mobile anni 50 da rendere shabby chic
Arch.Roberta Passarelli
5 anni fa
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Commenti (12)
INTERIOR'S STYLE di Maurizio Ravasi
5 anni faDiscussioni simili
Gli anni '70 - restyling di un appartamento milanese
(127) commentiWow! E' stato appassionante e istruttivo seguire tutto, sebbene in differita, dall'inizio al risultato finale, così personale e definito minuziosamente nel dettaglio. Bellissima la palette dei colori, la scelta dei complementi e dei materiali. Davvero complimenti, Lia!... mostra di piùMobile da recuperare
(8) commentiIo invece (gli altri post hanno esaurito tutte le cose che contano) suggerisco un profondo respiro e una meditazione zen su un concetto: il "fai da te" è entusiasmante la prima ora, ma poi quando si prende coscienza che il lavoro non finisce mai, che situazioni del quotidiano obbligano a posporlo al contingente per riprenderlo dopo, quando la moglie inizia a protestare perchè il mobile ancora non è pronto oppure entra polvere in soggiorno oppure in quella stanza c'è quell'oggetto tra i piedi, oppure fà scomparire il barattolo con il pennello lasciato vicino alla zona di lavoro perchè ha deciso di rimetterlo a posto nello scaffale del ripostiglio......ci si chiede perchè non si è lasciato tutto ad un artigiano !!! :-)... mostra di piùCassettiera anni '40
(13) commentiIl ripiano di marmo è di un grigio molto scuro (stile lapide) e irrimediabilmente macchiato. Dunque devo di necessità dipingerlo. L'alternativa è sostituirlo. In quanto al colore, io ho optato per il blu perché la cassettiera è molto imponente e un colore chiaro ne avrebbe accentuato la mole. Poi io adoro il blu, che ho già provveduto a 'illuminare' con della cera oro antico. L'effetto mi piace molto. La struttura, alla fine, l'ho ripassata con del mordente teak, per ora non è male (io avrei fatto il mobile TUTTO blu, ma ho seguito i vostri consigli...)... mostra di piùFalegname o Mobile Industriale?
(62) commentiFranco, tenga presente che esistono truciolari molto diversi tra loro per densità tra fibre di legno e resina; inoltre il processo di lavorazione, appunto, permette di ottenere prestazioni di un certo tipo che dovrebbero essere formalmente garantite per una certa durata di tempo, quando proposte da un marchio industriale. Non credo sia nelle possibilità anche del mobiliere conoscere con esattezza rispetto alla varietà dei produttori il tipo specifico di truciolare o di procedimento realizzativo: certo, "il dato nominale", "la comunicazione sulla carta", ma quello di cui lei vorrebbe avere piena coscienza per il paragone è proprio lo specifico "segreto industriale" (esagero nella definizione) con cui l'azienda produce il proprio manufatto per confrontarlo. La vedo difficile o quantomeno dovrebbe investire nell'acquisto di un'anta, sezionarla e risalire alle specifiche esatte dei componenti delle materie prime. Consideri ad esempio che aziende di grande produzione hanno linee di laccatura a velo dove una cascata liquida di vernice copre uniformemente un'anta mentre scorre sul nastro trasportatore, generando uno spessore uniforme e del tutto privo di impurità ed una protezione che modifica la resistenza agli agenti di rischio del legno inerte che resta all'interno: un artigiano medio vernicia a spruzzo e, a seconda di come è attrezzato, potrà ottenere (per quanto gestibile attraverso una sua propria bravura) un risultato migliore o peggiore, ma mai come la laccatura a velo (poi per carità: magari qualcuno passa sei mani di prodotto come fanno alla Bentley). Insomma per me il fulcro del problema sta nell'affermazione di quella cucina "uguale" a quell'altra.... mostra di piùstefaniasasso61
5 anni faOFFICINE VITTORIO COLOMBO SAS
5 anni faUser
5 anni faArch.Roberta Passarelli
5 anni faUltima modifica: 5 anni faOFFICINE VITTORIO COLOMBO SAS
5 anni faArch.Roberta Passarelli
5 anni faTecnowood
5 anni faAgnese PCR
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stefaniasasso61