Salone del Mobile: 6 Trend Che Cambiano Come Viviamo la Casa
Nuove dimensioni, richiami al passato e ispirazioni artigianali antiche legate ai luoghi di produzione
Quello che appare evidente di ritorno dall’ultima edizione del Salone del Mobile di Milano (18-23 aprile 2023) è che il design è sempre di più un settore maturo, capace di guardare avanti e indietro allo stesso tempo, in continuo equilibrio tra nuovo e antico, tra sperimentazione e ritorno al passato. Ogni anno al Salone del Mobile di Milano vediamo corsi e cicli di tendenze che vanno e vengono, ma alcune di queste piano piano sedimentano.
La sensazione è che i trend di quest’anno siano destinati a restare, che siano la naturale evoluzione di progetti sviluppati negli anni passati e che adesso sono diventati maturi. Lo dimostrano non solo le idee che vi raccontiamo ma anche il successo del Salone del Mobile, in continua crescita anno dopo anno.
All’edizione 61 hanno partecipato oltre 300mila visitatori (15% in più rispetto al 2022) e oltre 2.000 brand di cui il 34% era internazionale, inoltre 28 scuole di design e università da 18 paesi. Il 65% dei buyer e dei professionisti presenti era internazionale, con al primo posto la Cina, seguita da Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna e Brasile.
La sensazione è che i trend di quest’anno siano destinati a restare, che siano la naturale evoluzione di progetti sviluppati negli anni passati e che adesso sono diventati maturi. Lo dimostrano non solo le idee che vi raccontiamo ma anche il successo del Salone del Mobile, in continua crescita anno dopo anno.
All’edizione 61 hanno partecipato oltre 300mila visitatori (15% in più rispetto al 2022) e oltre 2.000 brand di cui il 34% era internazionale, inoltre 28 scuole di design e università da 18 paesi. Il 65% dei buyer e dei professionisti presenti era internazionale, con al primo posto la Cina, seguita da Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna e Brasile.
La panca divano ZA-01 disegnata daTaiju Yamashita per il suo marchio Daft about Draft. In metallo e tessuto, è ispirata alla tradizione giapponese con un’aggiunta cosmopolita nei tessuti
1. Da local a global. Design a km quasi zero
Il design guarda alle micro realtà locali, dal Giappone alla Laguna veneziana, e le porta nel mondo globale. Moltissimi i progetti presenti che prendono ispirazione da tecniche tradizionali legate a un preciso contesto o regione. Sono tante le aziende medie o piccole che scelgono di raccontare la produzione e gli artigiani con cui hanno lavorato, allo stesso tempo con orgoglio e per differenziarsi dalle altre aziende.
Molti riprendono fantasie tessili, materiali o tecniche specifiche di una zona e le portano nel mondo globale. Come racconta Taiju Yamashita, architetto e designer giapponese che per il suo marchio Daft about Draft ha scelto una produzione quasi completamente locale. «Ho in mente un acquirente giovane che vuole oggetti con una storia e mescola stili diversi e pezzi di diverse provenienze, come faccio io». Yamashita si è chiesto dove vivono o sognano di vivere le nuove generazioni di giapponesi? Lo stile è quello ibrido tra Oriente e Occidente con un approccio cosmopolita. Un minimalismo «zen giapponese rivisitato, scegliendo materiali che danno sensazioni piacevoli e positive».
1. Da local a global. Design a km quasi zero
Il design guarda alle micro realtà locali, dal Giappone alla Laguna veneziana, e le porta nel mondo globale. Moltissimi i progetti presenti che prendono ispirazione da tecniche tradizionali legate a un preciso contesto o regione. Sono tante le aziende medie o piccole che scelgono di raccontare la produzione e gli artigiani con cui hanno lavorato, allo stesso tempo con orgoglio e per differenziarsi dalle altre aziende.
Molti riprendono fantasie tessili, materiali o tecniche specifiche di una zona e le portano nel mondo globale. Come racconta Taiju Yamashita, architetto e designer giapponese che per il suo marchio Daft about Draft ha scelto una produzione quasi completamente locale. «Ho in mente un acquirente giovane che vuole oggetti con una storia e mescola stili diversi e pezzi di diverse provenienze, come faccio io». Yamashita si è chiesto dove vivono o sognano di vivere le nuove generazioni di giapponesi? Lo stile è quello ibrido tra Oriente e Occidente con un approccio cosmopolita. Un minimalismo «zen giapponese rivisitato, scegliendo materiali che danno sensazioni piacevoli e positive».
