Roma/Milano: Il Gusto Classico Oggi in Due Salotti a Confronto
Idee, dettagli di stile e trucchi per avere un soggiorno classico al passo con il XXI secolo
Giulia Zappa
19 novembre 2018
Il classico? È uno stile che non passa mai di moda e che, se ben giocato, si rivela appropriato in ogni circostanza. Per non correre il rischio di renderlo troppo ridondante, meglio però guardare all’essenziale e non dimenticare l’attenzione ai dettagli. Come ci mostrano due grandi salotti – il primo in un quartiere residenziale di Roma, il secondo nel centro di Milano – che aprono le loro porte per svelarci le accortezze che hanno contribuito a renderli confortevoli e d’impatto.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: una famiglia con due figli
Dove: Quartiere Talenti a Roma
Anno di costruzione: 1966
Anno di ristrutturazione: 2018
Architetti: Patrizio Roma
Superficie del salotto: 50 m², mentre la superficie totale della casa è di 130 m² a cui si aggiunge un terrazzo di 40 m²
Il particolare interessante: l’installazione di un caminetto a gas trasforma il pilastro al centro della zona giorno nel punto di attrazione della stanza.
Come rendere il salotto il fiore all’occhiello di un appartamento? La richiesta di una coppia della capitale all’architetto Patrizio Roma era stata inequivocabile: trasformare il proprio soggiorno in un salotto di rappresentanza, dove ricevere i propri ospiti in una cornice di grande respiro, stile e fascino.
Per assecondare questo desiderio, si è reso necessario un intervento che andasse a incidere sull’organizzazione dello spazio: buttati giù i tramezzi di quella che in origine era una delle stanze da letto della casa, la superficie è stata accorpata al soggiorno originario, andando così a raddoppiare la zona giorno.
Chi ci abita: una famiglia con due figli
Dove: Quartiere Talenti a Roma
Anno di costruzione: 1966
Anno di ristrutturazione: 2018
Architetti: Patrizio Roma
Superficie del salotto: 50 m², mentre la superficie totale della casa è di 130 m² a cui si aggiunge un terrazzo di 40 m²
Il particolare interessante: l’installazione di un caminetto a gas trasforma il pilastro al centro della zona giorno nel punto di attrazione della stanza.
Come rendere il salotto il fiore all’occhiello di un appartamento? La richiesta di una coppia della capitale all’architetto Patrizio Roma era stata inequivocabile: trasformare il proprio soggiorno in un salotto di rappresentanza, dove ricevere i propri ospiti in una cornice di grande respiro, stile e fascino.
Per assecondare questo desiderio, si è reso necessario un intervento che andasse a incidere sull’organizzazione dello spazio: buttati giù i tramezzi di quella che in origine era una delle stanze da letto della casa, la superficie è stata accorpata al soggiorno originario, andando così a raddoppiare la zona giorno.
Ripensati i metri quadri, un altro elemento sembrava inficiare la godibilità dello spazio: il pilastro posizionato al centro della superficie del salotto. Un vincolo ineludibile, che l’architetto Patrizio Roma ha pensato di trasformare in un’opportunità grazie all’inserimento di un caminetto a gas, la cui condotta della canna fumaria è stata inserita in una struttura in cartongesso adiacente al pilastro.
Visibile a 360 gradi dall’ingresso, dalla cucina e dal grande terrazzo su cui si affaccia il salotto, il fuoco si trasforma nel vero e proprio fulcro della casa, regalando momenti di intimità e calore. «L’inserimento del camino si è rivelato determinante per la posizione e per l’effetto che può dare la fiamma. La presenza di porte finestre molto ampie, che hanno sostituito quelle a doppia anta preesistenti per lasciare il passo a una scorrevole, riesce a enfatizzare ulteriormente la presenza del camino, così come a creare una relazione di continuità tra spazio interno ed esterno.
Ancora, attenti lavori di controsoffittatura hanno contribuito a definire il perimetro del salotto, potenziandone gli aspetti di comfort legati alla visibilità grazie all’inserimento di tagli di luce e faretti. Allo stesso tempo, il controsoffitto ha permesso l’inserimento dell’impianto di condizionamento canalizzato, gestibile anche a distanza».
Camino: Penisola 75 di British Fires
Visibile a 360 gradi dall’ingresso, dalla cucina e dal grande terrazzo su cui si affaccia il salotto, il fuoco si trasforma nel vero e proprio fulcro della casa, regalando momenti di intimità e calore. «L’inserimento del camino si è rivelato determinante per la posizione e per l’effetto che può dare la fiamma. La presenza di porte finestre molto ampie, che hanno sostituito quelle a doppia anta preesistenti per lasciare il passo a una scorrevole, riesce a enfatizzare ulteriormente la presenza del camino, così come a creare una relazione di continuità tra spazio interno ed esterno.
