Stesso Gres Dentro e Fuori? Scopri i Pro e i Contro
Per dare continuità ai rivestimenti fra interni ed esterni si può scegliere lo stesso gres, con qualche accortezza
Che si tratti di una terrazza o di una parte di giardino pavimentata, poter posare lo stesso rivestimento in gres usato per gli interni – soprattutto se visivamente collegati attraverso grandi aperture vetrate – è una soluzione che garantisce continuità stilistica e coerenza progettuale.
Bisogna però stare attenti ad alcuni fattori tecnici, come il coefficiente di scivolosità più adatto, che cambia fra esterni ed interni, la capacità di resistere al gelo e agli sbalzi termici (per la parte all’aperto) e il rispetto dei criteri di posa specifici di ciascuna linea di prodotto.
Con l’aiuto dei professionisti del settore, approfondiamo l’argomento.
I consigli professionali di:
Fabiana Longo, architetta di Longo Troja Studio di Architettura, Napoli
Virginia Tentori, architetta, provincia di Milano
Bisogna però stare attenti ad alcuni fattori tecnici, come il coefficiente di scivolosità più adatto, che cambia fra esterni ed interni, la capacità di resistere al gelo e agli sbalzi termici (per la parte all’aperto) e il rispetto dei criteri di posa specifici di ciascuna linea di prodotto.
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I consigli professionali di:
Fabiana Longo, architetta di Longo Troja Studio di Architettura, Napoli
Virginia Tentori, architetta, provincia di Milano
I vantaggi
Ci sono due principali vantaggi legati all’uso dello stesso gres tanto per gli spazi esterni quanto per quelli chiusi; il primo è prettamente stilistico e riguarda la continuità che si garantisce alo spazio. Il secondo, invece, è legato alla percezione sulle dimensioni di questo stesso spazio, perché quando viene posato lo stesso materiale ne risultano ampliate.
Ne parla Fabiana Longo: «È interessante usare la stessa tipologia di gres fra interno ed esterno per lavorare senza soluzione di continuità spaziale. Perché il pavimento definisce anche e soprattutto lo spazio, non solo le superfici. Personalmente faccio questa scelta quando, competitivamente, decido di ‘espandere’ l’interno verso l’esterno (e viceversa) sia sul piano visivo che esperienziale».
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Ci sono due principali vantaggi legati all’uso dello stesso gres tanto per gli spazi esterni quanto per quelli chiusi; il primo è prettamente stilistico e riguarda la continuità che si garantisce alo spazio. Il secondo, invece, è legato alla percezione sulle dimensioni di questo stesso spazio, perché quando viene posato lo stesso materiale ne risultano ampliate.
Ne parla Fabiana Longo: «È interessante usare la stessa tipologia di gres fra interno ed esterno per lavorare senza soluzione di continuità spaziale. Perché il pavimento definisce anche e soprattutto lo spazio, non solo le superfici. Personalmente faccio questa scelta quando, competitivamente, decido di ‘espandere’ l’interno verso l’esterno (e viceversa) sia sul piano visivo che esperienziale».
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A cosa stare attenti
Quando si sceglie lo stesso tipo di gres tanto per gli interni quanto per gli esterni, ci sono alcuni parametri tecnici a cui stare attenti, sia in termini di scivolosità – considerando che i pavimenti all’aperto possono essere umidi e quindi serve un attrito maggiore per non scivolare – sia in termini di resistenza alle variazioni di temperatura.
Ne dà conferma Fabiana Longo: «Nel fare una scelta di questo tipo, bisogna stare attenti ed assicurarsi che il gres abbia caratteristiche antiscivolo e antigelivo affinché possa essere posato con tranquillità anche all’esterno.
Per quanto riguarda gli spazi pubblici, la normativa è rigida e va rispettata, sia per gli esterni che per gli interni il coefficiente R (relativo al grado di scivolosità di una superficie) deve essere sempre superiore a quello minimo che è R9, e va valutato in base al luogo di posa».
