Sassi per Giardini: Guida alle Pavimentazioni in Pietra
Dalla pietra serena al basalto alla pavimentazione in ciottoli: ciò che la pietra può dare al giardino, spiegato dai pro
Lidia Zitara
23 ottobre 2020
Giornalista
La pavimentazione in pietra è elegante ma non oppressiva, è molto versatile e si adatta in modo particolare a viali che presentano curve o angoli scomodi e inattesi. Inoltre, la posa è relativamente semplice rispetto ad altre pavimentazioni, tanto che si è spesso tentati di farla da sé (ma vi spiegheremo perché è meglio evitare).
Con l’aiuto dei professionisti cercheremo di comprendere le varie tipologie di pavimentazione in pietra.
Consigli professionali di:
Claudio Campanini di Paesaggio Italiano, provincia di Reggio Emilia
Federica Crnjar, architetta di Studio ‘dragora, Milano
Luca Ghezzi, paesaggista e garden designer, Firenze
Con l’aiuto dei professionisti cercheremo di comprendere le varie tipologie di pavimentazione in pietra.
Consigli professionali di:
Claudio Campanini di Paesaggio Italiano, provincia di Reggio Emilia
Federica Crnjar, architetta di Studio ‘dragora, Milano
Luca Ghezzi, paesaggista e garden designer, Firenze
La pavimentazione in pietre è molto diffusa sia per i prezzi contenuti che per la posa più semplice rispetto ad altri tipi di pavimentazione.
Le pietre possono essere a “spacco di cava”, tozzetti, sampietrini, mattoncini, ma hanno sempre una superfice scabra, non sono levigate (tranne i ciottoli!) e si contraddistinguono quindi per l’effetto finale leggermente irregolare, per la colorazione non necessariamente omogenea, e per le dimensioni e le forme variabili.
Piacciono insomma a chi ama dare spazio alla casualità, sebbene si presti anche a un certo rigore formale.
Stilisticamente questo tipo di pavimentazione si adatta a molte abitazioni, dal rustico restaurato, anche molto elegante, al campagnolo “arruffato”, mentre è meno adatta a case in stile tech, che richiedono una certa omogeneità di forme, superfici e colori.
Le pietre possono essere a “spacco di cava”, tozzetti, sampietrini, mattoncini, ma hanno sempre una superfice scabra, non sono levigate (tranne i ciottoli!) e si contraddistinguono quindi per l’effetto finale leggermente irregolare, per la colorazione non necessariamente omogenea, e per le dimensioni e le forme variabili.
Piacciono insomma a chi ama dare spazio alla casualità, sebbene si presti anche a un certo rigore formale.
Stilisticamente questo tipo di pavimentazione si adatta a molte abitazioni, dal rustico restaurato, anche molto elegante, al campagnolo “arruffato”, mentre è meno adatta a case in stile tech, che richiedono una certa omogeneità di forme, superfici e colori.
Pavimentazione in pietra a spacco di cava
I colori della pietra mutano a seconda dei minerali presenti, quindi l’ampiezza cromatica è abbastanza varia, anche a seconda della zona d’Italia in cui ci si trova. Le pietre più usate sono la serena, la luserna, il cassio, l’arenaria, porfido, vari tipi di granito e quarzo, lessinia, ma anche l’ardesia.
Le lastre di pietra possono essere posate in molti modi: o su sabbia, o su massetto di calcestruzzo, su cemento armato o semplicemente sulla terra, adeguatamente preparata.
Le procedure
«La prima cosa che bisogna chiarire – afferma Claudio Campanini – è che nel tempo questo tipo di pavimentazione tende a scendere. Molti pensano sia un fatto anomalo, o si spaventano ipotizzando franosità del terreno, ma si tratta un fatto del tutto normale di cui bisogna tener conto all’atto della posa. Ovviamente i tempi di discesa cambiano da giardino a giardino, ma sommariamente possiamo dire che nell’arco di 15-20 anni, sarà necessario effettuare un nuovo livellamento della pavimentazione. L’unico modo per avere una pavimentazione perfettamente stabile è la posa su un massetto di cemento armato, ma anche qui bisogna tenere conto del fatto che il cemento in sé ha una durata limitata (lunga, ma pur sempre limitata)».
