arredare zona giorno open space di 37 metri quadri
Nicola Esposito
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Commenti (15)
SAMANTHA PASTRELLO INTERIOR DESIGN
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(21) commentigdmpal, non si risenta delle parole che ho scritto: io sono su houzz da poco e la sola cosa di cui sono strasicuro è che chi veramente ottiene tanto, tanto valore a frequentare il portale sono i clienti: le mie parole, regalate come le sue e come quelle di ogni propositore, erano rivolte a chi ha iniziato la discussione che in questo modo avrà più materiale a propria disposizione per meditare e valutare le proprie preferenze. Se legge il mio commento, noterà che non intende dequalificare i suggerimenti avanzati da lei: lei ha fatto esattamente la cosa che ci si aspetta quando si pensa "vorrei un'idea di come sistemare il mio ambiente". Io però (purtroppo, perchè vuol dire che non ho più venticinque anni anzi, la cosa peggiore è che potrei scrivere con la stessa enfasi non ho più trentacinque anni) ho un'esperienza che fotografa il vero nucleo della professione non nel "fare l'architetto" ma "nel trasferire al cliente le competenze (le consapevolezze) dell'architetto", perchè in oltre il novanta per cento dei casi è il cliente che chiede di effettuare le scelte, che sia il privato nell'intervento più ridotto o che sia la grande azienda nella persona dell'amministratore delegato per lo stand da diecimila metri quadrati. E' rarissima la realtà del committente che lascia le chiavi di casa e dice "proponga lei, realizzi lei, mi stupisca, mi affido a lei e sono sicuro che porterà avanti in modo coerente e ottimizzato ogni passaggio, così io avrò il miglior risultato per me e risparmierò pure rispetto a lanciarmi in soluzioni immaginate che non ho esattamente capacità di controllare cosa implicano e cosa comportano per arrivarci". Purtroppo la realtà prevalente non conviene a nessuno, perchè il cliente rischia di lanciarsi in fantasie che poi significano azioni che non intende intraprendere, il progettista si trova a dover rimbalzare continuamente le proprie interpretazioni di linguaggio incontrando una difficoltà gratuita e che non conviene a nessuno nel portare avanti un filo logico coerente, e la situazione generale incontra frequentemente punti nodali dove emerge che certi costi non si erano considerati, o che se si doveva fare anche questo per fare quest'altro allora sceglievo una cosa diversa. Non si risentano adesso tutti quelli che si vedono dalla parte del cliente, ma questo settore è enorme, vario, e come tutti i settori popolato sia da persone eccezionali che da persone che sarebbe meglio evitare, che hanno a volte il ruolo del professionista, a volte il ruolo del cliente. Il professionista in quanto tale, esattamente come un calciatore che gioca un anno per una squadra e l'anno successivo per la squadra avversaria, si deve porre in modo neutrale e preparato rispetto alle preferenze di stile e di linguaggio del committente, per saperlo accompagnare nella scelta, esattamente fornendogli quella capacità di valutare, prima che le cose vengano fatte, tutti gli aspetti delle sue decisioni. Dal canto suo, invece, il cliente dovrebbe saper capire che i valori del progettista sono esattamente due: uno è quello di sapere cosa significa e cosa implica "fare una cosa": quando l'architetto suggerisce di controsoffittare la stanza sa esattamente cosa comporta, sa che si può fare e come, sa che è il bilanciamento migliore tra un risultato estetico da raggiungere e il controllo delle problematiche che si possono incontrare nella realizzazione; quando lo dice la sigora cliente, non è la stessa cosa: se si riesce in modo oggettivo a vedere dall'alto la situazione, si capisce subito che operare nel primo modo è conveniente prima di tutto per il cliente. Il secondo valore del progettista è il linguaggio, la cultura, l'interpretazione dei desiderata del cliente secondo il proprio filtro creativo: è quella parte (che non costituisce da sola tutta la professione, ma che la cònnota nella sua essenza almeno presso la percezione dei più) dell'Architetto Fuffas di Maurizio Crozza: quella è satira, certo, ma la sostanza è che quella parte è la parte della fantasia ed è la parte che il cliente ha sempre in animo di esprimere da solo. Vogliamo dire anche qui che quando l'architetto pensa "meglio arancione" è una riflessione di spessore maggiore di quando lo pensa il cliente? In linea di massima si può dire senza offendere nessuno, almeno perchè l'architetto pensa al colore in rapporto al cerchio di Itten mentre il cliente ci pensa mentre guida la macchina nel tratto che lo riporta la sera dall'ufficio alla casa dove si trova il cantiere (con l'architetto dentro). Questo non è vero in modo così schiacciante come nel primo "valore", perchè vi sono clienti che hanno fior di cultura, livelli di gusto eccelso e persino una creatività invidiabile; però i clienti dovrebbero avere la consapevolezza e la lucidità di pensare queste cose quando scelgono il professionista cui affidarsi, perchè Gigi d'Alessio è realmente un ottimo musicista, preparato al Conservatorio, ma la sua anima, il suo repertorio sono quelli: non ci si può aspettare di ingaggiare Gigi d'Alessio e restare delusi perchè non propone il rock degli Aerosmith !... mostra di piùRischio zona giorno a corridoio?
