Piante Facilissime per Case Poco Luminose
Cercate del verde che non vi impegni troppo? Provate con i cactus di Natale, felci, dieffenbachia e tante altre piante
Quelle che comunemente definiamo “piante da interno” sono per la maggior parte specie tropicali o subtropicali che necessitano di una temperatura costante, di una luce filtrata e di una certa umidità. Tutte caratteristiche che si trovano nelle zone di cui sono originarie, come le foreste tropicali. Alcune richiedono maggiore luce, altre possono rimanere in zone davvero poco illuminate. Ambienti umidi, freddi e davvero bui non sono amati dalle piante, così come spifferi, stufe ventilate e termosifoni. Ovunque decidiate di collocare le piante fate attenzione a queste variabili e rammentate che la luce è indispensabile per le piante, così come il ricambio d’aria senza sbalzi di temperature.
Felci, Soleirolia, Petrocosmea
Chi ama tenere le piante in bagno avrà sicuramente capito che le felci gradiscono una certa umidità nell’aria e sopportano ambienti non esattamente luminosissimi. Nessuna pianta avrà buone speranze se il bagno è riscaldato da stufe ventilate, che asciugano molto l’aria, o è davvero buio e freddo. Ma in un bagno ampio, anche se non molto luminoso, possono prosperare molte piante, come le felci.
La più nota è il capelvenere, che nonostante sia ormai un po’ ubiqua, non perde di fascino e di grazia. La comune Nephrolepis ha invece bisogno di qualche cura in più, specie per i rinvasi. È infatti quel tipo di pianta che se scomposta o non perfettamente in forma, dà subito una sensazione di depressione e tristezza. Siate cauti se non avete una buona mano e molta attenzione.
Tra le numerosissime felci evitate quelle a fogliami chiari, dorati o glauchi, ma preferite quelle a foglia verde: sono queste infatti che sopportano meglio condizioni di scarsa luminosità. Da non sottovalutare la Soleirolia, dal fogliame minuto, tappezzante. Vive molto bene in ambienti umidi e con poca luce e si presta a essere usata in combinazione con altre piante, anche in contenitori molto piccoli.
Una pianta quasi sconosciuta in Italia, la Petrocosmea, è addirittura fotofobica.
Chi ama tenere le piante in bagno avrà sicuramente capito che le felci gradiscono una certa umidità nell’aria e sopportano ambienti non esattamente luminosissimi. Nessuna pianta avrà buone speranze se il bagno è riscaldato da stufe ventilate, che asciugano molto l’aria, o è davvero buio e freddo. Ma in un bagno ampio, anche se non molto luminoso, possono prosperare molte piante, come le felci.
La più nota è il capelvenere, che nonostante sia ormai un po’ ubiqua, non perde di fascino e di grazia. La comune Nephrolepis ha invece bisogno di qualche cura in più, specie per i rinvasi. È infatti quel tipo di pianta che se scomposta o non perfettamente in forma, dà subito una sensazione di depressione e tristezza. Siate cauti se non avete una buona mano e molta attenzione.
Tra le numerosissime felci evitate quelle a fogliami chiari, dorati o glauchi, ma preferite quelle a foglia verde: sono queste infatti che sopportano meglio condizioni di scarsa luminosità. Da non sottovalutare la Soleirolia, dal fogliame minuto, tappezzante. Vive molto bene in ambienti umidi e con poca luce e si presta a essere usata in combinazione con altre piante, anche in contenitori molto piccoli.
Una pianta quasi sconosciuta in Italia, la Petrocosmea, è addirittura fotofobica.
Dieffenbachia
Niente come una Dieffenbachia ci consente di andare sul sicuro ottenendo buoni risultati. Buona scelta per chi è alle prime armi, perché perdona molto gli errori colturali, la Dieffenbachia – se ben curata – non può non catturare lo sguardo grazie al fogliame appariscente. Esistono numerose cultivar con fogliame variegato, ma per tutte vale la regola che più una foglia è variegata, spruzzata, marmorizzata o tendente al giallo, più luce sarà necessaria per mantenere il colore. Questo vale per tutte le piante, in giardino e in casa.
