadici vicino alla città», racconta Jaime. Anche sua figlia Kirra (ritratta in questa foto) si diletta a contribuire alle attività agricole della famiglia.
«Canoelands e le zone circostanti sono tra i più grandi produttori di frutta del paese da oltre 100 anni, e la nostra azienda opera già da 93 anni. Le pratiche agricole sono cambiate parecchio nel corso del tempo, molti dei frutteti originari sono attivi ancora oggi, anche se stanno diventando più sporadici vicino alla città», racconta Jaime. Anche sua figlia Kirra (ritratta in questa foto) si diletta a contribuire alle attività agricole della famiglia.
Chi fa cosa: Trish (nella foto al centro) e Lyn (a destra) gestiscono lo spaccio aziendale e si occupano dell’imbottigliamento ed etichettamento del miele. Nathan si dedica alla raccolta dei frutti e della legna, ed è responsabile della falciatura e delle gite in trattore. John si occupa di buona parte del lavoro agricolo e contribuisce a organizzare le gite in trattore, si dedica all’allevamento delle api e della smielatura e lavora nel capannone adibito a magazzino. Jaime (a sinistra), gestisce il magazzino, la contabilità, le prenotazioni e la comunicazione dell’azienda e qualche volta aiuta in negozio. Anche i bambini aiutano la famiglia nelle varie attività. «Se necessario, coinvolgiamo altre persone esterne per la raccolta e il confezionamento dei prodotti o per la vendida diretta», dice Jaime. «Ora i bambini sono tutti a scuola, per cui gestisco la raccolta con Lyn e Trish, a seconda delle esigenze quotidiane. Lyn, inoltre, aiuta Byran a fare i compiti e pulisce la mia casa ogni settimana».
Una giornata tipo: «Durante i mesi di maggiore raccolta delle drupacee, a novembre e dicembre, iniziamo a lavorare alle 6:30 del mattino e finiamo intorno alle 17:30. In questo periodo raccogliamo circa 12 bancali di frutta da vendere al mercato», spiega Jaime. «In altri periodi dell’anno ci occupiamo dell’estrazione del miele, prepariamo le prugne secche e coltiviamo gli ortaggi. Durante i mesi invernali tagliamo, vendiamo e consegnamo legna da ardere – facciamo sempre lavori diversi!».
Cosa ama del vivere qui: «La campagna intorno a noi e la vicinanza costante di tutta la famiglia», afferma Jaime. «In più, avere a disposizione un camino corona il tutto!»
Guarda la galleria di foto su questa fattoria a gestione familiare
Una giornata tipo: «Durante i mesi di maggiore raccolta delle drupacee, a novembre e dicembre, iniziamo a lavorare alle 6:30 del mattino e finiamo intorno alle 17:30. In questo periodo raccogliamo circa 12 bancali di frutta da vendere al mercato», spiega Jaime. «In altri periodi dell’anno ci occupiamo dell’estrazione del miele, prepariamo le prugne secche e coltiviamo gli ortaggi. Durante i mesi invernali tagliamo, vendiamo e consegnamo legna da ardere – facciamo sempre lavori diversi!».
Cosa ama del vivere qui: «La campagna intorno a noi e la vicinanza costante di tutta la famiglia», afferma Jaime. «In più, avere a disposizione un camino corona il tutto!»
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5. Serra di famiglia con vasta scelta di frutta e verdura, in Germania
Chi ci abita e se ne prende cura: Franz Kling, 54 anni, con sua moglie Christa, i loro figli, tra cui Katharina (ritratta qui con il padre); e i genitori di Franz, Franz e Maria
Dove: Grassau, Baviera, Germania
Anno di costruzione: 1958
L’azienda agricola Gärtnerei Kling è stata creata dai genitori di Franz. «Hanno avviato l’attività due anni prima che nascessi», racconta. «Io e i miei due fratelli, così come i nostri figli, abbiamo vissuto e lavorato nella serra fin dalla tenera età».
Cosa producono: «Da sempre produciamo nella nostra serra un’ampia varietà di frutta e verdura», afferma Franz. «Mi occupo personalmente di gestire l’attività dal 1994 e da allora produciamo solo per la vendita diretta nei mercati della Baviera. Siamo in grado di offrire una vasta gamma di prodotti e abbiamo alcune varietà particolarmente antiche e tipiche della zona».