Per gli spazi privati il coefficiente di scivolosità consigliato per gli interni è R9, per gli esterni è R10/R11.
Quando si sceglie lo stesso tipo di gres tanto per gli interni quanto per gli esterni, ci sono alcuni parametri tecnici a cui stare attenti, sia in termini di scivolosità – considerando che i pavimenti all’aperto possono essere umidi e quindi serve un attrito maggiore per non scivolare – sia in termini di resistenza alle variazioni di temperatura.
Ne dà conferma Fabiana Longo: «Nel fare una scelta di questo tipo, bisogna stare attenti ed assicurarsi che il gres abbia caratteristiche antiscivolo e antigelivo affinché possa essere posato con tranquillità anche all’esterno.
Per quanto riguarda gli spazi pubblici, la normativa è rigida e va rispettata, sia per gli esterni che per gli interni il coefficiente R (relativo al grado di scivolosità di una superficie) deve essere sempre superiore a quello minimo che è R9, e va valutato in base al luogo di posa».
Per gli spazi privati il coefficiente di scivolosità consigliato per gli interni è R9, per gli esterni è R10/R11.
Anche Virginia Tentori mette in guardia a proposito degli aspetti a cui è necessario stare attenti, soprattutto in relazione alla differenza fra nuova costruzione e ristrutturazione: «Sicuramente è necessario verificare sotto il profilo tecnico che ci siano i requisiti per poter posizionare il medesimo materiale. È diverso, ad esempio, intervenire in una fase di costruzione di un nuovo edificio piuttosto che su uno spazio esistente, per il fatto che negli ambienti esterni è fondamentale rispettare la parte dedicata ad impermeabilizzazioni e pendenze che potrebbe dare dei limiti da rispettare. Il classico gradino sulla portafinestra ne è l’esempio tipico».
Le caratteristiche tecniche
Il gres è un materiale con ottime caratteristiche tecniche e, nonostante questo valga anche per le varianti per esterni, è necessario porre particolare attenzione nella scelta, come conferma l’architetta Tentori: «I materiali per gli spazi esterni devono avere caratteristiche precise e questo può condizionare molto la scelta. Si tratta di garantire la resistenza al gelo ed agli sbalzi termici a cui si somma la necessità anti-scivolamento particolarmente importante in caso di pioggia. Queste caratteristiche sono riportate nella scheda del prodotto in quanto soggette a classificazione normativa, pertanto è sempre meglio verificare e non lasciarsi ingannare da generiche indicazioni o dal solo aspetto estetico. Ricordiamoci che una pavimentazione che si rompe a causa del gelo potrebbe causare infiltrazioni d’acqua al piano sottostante e comportare la sostituzione di tutto il pavimento e non solo di poche piastrelle».
Il gres è un materiale con ottime caratteristiche tecniche e, nonostante questo valga anche per le varianti per esterni, è necessario porre particolare attenzione nella scelta, come conferma l’architetta Tentori: «I materiali per gli spazi esterni devono avere caratteristiche precise e questo può condizionare molto la scelta. Si tratta di garantire la resistenza al gelo ed agli sbalzi termici a cui si somma la necessità anti-scivolamento particolarmente importante in caso di pioggia. Queste caratteristiche sono riportate nella scheda del prodotto in quanto soggette a classificazione normativa, pertanto è sempre meglio verificare e non lasciarsi ingannare da generiche indicazioni o dal solo aspetto estetico. Ricordiamoci che una pavimentazione che si rompe a causa del gelo potrebbe causare infiltrazioni d’acqua al piano sottostante e comportare la sostituzione di tutto il pavimento e non solo di poche piastrelle».
Le varianti
Usare lo stesso colore e lo stesso materiale per i pavimenti lascia comunque spazio alla varietà, pur nello stesso recinto; le varie serie di rivestimenti, infatti, vengono proposte in numerosi formati, che possono essere utili per rispondere alle specifiche esigenze di pavimentazione fra interni ed esterni, oltre a dare spazio alla creatività.