La Dieffenbachia ha bisogno di buon terriccio, piuttosto sciolto e non pesante, e una certa umidità nell’aria. Bisogna infatti spruzzare le foglie con acqua sempre demineralizzata (altrimenti il calcare si depositerebbe, opacizzando il fogliame e impedendo la traspirazione).
Niente come una Dieffenbachia ci consente di andare sul sicuro ottenendo buoni risultati. Buona scelta per chi è alle prime armi, perché perdona molto gli errori colturali, la Dieffenbachia – se ben curata – non può non catturare lo sguardo grazie al fogliame appariscente. Esistono numerose cultivar con fogliame variegato, ma per tutte vale la regola che più una foglia è variegata, spruzzata, marmorizzata o tendente al giallo, più luce sarà necessaria per mantenere il colore. Questo vale per tutte le piante, in giardino e in casa.
La Dieffenbachia ha bisogno di buon terriccio, piuttosto sciolto e non pesante, e una certa umidità nell’aria. Bisogna infatti spruzzare le foglie con acqua sempre demineralizzata (altrimenti il calcare si depositerebbe, opacizzando il fogliame e impedendo la traspirazione).
Pothos, filodendro e singonio
Queste tre rampicanti da interno vengono invariabilmente confuse tra loro, allora prima d’ogni cosa impariamo distinguerle e a chiamarle con i loro nomi botanici.
L’Epipremnum (il vero pothos) ha un fogliame molto più bello, con variegature straordinarie, puntinature e marezzature, e in genere le foglie sono più lisce e piegate sulla nervatura centrale. Mentre il Philodendron ha meno sfumature e si distingue molto bene dai piccioli, che hanno una guaina cartacea. Questo è anche meno resistente all’incuria rispetto all’Epipremnum, che perdona molti errori e dimenticanze.
Queste tre rampicanti da interno vengono invariabilmente confuse tra loro, allora prima d’ogni cosa impariamo distinguerle e a chiamarle con i loro nomi botanici.
- Pothos: Epipremnum aureum (Scindapsus aureus)
- Filodendro: Philodendrum hederaceum
- Singonio: Syngonium spp.
L’Epipremnum (il vero pothos) ha un fogliame molto più bello, con variegature straordinarie, puntinature e marezzature, e in genere le foglie sono più lisce e piegate sulla nervatura centrale. Mentre il Philodendron ha meno sfumature e si distingue molto bene dai piccioli, che hanno una guaina cartacea. Questo è anche meno resistente all’incuria rispetto all’Epipremnum, che perdona molti errori e dimenticanze.
Aspidistra
Molte piante sono legate a particolari periodi storici, a luoghi e a classi sociali. L’aspidistra, oggi sconosciuta, fu una vera passione per gli inglesi del tardo Ottocento. Persino Sherlock Holmes ne coltivava una! Ad esempio, nella puntata L’avventura della scatola di cartone della serie BBC con Jeremy Brett, Sherlock Holmes redarguisce la signora Hudson perché aveva urtato un vaso contenente un’aspidistra…).
Il fogliame di questa pianta è scuro, largo e fitto, molto resistente agli strapazzi, agli sbalzi di temperatura, a esposizioni variabili.
Per essere davvero bella e rigogliosa deve essere ben curata e concimata correttamente. La sua tolleranza, dentro casa o in giardino, alla luce scarsa è sorprendente. È di certo una scelta sicura in ogni ambiente con condizioni difficili.
Naturalmente le cultivar a foglia variegata desiderano una maggiore luce per mantenere le venature, perciò in stanze davvero buie è meglio indirizzarsi sulla comune Aspidistra elatior.
