Cronostoria di cantiere: cementinee vespaio
Madama Architettura
6 anni fa
Il recupero delle cementine è stata un operazione complessa, non solo per la delicata rimozione (avvenuta manualmente) delle cementine stesse al fine di non comprometterne la loro integrità per poterle riutilizzare. Ma si è dovuto intervenire per risolvere il problema dell’umidità di risalita che ne avrebbe intaccato il pavimento stesso, tipico delle case realizzate ai primi del 900 come casa BL .
Il piano terra, seppur sopraelevato rispetto al livello stradale collegato ad esso tramite un piccolo balconcino chiamato in dialetto “ciappetta”; poggiava in parte su materiale roccioso e in parte su materiale di riporto costituito da pietrame di varia pezzatura e sabbia tipica della zona.
Il vecchio pavimento al piano terra si trovava a diretto contatto con lo strato sottostante di pietrame e sabbia e non essendo interposta tra di essi alcuna impermeabilizzazione, si è deciso di intervenire per evitare la risalità dell'umidità che poteva comprometterne la posa dei pavimenti recuperati creando delle macchie sugli stessi.
A fronte di ciò si è deciso di realizzare un vespaio areato.
C’è da dire che oltre ad evitare il problema dell’umidità di risalita, si è posta la questione di risolvere un altro importante problema presente nel territorio siciliano e ma non solo, quasi spesso sottovalutato; ovvero la mitigazione del gas radon.
Il radon, per chi non lo sapesse, è un gas cancerogeno e radioattivo, incolore e inodore, che causa un aumento del rischio di contrarre il tumore polmonare (secondo dopo il fumo di sigarette) e che si trova presente nel sottosuolo in concentrazioni variabili, secondo recenti stime causa circa 3000 morti l’anno.
Una delle pratiche da adottare per mitigare l’esposizione dal gas radon all’interno dell’edificio, è proprio la realizzazione di un vespaio areato o ventilato come richiesto anche dal protocollo di sostenibilità ambientale a base volontaria, GBC Home, nel prerequisito QI 3 “Protezione del radon” (obbligatorio ai fini dell’ottenimento della certificazione).
La realizzazione di un vespaio areato può ridurre l’esposizione anche di altri inquinanti provenienti dal suolo e per questo è considerata tecnica di buona pratica per ridurre la penetrazione di questi gas nell’edificio.
Il vespaio areato è costituito da igloo o casseri che si agganciano tra di loro creando un’ unica trama e da tubi di ventilazione che permettono di far circolare l’aria all’interno di essi in modo da garantire il ricircolo. Ai fini della predisposizione dei tubi di ventilazione, si è tenuto conto dell’esposizione dell’edificio in quanto la situazione ottimale è predisporli sul lato avente orientamento nord sue come nel nostro caso. I tubi sfociano anche sull’altro affaccio dell’immobile creando un sistema di circolazione diretta. Avendo il problema di un lotto originariamente fuori squadra, si sono scelti in mercato degli elementi facilmente adattabili delimitando parti di essi.
Prima della posa degli igloo del vaspaio, si è provveduto a realizzare un magrone di livellamento e su di essa un impermeabilizzazione a spolvero prima della posa degli igloo stessi. Mentre per quanto riguarda le parti verticali, si è provveduto alla posa di apposita stuoia drenante .
L’idea di un vespaio areato non è per niente recente ma ha origini molto lontane proprio per risolvere il problema dell’umidità che rendevano gli ambienti freddi e insalubri. Infatti gli antichi romani utilizzavano delle anfore per ottenere spazi vuoti al di sotto degli edifici.
Si precisa che tale pratica è replicabile in alcuni casi, previa sempre analisi dello stato dei luoghi e che ci sono anche soluzioni più economiche e meno invasive che possono essere attuate. In questo caso si è preferito puntare ad una soluzione che salvaguardia anche lo stato del pavimento essendo di particolare pregio.
La progettazione non è solo ricerca estetica come per esempio l’uso di materiali di recupero, ma ci si impegna a curare anche gli aspetti tecnici i quali risultati si potranno constatare in tempi futuri.
Il piano terra, seppur sopraelevato rispetto al livello stradale collegato ad esso tramite un piccolo balconcino chiamato in dialetto “ciappetta”; poggiava in parte su materiale roccioso e in parte su materiale di riporto costituito da pietrame di varia pezzatura e sabbia tipica della zona.
Il vecchio pavimento al piano terra si trovava a diretto contatto con lo strato sottostante di pietrame e sabbia e non essendo interposta tra di essi alcuna impermeabilizzazione, si è deciso di intervenire per evitare la risalità dell'umidità che poteva comprometterne la posa dei pavimenti recuperati creando delle macchie sugli stessi.
A fronte di ciò si è deciso di realizzare un vespaio areato.
C’è da dire che oltre ad evitare il problema dell’umidità di risalita, si è posta la questione di risolvere un altro importante problema presente nel territorio siciliano e ma non solo, quasi spesso sottovalutato; ovvero la mitigazione del gas radon.
Il radon, per chi non lo sapesse, è un gas cancerogeno e radioattivo, incolore e inodore, che causa un aumento del rischio di contrarre il tumore polmonare (secondo dopo il fumo di sigarette) e che si trova presente nel sottosuolo in concentrazioni variabili, secondo recenti stime causa circa 3000 morti l’anno.
Una delle pratiche da adottare per mitigare l’esposizione dal gas radon all’interno dell’edificio, è proprio la realizzazione di un vespaio areato o ventilato come richiesto anche dal protocollo di sostenibilità ambientale a base volontaria, GBC Home, nel prerequisito QI 3 “Protezione del radon” (obbligatorio ai fini dell’ottenimento della certificazione).
La realizzazione di un vespaio areato può ridurre l’esposizione anche di altri inquinanti provenienti dal suolo e per questo è considerata tecnica di buona pratica per ridurre la penetrazione di questi gas nell’edificio.
Il vespaio areato è costituito da igloo o casseri che si agganciano tra di loro creando un’ unica trama e da tubi di ventilazione che permettono di far circolare l’aria all’interno di essi in modo da garantire il ricircolo. Ai fini della predisposizione dei tubi di ventilazione, si è tenuto conto dell’esposizione dell’edificio in quanto la situazione ottimale è predisporli sul lato avente orientamento nord sue come nel nostro caso. I tubi sfociano anche sull’altro affaccio dell’immobile creando un sistema di circolazione diretta. Avendo il problema di un lotto originariamente fuori squadra, si sono scelti in mercato degli elementi facilmente adattabili delimitando parti di essi.
Prima della posa degli igloo del vaspaio, si è provveduto a realizzare un magrone di livellamento e su di essa un impermeabilizzazione a spolvero prima della posa degli igloo stessi. Mentre per quanto riguarda le parti verticali, si è provveduto alla posa di apposita stuoia drenante .
L’idea di un vespaio areato non è per niente recente ma ha origini molto lontane proprio per risolvere il problema dell’umidità che rendevano gli ambienti freddi e insalubri. Infatti gli antichi romani utilizzavano delle anfore per ottenere spazi vuoti al di sotto degli edifici.
Si precisa che tale pratica è replicabile in alcuni casi, previa sempre analisi dello stato dei luoghi e che ci sono anche soluzioni più economiche e meno invasive che possono essere attuate. In questo caso si è preferito puntare ad una soluzione che salvaguardia anche lo stato del pavimento essendo di particolare pregio.
La progettazione non è solo ricerca estetica come per esempio l’uso di materiali di recupero, ma ci si impegna a curare anche gli aspetti tecnici i quali risultati si potranno constatare in tempi futuri.
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