Chi ci abita e se ne prende cura: Franz Kling, 54 anni, con sua moglie Christa, i loro figli, tra cui Katharina (ritratta qui con il padre); e i genitori di Franz, Franz e Maria
Dove: Grassau, Baviera, Germania
Anno di costruzione: 1958
L’azienda agricola Gärtnerei Kling è stata creata dai genitori di Franz. «Hanno avviato l’attività due anni prima che nascessi», racconta. «Io e i miei due fratelli, così come i nostri figli, abbiamo vissuto e lavorato nella serra fin dalla tenera età».
Cosa producono: «Da sempre produciamo nella nostra serra un’ampia varietà di frutta e verdura», afferma Franz. «Mi occupo personalmente di gestire l’attività dal 1994 e da allora produciamo solo per la vendita diretta nei mercati della Baviera. Siamo in grado di offrire una vasta gamma di prodotti e abbiamo alcune varietà particolarmente antiche e tipiche della zona».
Chi fa cosa: «Christa e io siamo i principali contadini: io lavoro nei campi, mentre lei si occupa del negozio e dell’ufficio; ed entrambi andiamo al mercato degli agricoltori locali», afferma Franz. «I miei genitori lavorano ancora con noi, nonostante mio padre abbia 77 anni e mia madre 80. I nostri figli vivono e lavorano in zona, e danno una mano in caso di necessità. Mia figlia Katharina, ad esempio, lavora molto spesso nel piccolo negozio di famiglia dove vendiamo i nostri prodotti».
Una giornata tipo: «Le attività della serra sono strutturate con precisione per tutta la settimana. Dal lunedì al mercoledì siamo occupati con la semina e la raccolta dei prodotti da vendere, dal giovedì al sabato andiamo nei mercati degli agricoltori. Inoltre, abbiamo un piccolo spaccio agricolo vicino alla nostra serra e alla nostra casa aperto dal 1986. Uno dei grandi vantaggi di lavorare e vivere qui è la sua ubicazione a Chiemgau, nel’Alta Baviera: ci permette di trascorrere il tempo libero tra le montagne circostanti o di andare nel lago vicino dopo il lavoro».
Una giornata tipo: «Le attività della serra sono strutturate con precisione per tutta la settimana. Dal lunedì al mercoledì siamo occupati con la semina e la raccolta dei prodotti da vendere, dal giovedì al sabato andiamo nei mercati degli agricoltori. Inoltre, abbiamo un piccolo spaccio agricolo vicino alla nostra serra e alla nostra casa aperto dal 1986. Uno dei grandi vantaggi di lavorare e vivere qui è la sua ubicazione a Chiemgau, nel’Alta Baviera: ci permette di trascorrere il tempo libero tra le montagne circostanti o di andare nel lago vicino dopo il lavoro».
Cosa ama del vivere qui: «La nostra casa dispone di ampie finestre e stanze luminose che creano un legame armonioso tra interno ed esterno».
Scopri altre foto di questo progetto
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6. Dedicarsi alla pastorizia, negli Stati Uniti
Chi ci abita e se ne prende cura: Kristin Nicholas e Mark Duprey con la figlia Julia Nicholas Duprey, 17 anni; in più ci sono Winston, un cane da montagna dei Pirenei, Kate e Ness, entrambi border collie, 25 galline, 7 gatti, l’asino Eeyore e il lama Jeremy
Dove: Contea di Franklin, Massachusetts, Stati Uniti
Anno di costruzione: 1751
Poco dopo essersi sposati, Kristin Nicholas e Mark Duprey hanno deciso di trasferirsi dal Massachusetts orientale e tornare alle radici agricole di Duprey. Da allora sono passati 31 anni. «Sono un’artista, autrice e blogger e mio marito ha una propria attività, così inizialmente ci siamo interessati alle pecore perché mi piace utilizzare la lana per realizzare le mie opere d’arte. Inoltre Mark ama gli animali e coltivare la terra», racconta Kristin. «Proviene da una famiglia di contadini da quattro generazioni, quindi le sue radici agricole sono molto forti. Abbiamo comprato quattro pecore prima che ci sposassimo. Mia madre scherzando dice: «Alcune persone ricevono un anello di fidanzamento, mentre Kristin ha avuto quattro pecore!». La quantità di pecore che fanno parte del loro gregge varia costantemente, ma se prima del 2009 avevano circa 100 pecore, ora ne hanno diverse centinaia.