Tavolini in superficie smaltata Mangiafuoco di Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto per Moroso
Ispirazione locale del Nord-Est italiano e artigianato strettamente legato alle tradizioni della zona anche per i tavolini di Moroso. Il rame della base del tavolino, coperto di polveri vitree e cotto ad alte temperature, assume cromie sorprendenti. «Ogni pezzo contiene un codice che permette di rintracciare l’infornata. Possono servire anche 5 diverse infornate per ogni tavolino. Per noi e Moroso sono importanti la sensibilità umana e il lavoro artigianale, le persone che si nascondono dietro ai prodotti», spiega il designer Daniele Bortotto. Con una tecnica usata molto negli anni ‘60 e ‘70 da maestri come Paolo De Poli, rivista e aggiornata per la produzione contemporanea, togliendo tracce di piombo dagli smalti, «Lo scopo è creare pezzi iconici, non fast design», continua Bortotto.
Ispirazione locale del Nord-Est italiano e artigianato strettamente legato alle tradizioni della zona anche per i tavolini di Moroso. Il rame della base del tavolino, coperto di polveri vitree e cotto ad alte temperature, assume cromie sorprendenti. «Ogni pezzo contiene un codice che permette di rintracciare l’infornata. Possono servire anche 5 diverse infornate per ogni tavolino. Per noi e Moroso sono importanti la sensibilità umana e il lavoro artigianale, le persone che si nascondono dietro ai prodotti», spiega il designer Daniele Bortotto. Con una tecnica usata molto negli anni ‘60 e ‘70 da maestri come Paolo De Poli, rivista e aggiornata per la produzione contemporanea, togliendo tracce di piombo dagli smalti, «Lo scopo è creare pezzi iconici, non fast design», continua Bortotto.
Tavolini in superficie smaltata Mangiafuoco di Zanellato e Bortotto per Moroso
Divano Blok in legno disegnato da Andrea Steidl per Woak
I lavori del marchio serbo Woak, come il divano in foto, sono ispirati alle silhouette semplici dei volumi massicci dei blokovi, i quartieri residenziali di Belgrado. Uno stile brutalista che si mescola alla morbidezza degli imbottiti. Il marchio stesso ha radici fortemente locali, legati alla lavorazione del legno massiccio rovere e noce, “con grande rispetto delle materie prime sostenibili”, spiega Dalibor Petrovic, fondatore di Woak, nel comunicato stampa.
I lavori del marchio serbo Woak, come il divano in foto, sono ispirati alle silhouette semplici dei volumi massicci dei blokovi, i quartieri residenziali di Belgrado. Uno stile brutalista che si mescola alla morbidezza degli imbottiti. Il marchio stesso ha radici fortemente locali, legati alla lavorazione del legno massiccio rovere e noce, “con grande rispetto delle materie prime sostenibili”, spiega Dalibor Petrovic, fondatore di Woak, nel comunicato stampa.
Tappeto Cuina di Run Design per Calma, per esterni o interni in plastica riciclata
Altra ispirazione, questa volta dal marchio catalano Calma, che riprende l’artigianato super locale e lo porta in case internazionali. I tappeti ad esempio riprendono il motivo delle classiche piastrelle di ceramica adobe utilizzate nelle fattorie e nelle case rustiche dell’Empordà e di gran parte della Catalogna. Il risultato è un oggetto adatto per interni ed esterni, che mescola lavorazione locale a mano con polipropilene riciclato al 100% da bottiglie usate.
Altra ispirazione, questa volta dal marchio catalano Calma, che riprende l’artigianato super locale e lo porta in case internazionali. I tappeti ad esempio riprendono il motivo delle classiche piastrelle di ceramica adobe utilizzate nelle fattorie e nelle case rustiche dell’Empordà e di gran parte della Catalogna. Il risultato è un oggetto adatto per interni ed esterni, che mescola lavorazione locale a mano con polipropilene riciclato al 100% da bottiglie usate.
