Le Case di Houzz
Monolocali
Pro e Cliente su Houzz: Da Mini Garage a Casa al Mare Bianca Blu
Un garage di 35m² diventa una casa vacanza grazie al lavoro 'da remoto' della progettista e al fai da te
Isabella Tarandetti ha acquistato una casa al mare in Toscana, un ex garage condonato nell’1985 e trasformato in abitazione, e poi – navigando su Houzz – ha cercato un architetto che la aiutasse a ristrutturarlo. Colpita dai progetti di Sara Pizzo, ha voluto che seguisse lei i lavori, nonostante fosse in provincia di Cuneo. Com’è stato possibile? Grazie alle idee, chiarissime, della committenza, a una relazione di fiducia e disponibilità, e ai design in 3D della progettista, che hanno consentito di lavorare velocemente e con efficienza.
Sedie: modello Odger di Ikea; tavolo allungabile: Ekedalen di Ikea; cucina: Ikea; divano letto: Backabro di Ikea; vetrina: Hemnes di Ikea; madia: Maisons du Monde; specchio: Leroy Merlin; lampadario: Leroy Merlin
Sara Pizzo ha coordinato e collaborato con il geometra e l’ingegnere in loco. Dal punto di vista architettonico, ha chiesto che venissero modificate le pareti così da ampliare il soggiorno. «L’idea era poter godere di questa casa vacanza con amici, pertanto ho pensato che fosse funzionale rendere quest’ambiente più confortevole e ampio».
Isabella Tarandetti ha seguito le indicazioni dell’architetto. Ha però scelto di spostare il frigorifero perché dove per lei più pratico, mentre Sara Pizzo aveva consigliato di posizionarlo in un altro punto della stanza per nascondere una colonna.
Tutti i mobili e gli arredi scelti e suggeriti dall’architetto rispecchiano lo stile shabby chic, come richiesto, e hanno linee semplici così da permettere alla committenza di trovarli con facilità anche on line o nella grande distribuzione.
Sara Pizzo ha coordinato e collaborato con il geometra e l’ingegnere in loco. Dal punto di vista architettonico, ha chiesto che venissero modificate le pareti così da ampliare il soggiorno. «L’idea era poter godere di questa casa vacanza con amici, pertanto ho pensato che fosse funzionale rendere quest’ambiente più confortevole e ampio».
Isabella Tarandetti ha seguito le indicazioni dell’architetto. Ha però scelto di spostare il frigorifero perché dove per lei più pratico, mentre Sara Pizzo aveva consigliato di posizionarlo in un altro punto della stanza per nascondere una colonna.
Tutti i mobili e gli arredi scelti e suggeriti dall’architetto rispecchiano lo stile shabby chic, come richiesto, e hanno linee semplici così da permettere alla committenza di trovarli con facilità anche on line o nella grande distribuzione.
«Per risolvere il problema del basso soffitto, che rischiava di essere opprimente nella mini casa, in cucina ho scelto di sostituire i pensili con una mensola unica ed alzare il paraspruzzi in cementine sino al soffitto», racconta Sara Pizzo e continua: «Avevo proposto delle cementine più colorate, ma non piacevano. E, sempre a distanza, con il cliente abbiamo optato per una soluzione dai toni più delicati».

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Letto e comodini: Hemnes di Ikea; cassettiera: Maisons du Monde
«Sempre per far percepire il soffitto meno angusto, in camera da letto ho proposto una carta da parati. Inizialmente avevo scelto una soluzione più forte, in stile jungle, ma poi abbiamo optato per una con un’immagine del mare che richiamasse le spiagge bianche di Vada».
«Sempre per far percepire il soffitto meno angusto, in camera da letto ho proposto una carta da parati. Inizialmente avevo scelto una soluzione più forte, in stile jungle, ma poi abbiamo optato per una con un’immagine del mare che richiamasse le spiagge bianche di Vada».
Pavimento in listoni di gres porcellanato effetto legno: Iperceramica
All’inizio, non tutto è filato liscio. La progettista racconta un aneddoto: «Mentre posavano il pavimento, il cliente, come accadeva spesso durante il cantiere, mi ha inviato delle foto. Vidi che stavano sbagliando: non stavano posizionando le doghe correttamente (se posate a correre, una deve iniziare a 1/3 della precedente). E così ho spiegato telefonicamente come correggere la posa».
All’inizio, non tutto è filato liscio. La progettista racconta un aneddoto: «Mentre posavano il pavimento, il cliente, come accadeva spesso durante il cantiere, mi ha inviato delle foto. Vidi che stavano sbagliando: non stavano posizionando le doghe correttamente (se posate a correre, una deve iniziare a 1/3 della precedente). E così ho spiegato telefonicamente come correggere la posa».
L’immagine mostra com’era inizialmente il garage. C’erano un angolo cottura e un bagnetto
Uno dei disegni 3D realizzati dall’architetto
«Sono molto felice della mia accogliente casetta al mare dove dominano l’azzurro polvere e il blu. La consulenza e la stesura del progetto sono avvenute online, grazie allo scambio di mail e di messaggi, con la massima praticità e semplicità, e, cosa non da poco, anche con simpatia e calore umano», conferma Isabella Tarandetti.
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«Sono molto felice della mia accogliente casetta al mare dove dominano l’azzurro polvere e il blu. La consulenza e la stesura del progetto sono avvenute online, grazie allo scambio di mail e di messaggi, con la massima praticità e semplicità, e, cosa non da poco, anche con simpatia e calore umano», conferma Isabella Tarandetti.
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Chi ci abita: Isabella Tarandetti e il marito, con figli ed amici
Dove: Vada, frazione del Comune di Rosignano Marittimo, nella provincia di Livorno
Anno di ristrutturazione: 2019
Architetto: Sara Pizzo, Studio 1881
Superficie: 35 m² (la camera misura 2,90x4,40 m, il bagno 1,25x2,40, il resto della superficie è occupata dal soggiorno) altezza interna inferiore a 240 cm.
Costo: 1.000 euro per l’onorario (incluso servizio fotografico finale realizzato da un professionista); 25.000 euro per lavori ed arredi principali
«Il progetto è nato su Houzz ed è stato sviluppato tutto online grazie al costante scambio di idee via WhatsApp e via email con Isabella. L’aiuto del marito, che ha provveduto ad eseguire gran parte dei lavori, è stato prezioso», racconta Sara Pizzo che continua: «Per rendere il lavoro più veloce, e anche più immediato, non ho realizzato un vero progetto, ma dei disegni tridimensionali. È capitato che alla committenza non piacesse un arredo o una scelta di colore e, quando accadeva, il cliente mi inviava la foto della tonalità o dell’oggetto che preferiva e io, a mio volta, rispondevo o appoggiando la scelta o proponendo una terza soluzione. E così è stato possibile seguire tutte le fasi che hanno portato alla realizzazione del progetto. Per evitare che vi fossero delle incomprensioni nella scelta dei colori, per esempio, ho sempre indicato il codice preciso in modo che fosse possibile verificarlo con esattezza in colorificio».
La disponibilità da parte dell’architetto è stata preziosa: «La signora Tarandetti lavora in ospedale, fa i turni e, pertanto, spesso le nostre conversazioni avvenivano di sera o nel weekend. Avevamo entrambe più tempo per parlare!».