Chi ci abita e se ne prende cura: Kristin Nicholas e Mark Duprey con la figlia Julia Nicholas Duprey, 17 anni; in più ci sono Winston, un cane da montagna dei Pirenei, Kate e Ness, entrambi border collie, 25 galline, 7 gatti, l’asino Eeyore e il lama Jeremy
Dove: Contea di Franklin, Massachusetts, Stati Uniti
Anno di costruzione: 1751
Poco dopo essersi sposati, Kristin Nicholas e Mark Duprey hanno deciso di trasferirsi dal Massachusetts orientale e tornare alle radici agricole di Duprey. Da allora sono passati 31 anni. «Sono un’artista, autrice e blogger e mio marito ha una propria attività, così inizialmente ci siamo interessati alle pecore perché mi piace utilizzare la lana per realizzare le mie opere d’arte. Inoltre Mark ama gli animali e coltivare la terra», racconta Kristin. «Proviene da una famiglia di contadini da quattro generazioni, quindi le sue radici agricole sono molto forti. Abbiamo comprato quattro pecore prima che ci sposassimo. Mia madre scherzando dice: «Alcune persone ricevono un anello di fidanzamento, mentre Kristin ha avuto quattro pecore!». La quantità di pecore che fanno parte del loro gregge varia costantemente, ma se prima del 2009 avevano circa 100 pecore, ora ne hanno diverse centinaia.
Cosa producono: La fattoria Leyden Glen vende agnelli da pascolo nei mercati di agricoltori locali ad Amherst e Northampton ogni martedì e sabato. L’appezzamento comprende 22 ettari di terreno e ospita circa 250 pecore da allevamento che pascolano entro 2.000 ettari dalla fattoria.
L’azienda produce anche fieno: «Mark ha un grande trattore per falciare il fieno e poi imballarlo», dice Kristin. «Le pecore pascolano liberamente da aprile a novembre, poi le spostiamo nella stalla dove trascorrono il periodo da dicembre a marzo e mangiano il fieno raccolto durante l’estate. A gennaio nascono gli agnellini, che vengono svezzati in tempo per pascolare con il gregge ad aprile. Quando si vive in un allevamento di pecore, il ritmo è molto ciclico – anno dopo anno ci si chiede: «Di cosa hanno bisogno gli animali in questo determinato periodo dell’anno?».
«Il territorio della Nuova Inghilterra è particolarmente adatto per allevare le pecore, perché è collinoso e cresce buona erba», afferma Kristin. «Gli allevamenti in questa zona risalgono al XIIX secolo ed è conosciuta per le numerose aziende agricole». Durante l’espansione degli Stati Uniti gli allevatori di pecore si sono mossi verso ovest per occupare gli appezzamenti. Tuttavia, il numero di aziende agricole con gli anni è diminuito e oggi le pecore della famiglia pascolano sul terreno dei loro vicini di casa, i quali invece non ne possiedono più.
L’azienda produce anche fieno: «Mark ha un grande trattore per falciare il fieno e poi imballarlo», dice Kristin. «Le pecore pascolano liberamente da aprile a novembre, poi le spostiamo nella stalla dove trascorrono il periodo da dicembre a marzo e mangiano il fieno raccolto durante l’estate. A gennaio nascono gli agnellini, che vengono svezzati in tempo per pascolare con il gregge ad aprile. Quando si vive in un allevamento di pecore, il ritmo è molto ciclico – anno dopo anno ci si chiede: «Di cosa hanno bisogno gli animali in questo determinato periodo dell’anno?».
«Il territorio della Nuova Inghilterra è particolarmente adatto per allevare le pecore, perché è collinoso e cresce buona erba», afferma Kristin. «Gli allevamenti in questa zona risalgono al XIIX secolo ed è conosciuta per le numerose aziende agricole». Durante l’espansione degli Stati Uniti gli allevatori di pecore si sono mossi verso ovest per occupare gli appezzamenti. Tuttavia, il numero di aziende agricole con gli anni è diminuito e oggi le pecore della famiglia pascolano sul terreno dei loro vicini di casa, i quali invece non ne possiedono più.
