Giardino per Esperti: Come Costruire la Prospettiva
Creare un punto focale è forse la cosa più complicata in giardino. Ecco come indirizzare lo sguardo e giocare con la prospettiva
Poche cose sono gratificanti in giardino come riuscire a indirizzare lo sguardo attraverso combinazioni di linee e punti focali. È un’arte piuttosto complessa da padroneggiare, occorre progettare tutto con cura prima dell’impianto, seguire lo sviluppo delle piante ed eventualmente rimuoverne alcune, prendere delle scelte coraggiose e mantenere un’idea di estetica nel corso del tempo.
Il gioco prospettico non è riservato solo ai grandi parchi: anzi, più piccoli sono gli spazi, più ardua è l’impresa e di conseguenza la soddisfazione personale.
La prospettiva è sempre stata un punto importante nella progettazione dei giardini: nei grandi parchi barocchi, ad esempio, per evitare distorsioni prospettiche dovute alla incredibile lunghezza dei viali, era previsto un allargamento progressivo di pochi gradi, in modo da suggerire l’idea che continuassero all’infinito.
Uno dei modi per indirizzare lo sguardo sono proprio i sentieri e i camminamenti. Ma anche una ripetizione ciclica di una pianta, un gruppo di fiori o un elemento di decoro. L’occhio è naturalmente portato a seguire “una traccia” e quindi a muoversi in quella direzione.
Non sottovalutate mai l’importanza delle luci. Di notte calamitano lo sguardo, che si muove da un punto luminoso al successivo.
La prospettiva non deve essere necessariamente rigida e lineare, ma può essere sinuosa e curvilinea: in questo caso occorre che sia sottolineata con maggiore intensità, altrimenti l’occhio tenderà a “perdersi” e a vagare intorno senz’ordine, “impastando” forme e colori in modo disorganizzato.
Alcuni giardini fanno di questo disordine una vera e propria arte, ma per trasgredire le regole, bisogna prima conoscerle.
Il gioco prospettico non è riservato solo ai grandi parchi: anzi, più piccoli sono gli spazi, più ardua è l’impresa e di conseguenza la soddisfazione personale.
La prospettiva è sempre stata un punto importante nella progettazione dei giardini: nei grandi parchi barocchi, ad esempio, per evitare distorsioni prospettiche dovute alla incredibile lunghezza dei viali, era previsto un allargamento progressivo di pochi gradi, in modo da suggerire l’idea che continuassero all’infinito.
Uno dei modi per indirizzare lo sguardo sono proprio i sentieri e i camminamenti. Ma anche una ripetizione ciclica di una pianta, un gruppo di fiori o un elemento di decoro. L’occhio è naturalmente portato a seguire “una traccia” e quindi a muoversi in quella direzione.
Non sottovalutate mai l’importanza delle luci. Di notte calamitano lo sguardo, che si muove da un punto luminoso al successivo.
La prospettiva non deve essere necessariamente rigida e lineare, ma può essere sinuosa e curvilinea: in questo caso occorre che sia sottolineata con maggiore intensità, altrimenti l’occhio tenderà a “perdersi” e a vagare intorno senz’ordine, “impastando” forme e colori in modo disorganizzato.
Alcuni giardini fanno di questo disordine una vera e propria arte, ma per trasgredire le regole, bisogna prima conoscerle.
Le luci che fanno guardare in alto
L’illuminazione da esterni è spesso sottovalutata, anche per ragioni ecologiche o di risparmio. Inoltre un impianto elettrico deve essere messo in posa preferibilmente prima delle piante, adeguatamente segnalato affinché non si rovini con la zappatura, e isolato alla perfezione, pena il rischio di corto circuito.
Non è detto che le luci debbano rimanere accese tutta la notte: il giardino non è la vetrina di un negozio. Ma accendendole sul far della sera, specie nella bella stagione, daranno un’atmosfera decisamente romantica, specie se avete l’accortezza di prenderle a luce calda.
Inusuale la scelta di posizionarle in alto tra le chiome degli alberi. Inevitabilmente i visitatori saranno tentati di alzare lo sguardo, camminando nel prato un po’ disorientati. Un modo meraviglioso per attrarre l’attenzione alla canopea rigogliosa degli alberi.
Se vi piace questo genere di illuminazione, sappiate però che può dare molto fastidio all’avifauna, ai pipistrelli e alle falene notturne. Per cui usatela con parsimonia e accendetela solo occasionalmente. Gli alberi sono prima di tutto casa loro.
L’illuminazione da esterni è spesso sottovalutata, anche per ragioni ecologiche o di risparmio. Inoltre un impianto elettrico deve essere messo in posa preferibilmente prima delle piante, adeguatamente segnalato affinché non si rovini con la zappatura, e isolato alla perfezione, pena il rischio di corto circuito.
