Una Veranda su Milano e Tutta la Luce che Vuoi Abbattendo i Muri
Lavorare sulla pianta e abbattere muri per creare uno spazio luminoso e fluido in un grande appartamento milanese
Uno spazio dove poter esaltare al massimo la libertà di movimento: questi i desiderata di una coppia con bambini proprietaria di un grande appartamento a Milano. L’architetto Cecilia Avogadro ha interpretato la richiesta dei suoi committenti come un esercizio sulla fluidità, abbattendo tutti gli spazi interstizi e distribuendo lungo un’asse diagonale la zona giorno. Per catturare i migliori momenti della luce e restituire alla casa un’inedita sensazione di vitalità.
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È per questo che quando una coppia di professionisti milanesi con due bambini piccoli contatta l’architetto Cecilia Avogadro per affidarle la ristrutturazione del loro grande appartamento, questa interpreta la loro richiesta di spazi aperti come una ricerca di fluidità. E si mette ad immaginare una modalità spaziale che renda possibile non solo l’esaltazione di una piena libertà di movimento, ma anche l’utilizzo della luce come elemento in grado di attraversare, definire e, perché no, decorare gli ambienti.
Di luce, non a caso, l’appartamento ne aveva veramente tantissima, complice una vecchia veranda condonata, ubicata agli antipodi della porta d’ingresso, di cui Avogadro ha subito intuito lo straordinario potenziale.
Di qui la prima decisione importante che ha dato il via a tutto il progetto: le pareti che la delimitavano sarebbero state demolite, mentre l’affaccio sulla strada sarebbe stato chiuso con due grandi vetrate.
Il risultato, che vediamo in questa immagine, si caratterizza oggi come il tratto distintivo della casa: una vera e propria finestra su Milano, dalla quale è possibile osservare tutte le mutazioni del cielo, osservando temporali e tramonti nel loro divenire e godendo di quel tipo di esposizione aperta e senza interposizioni sugli spazi esterni che si ha solitamente nelle case al mare o di montagna.
Di qui la prima decisione importante che ha dato il via a tutto il progetto: le pareti che la delimitavano sarebbero state demolite, mentre l’affaccio sulla strada sarebbe stato chiuso con due grandi vetrate.
Il risultato, che vediamo in questa immagine, si caratterizza oggi come il tratto distintivo della casa: una vera e propria finestra su Milano, dalla quale è possibile osservare tutte le mutazioni del cielo, osservando temporali e tramonti nel loro divenire e godendo di quel tipo di esposizione aperta e senza interposizioni sugli spazi esterni che si ha solitamente nelle case al mare o di montagna.
Il progetto di ristrutturazione, la prima ad essere eseguita nell’appartamento dalla sua costruzione, ha preso avvio a partire da un lavoro certosino sulla pianta. Passata, dalla sua precedente versione fino all’attuale (che vediamo in questa immagine), a poter contare di spazi potenziati proprio in virtù dell’eliminazione di ogni spazio di passaggio: «Abbattendo corridoi e anticamere, la casa non ha solo guadagnato un bagno in più, ma anche una zona giorno e camere da letto più ampie» ci racconta Cecilia Avogadro.
Particolare l’organizzazione della zona giorno, che invece di essere contigua si dispone lungo un asse diagonale che attraversa tutta la casa, così da assecondare il potenziale di ogni spazio per quanto riguarda gli affacci – il salotto con la sua esposizione verso sud, la cucina con le sue grandi vetrate verso nord – e distribuire meglio la luce agli ambienti.
Particolare l’organizzazione della zona giorno, che invece di essere contigua si dispone lungo un asse diagonale che attraversa tutta la casa, così da assecondare il potenziale di ogni spazio per quanto riguarda gli affacci – il salotto con la sua esposizione verso sud, la cucina con le sue grandi vetrate verso nord – e distribuire meglio la luce agli ambienti.
Esito di questo accurato ridisegno, la zona giorno sembra arrivare a diramarsi fino alla cucina, regalando un gioco di visuali di grande interesse.
In questa immagine, il daybed collocato in salotto che è stato ritrovato durante i lavori accanto a un bidone della spazzatura e quindi recuperato con un materasso rosso fatto a mano da un tappezziere.
A parete, invece, troviamo una delle tinte che più definisce la palette cromatica dell’appartamento: «Il brief offerto dal cliente era di avere una casa calda, ma senza far ricorso a colori come il giallo e l’arancione, lontani dalle corde dei proprietari – racconta l’architetto Avogadro. Per questo abbiamo optato per una palette orientata sui toni dell’azzurro e del verde, animati soltanto da episodiche macchie di colore. La punta di petrolio che vediamo qui sopra sulla parete è stata ad esempio mutuata dalla facciata dell’edificio, e qui ripresa come legame e come spirito della casa».