Chi fa cosa: Mark si dedica all’allevamento delle pecore, dal cibo alla cura della loro salute. Kristin gestisce la vendita delle carni e i rapporti con i mercati degli allevatori. La figlia Giulia li aiuta nella vendita, si diletta a dare da mangiare al bestiame e gioca con gli agnellini nel periodo invernale.
Una giornata tipo: «Fortunatamente non dobbiamo alzarci troppo presto al mattino e possiamo iniziare la nostra giornata al sorgere del sole», dice Kristin. «In estate le pecore non hanno bisogno di tante cure. Ci svegliamo, le guardiamo pascolare nei campi e ci accertiamo che siano felici. Poi decidiamo come proseguire la giornata e a quali attività dedicarci. Mark controlla i pascoli, si assicura che nessuna pecora sia bloccata in un recinto e che ci sia cibo a sufficienza per tutte. In realtà è un po’ difficile descrivere la nostra “giornata tipica” perché ogni giorno è diverso in base alle necessità, tant’è vero che il nostro motto è: “Qualunque sia l’emergenza più urgente, questa ha la priorità” – come nel caso in cui si rompa il trattore!».
«Durante l’inverno dobbiamo prenderci cura dei piccoli, quindi la nostra giornata lavorativa è molto diversa rispetto al periodo estivo: controlliamo gli agnellini appena nati, li spostiamo in appositi recinti insieme alle madri e ci assicuriamo che stiano bene. Tra le attività principali vi è quella di mettere il fieno di fronte agli animali due o tre volte al giorno».
Cosa ama del vivere qui: «La storia: penso sempre alle persone che hanno vissuto qui nel corso degli ultimi 250 anni», dice Kristin. «Mi chiedo come abbiano fatto a costruire questo edificio completamente a mano». Descrivendo le altre cose che le piacciono, Kristin aggiunge: «Amo il portico, sotto il quale d’estate sorseggiamo il caffè ogni mattina mentre osserviamo fuori le pecore al pascolo; il grande lavello della fattoria – così profondo che nasconde tutti i piatti sporchi; le vecchie finestre con i vetri antichi, dalle tonalità lilla, verde e blu; e la finestra della cucina, dalla quale posso guardare le galline che razzolano nell’aia».
Guarda tutte le foto di questa fattoria
Una giornata tipo: «Fortunatamente non dobbiamo alzarci troppo presto al mattino e possiamo iniziare la nostra giornata al sorgere del sole», dice Kristin. «In estate le pecore non hanno bisogno di tante cure. Ci svegliamo, le guardiamo pascolare nei campi e ci accertiamo che siano felici. Poi decidiamo come proseguire la giornata e a quali attività dedicarci. Mark controlla i pascoli, si assicura che nessuna pecora sia bloccata in un recinto e che ci sia cibo a sufficienza per tutte. In realtà è un po’ difficile descrivere la nostra “giornata tipica” perché ogni giorno è diverso in base alle necessità, tant’è vero che il nostro motto è: “Qualunque sia l’emergenza più urgente, questa ha la priorità” – come nel caso in cui si rompa il trattore!».
«Durante l’inverno dobbiamo prenderci cura dei piccoli, quindi la nostra giornata lavorativa è molto diversa rispetto al periodo estivo: controlliamo gli agnellini appena nati, li spostiamo in appositi recinti insieme alle madri e ci assicuriamo che stiano bene. Tra le attività principali vi è quella di mettere il fieno di fronte agli animali due o tre volte al giorno».
Cosa ama del vivere qui: «La storia: penso sempre alle persone che hanno vissuto qui nel corso degli ultimi 250 anni», dice Kristin. «Mi chiedo come abbiano fatto a costruire questo edificio completamente a mano». Descrivendo le altre cose che le piacciono, Kristin aggiunge: «Amo il portico, sotto il quale d’estate sorseggiamo il caffè ogni mattina mentre osserviamo fuori le pecore al pascolo; il grande lavello della fattoria – così profondo che nasconde tutti i piatti sporchi; le vecchie finestre con i vetri antichi, dalle tonalità lilla, verde e blu; e la finestra della cucina, dalla quale posso guardare le galline che razzolano nell’aia».