Ancora, attenti lavori di controsoffittatura hanno contribuito a definire il perimetro del salotto, potenziandone gli aspetti di comfort legati alla visibilità grazie all’inserimento di tagli di luce e faretti. Allo stesso tempo, il controsoffitto ha permesso l’inserimento dell’impianto di condizionamento canalizzato, gestibile anche a distanza».
Camino: Penisola 75 di British Fires
La selezione degli arredi, guidata dall’architetto, ha privilegiato i mobili di cui i proprietari già disponevano, tra cui si distinguono alcuni pezzi di antiquariato. I due divani, posizionati ad L in modo da delimitare in maniera netta la zona della conversazione, sono stati acquistati ad hoc, e sono stati affiancati da due poltrone stile impero ritappezzate dai proprietari e da un tavolino in cristallo curvato. Sullo sfondo, una vecchia cassapanca viene usata come mobile tv. Accanto, un cavallo a dondolo fuori misura dona un tocco di giocosità alla stanza.
Divani bianchi: Fly di Dema. Nell’angolo tra i divani, lampada Antinea di Terzani
Divani bianchi: Fly di Dema. Nell’angolo tra i divani, lampada Antinea di Terzani
L’ambiente arioso, una cartella colori indirizzata alle tonalità chiare e la scelta di pochi mobili di pregio sembrano essere la chiave per reinterpretare il canone classico con senso di attualità. Sebbene, precisa ancora l’architetto Patrizio Roma, la cura per i dettagli sia capace di fare, ancora una volta, la differenza. «L’ambiente è certamente classico sebbene stemperato da un gusto moderno. La pavimentazione in rovere a spina ungherese – da sempre una costante del registro classico – è stata riletta grazie a una dimensione della spina più grande. Inoltre, in un ambiente molto neutro con pareti bianche e pavimento chiaro, gli arredi classici riescono a emergere con grande facilità. Pur nella sua complessità l’ambiente rimane a mio giudizio elegante, grazie alla presenza di pochi elementi che emergono in uno spazio chiaro».
Colpo d’occhio
Chi ci abita: una anziana signora milanese
Dove: nella zona di Corso Magenta, Milano
Anno di costruzione: inizio Novecento
Anno di ristrutturazione: 2012
Architetti: Giuliana Maffeis Architect
Superficie del salotto: 45 m², mentre la superficie totale della casa è di 200 m²
Il particolare interessante: con le sue cornici, i poggioli e i fregi ottimamente conservati, la casa è l’esempio perfetto di una abitazione “vecchia Milano”.
Una ricerca lunga e travagliata: è quella intrapresa da una signora milanese per individuare tra le tante offerte sul mercato un appartamento di grande taglio, capace di restituire un sapore inconfondibilmente meneghino e di prestarsi ad accogliere i tanti mobili e oggetti messi insieme con premura nel corso di una vita.
Chi ci abita: una anziana signora milanese
Dove: nella zona di Corso Magenta, Milano
Anno di costruzione: inizio Novecento
Anno di ristrutturazione: 2012
Architetti: Giuliana Maffeis Architect
Superficie del salotto: 45 m², mentre la superficie totale della casa è di 200 m²
Il particolare interessante: con le sue cornici, i poggioli e i fregi ottimamente conservati, la casa è l’esempio perfetto di una abitazione “vecchia Milano”.
Una ricerca lunga e travagliata: è quella intrapresa da una signora milanese per individuare tra le tante offerte sul mercato un appartamento di grande taglio, capace di restituire un sapore inconfondibilmente meneghino e di prestarsi ad accogliere i tanti mobili e oggetti messi insieme con premura nel corso di una vita.
Dopo numerose visite, la scelta è ricaduta su questo appartamento ubicato nella zona di Corso Magenta: un quartiere dall’identità ben definita, un grande classico della milanesità per il quale la proprietaria, coadiuvata dall’architetto Giuliana Maffeis che ha curato il progetto di ristrutturazione, ha voluto preservare una linea di continuità tra contenitore e contenuto, mantenendo lo spirito classico dell’edificio anche nella nuova architettura di interni.
Per ottimizzare la distribuzione dei volumi e adattarli alle necessità della proprietaria, il taglio della casa è stato completamente rivisto. La pianta del salotto, tuttavia, non è stata modificata, a eccezione della rimozione di un piccolo muretto basso che è stato abbattuto per donare maggiore continuità e apertura allo spazio.
Le ante appoggiate sono di una porta del Settecento proveniente dalla Toscana
Per ottimizzare la distribuzione dei volumi e adattarli alle necessità della proprietaria, il taglio della casa è stato completamente rivisto. La pianta del salotto, tuttavia, non è stata modificata, a eccezione della rimozione di un piccolo muretto basso che è stato abbattuto per donare maggiore continuità e apertura allo spazio.