(11) commentiNon male la nuova disposizione open. Certamente invertirei la posizione del bagno con quella dell'antibagno in modo da disimpegnare anche il garage e avere una parete piena all'ingresso da poter allestire con appendiabiti, quadri, mensole e quant'altro. Certamente le nuove proporzioni creano un effetto cannocchiale che va mitigato diversificando le varie zone con colori e rivestimenti diversi... mostra di piùHELP: colori zona open space
(6) commentiGrazie a tutti per i commenti. Purtroppo è vero che non ci è stato consigliato un valido modo per integrare il pilastro mascherandolo o rendendolo funzionale; pertanto l'unico modo che mi è venuto in mente era renderlo parte della cucina, integrandolo come da render e rivestirlo con un materiale interessante o colorarlo. Personalmente non mi dispiace il pilastro in se, per cui non ne faccio un cruccio. La cucina ormai è stata ordinata e non si cambia. Non avrei mai realizzato un cucinino piccolo su una sola parete per diversi motivi, primo tra tutti perchè mi piace cucinare e voglio una cucina spaziosa, perchè è il cuore della casa dove passo più tempo in assoluto, perchè una cucina aperta e grande a mio avviso da un maggior senso di accoglienza anche ad eventuali ospiti con cui si dialoga e ultimo e non meno importante, considerando il pilastro, sarebbe stato comunque impensabile o molto difficile collocare un tavolo da pranzo. Abbiamo valutato diverse soluzioni prima di decidere. Le misure della pianta sono indicative perchè, come dicevo sopra, la piantina allegata non è in scala. Premettendo che non è una zona ampia e facile da arredare, lo spazio c'è per tutto sapendoci accontentare delle misure di divano e tavolo, che chiaramente non saranno enormi. Il passaggio è stato ovviamente considerato. Per quanto riguarda la parete dei fuochi, quella verrà "rivestita" con una pittura specifica e lavabile bianca (chiedo scusa ma non ricordo il nome tecnico). Il mio dubbio attualmente è sui colori da impiegare in controsoffitto, pareti e pilastro o se sarebbe meglio rivestire il pilastro di qualche materiale. Mi piace l'idea della pittura lavagna ma non capisco se stonerebbe o se troppo invasiva e, se usassimo il nero sul pilastro, non saprei quale colore usare nel controsoffitto o se è meglio lasciarlo bianco.... mostra di piùSuggerimenti per casa da ristrutturare, zona open space
(23) commentiPer chi segue gli schemi dell'arch Raimondo Masu avrà già inteso come intende sviluppare la cucina che posizionata all'ingresso non sarà comunque visibile come già indicato dallo stesso professionista. La cucina nella posizione indicata dall'arch. Masu presenta diversi lati positivi a mio avviso: entrando con le borse della spesa la cucina è subito accessibile (spostandola nell'altro ambiente hai tutt'altro percorso da fare), avrai gli scarichi già presenti (non dovrai affrontare la spesa di eventuali spostamenti) e la zona lavoro della cucina godrà di molta luce naturale, inoltre gli atti del cucinare sono funzionali essendo uno fronte l'altro. Ovviamente è uno schema, non un progetto, che non ha tutti i riscontri del reale ma rappresenta un'ottima direzione. A guardare lo schema sembrerebbe anche che l'intervento descritto riguardi quello che alla stato attuale sono ING/K/DIS. quindi ti resterebbe poi tutto quello che ora è S a disposizione per il living. A rischio di risultare partigiana, come qualcuno potrebbe pensare, direi che quello schema vale almeno una telefonata di approffondimento, questo per consentirti di poter esporre eventuali dubbi e ricevere i chiarimenti necessari che sul portale diventa complesso sviscerare. Gentile Antonella per come vedo la casa allo stato attuale gli schemi iniziali che hai postato non li prenderei in minima considerazione, piuttosto evita lavori che farebbero perdere di valore l'immobile generando spreco di spazi perchè mal distribuiti e gerarchizzati.... mostra di piùNicola Esposito
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