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7. Casa familiare in una fattoria di montagna, in Spagna
Chi ci abita e se ne prende cura: Astrid Lema Jiménez, 27 anni, suo marito, Isidoro Mayo, 49 anni, e durante i mesi estivi anche la cugina di Astrid, Keila, 10 anni
Dove: Folgueirón, Principato delle Asturie, Spagna
Astrid Lema Jiménez è cresciuta a Barcellona, ma ha sempre sognato di diventare una contadina. Così quattro anni fa si è trasferita a Folgueirón, nella casa dove vivevano i suoi nonni, i quali erano appunto agricoltori. Ora si guadagna da vivere vendendo uova, formaggio di capra e pane fatto in casa nei mercati dei villaggi vicini.
Chi ci abita e se ne prende cura: Astrid Lema Jiménez, 27 anni, suo marito, Isidoro Mayo, 49 anni, e durante i mesi estivi anche la cugina di Astrid, Keila, 10 anni
Dove: Folgueirón, Principato delle Asturie, Spagna
Astrid Lema Jiménez è cresciuta a Barcellona, ma ha sempre sognato di diventare una contadina. Così quattro anni fa si è trasferita a Folgueirón, nella casa dove vivevano i suoi nonni, i quali erano appunto agricoltori. Ora si guadagna da vivere vendendo uova, formaggio di capra e pane fatto in casa nei mercati dei villaggi vicini.
Cosa producono: «Possediamo circa 60.000 metri quadrati di terreno, nel quale alleviamo capre, galline e polli», dice Astrid. «Produciamo il formaggio più gustoso che si possa immaginare e abbiamo un sacco di uova. Raccolgo anche le ortiche, molto diffuse in questa regione piovosa, per realizzare zuppe e unguenti naturali casalinghi. Preparo quotidianamente il pane e i bollos preñaos, un piatto tradizionale della zona a base di pane farcito con chorizo (salsiccia tipica della penisola iberica)». Nella sua ricetta Astrid usa il chorizo di Otur, un piccolo villaggio vicino. Questo piatto viene consumato accompagnato dal sidro, soprattutto durante le festività di primavera ed estate nelle regioni settentrionali della Spagna, come le Asturie, Cantabria e La Rioja.
In questa foto è ritratta Keila, la cugina di Astrid.
Chi fa cosa: «Inforno il pane, raccolgo le uova, lavo e nutro gli animali. Inoltre, almeno una volta alla settimana, preparo il nostro gustoso formaggio di capra».
In questa foto è ritratta Keila, la cugina di Astrid.
Chi fa cosa: «Inforno il pane, raccolgo le uova, lavo e nutro gli animali. Inoltre, almeno una volta alla settimana, preparo il nostro gustoso formaggio di capra».
Una giornata tipo: «Mi sveglio alle 4:30 per scaldare il forno e preparare il pane e i bollos preñaos», racconta Astrid. «Quando sono pronti riempio alcuni cesti e mi reco a Luarca in sella al mio asino, chiamato Turca. Consegno buona parte dei miei prodotti al panificio del paese e vendo le rimanenze nei villaggi circostanti. Nel pomeriggio, sempre insieme a Turca, vado a raccogliere pino, eucalipto e tronchi di tasso in modo da aver abbastanza legna per cuocere il pane la mattina successiva».
Cosa ama del vivere qui: «Mi piace vivere qui per via di tutti gli animali che ci circondano: volpi, cervi, uccelli rapaci… È come vivere in un documentario televisivo sulla fauna selvatica».
Cosa ama del vivere qui: «Mi piace vivere qui per via di tutti gli animali che ci circondano: volpi, cervi, uccelli rapaci… È come vivere in un documentario televisivo sulla fauna selvatica».
