che ne dite di un piano cucina in legno? che tipo ?

4 anni fa

devo sostituire un vecchio piano cucina in legno, che mi piace ma si rovina molto rapidamente, che tipo di legno e di lavorazione mi consigliate? o e meglio cambiare del tutto il materiale?

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Commenti (2)

Agnese PCR
4 anni fa
Io ce l'ho in rovere, in due cucine diverse, e mi piace moltissimo. non lo trovo neanche particolarmente soggetto a rovinarsi...
vecchiosetter
4 anni fa
Ultima modifica: 4 anni fa
Le caratteristiche più importanti in un piano cucina sono resistenza e impermeabilità.. caratteristiche Che il legno per sua natura non ha. Visto l uso a contatto con il cibo, ritengo che soprattutto per una questione di igiene sarebbe idoneo privilegiare la funzione tecnica rispetto al gusto estetico e scegliere materiali più adatti, sul mercato trovi gres, agglomerati di quarzo, acrilici, acciaio... hai l imbarazzo della scelta.

Poi ognuno fa come meglio crede, poco tempo fa ho fatto un lavoro da un cliente che ha voluto un piano cucina in ferro (e vagli a spiegare che arrugginisce e poi ci appoggia una bistecca...) io il legno lo scarterei!
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Ciao Danil, ti ricordi che nell'altro tuo post, ti avevo scritto che se fossi delle mie parti ed avessi scelto me ti avrei già proposto un bel po'di cose? Beh! Una riguarda proprio la climatizzazione. Prima di tutto è bene che tu sappia che la prima cosa da fare è migliorare la classe energetica dell'appartamento, indipendentemente dal tipo di impianto che metterai. lo si fa almeno con un cappotto e con il cambio degli infissi. Poi va deciso il tipo di impianto: se a radiatori o se a bassa entalpia (a pavimento, a soffitto ecc.). La differenza d'uso tra i due tipi di impianto è che a radiatori puoi permetterti di accenderli al momento in cui ne hai bisogno, a pavimento devi tenerli accesi diciamo sempre. Ne consegue che se vivete poco la casa allora l'impianto che ti consiglio è a radiatori, mentre se la vivete abbastanza allora un qualsiasi impianto a bassa entalpia non ha paragoni, sia per gradevolezza, sia per resa, sia perché l'acqua circola ad una temperatura inferiore, rispetto ad un impianto a radiatori, di almeno 20 gradi (dipende dal tipo di caldaia che scegli: la differenza può anche arrivare a 40 gradi). Se l'impianto sarà a radiatori, non ha molto senso, secondo me, farlo funzionare con una pompa di calore invertibile aria-acqua: meglio solo una buona caldaia a condensazione. Viceversa, se scegli l'impianto a pavimento, allora si che che ti puoi sfiziare. Io a quel punto ci metterei una bella pompa di calore invertibile aria-acqua, da far funzionare prevalentemente in raffrescamento, d'estate. D'inverno la combinerei con una caldaia a condensazione ed a quel punto le percentuali di funzionamento di una rispetto all'altra le decidi tu a seconda se vuoi consumare più metano o più corrente elettrica. Da cosa dipende la scelta delle percentuali? Ovviamente da cos'altro ci hai messo. Va da se che se metti un impianto fotovoltaico (non è detto che tu debba farlo subito: puoi solo predisporlo oggi) ti conviene consumare più corrente elettrica. La cosa che io abbinerei sicuramente è un impianto solare termico o meglio ancora termodinamico (producono acqua calda, il termdinamico anche con temperature esterne bassissime), che può essere immagazinata in un accumulo (una sorta di serbatoio isolato) e portata in circolo con una caldaia a condensazione predisposta allo scopo, nell'impianto a bassa entalpia (anche questa cosa puoi solo predisporla). Va da se che se hai intenzione di installare un impianto fotovoltaico ed uno solare termico con accumulo, il problema di quanto tempo passate in case non si pone proprio: impianto a pavimento sia per il caldo che per il freddo sempre. Per il freddo ti serve infine un'ulteriore macchina: il deumidificatore.
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Agnese PCR

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