Molte piante sono legate a particolari periodi storici, a luoghi e a classi sociali. L’aspidistra, oggi sconosciuta, fu una vera passione per gli inglesi del tardo Ottocento. Persino Sherlock Holmes ne coltivava una! Ad esempio, nella puntata L’avventura della scatola di cartone della serie BBC con Jeremy Brett, Sherlock Holmes redarguisce la signora Hudson perché aveva urtato un vaso contenente un’aspidistra…).
Il fogliame di questa pianta è scuro, largo e fitto, molto resistente agli strapazzi, agli sbalzi di temperatura, a esposizioni variabili.
Per essere davvero bella e rigogliosa deve essere ben curata e concimata correttamente. La sua tolleranza, dentro casa o in giardino, alla luce scarsa è sorprendente. È di certo una scelta sicura in ogni ambiente con condizioni difficili.
Naturalmente le cultivar a foglia variegata desiderano una maggiore luce per mantenere le venature, perciò in stanze davvero buie è meglio indirizzarsi sulla comune Aspidistra elatior.
Zamioculcas
Considerata “pianta aliena” e difficile da reperire, la Zamioculcas si è diffusa velocemente nelle nostre case grazie al vivaismo industriale, perdendo un po’ di fascino.
La Zamioculcas sopporta stoicamante ogni strapazzo, dalla scarsa luce a irrigazioni saltuarie, conservando il fogliame coriaceo, ma se ben curata cresce più in fretta, diventando ben folta alla base.
Il modo più veloce per uccidere una Zamioculcas è di annaffiarla ogni giorno e lasciare il sottovaso.
Le annaffiature devono essere regolari, ma occorre lasciare asciugare completamente il terriccio. Il sottovaso deve possibilmente essere eliminato o svuotato in continuazione. L’ideale è immergere il vaso in acqua e lasciare inzuppare, sgocciolare e poi riporre al suo posto.
Concime liquido in dosi moderate nella stagione di crescita e almeno un rinvaso l’anno.
Considerata “pianta aliena” e difficile da reperire, la Zamioculcas si è diffusa velocemente nelle nostre case grazie al vivaismo industriale, perdendo un po’ di fascino.
La Zamioculcas sopporta stoicamante ogni strapazzo, dalla scarsa luce a irrigazioni saltuarie, conservando il fogliame coriaceo, ma se ben curata cresce più in fretta, diventando ben folta alla base.
Il modo più veloce per uccidere una Zamioculcas è di annaffiarla ogni giorno e lasciare il sottovaso.
Le annaffiature devono essere regolari, ma occorre lasciare asciugare completamente il terriccio. Il sottovaso deve possibilmente essere eliminato o svuotato in continuazione. L’ideale è immergere il vaso in acqua e lasciare inzuppare, sgocciolare e poi riporre al suo posto.
Concime liquido in dosi moderate nella stagione di crescita e almeno un rinvaso l’anno.
Spathiphyllum
Dalle Alpi alle Lipari, assieme al “pothos”, è in assoluto la pianta da interno più coltivata in Italia, e a buon diritto poiché la maggior parte dei nuovi ibridi è selezionata proprio qui, in Italia.
La cura è abbastanza semplice, l’importante è trovare una collocazione riparata e in ombra, e non far prendere troppi spifferi alla pianta.
Lo Spathiphyllum preferisce medie alte e un terreno umido (che non significa zuppo!) con una buona componente di terriccio vegetale. Gradisce anche frequenti nebulizzazioni. Dato che le irrigazioni saranno ripetute, è fondamentale usare i distanziatori da vaso. Concimate con fertilizzante liquido per piante verdi durante tutta l’estate e usate un concime in stick (o un po’ di concime granulare a lenta cessione) in inverno.
Dalle Alpi alle Lipari, assieme al “pothos”, è in assoluto la pianta da interno più coltivata in Italia, e a buon diritto poiché la maggior parte dei nuovi ibridi è selezionata proprio qui, in Italia.