8. Fattoria e pensione, in Russia
Chi ci abita e se ne prende cura: Vladimir Novikov, 46 anni, con la moglie e i loro quattro figli
Dove: 130 km a sud di Mosca, regione di Tula, Russia
Tutto è cominciato quando Vladimir Novikov ha lasciato l’università – studiava nell’Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali (MGIMO) – e si è trasferito nella regione di Tula. «I miei antenati provengono da Kashira, e credo di aver sentito il bisogno di tornare nella mia terra d’origine», racconta Novikov. «Mi sono rivolto al comune locale e, insieme a mio padre, abbiamo acquistato un lotto di 100 ettari di terreno in un villaggio isolato e privo di elettricità. Ci siamo trasferiti in un ex container e abbiamo iniziato a coltivare la terra. Tuttavia abbiamo avuto alcune difficoltà a causa delle frequenti alluvioni. Durante la vendita della nostra prima raccolta di cavoli abbiamo conosciuto il capo del distretto di Zaoksky e abbiamo contrattato per acquistare un altro appezzamento. Quest’ultimo ha una superficie di soli 2 ettari, ma in realtà il raccolto è risultato decisamente più abbondante».
Chi ci abita e se ne prende cura: Vladimir Novikov, 46 anni, con la moglie e i loro quattro figli
Dove: 130 km a sud di Mosca, regione di Tula, Russia
Tutto è cominciato quando Vladimir Novikov ha lasciato l’università – studiava nell’Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali (MGIMO) – e si è trasferito nella regione di Tula. «I miei antenati provengono da Kashira, e credo di aver sentito il bisogno di tornare nella mia terra d’origine», racconta Novikov. «Mi sono rivolto al comune locale e, insieme a mio padre, abbiamo acquistato un lotto di 100 ettari di terreno in un villaggio isolato e privo di elettricità. Ci siamo trasferiti in un ex container e abbiamo iniziato a coltivare la terra. Tuttavia abbiamo avuto alcune difficoltà a causa delle frequenti alluvioni. Durante la vendita della nostra prima raccolta di cavoli abbiamo conosciuto il capo del distretto di Zaoksky e abbiamo contrattato per acquistare un altro appezzamento. Quest’ultimo ha una superficie di soli 2 ettari, ma in realtà il raccolto è risultato decisamente più abbondante».
Non appena ha avviato la costruzione della fattoria, il pastore locale ha chiesto quando avrebbero aperto una sala da tè. «Ho scoperto che esisteva una caffetteria in questo territorio – così è nata l’idea di costruire un club e un ristorante», racconta Vladimir. «Ora l’edificio è pronto, stiamo pianificando di completare tutte le decorazioni e aprire entro il prossimo anno. Ho costruito anche una pensione con quattro posti letto, nella quale la gente può venire a riposare. Ho utilizzato esclusivamente i miei fondi per realizzare questo progetto, iniziato circa 20 anni fa. Sto cercando di evitare prestiti, per questo che il processo è lento, ma sta andando avanti abbastanza bene».
Cosa producono: Vladimir e sua moglie producono cibo per lo più per loro stessi, e vendono i prodotti in eccesso. Ad esempio, parte del latte viene consegnato ad un’azienda di Mosca. «Nel nostro orto, coltiviamo patate, zucche e alcune varietà di frutta, come mele, pere, susine», spiega. «Sto pensando di prendere in affitto un appezzamento confinante con il nostro terreno per coltivare grano, ma anche per evitare che costruiscano delle abitazioni nelle vicinanze».
Chi fa cosa: «Io sono molto impegnato nella costruzione della pensione, del locale e del ristorante in questo momento», dice Vladimir. «Devo ancora decorare gli interni e costruire una zona attrezzata per il barbecue. Il progetto include anche l’apertura di un cinema estivo entro il breve periodo. Mia moglie si prende cura del giardino e dell’orto, ed entrambe le nostre madri la aiutano in queste attività».
Cosa producono: Vladimir e sua moglie producono cibo per lo più per loro stessi, e vendono i prodotti in eccesso. Ad esempio, parte del latte viene consegnato ad un’azienda di Mosca. «Nel nostro orto, coltiviamo patate, zucche e alcune varietà di frutta, come mele, pere, susine», spiega. «Sto pensando di prendere in affitto un appezzamento confinante con il nostro terreno per coltivare grano, ma anche per evitare che costruiscano delle abitazioni nelle vicinanze».