Non è detto che le luci debbano rimanere accese tutta la notte: il giardino non è la vetrina di un negozio. Ma accendendole sul far della sera, specie nella bella stagione, daranno un’atmosfera decisamente romantica, specie se avete l’accortezza di prenderle a luce calda.
Inusuale la scelta di posizionarle in alto tra le chiome degli alberi. Inevitabilmente i visitatori saranno tentati di alzare lo sguardo, camminando nel prato un po’ disorientati. Un modo meraviglioso per attrarre l’attenzione alla canopea rigogliosa degli alberi.
Se vi piace questo genere di illuminazione, sappiate però che può dare molto fastidio all’avifauna, ai pipistrelli e alle falene notturne. Per cui usatela con parsimonia e accendetela solo occasionalmente. Gli alberi sono prima di tutto casa loro.
Linee rette
Un sentiero d’ingresso è in genere rettilineo e copre il tratto più breve dal cancello d’entrata fino alla porta.
A scapito della sua semplicità, un sentiero dritto può dare ariosità ad un giardino, specie se si affaccia su un bel paesaggio. Importantissimo in questo caso è “ammorbidirlo” con presenze tondeggianti. Qui sono stati usati dei grossi orci di terracotta, sistemati a distanza regolare, che sottolineano il percorso, alleggerendone la staticità. Anche la fascia centrale di erba mista a piccole tappezzanti è un modo per ingentilire il selciato.
Un sentiero d’ingresso è in genere rettilineo e copre il tratto più breve dal cancello d’entrata fino alla porta.
A scapito della sua semplicità, un sentiero dritto può dare ariosità ad un giardino, specie se si affaccia su un bel paesaggio. Importantissimo in questo caso è “ammorbidirlo” con presenze tondeggianti. Qui sono stati usati dei grossi orci di terracotta, sistemati a distanza regolare, che sottolineano il percorso, alleggerendone la staticità. Anche la fascia centrale di erba mista a piccole tappezzanti è un modo per ingentilire il selciato.
Il sentiero che si divide
Una passatoia di legno sopraelevata rispetto al giardino è da sola in grado di reggere il peso di un gioco prospettico anche piuttosto complesso. Ma se a questa si aggiunge una balaustra con un forte richiamo marinaresco (le traverse realizzate in cordame), che si addice al panorama lacustre, l’effetto si moltiplica esponenzialmente, per cui il tracciato del sentiero diventa il fulcro della prospettiva.
L’occhio seguirà le traverse di funi, letteralmente galleggiandovi sopra, tendendo ad escludere tutti gli elementi alti. Per tale ragione, in giochi di fuochi così modulati, è bene utilizzare pochi elementi ma di grande impatto, come gli alberi.
Una passatoia di legno sopraelevata rispetto al giardino è da sola in grado di reggere il peso di un gioco prospettico anche piuttosto complesso. Ma se a questa si aggiunge una balaustra con un forte richiamo marinaresco (le traverse realizzate in cordame), che si addice al panorama lacustre, l’effetto si moltiplica esponenzialmente, per cui il tracciato del sentiero diventa il fulcro della prospettiva.
L’occhio seguirà le traverse di funi, letteralmente galleggiandovi sopra, tendendo ad escludere tutti gli elementi alti. Per tale ragione, in giochi di fuochi così modulati, è bene utilizzare pochi elementi ma di grande impatto, come gli alberi.
Come in una pista d’atterraggio
Chiunque seguirà questa linea spezzata fatta di lampade tubolari ad altezze sfalsate, esattamente come se gli avessero acceso sotto i piedi una pista d’atterraggio.
Sarà naturale tenere il passo accosto alla fonte luminosa, e questo renderà lo spazio più aperto allo sguardo, poiché non si tenderà a vagare al centro dello spiazzo.
Le luci inoltre guidano verso la vegetazione, spostando l’interesse verso le forme alte e svettanti degli alberi.
Chiunque seguirà questa linea spezzata fatta di lampade tubolari ad altezze sfalsate, esattamente come se gli avessero acceso sotto i piedi una pista d’atterraggio.
Sarà naturale tenere il passo accosto alla fonte luminosa, e questo renderà lo spazio più aperto allo sguardo, poiché non si tenderà a vagare al centro dello spiazzo.
Le luci inoltre guidano verso la vegetazione, spostando l’interesse verso le forme alte e svettanti degli alberi.
L’occhio si sposta verso il basso
Una macchia di colore acceso funziona sempre molto bene come “calamita ottica”.
I colori più visibili tra il verde sono i gialli caldi, gli arancioni e i rossi (basti pensare che la “scatola nera” in dotazione agli aerei, è in realtà di color arancione brillante).