Tavolo Doge Laguna disegnato nel 1968 da Carlo Scarpa e riprodotto in collezione limitata per la Collezione Cassina iMaestri. Piano in vetro extra-chiaro ondulato sabbiato, struttura in acciaio. L’effetto del vetro ricorda l’acqua della Laguna veneziana
2. Design XXL
Moltissimi gli esempi di arredi di grande dimensioni. Nati in versione XXL o nuove versioni con proporzioni diverse rispetto alle prime edizioni, ora vengono riproposti in versione big. Sono per la maggior parte tavoli sia per il contract o per spazi pubblici, ma anche per il settore privato. Vengono proposti con lunghezze importanti che superano i tre metri. Il tavolo da pranzo è sempre più il fulcro della casa, un elemento importante che necessita di uno spazio centrale.
2. Design XXL
Moltissimi gli esempi di arredi di grande dimensioni. Nati in versione XXL o nuove versioni con proporzioni diverse rispetto alle prime edizioni, ora vengono riproposti in versione big. Sono per la maggior parte tavoli sia per il contract o per spazi pubblici, ma anche per il settore privato. Vengono proposti con lunghezze importanti che superano i tre metri. Il tavolo da pranzo è sempre più il fulcro della casa, un elemento importante che necessita di uno spazio centrale.
Fuoriscala di Piero Lissoni per Atlas Concorde
Il tavolo diventa una scultura, un pezzo iconico che accentra funzioni diverse. Come nel caso di Fuoriscala. «Abbiamo portato all’estremo l’idea delle lastre di grande formato che usiamo per i rivestimenti a parete e sui mobili e abbiamo creato dei pezzi iconici che giocano con le misure fuori scala», spiega Piero Lissoni nella presentazione alla stampa. «Un esercizio anche concettuale per portare il tavolo in una dimensione architettonica» che ricorda una pietra preziosa. Questo grazie alle lastre del marchio Atlas Concorde che possono arrivare a coprire fino a quattro metri di parete.
Il tavolo diventa una scultura, un pezzo iconico che accentra funzioni diverse. Come nel caso di Fuoriscala. «Abbiamo portato all’estremo l’idea delle lastre di grande formato che usiamo per i rivestimenti a parete e sui mobili e abbiamo creato dei pezzi iconici che giocano con le misure fuori scala», spiega Piero Lissoni nella presentazione alla stampa. «Un esercizio anche concettuale per portare il tavolo in una dimensione architettonica» che ricorda una pietra preziosa. Questo grazie alle lastre del marchio Atlas Concorde che possono arrivare a coprire fino a quattro metri di parete.
Tavolo Frank di Robin Rizzini per Pedrali. Art direction di Studio FM, foto di Andrea Garuti, styling di Studio Salaris. La struttura si appoggia su una base in pressofusione di alluminio leggermente curvata
Nell’espansione verso dimensioni grandi, i tavoli cambiano forma, come questo esempio di Pedrali. Ispirato da forme architettoniche, presenta linee razionali e curve insieme. La percezione del tavolo cambia in base alla prospettiva. Il tavolo fa parte del progetto BacktoNature che propone pezzi per l’outdoor che possono essere usati anche indoor e viceversa, in continua commistione tra dentro e fuori. La gigantificazione non riguarda solo i tavoli, molti gli specchi che osano dimensioni enormi e diventano pareti specchiate che creano effetti ottici.
Nell’espansione verso dimensioni grandi, i tavoli cambiano forma, come questo esempio di Pedrali. Ispirato da forme architettoniche, presenta linee razionali e curve insieme. La percezione del tavolo cambia in base alla prospettiva. Il tavolo fa parte del progetto BacktoNature che propone pezzi per l’outdoor che possono essere usati anche indoor e viceversa, in continua commistione tra dentro e fuori. La gigantificazione non riguarda solo i tavoli, molti gli specchi che osano dimensioni enormi e diventano pareti specchiate che creano effetti ottici.