Nella foto, lampada daterra Coupé 3321 di Joe Colombo per Oluce (sulla sinistra), lampada a sospensione Aim di Ronan & Erwan Bouroullec per Flos (sulla destra).
In questa immagine, il daybed collocato in salotto che è stato ritrovato durante i lavori accanto a un bidone della spazzatura e quindi recuperato con un materasso rosso fatto a mano da un tappezziere.
A parete, invece, troviamo una delle tinte che più definisce la palette cromatica dell’appartamento: «Il brief offerto dal cliente era di avere una casa calda, ma senza far ricorso a colori come il giallo e l’arancione, lontani dalle corde dei proprietari – racconta l’architetto Avogadro. Per questo abbiamo optato per una palette orientata sui toni dell’azzurro e del verde, animati soltanto da episodiche macchie di colore. La punta di petrolio che vediamo qui sopra sulla parete è stata ad esempio mutuata dalla facciata dell’edificio, e qui ripresa come legame e come spirito della casa».
Nella foto, lampada daterra Coupé 3321 di Joe Colombo per Oluce (sulla sinistra), lampada a sospensione Aim di Ronan & Erwan Bouroullec per Flos (sulla destra).
La scelta degli arredi, curata personalmente da Avogadro a partire dai pezzi preesistenti dei proprietari, alterna creazioni contemporanee ai grandi classici del design, per lo più italiani. «Le cose belle rimangono belle per sempre. Eppure nel mio lavoro non mi piace accostare otto sedie Superleggera (nella foto, dietro il tavolo) perché l’effetto è quello di un tavolo direzionale. Piuttosto, molto meglio scomporre il set e distribuirlo nei vari spazi della casa. Un approccio che permette di infondere un tocco di contemporaneità, senza però incombere in una casa storicizzata».
Nella foto, lampada a sospensione Splügen Bräu di Achille & Pier Giacomo Castiglioni per Flos; quadri “Negativo Positivo” di Bruno Munari; trumeau in radica del ‘700, pezzo di famiglia dei proprietari; tavolo su disegno di Cecilia Avogadro realizzato da Linea Esse Tre.
Nella foto, lampada a sospensione Splügen Bräu di Achille & Pier Giacomo Castiglioni per Flos; quadri “Negativo Positivo” di Bruno Munari; trumeau in radica del ‘700, pezzo di famiglia dei proprietari; tavolo su disegno di Cecilia Avogadro realizzato da Linea Esse Tre.
Anche l’uso estensivo delle carte da parati, che prediligono il tratto grafico degli anni ‘60 pur essendo di produzione contemporanea (tutte di Boråstapeter), contribuiscono ad accentuare l’effetto decorativo e la suggestione tattile delle pareti.
In questa immagine, divano Raffles di Vico Magistretti per De Padova; lampada Parentesi di Achille Castiglioni e Pio Manzu per Flos e, accanto, l’applique Clessidra di Antonio Citterio sempre per Flos.
In questa immagine, divano Raffles di Vico Magistretti per De Padova; lampada Parentesi di Achille Castiglioni e Pio Manzu per Flos e, accanto, l’applique Clessidra di Antonio Citterio sempre per Flos.
Tra il salotto e la cucina, la fluidità dello spazio è stata resa possibile dalla creazione di una porta traforata su disegno, una creazione di Cecilia Avogadro e dell’artista Lorenzo Manenti. Realizzata in mdf, è stata prima disegnata a mano, quindi digitalizzata con Autocad e infine realizzata da un falegname locale.
La porta rappresenta anche un vero e proprio banco di regia per regolare la presenza della luce dentro casa. Come ci confida Avogadro, con la porta aperta è possibile vedere la luce da due punti di vista diversi. «Dalla cucina, la luce si espande in tutto il resto della casa, garantendo non solo una luminosità ottimale, ma anche il piccolo vezzo –scusate se è poco – di poter osservare l’effetto della luce da due diversi punti di vista».
La porta rappresenta anche un vero e proprio banco di regia per regolare la presenza della luce dentro casa. Come ci confida Avogadro, con la porta aperta è possibile vedere la luce da due punti di vista diversi. «Dalla cucina, la luce si espande in tutto il resto della casa, garantendo non solo una luminosità ottimale, ma anche il piccolo vezzo –scusate se è poco – di poter osservare l’effetto della luce da due diversi punti di vista».
Nella cucina, una lunga penisola separa la zona operativa dall’angolo deputato alla zona pranzo.
La scelta del bianco come colore dominante ha permesso di ricavare un ambiente molto arioso e leggero, animato soltanto dalla spiccata fantasia della carta da parati sotto una finestra.
La scelta del bianco come colore dominante ha permesso di ricavare un ambiente molto arioso e leggero, animato soltanto dalla spiccata fantasia della carta da parati sotto una finestra.
Nella camera da letto padronale, una carta da parati animata da un motivo a tarassaco contribuisce a definire un ambiente delicato e sognante.