La cura è abbastanza semplice, l’importante è trovare una collocazione riparata e in ombra, e non far prendere troppi spifferi alla pianta.
Lo Spathiphyllum preferisce medie alte e un terreno umido (che non significa zuppo!) con una buona componente di terriccio vegetale. Gradisce anche frequenti nebulizzazioni. Dato che le irrigazioni saranno ripetute, è fondamentale usare i distanziatori da vaso. Concimate con fertilizzante liquido per piante verdi durante tutta l’estate e usate un concime in stick (o un po’ di concime granulare a lenta cessione) in inverno.
Tra le palme?
Quando scegliete una palma per l’interno fatelo con criterio e osservando, anche in foto, esemplari adulti per poter immaginare l’effetto di una pianta grande in una stanza.
Rammentate che le palme crescono in altezza e le foglie sono spesso lunghe e ingombranti, e che possono avere piccole spine o aculei terminali.
All’acquisto le palme sono giovani, quasi senza fusto. Non scegliete a caso, informatevi su genere e specie, richiedete una cartellinatura esatta (anche se con le palme è quasi chiedere un miracolo!), ed eseguite tutti i trattamenti consigliati da testi specializzati.
Poche cose sono sgraziate come una palma inclinata, curva, sformata e debole. Le palme sono una maratona, il risultato si vede sulla lunga distanza, quindi siate pazienti e non dimenticate mai di ruotare il vaso per una crescita simmetrica.
Tra le specie consigliate in ambienti con poca luce:
Quando scegliete una palma per l’interno fatelo con criterio e osservando, anche in foto, esemplari adulti per poter immaginare l’effetto di una pianta grande in una stanza.
Rammentate che le palme crescono in altezza e le foglie sono spesso lunghe e ingombranti, e che possono avere piccole spine o aculei terminali.
All’acquisto le palme sono giovani, quasi senza fusto. Non scegliete a caso, informatevi su genere e specie, richiedete una cartellinatura esatta (anche se con le palme è quasi chiedere un miracolo!), ed eseguite tutti i trattamenti consigliati da testi specializzati.
Poche cose sono sgraziate come una palma inclinata, curva, sformata e debole. Le palme sono una maratona, il risultato si vede sulla lunga distanza, quindi siate pazienti e non dimenticate mai di ruotare il vaso per una crescita simmetrica.
Tra le specie consigliate in ambienti con poca luce:
- Caryota mitis
- Rhapis excelsa
- Howea fosteriana
- Chamaedorea elegans
Altro
Sai Trovare la Pianta Giusta per il Tuo Salotto?
11 Facili Piante da Interno che Fanno Subito Colpo
Raccontaci la tua esperienza: ti piace coltivare le piante da interno, e quali preferisci? C’è qualche pianta in particolare di cui vorresti sapere?
Scrivi i tuoi commenti sotto l’articolo, e se vuoi condividere le foto delle tue piante, basta trascinarle nella finestra di dialogo!
A te la parola!
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11 Facili Piante da Interno che Fanno Subito Colpo
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A te la parola!
Forse la più nota pianta da interno amante dell’ombra è il cosiddetto “cactus di Natale” per la fioritura invernale. Essendo originaria delle foreste tropicali, ama terreno sciolto e senza ammendanti di origine animale, ma sfatticcio di foglie, torba o fibra di cocco, vermiculite o sabbia.
Resiste ottimamamente anche in esterno, in zone calde, nei punti più ombrosi del giardino.
In casa tollera bene l’ombra anche se non disdegna di esser portata fuori nella bella stagione.
Per ottenere una cascata come quella in foto occorre però essere premurosi, facendo andare in riposo la pianta dopo la fioritura: i professionisti in genere ottengono questo risultato spostando il vaso in un ambiente più fresco.
Le concimazioni vanno iniziate nel periodo di ripresa vegetativa, a inizio estate, quando la Schlumbergera può essere spostata più alla luce (mai luce diretta) e in ambienti più caldi.