Specchio Melty con vetro sovraposto di Lago
Tavolino Roopa e divano Shaal disegnati da Doshi Levien per Arper. Il divano è disponibile in grigio caldo, blu notte, verde foresta o rosa Jaipur, Roopa è completamente disassemblabile, così da garantire la semplicità del riuso e riciclo; è realizzato in MDF certificato FSC di provenienza europea ed è senza colle
3. Atmosfera & poesia
Evoluzione di alcuni trend presenti negli anni passati, come la spinta allo stile giocoso e al design divertente, quest’anno moltissimi progetti di design avevano uno scopo molto chiaro: portare atmosfera e poesia in casa. Non un focus quindi su forme e materiali precisi, ma sulla sensazione che si viene a creare. Un discorso che si allarga alla sostenibilità e in generale a come un oggetto o un arredo vengono prodotti. «Consideriamo centrale tutto quello che non si vede di un prodotto insieme all’estetica generale, ai dettagli al tatto: questo contribuisce a creare l’atmosfera del prodotto. Ci sono nuove aspettative rispetto al design che coinvolgono la sensazione di stare bene e l’impatto sull’ambiente in generale», spiega Nipa Doshi del duo Doshi Levien. E moltissimi sono gli esempi di design morbido pensato non tanto con un occhio all’utilità, ma soprattutto al piacere, con forme che si allargano e modificano per richiamare quelle imprecise e tondeggiante della natura, soprattutto nei divani.
Evoluzione di alcuni trend presenti negli anni passati, come la spinta allo stile giocoso e al design divertente, quest’anno moltissimi progetti di design avevano uno scopo molto chiaro: portare atmosfera e poesia in casa. Non un focus quindi su forme e materiali precisi, ma sulla sensazione che si viene a creare. Un discorso che si allarga alla sostenibilità e in generale a come un oggetto o un arredo vengono prodotti. «Consideriamo centrale tutto quello che non si vede di un prodotto insieme all’estetica generale, ai dettagli al tatto: questo contribuisce a creare l’atmosfera del prodotto. Ci sono nuove aspettative rispetto al design che coinvolgono la sensazione di stare bene e l’impatto sull’ambiente in generale», spiega Nipa Doshi del duo Doshi Levien. E moltissimi sono gli esempi di design morbido pensato non tanto con un occhio all’utilità, ma soprattutto al piacere, con forme che si allargano e modificano per richiamare quelle imprecise e tondeggiante della natura, soprattutto nei divani.
Collezione BomBom di Joana Vasconcelos per Roche Bobois, per interni e in versione per esterni
Ne è un esempio la collezione BomBom sviluppata in collaborazione con l’artista Joana Vasconcelos per Roche Bobois, che emana ottimismo in forme morbide e sinuose.
Divani, tappeti, cuscini e tavolini in colori pastello. Non manca, anche qui, un’ispirazione locale, come nel trend sopra indicato, perché l’artista ha ripreso i colori delle vecchie case di Lisbona per creare arredi gioiosi.
Ne è un esempio la collezione BomBom sviluppata in collaborazione con l’artista Joana Vasconcelos per Roche Bobois, che emana ottimismo in forme morbide e sinuose.
Divani, tappeti, cuscini e tavolini in colori pastello. Non manca, anche qui, un’ispirazione locale, come nel trend sopra indicato, perché l’artista ha ripreso i colori delle vecchie case di Lisbona per creare arredi gioiosi.
Fregio in ceramica smaltata di Andrea Anastasio per Foscarini; il progetto è stato sviluppato in collaborazione con la bottega artistica Gatti di Faenza dal cui archivio il designer si è ispirato per proporre bassorilievi floreali
La creazione di atmosfere è uno dei punti centrali dei marchi di illuminazione quest’anno. Lo vediamo nella lampada di Lago Glee, che punta tutto sull’effetto scenico caldo e anche nel progetto Fregio di Foscarini. Una luce sospesa in stile contemporaneo si mescola a un sapere artigiano antico per creare un effetto poetico nella stanza grazie al bassorilievo in ceramica smaltata.
La creazione di atmosfere è uno dei punti centrali dei marchi di illuminazione quest’anno. Lo vediamo nella lampada di Lago Glee, che punta tutto sull’effetto scenico caldo e anche nel progetto Fregio di Foscarini. Una luce sospesa in stile contemporaneo si mescola a un sapere artigiano antico per creare un effetto poetico nella stanza grazie al bassorilievo in ceramica smaltata.