Chi fa cosa: «Io sono molto impegnato nella costruzione della pensione, del locale e del ristorante in questo momento», dice Vladimir. «Devo ancora decorare gli interni e costruire una zona attrezzata per il barbecue. Il progetto include anche l’apertura di un cinema estivo entro il breve periodo. Mia moglie si prende cura del giardino e dell’orto, ed entrambe le nostre madri la aiutano in queste attività».
Una giornata tipo: «Vengo nella fattoria solo nei weekend perché lavoro a Mosca durante la settimana», dice Vladimir, il quale non vede l’ora di diventare un agricoltore a tempo pieno. «In quei giorni mi alzo alle 5 del mattino e vado a letto alle 11 di sera, ma le giornate trascorse in campagna sembrano sempre molto più lunghe di quelle passate nella capitale. La vita dell’agricoltore è dura, ma anche felice: comprende la fatica dovuta al lavoro fisico e altresì la soddisfazione data dall’incredibile sensazione di vedere giorno dopo giorno i risultati del tuo impegno. E ad essere sincero comincio a sentirne la mancanza non appena lascio la fattoria per recarmi in città».
Cosa ama del vivere qui: «Mi piace coltivare la nostra terra e produrre il cibo che mangiamo. Sogno di aprire presto un club estivo e una pensione – e mi appaga l’idea di realizzare questi sogni con i miei soldi e il mio impegno. Amo questa zona di campagna perché non è inflazionata e non risulta affollata dai cottage. Mi piace il giardino avviato 15 anni fa insieme ai miei genitori. Inoltre, abbiamo un tiglio di 120 anni di cui sono molto orgoglioso».
Scopri la galleria di foto su questa fattoria
Cosa ama del vivere qui: «Mi piace coltivare la nostra terra e produrre il cibo che mangiamo. Sogno di aprire presto un club estivo e una pensione – e mi appaga l’idea di realizzare questi sogni con i miei soldi e il mio impegno. Amo questa zona di campagna perché non è inflazionata e non risulta affollata dai cottage. Mi piace il giardino avviato 15 anni fa insieme ai miei genitori. Inoltre, abbiamo un tiglio di 120 anni di cui sono molto orgoglioso».
Scopri la galleria di foto su questa fattoria
9. Produzione di cereali biologici in una fattoria alla quarta generazione, in Francia
Chi ci abita e se ne prende cura: Eric Gobard, 46 anni, con sua moglie Anne e le loro figlie, Lucie, 9 anni, e Armelle, 15 anni. Invece i figli Emmanuel, 18 anni, e Baptiste, 19 anni, vivono altrove per motivi di studio
Dove: Coulommiers, vicino a Parigi, Francia
Anno di costruzione: 1895
Il particolare interessante: la fattoria è stata scelta per le riprese del film A Very Long Engagement
Quest’anno, l’azienda agricola “Ferme de Chantemerle” festeggia il suo 120° anniversario e la quarta generazione di agricoltori. Eric Gobard ha sempre vissuto nella fattoria dei suoi bisnonni, insieme ai nonni e ai genitori, e la gestisce da 13 anni. L’azienda agricola, che ha ottenuto la certificazione biologica negli ultimi sette anni, è specializzata nella coltivazione dei cereali, in particolare del grano, in quanto il suo ricco terreno risulta perfetto per questo tipo di colture.
Chi ci abita e se ne prende cura: Eric Gobard, 46 anni, con sua moglie Anne e le loro figlie, Lucie, 9 anni, e Armelle, 15 anni. Invece i figli Emmanuel, 18 anni, e Baptiste, 19 anni, vivono altrove per motivi di studio
Dove: Coulommiers, vicino a Parigi, Francia
Anno di costruzione: 1895
Il particolare interessante: la fattoria è stata scelta per le riprese del film A Very Long Engagement
Quest’anno, l’azienda agricola “Ferme de Chantemerle” festeggia il suo 120° anniversario e la quarta generazione di agricoltori. Eric Gobard ha sempre vissuto nella fattoria dei suoi bisnonni, insieme ai nonni e ai genitori, e la gestisce da 13 anni. L’azienda agricola, che ha ottenuto la certificazione biologica negli ultimi sette anni, è specializzata nella coltivazione dei cereali, in particolare del grano, in quanto il suo ricco terreno risulta perfetto per questo tipo di colture.
