Prima e Dopo: Come È Rinato Questo Giardino Storico in Sicilia
Zone verdi diversificate e nuovi percorsi definiscono il giardino che circonda un complesso di edifici tipici
Siamo nel sud della Sicilia, a Ragusa Ibla, centro storico barocco della città, e a breve distanza dal Donnafugata Golf Club. Proprio qui si trovava in stato di abbandono un vecchio baglio, tipico edificio a corte siciliano, circondato da un ampio parco e da spazi esterni lasciati, anch’essi, a sé.
Una volta recuperati gli edifici, ora trasformati in case per vacanze, Silvia Invernizzi e Federica Crnjar, dello Studio ‘Dragora, si sono occupate della riprogettazione degli esterni, valorizzando l’esistente e le caratteristiche del territorio, parte di una Riserva Naturale.
Il parco è stato organizzato seguendo la composizione di una corte centrale attorniata da quattro giardini diversi, ciascuno con una propria identità, attraversati da nuovi percorsi pavimentati e con uno spazio dedicato alla piscina.
Fra le specie botaniche, ruolo di primo piano alla macchia mediterranea, seguendo la ferma volontà di armonizzare l’intervento con l’ambiente circostante.
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Una volta recuperati gli edifici, ora trasformati in case per vacanze, Silvia Invernizzi e Federica Crnjar, dello Studio ‘Dragora, si sono occupate della riprogettazione degli esterni, valorizzando l’esistente e le caratteristiche del territorio, parte di una Riserva Naturale.
Il parco è stato organizzato seguendo la composizione di una corte centrale attorniata da quattro giardini diversi, ciascuno con una propria identità, attraversati da nuovi percorsi pavimentati e con uno spazio dedicato alla piscina.
Fra le specie botaniche, ruolo di primo piano alla macchia mediterranea, seguendo la ferma volontà di armonizzare l’intervento con l’ambiente circostante.
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In quest’ottica, le scelte progettuali sono state sviluppate in modo da correggere le criticità del paesaggio, riorganizzando i percorsi, le pavimentazioni e i giardini. «Ogni elemento è stato inserito in modo il più possibile armonico nel paesaggio esistente, recuperando le tracce di quello che era presente attorno ai vecchi fabbricati rurali», continua l’architetto Invernizzi.
Nello specifico, oltre alla corte centrale aperta e pavimentata, il verde, come accennato precedentemente, è stato organizzato distinguendo quattro specifiche tipologie di giardini con altrettante funzioni.
Comune denominatore, tanto nei quattro giardini quanto nella corte centrale, il rifacimento della pavimentazione, che ha seguito un percorso tortuoso, vivendo ricorrenti modifiche progettuali. Nella versione definitiva, il nuovo rivestimento è in tozzetti di pietra locale, materiale usato anche per i muretti a secco.
Nello specifico, oltre alla corte centrale aperta e pavimentata, il verde, come accennato precedentemente, è stato organizzato distinguendo quattro specifiche tipologie di giardini con altrettante funzioni.
Comune denominatore, tanto nei quattro giardini quanto nella corte centrale, il rifacimento della pavimentazione, che ha seguito un percorso tortuoso, vivendo ricorrenti modifiche progettuali. Nella versione definitiva, il nuovo rivestimento è in tozzetti di pietra locale, materiale usato anche per i muretti a secco.
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Le quattro declinazioni del verde previste dalle progettiste comprendono “il giardino a prato”, come in questa foto, pensato anche per accogliere zone per pranzi e cene all’aperto; il “giardino del muretto”, delimitato proprio da un muretto a secco, recuperato e ricostruito seguendo la tradizione siciliana, e posizionato in modo da delimitare l’area verde e l’adiacente agrumeto e gli altri due, descritti a seguire.
La stessa visuale prima dell’intervento.
La terza variante è il “giardino roccioso”, una delle aree che maggiormente risponde al rispetto del paesaggio: in questo caso la zona non è stata affatto rivoluzionata, con la chiara intenzione di partecipare alla tutela dell’equilibrio ambientale.
In questa immagine, la parte rocciosa del parco, mantenuta inalterata ma, oggi, circondata da prato.
Ed ecco la quarta variante, “giardino con dislivelli”: uno spazio aperto definito da una serie di gradini e dislivelli, riorganizzati, delimitati da muretti a secco, con nuove pavimentazioni e abitati da pini marittimi esistenti.