Sedute della linea Ralik disegnata da Ichiro Iwasaki per Arper. Tutti i pezzi sono combinabili e sfoderabili completamente. Le gambe sono in polipropilene riciclato
4. (Sempre più) sostenibile
Se il tema della sostenibilità è un must degli ultimi anni, questa edizione mostra un progresso. Una consapevolezza precisa dei produttori, nelle aziende e nei proprietari di casa che chiede certificazioni precise e serietà. «La parola sostenibilità è spesso stata usata in modo eccessivo e fuori luogo. Noi designer dobbiamo lavorare con serietà per produrre oggetti e prodotti destinati a durare nel tempo», afferma il designer Piero Lissoni, spiegando come la durabilità e la creazione di oggetti di valore che restano e si tramandano sia uno dei punti centrali sul tema sostenibilità.
Molte aziende hanno iniziato il percorso di trasformazione produttiva già da diversi anni. Tra queste Arper si contraddistingue per aver lavorato sul processo stesso che porta al prodotto creando un ufficio sostenibilità interno all’azienda. «Abbiamo scelto di parlare al nostro cliente con massima trasparenza al costo di essere anti-commerciali. Importante per noi è che si sappia non solo che i prodotti sono in plastica riciclata ma anche qual è la percentuale esatta di plastica post consumo. In questo modo il cliente diventa consapevole di quello che compra e gli oggetti acquistano più spessore e valore. Sostenibilità per noi significa prima di tutto il benessere delle persone, anche di chi lavora nella catena produttiva, un’economica circolare che pensa al prodotto dalla nascita fino allo smaltimento», spiega Andrea Mulloni, head of Sustainability presso Arper.
4. (Sempre più) sostenibile
Se il tema della sostenibilità è un must degli ultimi anni, questa edizione mostra un progresso. Una consapevolezza precisa dei produttori, nelle aziende e nei proprietari di casa che chiede certificazioni precise e serietà. «La parola sostenibilità è spesso stata usata in modo eccessivo e fuori luogo. Noi designer dobbiamo lavorare con serietà per produrre oggetti e prodotti destinati a durare nel tempo», afferma il designer Piero Lissoni, spiegando come la durabilità e la creazione di oggetti di valore che restano e si tramandano sia uno dei punti centrali sul tema sostenibilità.
Molte aziende hanno iniziato il percorso di trasformazione produttiva già da diversi anni. Tra queste Arper si contraddistingue per aver lavorato sul processo stesso che porta al prodotto creando un ufficio sostenibilità interno all’azienda. «Abbiamo scelto di parlare al nostro cliente con massima trasparenza al costo di essere anti-commerciali. Importante per noi è che si sappia non solo che i prodotti sono in plastica riciclata ma anche qual è la percentuale esatta di plastica post consumo. In questo modo il cliente diventa consapevole di quello che compra e gli oggetti acquistano più spessore e valore. Sostenibilità per noi significa prima di tutto il benessere delle persone, anche di chi lavora nella catena produttiva, un’economica circolare che pensa al prodotto dalla nascita fino allo smaltimento», spiega Andrea Mulloni, head of Sustainability presso Arper.
Tavolo HOA di Bartoli Design per Lago. Il piano è disponibile nelle finiture XGlass, Wildwood o vetro laccato. Le gambe sono in Peltro steel
Anche l’azienda italiana Lago ha fatto della sostenibilità un punto di forza. Ha creato Lago Sustainability Circle, un acceleratore di cambiamento che coinvolge tutto il personale dell’azienda.
Anche l’azienda italiana Lago ha fatto della sostenibilità un punto di forza. Ha creato Lago Sustainability Circle, un acceleratore di cambiamento che coinvolge tutto il personale dell’azienda.
Lampada Cabanon, di Le Corbusier per Nemo. Foto di Alberto Strada
5. Dal passato al presente con furore
Segno di maturità del design è la capacità di calibrare passato e presente, e mentre si procede e si progetta il nuovo avere a mente quello che è già stato fatto. Un ottica “sostenibile” volta a non eliminare il passato, ma a riproporre quello che ha funzionato negli anni passati. Moltissime le riedizioni di maestri del passato o le nuove produzioni di disegni di grandi designer storici. Ne è un esempio la prima volta, dal disegno originale alla realtà, della lampada Cabanon, di Le Corbusier per Nemo. Un progetto rimasto finora inedito disegnato da Le Corbusier nel 1952 per la sua “Cabanon” a pochi passi dal mare, un rifugio per l’architetto negli ultimi anni della sua vita.