Curioso il dettaglio della piccola botola aperta verso la cucina, un vero e proprio coup de théâtre pensato per rendere agevole il passaggio del caffè da una stanza all’altra, senza il bisogno di fare il giro di tutta la casa.
A parete, lampada Tolomeo di Michele De Lucchi per Artemide; sugli scaffali, lampada Saily di Pagani Perversi per Skitsch,
Curioso il dettaglio della piccola botola aperta verso la cucina, un vero e proprio coup de théâtre pensato per rendere agevole il passaggio del caffè da una stanza all’altra, senza il bisogno di fare il giro di tutta la casa.
A parete, lampada Tolomeo di Michele De Lucchi per Artemide; sugli scaffali, lampada Saily di Pagani Perversi per Skitsch,
Antidoto alla prevedibilità non è solo la scelta dei colori alle pareti, utilizzati con sapienza grafica sia al vivo che con una cornice bianca, ma anche altri piccoli dettagli pensati per fare la differenza. Un esempio su tutti sono le mensole sbieche distribuite tra camera da letto e antibagno. «Le ho disegnate con l’intenzione di occultare i troppi angoli acuti e ottusi che si erano venuti a creare con la riorganizzazione della pianta», racconta Avogadro «Adesso, la percezione dello spazio e i rapporti geometrici tra mobili e pareti risultano più ortogonali e puliti».
Il bagno padronale, a cui si ha accesso dalla camera da letto, ospita un inserimento inconsueto e a suo modo ironico: alle pareti ci sono due dipinti ad olio del ‘700, due ritratti di antenati provenienti da una vecchia casa di famiglia, posizionati sopra la vasca proprio per sdrammatizzarne – anche grazie alla presenza della carta da parati azzurra sullo sfondo –l’autorevolezza un po’ cupa.
In questa immagine, vasca freestanding Normal di Benedini Associati per Agape, tavolino di Eero Saarinen per Knoll; sgabello in sughero realizzato dall’artigiano sardo Corrias.
In questa immagine, vasca freestanding Normal di Benedini Associati per Agape, tavolino di Eero Saarinen per Knoll; sgabello in sughero realizzato dall’artigiano sardo Corrias.
La stanza dei bambini, di 28 mq, è un ampio spazio illuminato da due grandi finestre: un domani, il vano potrà essere suddiviso in due ambienti separati, adattandosi alle esigenze di privacy di due adolescenti.
Nel frattempo, la camera è innanzitutto vissuta come un grande, emozionante playground, a cui si affiancano i due lettini gemelli Montessori disegnati da Cecilia Avogadro. A vivacizzare l’ambiente e ad esaltarne il tratto grafico del suo décor, una grande striscia gialla - l’unica in questo colore presente in casa - e un tappeto a motivi romboidali di Anthropologie.
Bambini Felici Crescono: E Se Tutto Iniziasse con il Letto Giusto?
Nel frattempo, la camera è innanzitutto vissuta come un grande, emozionante playground, a cui si affiancano i due lettini gemelli Montessori disegnati da Cecilia Avogadro. A vivacizzare l’ambiente e ad esaltarne il tratto grafico del suo décor, una grande striscia gialla - l’unica in questo colore presente in casa - e un tappeto a motivi romboidali di Anthropologie.
Bambini Felici Crescono: E Se Tutto Iniziasse con il Letto Giusto?
Il bagno dei bambini sembra esemplificare il felice effetto di commistione tra sacro e profano già visto nel resto della casa. Un mobile in rovere su disegno di Cecilia Avogadro si sposa infatti ad una carta da parati a maxi pois e a uno specchio antico con cornice dorata. A contrasto, un rubinetto rosso minimale dialoga con il cavo rosso della lampadina a sospensione, regalandoci ancora una volta una misuratissima botta di colore. Dimostrandoci, infine, come una contaminazione misurata ed ironica possa funzionare a qualsiasi età. Nonché invecchiare con smalto, senza perdere la sua giocosità.
Chi ci abita: una famiglia con due bambini
Dove: Milano
Superficie: 180 m² suddivisi tra un salotto, una cucina tinello, due camere da letto, una cameretta, tre bagni, un vano lavanderia.
Anno di costruzione: 1958
Anno di intervento: 2013
Architetto: Cecilia Avogadro
Nell’architettura di interni, gli ambienti “mossi” rappresentano una tipologia particolarmente ricercata. Irregolari nella ripartizione degli spazi, che non vengono articolati secondo il classico schema ingresso-salotto-cucina-corridoio-camere-bagni, queste case “non conformi” guadagnano in personalità grazie a tagli irregolari (e spesso audaci). Perché se è vero che i metri quadri, soprattutto in città, sono un lusso che non tutti possono concedersi, è altrettanto vero che il frazionamento eccessivo a causa di corridoi e piccoli ambienti imprigiona la vivibilità e l’energia di una casa.