Tutto Quello che c'è da Sapere sui Pavimenti in Cotto per Case Rustiche
Ami lo stile rustico di campagna? 7 punti svelano il fascino di un materiale antico emblema del country italiano, che non passa mai di moda
Maria Chiara D'Amico
9 giugno 2016
Architetto freelance e interior designer
Il cotto è un materiale semplice e di grande fascino che ha trovato largo impiego nella costruzione di edifici rurali in gran parte delle tradizione edile italiana. Questo tipo di rivestimento è stato ampiamente usato in molti cascinali di campagna come pavimentazione per rivestire gli interni, i fienili e gli spazi aperti. Talvolta utilizzato anche solo come elemento decorativo, basti pensare alle gelosie che separano gli ambienti o che fungono da parapetti in molti dei piccoli borghi delle nostre regioni.
Se vi piace questo materiale proverò a raccontarvi alcune sue caratteristiche che ho imparato a conoscere durante la progettazione di abitazioni dal carattere rustico e accogliente, in paesaggi lontani dal traffico cittadino.
Se vi piace questo materiale proverò a raccontarvi alcune sue caratteristiche che ho imparato a conoscere durante la progettazione di abitazioni dal carattere rustico e accogliente, in paesaggi lontani dal traffico cittadino.
1. Cotto artigianale
Molte aziende propongono un prodotto che richiama le tradizionali lavorazioni manuali, retaggio della civiltà contadina, rinnovando però le tecniche di estrazione e di cottura dell’argilla per garantire un materiale adatto all’abitare moderno. Queste formelle sono solitamente elementi corposi, molto materici, con uno spessore che si aggira attorno ai 3 cm e, se messi a pavimento, necessitano di una fuga larga circa 5 mm.
Molte aziende propongono un prodotto che richiama le tradizionali lavorazioni manuali, retaggio della civiltà contadina, rinnovando però le tecniche di estrazione e di cottura dell’argilla per garantire un materiale adatto all’abitare moderno. Queste formelle sono solitamente elementi corposi, molto materici, con uno spessore che si aggira attorno ai 3 cm e, se messi a pavimento, necessitano di una fuga larga circa 5 mm.
2. Cotto industriale
Rispetto al materiale precedente, il cotto industriale viene realizzato con particolari tecnologie di lavorazione ed estrusione che permettono di mantenere la differenza tra una piastrella e l’altra, garantendo anche caratteristiche di resistenza e assorbimento di una piastrella moderna. Lo spessore in questo caso è minore rispetto al precedente: circa 1,5 cm. La fuga consigliata è di 5 mm, ma come in questa foto, può essere ridotta.
Rispetto al materiale precedente, il cotto industriale viene realizzato con particolari tecnologie di lavorazione ed estrusione che permettono di mantenere la differenza tra una piastrella e l’altra, garantendo anche caratteristiche di resistenza e assorbimento di una piastrella moderna. Lo spessore in questo caso è minore rispetto al precedente: circa 1,5 cm. La fuga consigliata è di 5 mm, ma come in questa foto, può essere ridotta.
3. Formati e posa
Il formato da pavimento più comune e tradizionale è il 30x30 cm. Il mercato offre misure anche più piccole, sempre tendenzialmente quadrate. Ci sono poi le formelle esagonali e le pianelle rettangolari 30x60 cm o 15x30 cm. A cui si aggiungono i mattoni, le tavelle, i tavelloni e gli elementi decorativi come i listelli o gli elementi d’angolo.
La posa può essere in diagonale, lineare a correre o sfalsata, e nel caso delle pianelle può essere anche a spina di pesce.
Il formato da pavimento più comune e tradizionale è il 30x30 cm. Il mercato offre misure anche più piccole, sempre tendenzialmente quadrate. Ci sono poi le formelle esagonali e le pianelle rettangolari 30x60 cm o 15x30 cm. A cui si aggiungono i mattoni, le tavelle, i tavelloni e gli elementi decorativi come i listelli o gli elementi d’angolo.
La posa può essere in diagonale, lineare a correre o sfalsata, e nel caso delle pianelle può essere anche a spina di pesce.
4. Colori
La colorazione stonalizzata e rustica di un vero cotto fatto a mano, dove ogni pezzo è diverso dall’altro, è purtroppo irripetibile sia per la natura della sua argilla che per l’invecchiamento conferitogli dal tempo.
Molte aziende riescono però a riproporre le tonalità delle formelle artigianali: da quella più rossa, calda e intensa a quella più ocra, rosata o paglierina.
Molto dipende dall’ossido di ferro contenuto nell’argilla utilizzata: una maggiore quantità darà origine a un cotto più rosso.
La colorazione stonalizzata e rustica di un vero cotto fatto a mano, dove ogni pezzo è diverso dall’altro, è purtroppo irripetibile sia per la natura della sua argilla che per l’invecchiamento conferitogli dal tempo.
Molte aziende riescono però a riproporre le tonalità delle formelle artigianali: da quella più rossa, calda e intensa a quella più ocra, rosata o paglierina.
Molto dipende dall’ossido di ferro contenuto nell’argilla utilizzata: una maggiore quantità darà origine a un cotto più rosso.