5. Dal passato al presente con furore
Segno di maturità del design è la capacità di calibrare passato e presente, e mentre si procede e si progetta il nuovo avere a mente quello che è già stato fatto. Un ottica “sostenibile” volta a non eliminare il passato, ma a riproporre quello che ha funzionato negli anni passati. Moltissime le riedizioni di maestri del passato o le nuove produzioni di disegni di grandi designer storici. Ne è un esempio la prima volta, dal disegno originale alla realtà, della lampada Cabanon, di Le Corbusier per Nemo. Un progetto rimasto finora inedito disegnato da Le Corbusier nel 1952 per la sua “Cabanon” a pochi passi dal mare, un rifugio per l’architetto negli ultimi anni della sua vita.
Divano Maralunga di Vico Magistretti in edizione rossa, riedizione di Cassina
6. Sedute, mai immobili
Si collega al trend precedente, perché anche in questo caso è un pezzo del passato che torna rivisitato nel presente del design. Disegnato nel 1973, il divano Maralunga è diventato un’icona molto riconoscibile a livello internazionale. L’innovazione è nascosta nel poggiatesta che si muove per alzare e abbassare lo schienale grazie a un meccanismo interno.
Al Salone del Mobile abbiamo visto schienali adattabili e trasformabili e moltissime sedute e poltroncine girevoli. Il futuro delle poltrone e dei divani è sempre più flessibile e… mobile!
6. Sedute, mai immobili
Si collega al trend precedente, perché anche in questo caso è un pezzo del passato che torna rivisitato nel presente del design. Disegnato nel 1973, il divano Maralunga è diventato un’icona molto riconoscibile a livello internazionale. L’innovazione è nascosta nel poggiatesta che si muove per alzare e abbassare lo schienale grazie a un meccanismo interno.
Al Salone del Mobile abbiamo visto schienali adattabili e trasformabili e moltissime sedute e poltroncine girevoli. Il futuro delle poltrone e dei divani è sempre più flessibile e… mobile!
Collezione tessile Forest Wandering, i rivestimenti di Kvadrat Febrik e Moroso, con Front Design. L’installazione mostra la trasformazione del classico divano in qualcosa che ricorda la natura, adattabile e componibile come si vuole
Divano Moncloud di Patricia Urquiola per Cassina. Struttura della seduta in metallo con cinghiatura elastica rivestita in tessuto, con inserti rimovibili in fibra di PET riciclato;
imbottitura cuscino seduta in fibra di PET riciclato con inserto a densità differenziata in Circularrefoam
Divani grandi con un’accoglienza espansa e forme morbide:
così è nato Moncloud, il nuovo sistema a firma di Patricia Urquiola per Cassina.
Scheletro in metallo, struttura in legno e le forme scolpite nell’ovatta di fibra di PET riciclato usando Circularrefoam, poliuretano realizzato con una percentuale di polioli riciclati. Questi inserti sono stati sviluppati per essere separati dagli altri materiali col fine di facilitarne il riciclo e il recupero; anche per questo sono prodotti senza utilizzo di colle. Il divano ha una forma che ognuno può decidere: gli elementi possono essere combinati insieme per creare composizioni originali.
imbottitura cuscino seduta in fibra di PET riciclato con inserto a densità differenziata in Circularrefoam
Divani grandi con un’accoglienza espansa e forme morbide:
così è nato Moncloud, il nuovo sistema a firma di Patricia Urquiola per Cassina.
Scheletro in metallo, struttura in legno e le forme scolpite nell’ovatta di fibra di PET riciclato usando Circularrefoam, poliuretano realizzato con una percentuale di polioli riciclati. Questi inserti sono stati sviluppati per essere separati dagli altri materiali col fine di facilitarne il riciclo e il recupero; anche per questo sono prodotti senza utilizzo di colle. Il divano ha una forma che ognuno può decidere: gli elementi possono essere combinati insieme per creare composizioni originali.