Cost of doing business...

7 anni fa

Considero costo per far business ciò che investo per incrementare il business o un nuovo prodotto nel mercato. Aver soddisfatto committenze come Autostrade per l'Italia, Hp di New York, Seven Stars di Milano, Università di Brescia e Genova.... e 700 Signore Maria in Italia non basta per essere AUTOREVOLI nel proprio ambito.

Nemmeno la collaborazione attiva con 400 e più ARCHITETTI italiani è panacea.

Quindi, quali plus tra i seguenti è necessario aggiungere per diventare la prima scelta nella testa dei clienti??

Una garanzia sul prodotto di 25 anni?

Una soluzione "soddisfatti o rimborsati" per cui se, non sei contento, ti regalo un'altra fornitura? (Cosa impossibile anche perchè la "contentezza" non è un paramentto CERTAMENTE MISURABILE)

Una soluzione che preveda un rimborso del differenziale tra il mio prodotto e quello che troverai nel mercato ad un prezzo inferiore? (Tutti i prodotti commercializzati sono differenti, è molto difficile paragonarli)

Ti propongo un pagamento "morbido" magari a babbo morto? (Non si fa business così !)

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Q
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Sono considerata disordinata (leggende metropolitane ;) ma in realtà su alcune cose sono un'ordinata/ organizzata maniacale. Esempi? Il mio letto deve essere sempre perfetto come se fosse sempre pronto per un servizio fotografico. Il mio armadio ha gli abiti in ordine cromatico, lo adoro così e per me è comodissimo! Appena entro in casa mi cambio, mi metto in tuta e non ho mai un vestito in giro: o lo butto a lavare o lo ripongo nell'armadio, si fatica a stirare e poi ho rispetto dei miei acquisti anche i più low cost, c'ho dedicato del tempo nello sceglierli e comprarli. Anche io dico W ROOMBA che mentre sistemo in giro pulisce i pavimenti. Ma se la casa è grande, lavori fuori casa tutto il giorno e non vivi sola, ahimè un aiutino ci vuole! Poi l'ideale: organizzazione e a ognuno qualche piccolo compito quotidiano. Buonagiornata a tutti
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Job opportunity
Q
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Do you have a keen eye for design? Are your projects always beautiful, conceptual & current? If the answer is 'YES', then our team wants YOU in their busy studio! With a constant need for talented young Interior Designers, CASA LIVING wants phenomenal Freelancers with solid professional training to create their incredible projects for Luxury Home, Yachts, Hotels etc. If you fit the bill we would love to receive your CV. Write us: info@nihmluxury.com
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Allargare la cameretta
Q
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infatti io sto sempre a lamentare e pubblicare le norme deontologiche (che molti colleghi dimenticano), per meglio comprendere...infatti per me quelli che fanno ciò e tutti quelli che svendono la professione per poche decine o centinaia di euro, li trovo persone che cercano solo di farsi clienti perché non sono in grado di farli fuori...o semplicemente perché credono che cosi facendo ne arrivano di più..per me sono quelli che rovinano la categoria e poi penso che non hanno neanche rispetto per loro stessi se per avere un cliente devono chiedere una "pizza ed una coca cola".... io sono contento di non lavorare, che lavorare sotto costo e sminuire e svalutare i colleghi che hanno come me fatto tanti sacrifici per anni ed oggi si svendono per non usare altre parole poco eleganti. chi vuole farsi notare, gli basta dare l'idea anche solo a pennerello...è di sicuro una idea di partenza, ma lascia capire che da li si può arrivare ovunque. Dalle mie parti si dice che il risparmio non è mai guadagno. E ne sono più che convinto, tanto che ultimamente mi sono ritrovato a rimediare a lavori progettati ed eseguiti in parte da architetti low cost...con clienti che stanno ripagando l'architetto per risolvere problemi e danni...e non dico altro..!
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Architetto o no?
Q
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:) Bravo Myk: hai colto pienamente il punto. Tra i timori "deontologici" di polemiche ed i toni garbati, addirittura, a mio parere, si è anche evitato di dare la giusta risposta ad Elisabetta che semplicemente chiedeva se, nel suo caso, potesse servirle o meno un architetto o se fosse sufficiente la sola presenza di altre figure professionali tutte rispettabilissime e di sicuro sempre necessarie. Vedo di rispondere, finalmente, anche riprecisando che tutte le altre figure che non citerò, sono valide, necessarie e meritevoli di ogni forma di rispetto. Dunque, qui si parla di progetto e di quale sia il modo migliore di rappresentarlo, sbagliando ed anche uscendo fuori tema. Infatti non si può parlare di progetto ma di progetti. Per ogni "contenitore", fosse anche solo una stanza o un appartamento o un fabbricato, ci sono sempre un progetto statico, uno termico, uno acustico, almeno tre impiantistici, uno urbanistico, uno architettonico ecc. Tutti questi progetti, poi, sono concatenati tra loro in soluzioni progettuali che sono sottoposte al vaglio della committenza che, finalmente, fa le proprie scelte. Poi c'è direzione dei lavori. Ora la stragrande maggioranza di queste attività professionali, presuppongono una specifica preparazione accademica che sfocia in una laurea o in architettura o in ingegneria edile o civile: senza titoli di questo tipo ci si può dilettare in materia, spesso anche a buoni livelli, ma non credo si possa avere la visione globale dell'insieme dei progetti citati. Ma basta la laurea? Assolutamente no: bisogna anche superare uno specifico esame di stato (l'ex 4/s per intenderci) e poi iscriversi ad uno dei due spcifici albi: architettura o ingegneria civile. Qui sbaglia anche Houzz, perché forte del format utilizzato in altri Stati, in Italia finisce per accomunare gli iunior con chi invece il 4/s lo ha sostenuto: su Houzz siamo tutti insieme, nello stesso "albo". Ma è meglio un architetto o un ingegnere? La risposta, a mio avviso non c'è: ma di certo l'ingegnere è più schematico, l'architetto ha più inventiva ed è formato per dialogare con le altre figure presenti in cantiere, coordina, media. Questo in linea di massima. Le tecniche di rappresentazione? Il render? Certo serve, anche moltissimo, ma solo per descrivere determinati tipi di progetto. Un render non può farti capire se, fatta casa, si sentiranno i rumori esterni, se sarà energivora oppure no, se staticamente a posto, se si apre un rubinetto e poi un alto, l'acqua avrà ancora lo stesso flusso in uscita dal primo, se accendendo due organi illuminanti, uno prima e l'altro dopo, la luce del primo si attenuerà oppure no, se le protezioni nel quadro elettrico sono dimensionate correttamente oppure no. L'unica tecnica di "rappresentazione" capace di tenere in conto tutte le scelte che hanno portato alla scelta di una determinata soluzione progettuale è l'architetto, questo è indiscutibilmente vero. Ma veniamo al dunque Elisabetta: le servirà un architetto? Forse si, forse no ma di sicuro è meglio che ci sia.
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