Le ante appoggiate sono di una porta del Settecento proveniente dalla Toscana
«I soffitti alti, i poggioli con ferri battuti originali in ottimo stato di conservazione e le cornici intorno alle porte sono tutti elementi di pregio che contribuivano anche prima della ristrutturazione a conferire grande fascino alla casa», ci racconta l’architetto Maffeis. «Nel salotto come nelle altre stanze, il primo intervento che si è reso necessario è stato quello di ripristinare completamente tutti gli elementi decorativi che delineavano l’identità di questa casa primo Novecento: le cornici intorno alle porte che mancavano sono state rifatte, così come sono stati ripristinate alcune sezioni delle cornici del soffitto del salotto, che si erano ammalorate a causa di un’infiltrazione d’acqua».
Tavolo: LC6 di Le Corbusier dal catalogo i Maestri di Cassina; lampade a sospensione di Ingo Maurer
Tavolo: LC6 di Le Corbusier dal catalogo i Maestri di Cassina; lampade a sospensione di Ingo Maurer
Nella successiva messa a punto del tono della stanza, si è rivelata decisiva l’individuazione di un grigio chiarissimo alle pareti, scelto dopo moltissime prove per spezzare l’uniformità cromatica del contenitore e bilanciare la grande altezza dei soffitti, di oltre tre metri e mezzo.
Quanto al pavimento, è stato scelto un rovere a spina di pesce all’italiana, rifatto in tutta la casa a eccezione della camera da letto, per la quale è stato scelto un parquet in noce.
Per quanto riguarda invece la collocazione dei mobili, la scelta perseguita è stata quella di optare per un registro leggero, che non riempisse lo spazio ma fosse al contrario capace di articolare in maniera consapevole i pieni e i vuoti, amplificando la godibilità dell’ambiente. Pochi, infine, i mobili di antiquariato scelti dalla proprietaria, poche le decorazioni alle pareti – tra cui i due vecchi candelieri messi al centro del soggiorno per conferire loro un inaspettato ma giustificatissimo protagonismo –, mentre per i divani è stata privilegiata una linea leggera, la cui semplicità è amplificata dalla scelta del rivestimento in cotone bianco.
Divani: modello Soft Chic di Cyrrus Company
Quanto al pavimento, è stato scelto un rovere a spina di pesce all’italiana, rifatto in tutta la casa a eccezione della camera da letto, per la quale è stato scelto un parquet in noce.
Per quanto riguarda invece la collocazione dei mobili, la scelta perseguita è stata quella di optare per un registro leggero, che non riempisse lo spazio ma fosse al contrario capace di articolare in maniera consapevole i pieni e i vuoti, amplificando la godibilità dell’ambiente. Pochi, infine, i mobili di antiquariato scelti dalla proprietaria, poche le decorazioni alle pareti – tra cui i due vecchi candelieri messi al centro del soggiorno per conferire loro un inaspettato ma giustificatissimo protagonismo –, mentre per i divani è stata privilegiata una linea leggera, la cui semplicità è amplificata dalla scelta del rivestimento in cotone bianco.
Divani: modello Soft Chic di Cyrrus Company
È difficile trovare un registro che funziona se a piacerci è lo stile classico, chiediamo all’architetto Maffeis? «L’attenzione alla rifinitura esiste anche per lo stile moderno e contemporaneo, i quali possono rivelarsi ancora più sofisticati. In realtà il motivo del classico è generalmente facile da replicare. Nel nostro caso, l’obiettivo era di ottenere una casa classica che fosse meno pesante grazie alla scelta di colori chiari, non offuscati da rivestimenti scuri e pesanti. Anche l’attenzione a non riempire troppo lo spazio ha contribuito a rendere la percezione dei volumi più pulita e meno ridondante, per un risultato godibile e soprattutto estremamente fruibile». Una ricetta da ponderare con cura, se quello che ci interessa è sperimentare una rivisitazione del classico capace di rivelarsi davvero attuale.
Hai trovato idee classiche e replicabili? Salva le foto che preferisci in un Ideabook.
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Stupendo ...fresco grazie al bianco,elegante grazie al classico,le porte sono bellissime
Tutto untouchable
Il secondo salotto lo preferisco. Più caldo... anche perché unisce design e antico, mix che trova il mio gusto. In sala ho lo stesso tavolo Le Corbusier nella versione nera. E mi piace da sempre il tavolino di Gae Aulenti tra i divani. Del primo progetto mi piacciono tanto le porte finestre. Forse perché desidererei anche io un terrazzo così grande.