Se poi le piante sono ravvicinate fino a formare una fascia continua, inevitabilmente l’occhio si abbasserà e tenderà a trascurare ciò che c’è in alto (siatene consapevoli se volete inserire un alto arbusto fiorito).
In questo caso le begoniette esaltano la ringhiera elaborata, e indirizzano lo sguardo verso il mare.
Una macchia di colore acceso funziona sempre molto bene come “calamita ottica”.
I colori più visibili tra il verde sono i gialli caldi, gli arancioni e i rossi (basti pensare che la “scatola nera” in dotazione agli aerei, è in realtà di color arancione brillante).
Se poi le piante sono ravvicinate fino a formare una fascia continua, inevitabilmente l’occhio si abbasserà e tenderà a trascurare ciò che c’è in alto (siatene consapevoli se volete inserire un alto arbusto fiorito).
In questo caso le begoniette esaltano la ringhiera elaborata, e indirizzano lo sguardo verso il mare.
Elementi prospettici multiformi
Il sentiero che va a nascondersi dietro il muretto sarebbe apparso troppo lineare se non fosse parzialmente ricoperto da fiorellini (Erigeron karvinskianus) ed erbetta.
Pur essendo stretto appare più ampio e visibile grazie al bianco del selciato. Inoltre numerosi elementi paralleli concorrono a sottolinearne l’andamento: il muretto, il terrapieno, i massi e la linea degli alberi.
Tutti questi elementi sono meravigliosamente fusi in modo armonico grazie al loro accordarsi con il genius loci mediterraneo.
Ami i giardini particolari? Potrebbe interessarti anche: 14 Giardini Misteriosi Ispirati alle Favole
Il sentiero che va a nascondersi dietro il muretto sarebbe apparso troppo lineare se non fosse parzialmente ricoperto da fiorellini (Erigeron karvinskianus) ed erbetta.
Pur essendo stretto appare più ampio e visibile grazie al bianco del selciato. Inoltre numerosi elementi paralleli concorrono a sottolinearne l’andamento: il muretto, il terrapieno, i massi e la linea degli alberi.
Tutti questi elementi sono meravigliosamente fusi in modo armonico grazie al loro accordarsi con il genius loci mediterraneo.
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Una curva sinuosa
Modulare un sentiero curvo con cambi di materiali o di disposizione delle beole, è un modo sicuro per tenere lo sguardo incollato al terreno.
I giapponesi ne hanno fatto capolavori con gli stroll garden, i giardini per la passeggiata meditativa.
Fino a che il sentiero è dritto e accompagnato da elementi regolari, come le palle topiarie, la disposizione delle beole è lineare e geometrica. Al momento di inoltrarsi nel folto di un boschetto, cambiando anche inclinazione, l’ampiezza si dimezza, rendendo più incerto il passo, e quindi necessaria una maggiore attenzione al suolo.
È un’ottima occasione per inserire piante poco appariscenti, che in altri contesti passerebbero inosservate, fiori minimi o fogliame particolare, con venature o dalle forme insolite.
Modulare un sentiero curvo con cambi di materiali o di disposizione delle beole, è un modo sicuro per tenere lo sguardo incollato al terreno.
I giapponesi ne hanno fatto capolavori con gli stroll garden, i giardini per la passeggiata meditativa.
Fino a che il sentiero è dritto e accompagnato da elementi regolari, come le palle topiarie, la disposizione delle beole è lineare e geometrica. Al momento di inoltrarsi nel folto di un boschetto, cambiando anche inclinazione, l’ampiezza si dimezza, rendendo più incerto il passo, e quindi necessaria una maggiore attenzione al suolo.
È un’ottima occasione per inserire piante poco appariscenti, che in altri contesti passerebbero inosservate, fiori minimi o fogliame particolare, con venature o dalle forme insolite.
Combinazioni di elementi differenti
Quando diversi elementi concorrono a creare un senso di prospettiva, fondendosi in modo armonioso, il risultato è ammirevole.
Il prato “dilaga” formando una sorta di piano di colore solido, entro cui l’occhio tende a spostarsi alla ricerca di elementi di ancoraggio di colore contrastante.
Questi sono forniti dalle linee rette del fogliame grigio-azzurro delle lavande e dai fiori lillacini, che formano una vera e propria “sfumatura”.
Il piano ulteriore è dato dai contorti tronchi degli ulivi e dalle chiome grigiastre.
In un contesto del genere il fulcro dell’attenzione si sposta all’interno del viale erboso, senza che l’occhio si affatichi, rimanga incerto o vagoli alla ricerca di un punto focale.