Non è quindi obbligatorio creare un massetto in calcestruzzo: poggiare le lastre su ghiaia o terra è una buona soluzione, praticata anche dai professionisti.
I colori della pietra mutano a seconda dei minerali presenti, quindi l’ampiezza cromatica è abbastanza varia, anche a seconda della zona d’Italia in cui ci si trova. Le pietre più usate sono la serena, la luserna, il cassio, l’arenaria, porfido, vari tipi di granito e quarzo, lessinia, ma anche l’ardesia.
Le lastre di pietra possono essere posate in molti modi: o su sabbia, o su massetto di calcestruzzo, su cemento armato o semplicemente sulla terra, adeguatamente preparata.
Le procedure
«La prima cosa che bisogna chiarire – afferma Claudio Campanini – è che nel tempo questo tipo di pavimentazione tende a scendere. Molti pensano sia un fatto anomalo, o si spaventano ipotizzando franosità del terreno, ma si tratta un fatto del tutto normale di cui bisogna tener conto all’atto della posa. Ovviamente i tempi di discesa cambiano da giardino a giardino, ma sommariamente possiamo dire che nell’arco di 15-20 anni, sarà necessario effettuare un nuovo livellamento della pavimentazione. L’unico modo per avere una pavimentazione perfettamente stabile è la posa su un massetto di cemento armato, ma anche qui bisogna tenere conto del fatto che il cemento in sé ha una durata limitata (lunga, ma pur sempre limitata)».
Non è quindi obbligatorio creare un massetto in calcestruzzo: poggiare le lastre su ghiaia o terra è una buona soluzione, praticata anche dai professionisti.
«I problemi principali per questo tipo di pavimentazione sono legati alla pietra stessa, alla reperibilità di pezzatura e colore, e al trasporto. Una ragione per cui si consiglia buona pietra locale è il minor prezzo di trasporto. Ci sono ottime pietre provenienti dalla Cina, ma ancora non sono concorrenziali con le pietre nostrane proprio per tempi e costi di trasporto. Come professionista, il problema che riscontro più frequentemente è la difficoltà nel reperire certi tipi di pietra in pezzatura grande. Lastre grandi rendono la pavimentazione più bella, più percorribile e più sicura, per diverse ragioni: la prima è che con la crescita di erba o prato, su una pietra grande la perdita ottica di qualche centimetro non è un gran danno, mentre una pietra di piccole dimensioni potrebbe arrivare a sparire alla vista. La seconda è che una pietra di grandi dimensioni consente una posa tale da ottenere fughe di minime dimensioni, rendendo la pavimentazione più agevole».
I costi
«Con un certo margine di variabilità può andare dai 40 ai 90 euro al metro quadrato. Dipende molto dalla pietra che viene scelta e alla sua reperibilità in quel momento».
Clicca qui e accedi a Project Match, il servizio gratuito di Houzz che ti mette in contatto con un esperto di manutenzione del verde della tua zona
I costi
«Con un certo margine di variabilità può andare dai 40 ai 90 euro al metro quadrato. Dipende molto dalla pietra che viene scelta e alla sua reperibilità in quel momento».
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A cosa stare attenti
Prima di ogni cosa, se il giardino è di nuovo impianto è importante fare prima il prato, poi la pavimentazione, in modo da lasciare almeno un centimetro di altezza in più rispetto al prato (o ad altro tipo di superficie). Diversamente, la pavimentazione scenderà più velocemente».
Stiamo parlando di spessori molto piccoli, un centimetro sembra poco.
