Ristrutturazione appartamento 1968 - pavimenti nuovi o incollati?
Ciao a tutta la community,
come molti di voi sono in procinto di iniziare un progetto di ristrutturazione di un appartamento di ampie dimensioni per cui dobbiamo ancora rogitare.
L'appartamento è ad un primo piano di un palazzo di 8. Il vano sottostante è un ambiente non riscaldato utilizzato come saletta condominiale. La costruzione risale al 1968, cemento armato + pareti in laterizio, con facciata pietra a vista.
I pavimenti attuali sono in marmo , non particolarmente di pregio o gusto, non uniformi nelle varie stanze.
Le ristrutturazioni imprescindibili:
- rifacimento cucina e bagni
- rifacimento impianto elettrico
- coibentazione pareti esterne dall'interno (pannelli in sughero) o - se possibile - tramite riempimento intercapedine
- infissi
- pavimentazione
Quelle opzionali:
- impianto di riscaldamento (che è centralizzato, quindi parliamo di sostituzione caloriferi in ghisa ed eventuale rifacimento tubi di collegamento interno)
Questo lo stato di fatto, rappresentato in forma grafica con piantina (non si vedono purtroppo porte e pilastri)
e con bozza fatta da me su 2d/3d:
https://planner5d.com/v/?key=02f44a1c664117bbed0c8efbc5150e69&viewMode=2d
L'orientamento è : sud ovest per la parte a sx, nord est per la parte a dx
I due nodi principali che vorrei sciogliere il prima possibile sono due:
- redesign zona cucina / giorno
- pavimenti: disfare e ricreare, o incollare sull'esistente
Per evitare di mettere troppa carne al fuoco, qui vi chiederei aiuto sul secondo.
Le idee per il momento sono due:
A) completo smantellamento e rifacimento di massetto e pavimento
B) posa su pavimento esistente
Per quanto riguarda bagni e e cucina, lo smantellamento non è in discussione.
Per quanto riguarda il resto della casa, invece, ho letto parecchio, ma non ho ancora preso una decisione.
Gli "impianti" da fare arrivare alle camere e allo studio sarebbero quelli relativi a:
- prese elettriche
- condizionatori (non ci sono oggi, sono da installare ex novo)
- riscaldamento (radiatori in ghisa, impianto centralizzato)* >> non è detto che sia necessario. Trattandosi di impianto centralizzato, non so quanto abbia senso rifare solo la parte che arriva ai singoli radiatori.
L'alternativa più immediata allo smantellamento totale è quella di portare gli impianti nei locali camera e studio eseguendo le tracce a pavimento. Non una grande mossa, facendo due conti, considerando che le tracce generano comunuque lavoro di demolizione e smaltimento e, probabilmente, anche disallineamento del pavimento esistente che rimarrebbe "in loco".
Ho pensato dunque che, considerando che l'altezza dei locali è oggi di 2,80 , lo scenario alternativo preferibile fosse quello di un controsoffitto dedicato alla parte elettrica e di condizionamento, che avrebbe anche il vantaggio di isolare termicamente e acusticamente i locali dall'appartamento al piano superiore, oltre che di offrire un impianto di condizionamento tramite bocchette e non singoli split montati nelle camere, che garantirebbe una distribuzione molto più omogenea e meno puntuale del raffrescamento.
Considerando il limite di 2.70, tranne che nel corridoio, dove si potrebbe anche scendere ulterioremente, secondo voi questa idea sarebbe percorribile? il "saving" sulla demolizione e rifacimento massetto, qualora il pavimento attuale garantisse la planarità necessaria alla posa, mi permetterebbe di investire in un pavimento di maggior qualità ( parquet vero).
Grazie a chiunque vorrà contribuire, anche con consigli che vanno fuori da quanto espresso sopra!
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