«Una delle variazioni che talvolta consiglio, per coniugare norma ed estetica, è l’uso di dimensioni diverse tra dentro e fuori conservando stessi colori, texture e finiture: spesso le dimensioni per il gres da esterno non raggiungono quelle molto ampie per l’interno per questioni tecniche, come ad esempio le possibili rotture per il gelo. Esistono poi delle tipologie di gres che presentano una perfetta analogia tra finiture texture e pezzature, ma quelle per gli esterni hanno uno spessore maggiore: sono ideali per essere posate, distanziate, anche sul prato. In questo caso si può ottenere una continuità anche tra interno e giardino», consiglia Fabiana Longo.
Usare lo stesso colore e lo stesso materiale per i pavimenti lascia comunque spazio alla varietà, pur nello stesso recinto; le varie serie di rivestimenti, infatti, vengono proposte in numerosi formati, che possono essere utili per rispondere alle specifiche esigenze di pavimentazione fra interni ed esterni, oltre a dare spazio alla creatività.
«Una delle variazioni che talvolta consiglio, per coniugare norma ed estetica, è l’uso di dimensioni diverse tra dentro e fuori conservando stessi colori, texture e finiture: spesso le dimensioni per il gres da esterno non raggiungono quelle molto ampie per l’interno per questioni tecniche, come ad esempio le possibili rotture per il gelo. Esistono poi delle tipologie di gres che presentano una perfetta analogia tra finiture texture e pezzature, ma quelle per gli esterni hanno uno spessore maggiore: sono ideali per essere posate, distanziate, anche sul prato. In questo caso si può ottenere una continuità anche tra interno e giardino», consiglia Fabiana Longo.
La posa
Per avere il miglior effetto di omogeneità fra interni ed esterni è importante anche considerare la posa come un fattore determinante. «Vanno seguite le istruzioni dell’azienda produttrice e del fornitore: se la posa è prevista con la fuga, ciò va rispettato, perché la conformazione della piastrella stessa, messa in opera senza fuga, potrebbe causare un’irregolarità sulla superficie sgradevole all’occhio. Se si parla di grandi lastre è necessaria la posa con le ventose adatte che facilitano una presa sicura del piastrellista e quindi una posa perfetta», precisa Fabiana Longo.
Cosa ne pensi? Preferisci continuità o discontinuità nei pavimenti per interni ed esterni?
Per avere il miglior effetto di omogeneità fra interni ed esterni è importante anche considerare la posa come un fattore determinante. «Vanno seguite le istruzioni dell’azienda produttrice e del fornitore: se la posa è prevista con la fuga, ciò va rispettato, perché la conformazione della piastrella stessa, messa in opera senza fuga, potrebbe causare un’irregolarità sulla superficie sgradevole all’occhio. Se si parla di grandi lastre è necessaria la posa con le ventose adatte che facilitano una presa sicura del piastrellista e quindi una posa perfetta», precisa Fabiana Longo.
Cosa ne pensi? Preferisci continuità o discontinuità nei pavimenti per interni ed esterni?
Selezionare lo stesso tipo di rivestimento per interni ed esterni è una scelta che valorizza gli spazi esterni e che stringe il legame fra dentro e fuori, come specifica Virginia Tentori: «Ormai, nelle abitazioni, gli spazi outdoor sono diventati veri e propri ambienti domestici, una continuazione dello spazio living in cui l’attenzione ai dettagli ed ai materiali è diventata pari agli spazi interni.
Per questo motivo si tende a dare continuità, sia cromatica che di materiale, alle due pavimentazioni; è molto importante considerare anche il contesto in cui si interviene che porta a fare una prima scelta, ad esempio, sul tipo di posa diversa a seconda che si tratti di un balcone o di uno spazio a verde».