«Sembra, ma non lo è! Un centimetro – anche meno – di dislivello può far inciampare, e comunque rende disagevole il percorso, oltre ad avere un effetto visivo disomogeneo. Le lastre devono essere livellate, in modo da emergere di poco dal terreno. Lo spessore è cruciale, poiché definisce la resistenza della lastra (specie per i carrabili), la difficoltà di posa, il peso materiale di ogni singolo pezzo e in generale la difficoltà di posa, il tempo necessario e – non ultimo – il prezzo finale».
Meglio rivolgersi a un Pro
Molti pensano che la pavimentazione si possa fare da sé risparmiando. Ma vengono sottovalutati molti fattori. «Principalmente viene sottovalutata la fatica! Per alcune lastre di alto spessore non basta una persona molto forte, occorre un attrezzo elevatore. Inoltre non si può eseguire la preparazione del fondo tutta in una volta, ma va fatta “a giornata”, cioè il terreno va lavorato e subito dopo devono essere posate le pietre, per il processo naturale di affondamento nel terreno».
Prima di ogni cosa, se il giardino è di nuovo impianto è importante fare prima il prato, poi la pavimentazione, in modo da lasciare almeno un centimetro di altezza in più rispetto al prato (o ad altro tipo di superficie). Diversamente, la pavimentazione scenderà più velocemente».
Stiamo parlando di spessori molto piccoli, un centimetro sembra poco.
«Sembra, ma non lo è! Un centimetro – anche meno – di dislivello può far inciampare, e comunque rende disagevole il percorso, oltre ad avere un effetto visivo disomogeneo. Le lastre devono essere livellate, in modo da emergere di poco dal terreno. Lo spessore è cruciale, poiché definisce la resistenza della lastra (specie per i carrabili), la difficoltà di posa, il peso materiale di ogni singolo pezzo e in generale la difficoltà di posa, il tempo necessario e – non ultimo – il prezzo finale».
Meglio rivolgersi a un Pro
Molti pensano che la pavimentazione si possa fare da sé risparmiando. Ma vengono sottovalutati molti fattori. «Principalmente viene sottovalutata la fatica! Per alcune lastre di alto spessore non basta una persona molto forte, occorre un attrezzo elevatore. Inoltre non si può eseguire la preparazione del fondo tutta in una volta, ma va fatta “a giornata”, cioè il terreno va lavorato e subito dopo devono essere posate le pietre, per il processo naturale di affondamento nel terreno».
È importante rivolgersi a un Pro anche per la scelta delle pietre.
Senza rivolgersi a un professionista, «Si tende a prendere gli scarti, che costano meno ma possono essere di spessori e materiali diversi. Inoltre si considera poco la gelività delle pietre, o difetti come la superficie abrasiva, piccole sporgenze acuminate, crepe, ecc. Altrettanto importante è evitare le pietre che presentano delle piccole concavità poiché l’acqua vi si deposita, e anche in zone dove non gela, può comunque dare fastidio».
Dove usarla
La pavimentazione in pietra a spacco è amica delle piante? Risponde Claudio Campanini: «Delle piante tappezzanti sì, ma non delle graminacee da prato, che nelle fughe possono soffrire moltissimo, in estate, per il riscaldamento della pietra. A bordo piscina, invece, la sconsiglio vivamente, mentre è ottima a bordo dei biolaghi».
Per i carrabili è importante avere delle accortezze: «È necessario uno spessore maggiore. Ciò comporta un aumento del prezzo e del peso materiale delle singole pietre, rendendo indispensabile l’uso di macchinari. L’effetto però è meraviglioso, specie nei cosiddetti “trottatoi”».
Senza rivolgersi a un professionista, «Si tende a prendere gli scarti, che costano meno ma possono essere di spessori e materiali diversi. Inoltre si considera poco la gelività delle pietre, o difetti come la superficie abrasiva, piccole sporgenze acuminate, crepe, ecc. Altrettanto importante è evitare le pietre che presentano delle piccole concavità poiché l’acqua vi si deposita, e anche in zone dove non gela, può comunque dare fastidio».