5. Non solo pavimento
I cotti di recupero delle vecchie pavimentazioni dei cascinali di campagna hanno un fascino impareggiabile, che racconta il trascorrere del tempo. Se avete modo di recuperarne qualcuno sfruttate l’occasione per creare un elemento di arredo da usare all’interno della nuova abitazione. Può essere una panca, un camino, un ripiano di appoggio per la televisione o per il lavabo. E, perché no, anche una vasca da bagno!
I cotti di recupero delle vecchie pavimentazioni dei cascinali di campagna hanno un fascino impareggiabile, che racconta il trascorrere del tempo. Se avete modo di recuperarne qualcuno sfruttate l’occasione per creare un elemento di arredo da usare all’interno della nuova abitazione. Può essere una panca, un camino, un ripiano di appoggio per la televisione o per il lavabo. E, perché no, anche una vasca da bagno!
6. Pavimento per interno o per esterno?
Questo materiale può essere utilizzato sia all’interno che all’esterno. L’unica differenza è che all’esterno può non essere trattato e si può posare a secco, il che facilita la sua messa in opera, pur garantendo un’ottima resa estetica.
Questo materiale può essere utilizzato sia all’interno che all’esterno. L’unica differenza è che all’esterno può non essere trattato e si può posare a secco, il che facilita la sua messa in opera, pur garantendo un’ottima resa estetica.
Per l’interno invece è indispensabile la levigatura che rende la superficie più liscia e compatta, evitando la perdita di residui sabbiosi. Al momento dell’acquisto si può scegliere tra un prodotto grezzo da levigare in opera o uno già precedentemente levigato in azienda. Successivamente alla posa bisognerà trattarlo per renderlo idrorepellente, ma allo stesso tempo traspirante, in modo da garantire la riduzione delle efflorescenze saline e delle muffe.
In commercio esistono tipi di cotto già finiti che sono stati levigati, trattati e che arrivano in cantiere solo da posare.
Ispirazioni: foto di case di campagna
In commercio esistono tipi di cotto già finiti che sono stati levigati, trattati e che arrivano in cantiere solo da posare.
Ispirazioni: foto di case di campagna
7. Trattamento e manutenzione
Il trattamento di protezione successivo alla posa e alla levigatura consiste nel passaggio di uno straccio con il prodotto chimico (tipo acido tamponato) che va steso puro e che disgrega i residui calcarei inevitabili della posa.
Lasciato asciugare bene (dato che i residui calcarei si notano solamente se asciutti, perché sbiancano), per ravvivare l’originale ceratura, viene fornito dalla casa madre un prodotto manutentivo che si stende puro, semplicemente con straccio. Si bagna l’intera superficie e non importa se il prodotto viene steso in maniera non perfettamente uniforme.
Quest’ultimo procedimento potrà essere utilizzato anche per la manutenzione a lungo termine: ripetuto circa ogni 6/12 mesi, permetterà di mantenere inalterate le caratteristiche tecniche e la resa estetica del vostro pavimento.
Pulizie Domestiche: I Trucchi per Far Risplendere i Pavimenti
Diteci la vostra: cosa ne pensate di questo materiale? Avete mai pensato di esplorarne il suo fascino? In che contesto?
Il trattamento di protezione successivo alla posa e alla levigatura consiste nel passaggio di uno straccio con il prodotto chimico (tipo acido tamponato) che va steso puro e che disgrega i residui calcarei inevitabili della posa.
Lasciato asciugare bene (dato che i residui calcarei si notano solamente se asciutti, perché sbiancano), per ravvivare l’originale ceratura, viene fornito dalla casa madre un prodotto manutentivo che si stende puro, semplicemente con straccio. Si bagna l’intera superficie e non importa se il prodotto viene steso in maniera non perfettamente uniforme.
Quest’ultimo procedimento potrà essere utilizzato anche per la manutenzione a lungo termine: ripetuto circa ogni 6/12 mesi, permetterà di mantenere inalterate le caratteristiche tecniche e la resa estetica del vostro pavimento.
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Diteci la vostra: cosa ne pensate di questo materiale? Avete mai pensato di esplorarne il suo fascino? In che contesto?
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Ottimo articolo. Mi permetto un paio di precisazioni:
punto 6: il cotto non va quasi mai levigato in opera. Si trovano pavimenti sia prelevigati in azienda sia rustici o lisciati che dopo la stuccatura necessitano solo di una Carteggiatura superficiale che non va a togliere materiale e piallare il pavimento ad effetto tavola da biliardo come invece fa la levigatura.
Il cotto di recupero invece spesso necessità di una levigatura in opera.
punto 7: il lavaggio acido (sempre molto diluito in acqua e mai puro) serve per la pulizia profonda del cotto e va presto tolto con una seconda lavata di sola acqua. Questo è solo il primo passaggio. Successivamente, a pavimento di nuovo asciutto, si stende di norma un fondo a cera (od olio se si desidera scurire) e poi una seconda mano di cera antimacchia.
Grazie.
non parlate assolutamente del cotto lombardo… potreste fare un articolo in merito? grazie