Riscaldamento in casa

6 anni fa

buongiorno a tutti, scrivo qui perché ho bisogno delle vostre esperienze e consigli. Devo affrontare la ristrutturazione di una casa situata al primo piano di un palazzo con sotto il porticato. Dato che i vecchi inquilini mi hanno comunicato che la casa è abbastanza fredda stavo valutando quale fosse il più efficiente riscaldamento da installare. Leggendo parecchio su internet e dopo aver raccolto pareri contrastanti tra vari conoscenti mi sono convinto al 100% di fare il cappotto esterno (ovvero sotto il porticato) ma rimane il dubbio se installare il riscaldamento a pavimento. Ora la mia domande sono queste: dato che sfrutterò a pieno l'abitazione x 2 ore a pranzo e dalle 18 fino alla mattina conviene fare questa scelta? Alcuni mi hanno riferito che il riscaldamento a pavimento acceso un intero giorno consuma quanto 4/5 ore dei termosifoni in ghisa... sarà vero??
Inoltre, io abito a sud dove le temperature in inverno oscillano tra la minima di 4 e la massima di 13 e per questo motivo ci sono persone che dicono che da noi non serve installare questo impianto..hanno ragione?? Un paio di architetti, nel caso di impianto a pavimento, mi hanno comunicato il rischio di disperdere buona parte del calore nel porticato con rischio di non raggiungere la temperatura desiderata in casa.. è cosi??

Insomma, avrete capito che ho ancora molti dubbi...sono tutto orecchie!! grazie.

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Commenti (4)

Andrea Quinto
Autore originale
6 anni fa
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PRO
Architetto Michele Abbate
6 anni fa
Ultima modifica: 6 anni fa
Salve Andrea, in realtà i suoi problemi sono due. Uno è l'isolamento della casa, l'altro è il tipo di riscaldamento da adottare. Il primo, dato che la casa è fredda va assolutamente risolto, secondo me. Quindi ben venga il cappotto. Ma basta solo il cappotto? Decisamente no: bisogna isolare tutto, quindi non solo i muri esterni, ma anche i solai e bisogna porre molta cura a quelli che noi chiamiamo ponti ternici in modo che le dispersioni siano ridotti al minimo. Il porticato è sicuramente un ponte termico (punti che disperdono ciò che si produce in casa, sia calore o fresco), ma come tutti gli altri ponti termici, può essere abbattuto o ancora, tenuto in conto. Come isolare non è una cosa che può decidere lei da solo, ma ha bisogno di un termotecnico che le calcoli il tutto con specifici software di simulazione. Così lei sceglierà con lui in che classe vuole portare casa sua e come vuole portarla. Va da se che indipendentemente da quante ore passa in casa, seguendo il suo ragionamento iniziale, se lei a una casa in classe. ad esempio D, riscaldata a radiatori e senza ponti termici abbattuti, consumerà comunque di più di una classe A4 con ponti termici abbattuti e riscaldata a pavimento. Quindi, ricapitolando, prima di tutto, cerchi un bravo termotecnico (anch'io sono del sud, un bel po' di case con relativi impianti li ho calcolati e le posso garantire che d'inverno, l'impianto indipendentemente dal tipo scelto, si accende, il più delle volte pochissimo e d'estate si hanno comunque innumerevoli vantaggi energetici). Quindi lei non deve considerare solo la stagione fredda, ma anche quella calda. Consideri che in una casa ristrutturata tra il 2016 ed il 2017, riscaldata a radiatori e con climatizzatori di tipo split nelle principali stanze, prima dell'intervento gli split erano accesi per un bel po' di ore al giorno, l'estate scorsa, invece, quasi mai.

Detto che la prima cosa è la classe, passiamo all'impianto. Lei ha ragione solo nel caso in cui decida di alimentare allo stesso modo i due tipi di impianto. Cioè se alimenta con una caldaia a condensazione o un impianto a radiatori o uno a pavimento, a parità di classe, se quest'ultima fa schifo, consumerà di più con un impianto a pavimento. Ma all'impianto a pavimento può però abbinare, con maggiore efficienza un bel po' di cosine a consumo zero. Tenga conto che in riscaldamento, l'acqua circola in un impianto a pavimento, a circa 20° in meno che in impianto a radiatori moderno e progettato bene. Quei 20° in meno le consentono di poter inserire un impianto solare termico o termodinamico che le darebbe energia termica del tutto gratuita. Sempre con un impianto a pavimento ha senso inserire un impianto fotovoltaico per alimentare una pompa di calore invertibile aria-acqua che le farebbe caldo e freddo in maniera quasi gratis. Potrei ancora continuare, ma credo che ormai abbia capito che solo il suo termotecnico, dati alla mano e simulazioni effettuate, le può rispondere in maniera corretta.