Dove usarla
La pavimentazione in pietra a spacco è amica delle piante? Risponde Claudio Campanini: «Delle piante tappezzanti sì, ma non delle graminacee da prato, che nelle fughe possono soffrire moltissimo, in estate, per il riscaldamento della pietra. A bordo piscina, invece, la sconsiglio vivamente, mentre è ottima a bordo dei biolaghi».
Per i carrabili è importante avere delle accortezze: «È necessario uno spessore maggiore. Ciò comporta un aumento del prezzo e del peso materiale delle singole pietre, rendendo indispensabile l’uso di macchinari. L’effetto però è meraviglioso, specie nei cosiddetti “trottatoi”».
Il progetto
Una splendida realizzazione nel ragusano, immerso nei carrubeti, ci racconta quali sono le problematiche relative a pavimentazioni molto ampie, che si sarebbe tentati di coprire con materiali di minor pregio, come la ghiaia, o facendo un prato. Non sono soluzioni disprezzabili, anzi, ma qui, data l’ubicazione del progetto e la richiesta dei proprietari di un restauro molto vicino all’architettura vernacolare, è stata utilizzata una pietra di Modica.
«Abbiamo scelto la pietra di Modica poiché locale, quindi perfettamente integrata al genis loci – spiega l’architetta Federica Crnjar dello studio ‘dragora. È tra l’altro una decisione frutto del rispetto dei vincoli di raccolta delle pietre.
Si tratta di blocchetti, alti circa un palmo, che sono stati affondati su un sottostrato di sabbia. Solo le cornici che incasellano le pietre più piccole presentano una sottile fondazione di calcestruzzo».
Una splendida realizzazione nel ragusano, immerso nei carrubeti, ci racconta quali sono le problematiche relative a pavimentazioni molto ampie, che si sarebbe tentati di coprire con materiali di minor pregio, come la ghiaia, o facendo un prato. Non sono soluzioni disprezzabili, anzi, ma qui, data l’ubicazione del progetto e la richiesta dei proprietari di un restauro molto vicino all’architettura vernacolare, è stata utilizzata una pietra di Modica.
«Abbiamo scelto la pietra di Modica poiché locale, quindi perfettamente integrata al genis loci – spiega l’architetta Federica Crnjar dello studio ‘dragora. È tra l’altro una decisione frutto del rispetto dei vincoli di raccolta delle pietre.
Si tratta di blocchetti, alti circa un palmo, che sono stati affondati su un sottostrato di sabbia. Solo le cornici che incasellano le pietre più piccole presentano una sottile fondazione di calcestruzzo».
«L’idea di base – continua Crnjar – era quella di individuare un disegno locale, facilmente riconoscibile, quindi acquisito come appartenente a quel luogo, e riproporlo in una corte abbastanza ampia tra più edifici.
Disegno, posa e grandezza dei blocchetti variano a seconda dei punti in cui ci si trova, ad esempio in zona sosta i blocchetti sono più piccoli, mentre per il marciapiede frontale (foto precedente) le pietre sono più lunghe e posate in un’altra direzione. Questo conferisce varietà ma coerenza grazie all’uso di un unico materiale.
Non si può non sottolineare l’importanza delle maestranze, realmente preparate e altamente qualificate, che hanno posato il materiale. Tutto ciò ha consentito di ricreare un linguaggio comune, condiviso a tutti gli abitanti di quella zona specifica, poiché questo tipo di pavimentazione è tipica dei vecchi borghi e delle piccole piazzette che erano luogo di incontro per gli abitanti».
Disegno, posa e grandezza dei blocchetti variano a seconda dei punti in cui ci si trova, ad esempio in zona sosta i blocchetti sono più piccoli, mentre per il marciapiede frontale (foto precedente) le pietre sono più lunghe e posate in un’altra direzione. Questo conferisce varietà ma coerenza grazie all’uso di un unico materiale.