Cosa producono: frumento, farro, grano saraceno, segale, erba medica (alfa alfa) e lino. «I campi sono organizzati in base a una rotazione decennale delle colture», spiega Eric. «Per esempio, su una parte di terreno viene coltivata per due anni l’erba medica, che viene venduta ad un contadino per la produzione del Coulommiers biologico, un formaggio tipico di questa regione. Nello stesso terreno viene in seguito seminato il grano, che beneficia dell’azoto lasciato nel terreno dall’erba medica; poi è il turno del lino; dopodiché si coltiva nuovamente il grano; poi i fagioli francesi, che prediligono la terra povera; le fave, capaci di arricchire il terreno con azoto; e infine il grano saraceno, in grado di eliminare le impurità». Questo è un metodo naturale che garantisce l’ottima qualità dei prodotti e alterna fasi produttive e di riposo.
Chi fa cosa: Eric e Anne gestiscono la fattoria completamente da soli. Eric lavora nei campi; Anne si occupa degli aspetti amministrativi e logistici e si reca nei mercati locali per vendere i prodotti raccolti. «Baptiste e Emmanuel si sono trasferiti altrove per i loro studi e vogliono lavorare nel settore dell’energia sostenibile», racconta Eric. «Invece Lucie e Armelle amano la vita di campagna e spesso rivelano che un giorno vorrebbero gestire una propria fattoria – vedremo che succederà!».
Una giornata tipo: Le giornate di Anne ed Eric sono particolarmente intense. «Al mattino lavoro nei campi», spiega Eric. «Dopo pranzo organizzo i cereali nel silo, situato accanto al mulino moderno. Invece la sera solitamente mi occupo delle pratiche amministrative».
Una giornata tipo: Le giornate di Anne ed Eric sono particolarmente intense. «Al mattino lavoro nei campi», spiega Eric. «Dopo pranzo organizzo i cereali nel silo, situato accanto al mulino moderno. Invece la sera solitamente mi occupo delle pratiche amministrative».
Cosa amano del vivere qui: Eric e Anne hanno sono molto affezionati all’azienda agricola di famiglia. Amano trasmettere le loro conoscenze alle nuove generazioni e insegnano l’agricoltura biologica nelle scuole superiori con indirizzo agricolo. Anne racconta che le piace molto anche raccogliere le uova fresche delle loro galline e la frutta fresca dal loro giardino.
Visita questa fattoria francese
Raccontaci: Hai anche tu la passione per la vita di campagna? Gestisci un’azienda agricola a conduzione familiare? Condividi le tue esperienze e mostraci le foto nella sezione Commenti.
Visita questa fattoria francese
Raccontaci: Hai anche tu la passione per la vita di campagna? Gestisci un’azienda agricola a conduzione familiare? Condividi le tue esperienze e mostraci le foto nella sezione Commenti.
Chi ci abita e se ne prende cura: Erika Takaya, 37 anni, con il marito Yuji Takaya, 38 anni, e Hiroki Kuwabara, 39 anni
Dove: Maniwa, prefettura di Okayama, Giappone
Anno di costruzione: intorno al 1950
Erika e Yuji Takaya vivevano e lavoravano a Tokyo, finché la loro passione per gli alimenti biologici li ha spinti a studiare tecniche di agricoltura senza l’uso di concimi chimici e pesticidi in una fattoria situata nella prefettura di Chiba, nella quale hanno conosciuto Hiroki Kuwabara. «Quando abbiamo maturato l’idea di voler diventare agricoltori a tempo pieno, ed eravamo alla ricerca di una proprietà vicino a Chiba per dedicarci a questa attività, la zona è stata colpita dal Grande Terremoto del Giappone orientale (2011), così abbiamo optato per una più occidentale», dice Yuji. «Ad aprile 2012 ci siamo finalmente stabiliti qui insieme a Hiroki, e abbiamo avviato un’azienda agricola chiamata Hiruzen Kogei. Kudo, l’edificio nella foto, serve da cucina, sala da pranzo e luogo di lavoro accanto ai nostri campi. Sia noi che Hiroki abbiamo le nostre case appena a cinque minuti in auto da qui, ma per noi rappresentano solo un posto nel quale dormire, mentre Kudo è il fulcro della nostra vita».