«Il progetto non ha comportato sostanziali movimenti di terra, ad esclusione degli interventi di contenimento del terreno atti alla regimentazione delle acque meteoriche a difesa e in corrispondenza dei fabbricati», confermano le progettiste.
Dislivelli, specie esistenti, tracce di antichi muri sono stati tutelati.
«Il progetto non ha comportato sostanziali movimenti di terra, ad esclusione degli interventi di contenimento del terreno atti alla regimentazione delle acque meteoriche a difesa e in corrispondenza dei fabbricati», confermano le progettiste.
Dislivelli, specie esistenti, tracce di antichi muri sono stati tutelati.
In questa immagine, la planimetria dell’intervento con la specifica di ogni specie verde.
La piscina, realizzata da Ecotec, si trova nella parte più occidentale del baglio, alle spalle di uno dei due edifici, e delimitata, su un lato, da un muretto a secco.
A skimmer, cioè con aperture lungo il bordo vasca studiate per la purificazione dell’acqua, la piscina è anch’essa rivestita con pietra locale.
Raccontano le progettiste: «Attorno alla piscina macchie di vegetazione creano una bella mitigazione verde: qualche leccio, lentischi, macchie di verbena ed elicriso, qualche esemplare di Agave Regina Vittoria e di Agave attenuata, rampicanti da fiore, fichi d’India. La scarpata verso i fabbricati è contenuta e nobilitata da muri a secco ed è presente un’aiuola lineare rialzata. Pergole in ferro, inoltre, creano i necessari spazi d’ombra».
A skimmer, cioè con aperture lungo il bordo vasca studiate per la purificazione dell’acqua, la piscina è anch’essa rivestita con pietra locale.
Raccontano le progettiste: «Attorno alla piscina macchie di vegetazione creano una bella mitigazione verde: qualche leccio, lentischi, macchie di verbena ed elicriso, qualche esemplare di Agave Regina Vittoria e di Agave attenuata, rampicanti da fiore, fichi d’India. La scarpata verso i fabbricati è contenuta e nobilitata da muri a secco ed è presente un’aiuola lineare rialzata. Pergole in ferro, inoltre, creano i necessari spazi d’ombra».
Prima dell’intervento lo spazio ora occupato dalla piscina era semplicemente cementato.
Per quanto riguarda le specie verdi, come accennato precedentemente è stata data la priorità assoluta alle piante locali; una scelta voluta ma anche obbligata, essendo il terreno parte di un’Area di Riserva.
Come raccontano dallo Studio ‘Dragora: «Le specie botaniche appartengono alla macchia mediterranea e sono presenti nell’elenco delle piante permesse nell’Area di Riserva. Alcune delle specie utilizzate sono Quercus calliprinos, olivastro, palmanana, timo, rosmarino, lentisco, cisto ed altre specie compatibili con le associazioni vegetali della Riserva, come bouganvillea, verbena, agavi e fichi d’India».
Guarda tutte le foto di questo progetto
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Come raccontano dallo Studio ‘Dragora: «Le specie botaniche appartengono alla macchia mediterranea e sono presenti nell’elenco delle piante permesse nell’Area di Riserva. Alcune delle specie utilizzate sono Quercus calliprinos, olivastro, palmanana, timo, rosmarino, lentisco, cisto ed altre specie compatibili con le associazioni vegetali della Riserva, come bouganvillea, verbena, agavi e fichi d’India».
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Chi ci abita: I Bagli della Sorgente è una struttura ricettiva per le vacanze
Dove: Ragusa Ibla
Anno di ristrutturazione: dal 2011 al 2017
Architetti: Silvia Invernizzi, architetto, e Federica Crnjar, architetto del paesaggio, di Studio ‘Dragora
Superficie: 4.500 m²
Costo della ristrutturazione: circa 400.000 euro
Il punto di partenza aveva già un grande fascino: si tratta di un baglio storico nella Sicilia del sud, composto da due edifici e da spazi esterni di grandi dimensioni, in stato di abbandono ma con – nascosto e oscurato dal tempo – un forte carattere.
Il lavoro delle progettiste è stato soprattutto volto a portare alla luce le caratteristiche del sito e a riorganizzare gli spazi per fare in modo che fossero nuovamente fruibili e confortevoli.
«L’intervento ha valorizzato gli elementi già presenti e caratteristici del luogo, senza stravolgere l’esistente, essendo il baglio in Area di Riserva, e conferendo all’organizzazione degli spazi una maggiore razionalità», racconta l’architetto Silvia Invernizzi.
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