Non si può non sottolineare l’importanza delle maestranze, realmente preparate e altamente qualificate, che hanno posato il materiale. Tutto ciò ha consentito di ricreare un linguaggio comune, condiviso a tutti gli abitanti di quella zona specifica, poiché questo tipo di pavimentazione è tipica dei vecchi borghi e delle piccole piazzette che erano luogo di incontro per gli abitanti».
Per quanto riguarda la manutenzione, in questo progetto le pavimentazioni hanno bisogno «Solo di interventi di straordinaria manutenzione: si tratta di pavimentazioni pedonali che sono pensate proprio per avere una grandissima durata nel tempo. Anche se sono meno “prestazionali” rispetto ad altre più lisce e levigate, sono in grado di resistere agli assestamenti del terreno, agli agenti atmosferici, a interventi di modifica successivi. È una pavimentazione molto plastica, che riesce a assorbire varie modifiche nel corso dei decenni. Tra l’altro il calpestio le leviga e le assesta, il tempo o gli agenti atmosferici possono determinare occasionali variazioni cromatiche».
«La rampa nasce come un’esigenza logistica causata da un livellamento del terreno per portare tutti gli edifici alla stessa altezza, quindi si è creato un dislivello tra la corte centrale e il viale d’ingresso. Abbiamo creato una rampa gradonata con alzata bassissima e pedata molto ampia: in pratica la si può percorrere passeggiando».
La pavimentazione in ciottoli o sassi di fiume
Per questo speciale tipo di pavimentazione abbiamo intervistato Luca Ghezzi, il quale ha una speciale affezione per questo tipo di pavimentazione che definisce “qualcosa che ha un sapore antico”.
Bisogna subito dire che la pavimentazione in ciottoli è piuttosto costosa e viene usata spesso come bordo, cornice di grande rilievo estetico, mosaici, o per viali di ville importanti.
Dato il costo base già alto, si può dire che sia inutile lesinare sulla scelta del materiale e la posa, con risultati poco apprezzabili a prezzo alto.
«I ciottoli sono di per sé costosi, anche perché devono essere forniti da ditte specializzate, essendo vietata la raccolta in loco da privati (regola che vale anche per le spiagge).
Esistono anche dei ciottoli, generalmente di marmo, prodotti da scarti di cava e poi stondati attraverso il passaggio in macchinari abrasivi. La posa poi è lenta, va fatta rigorosamente a mano, posando il ciottolo in modo da lasciare visibile la parte di taglio per una migliore presa e calpestabilità.
Per questo speciale tipo di pavimentazione abbiamo intervistato Luca Ghezzi, il quale ha una speciale affezione per questo tipo di pavimentazione che definisce “qualcosa che ha un sapore antico”.
Bisogna subito dire che la pavimentazione in ciottoli è piuttosto costosa e viene usata spesso come bordo, cornice di grande rilievo estetico, mosaici, o per viali di ville importanti.
Dato il costo base già alto, si può dire che sia inutile lesinare sulla scelta del materiale e la posa, con risultati poco apprezzabili a prezzo alto.
«I ciottoli sono di per sé costosi, anche perché devono essere forniti da ditte specializzate, essendo vietata la raccolta in loco da privati (regola che vale anche per le spiagge).
Esistono anche dei ciottoli, generalmente di marmo, prodotti da scarti di cava e poi stondati attraverso il passaggio in macchinari abrasivi. La posa poi è lenta, va fatta rigorosamente a mano, posando il ciottolo in modo da lasciare visibile la parte di taglio per una migliore presa e calpestabilità.
I sassi si affogano in un massetto di cemento armato e si preferisce sempre il pezzo più grande, più bello e stabile, rispetto a quello piccolo, che dà maggiore scarto. La grandezza del sasso consente anche che la pavimentazione emerga dal massetto di qualche centimetro e sia più stabile, bella e percorribile».