Un'ulima cosa: non dimentichi la stagione calda nelle sue decisioni.
Andrea Quinto ha ringraziato Architetto Michele Abbate
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(1) commenti
Salve Gregorio, purtroppo i prezzi variano da regione a regione e quindi su questo se non le risponde un toscano, non so come aiutarla. Molto dipende anche dai materiali usati: come tutte le cose ci sono impianti a pavimento ed impianti a pavimento, impianti a radiatori ed impianti a radiatori. Per gli impianti a pavimento ci sono poi altre variabili come il modo in cui si isola il solaio sotto l'impianto, il tipo di massetto, ecc. Quello che posso dirle con le informazioni che ha dato, è che se la sua famiglia passa parecchie ore in casa conviene il riscaldamento a pavimento (può fare anche il raffrescamento lo stesso impianto, semplicemente facendo circolare acqua fredda al posto di acqua calda). Se userete la casa per poche ore al giorno, conviene averlo a radiatori. La cosa però non è sempre vera perché il riscaldamento/raffrescamento a pavimento, si presta decisamente meglio a funzionare con le innovazioni tecnologiche di oggi (pannelli solari, fotovoltaici, dato che sei in Toscana aggiungo geotermia ecc). Quindi se vuole andare verso una NZEB (edifici aconsumo quasi zero) deve essere, per me, a pavimento o comunque un qualsiasi sistema a irradiazione. Ma se devo dirtela tutta, ti dico pure che ti stai muovendo in maniera sbagliata: la prima cosa che dovresti fare è salire di classe e poi pensare a come riscaldare o raffrescare. Questo perché, gli impianti termici, vanno calcolati e dimensionati in funzione della capacità che la casa ha di non disperdere ciò che si è prodotto al suo interno, sia che si tratti di caldo, sia che si parli di fresco. Ne consegue che dovresti, in primis, relazionarti con un termotecnico che, vista la casa, ti dirà come muoverti.
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(10) commenti
Ciao Stefano. L'ultima NZEB da me progettata ha un impianto a pavimento (per il caldo e per il fresco) alimentato da una pompa di calore invertibile aria-acqua (quelle di ultima generazione consumano davvero pochissimo). Quasi tutta l'energia che serve a quella casa è prelevata, d'estate, da un impianto fotovoltaico da 4,5 kW (la casa è di 120 mq. circa, più una taverna da 60 mq ed una mansarda da circa 45 mq). D'inverno, oltre al fotovoltaico, c'è un impianto solare termodinamico (produce anche con temperature prossime allo 0 termico) collegato ad un accumulo da 300 l, se non ricordo male. Il tutto però, deve essere, accuratamente progettato da un termotecnico e comunque sia, parliamo di NZEB: cioè edifici a consumo quasi zero (non a consumo zero). Risulta però (ora ti parlo da termotecnico) che oltre all'impianto, la casa deve essere in grado di non disperderere in certo lasso di tempo, ciò che si produce al suo interno (caldo o freddo che sia). Ciò lo si ottiene solo con l'isolamento termico dell'intero involucro, tenendo in giusta considerazione tutti i ponti termici che si hanno. In altre parole, l'impianto, da solo non basta ed in ogni caso, consumerai pochissimo ma mai zero. Ritornando all'esempio di prima, le mie proiezioni progettuali, parlavano di un consumo sei volte inferiore a quello di casa mia, lui dovrebbe pagare in sei anni quello che io pago in uno (e casa mia, per l'età che ha, non consuma tantissimo). Si è trasferito da pochissimo, le prime fatture che gli sono arrivate confermano in pieno le proiezioni, ma il lasso di tempo intercorso è ancora troppo basso per un diffidente come me. Comunque sia, consumerà davvero pochissimo.
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Andrea Quinto
Autore originale
6 anni fa
innanzitutto la ringrazio per la risposta.
Vorrei capire però, data la sua esperienza nel settore, se lei consiglia il raffrescamento a pavimento insieme al riscaldamento a pavimento. Leggendo su internet molti lo sconsigliano proprio perché l'ideale e installare nel controsoffitto dei deumidificatori i quali sono essenziali per non creare condensa in casa. Nel mio caso pensavo di installare il riscaldamento a pavimento con degli split tradizionali a parete per il condizionamento nel periodo estivo (reputo personalmente questa scelta più semplice ed efficace).
Un'altra cosa che volevo descrivere è il fatto dell'importanza della coibentazione di cui lei parlava. Su questo punto devo precisare che mentre sul porticato posso agire con un cappotto esterno, sugli altri lati perimetrali della casa devo per forza agire con cappotti interni poiché non posso modificare l'estetica dell'immobile. Attualmente, considerando il mio budget credo che attuerò soltanto il cappotto esterno con modifica di tutti gli infissi di nuova generazione.
PRO
Architetto Michele Abbate
6 anni fa
Ultima modifica: 6 anni fa
Beh! Per questo le dicevo che le serve un termotecnico. Se deciderà ad esempio, per un riscaldamento a pavimento alimentato da una pompa di calore invertibile aria-acqua perché prendere altre pompe di calore aria-aria (split) per fare solo il fresco se ha già una macchina in grado di farglielo e di farglielo bene? Inoltre la gradevolezza di un raffrescamento a pavimento non è nemmeno lontanamente paragonabile al fresco generato da uno split. Certo: deve mettere un deumidificatore ma quale sarebbe il problema? Cioè nell'ipotesi di pompa di calore aria-acqua non comprerebbe x split e comprerebbe solo un deumidificatore: a conti fatti risparmierebbe e raffrescerebbe tutto. Se deve fare il cappotto metà in interno e metà in esterno, o peggio, solo mezzo in esterno, allora il termotecnico le serve ancora di più, perché potrebbe essere a serio rischio di muffe e qui, se fosse mio cliente, ora comincerei a dirle che se non può fare l'isolamento come si deve, allora si che è meglio il classico impianto a radiatori con gli split d'estate: entrambi i sistemi movimentano l'aria interna, abbassando (anche se non eliminando) il rischio di muffe e condense.

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