Quando diversi elementi concorrono a creare un senso di prospettiva, fondendosi in modo armonioso, il risultato è ammirevole.
Il prato “dilaga” formando una sorta di piano di colore solido, entro cui l’occhio tende a spostarsi alla ricerca di elementi di ancoraggio di colore contrastante.
Questi sono forniti dalle linee rette del fogliame grigio-azzurro delle lavande e dai fiori lillacini, che formano una vera e propria “sfumatura”.
Il piano ulteriore è dato dai contorti tronchi degli ulivi e dalle chiome grigiastre.
In un contesto del genere il fulcro dell’attenzione si sposta all’interno del viale erboso, senza che l’occhio si affatichi, rimanga incerto o vagoli alla ricerca di un punto focale.
Linee rette spezzate
Una sequenza di beole equidistanti scandisce il percorso per raggiungere una scalinata. Il contrasto tra linee spezzate e continue è compensato dal condiviso bianco avorio, che “raccoglie” l’occhio dal suolo e lo porta in cima alle scale.
Pochi elementi ai lati per dare struttura senza togliere efficacia al gioco prospettico.
Preferite piante dal portamento deciso o dall’effetto scultoreo.
Una sequenza di beole equidistanti scandisce il percorso per raggiungere una scalinata. Il contrasto tra linee spezzate e continue è compensato dal condiviso bianco avorio, che “raccoglie” l’occhio dal suolo e lo porta in cima alle scale.
Pochi elementi ai lati per dare struttura senza togliere efficacia al gioco prospettico.
Preferite piante dal portamento deciso o dall’effetto scultoreo.
Il punto focale
Il modo più classico e forse più elementare di attrarre l’occhio è un elemento focale al termine di un sentiero, di un tunnel di piante o di un arco, come in questo caso.
Non è necessario esagerare e inserire elementi fortemente caratterizzati, anche un semplice vaso vuoto risalterà moltissimo così inquadrato.
Qualsiasi elemento scegliate, una fontana, una statua, un cespuglio, siate certi che non sia fuori contesto o troppo vistoso, e che abbia un effetto altrettanto buono se visto dal lato opposto.
Il modo più classico e forse più elementare di attrarre l’occhio è un elemento focale al termine di un sentiero, di un tunnel di piante o di un arco, come in questo caso.
Non è necessario esagerare e inserire elementi fortemente caratterizzati, anche un semplice vaso vuoto risalterà moltissimo così inquadrato.
Qualsiasi elemento scegliate, una fontana, una statua, un cespuglio, siate certi che non sia fuori contesto o troppo vistoso, e che abbia un effetto altrettanto buono se visto dal lato opposto.
Ordine e pulizia
Quando le quinte verdi sono piuttosto distanziate dal punto di osservazione, l’occhio tenderà ad abbracciare più facilmente l’orizzonte medio-basso.
Le lavande tenute potate alla stessa altezza formano una sorta di “secondo livello” ottico, rialzato rispetto al suolo, mentre lo sguardo è portato a immergersi nel folto della vegetazione grazie alle curve del viale di ghiaia.
Il raccordo in beole equidistanti conferisce solidità a un insieme che altrimenti sarebbe apparso arruffato e scontato.
Raccontaci: geometrico o sinuoso? Che forma daresti al tuo giardino ideale? Scrivilo nei Commenti.
Quando le quinte verdi sono piuttosto distanziate dal punto di osservazione, l’occhio tenderà ad abbracciare più facilmente l’orizzonte medio-basso.
Le lavande tenute potate alla stessa altezza formano una sorta di “secondo livello” ottico, rialzato rispetto al suolo, mentre lo sguardo è portato a immergersi nel folto della vegetazione grazie alle curve del viale di ghiaia.
Il raccordo in beole equidistanti conferisce solidità a un insieme che altrimenti sarebbe apparso arruffato e scontato.
Raccontaci: geometrico o sinuoso? Che forma daresti al tuo giardino ideale? Scrivilo nei Commenti.
Il colore è uno dei richiami più forti che il nostro occhio conosce. Basti pensare alla segnaletica stradale o ai colori fluorescenti usati nei cantieri edili o nel mondo militare.
In giardino il verde sarà sempre il colore prevalente, per cui tinte piatte, uniformi, diverse da quelle morbide e texturizzate di sassi, ghiaia, pietre, fogliame, fiori, ecc., attirano lo sguardo in modo magnetico.
Il viale di ghiaia, stretto e lungo, è sottolineato da un’aiuola ribassata imbiancata a calce, su cui si levano dei fruttiferi con il tronco imbiancato.
Il richiamo cromatico è così forte che l’occhio tende ad escludere qualsiasi altro elemento a favore del bianco calce, seguendolo nel suo percorso.