Ci sono sassi più grandi e levigati? «Sì, ci sono sassi di fiume molto grandi e lisci, che possono essere posati di piatto per ottenere una pavimentazione più o meno omogenea, dall’estetica antica, che ci riporta ai vecchi borghi italiani, dove il sasso o il ciottolo erano materiali relativamente semplici da raccogliere e per nulla costosi, e venivano usati anche per lastricare strade. Urbanisticamente questo tipo di pavimentazione andrebbe rivalutata, ove possibile, poiché di grande bellezza».
Tuttavia appare scomoda, è così? «Posso fermamente smentire, perlomeno non più di quanto lo sia qualsiasi tipo di pavimentazione realizzata in pietre non lisce e senza fughe. Sebbene non si adatti splendidamente a calzature con tacco alto, è tuttavia più che percorribile, mentre è comodissima per sedie a rotelle e passeggini, al contrario di superfici come la ghiaia. Tuttavia, essendo una pavimentazione con limitazione d’uso (dato il prezzo), non è frequente che venga utilizzata come viale d’ingresso domestico! È imprescindibile dare un’ottima pendenza, anche un po’ più alta del solito, per garantire un veloce deflusso delle acque».
La manutenzione
«Si tratta di una pavimentazione dalla manutenzione semplice, l’importante è un controllo periodico della malta e del massetto in calcestruzzo, che hanno vita certamente meno lunga dei ciottoli in sé!».
Tuttavia appare scomoda, è così? «Posso fermamente smentire, perlomeno non più di quanto lo sia qualsiasi tipo di pavimentazione realizzata in pietre non lisce e senza fughe. Sebbene non si adatti splendidamente a calzature con tacco alto, è tuttavia più che percorribile, mentre è comodissima per sedie a rotelle e passeggini, al contrario di superfici come la ghiaia. Tuttavia, essendo una pavimentazione con limitazione d’uso (dato il prezzo), non è frequente che venga utilizzata come viale d’ingresso domestico! È imprescindibile dare un’ottima pendenza, anche un po’ più alta del solito, per garantire un veloce deflusso delle acque».
La manutenzione
«Si tratta di una pavimentazione dalla manutenzione semplice, l’importante è un controllo periodico della malta e del massetto in calcestruzzo, che hanno vita certamente meno lunga dei ciottoli in sé!».
La pavimentazione in foto è eseguita con questo sistema
La posa
C’è un sistema per abbreviare i tempi di posa? «Sì, ci sono delle ditte che producono dei fogli con ciottoli già montati su malta. Questo abbrevia i tempi di posa, ma il prezzo non varia di molto, poiché i materiali sono sempre di alto pregio, in più bisogna considerare un certo scarto nelle giunzioni tra foglio e foglio, per evitare disomogeneità alla vista. L’effetto finale non è distinguibile da quello di una pavimentazione montata in loco».
La posa
C’è un sistema per abbreviare i tempi di posa? «Sì, ci sono delle ditte che producono dei fogli con ciottoli già montati su malta. Questo abbrevia i tempi di posa, ma il prezzo non varia di molto, poiché i materiali sono sempre di alto pregio, in più bisogna considerare un certo scarto nelle giunzioni tra foglio e foglio, per evitare disomogeneità alla vista. L’effetto finale non è distinguibile da quello di una pavimentazione montata in loco».
Un complesso esempio di moderna pavimentazione decorativa in ciottoli
Hai altre domande su questo argomento? Faccelo sapere nei Commenti!
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Articolo carino. Personalmente penso che la soluzione con i sassi rotondi andrebbe vietata per le parti in cui si deve passare perché è fastidiosa, pericolosa e difficile per alcune categorie di persone. Diciamo che va bene solo se si vuole rendere non praticabile una parte della casa.
Articolo assolutamente condivisibile. Sebbene costoso, è un materiale insostituibile dal punto di vista estetico soprattutto per progetti di recupero, ed adatto anche per situazioni teoricamente più "a rischio", ove sono richieste buone caratteristiche meccaniche ed antisdrucciolo.
A questo indirizzo la gallery completa.