Ortaggi Indispensabili: Coltivare i Piselli, Anche in Balcone
Chi può mai resistere a una manciata di piselli appena raccolti? Ti spieghiamo come fare, in campo e in vaso
I piselli sono una tipica coltivazione invernale, come le fave. Vanno seminati preferibilmente in pieno campo ma quelli nani si prestano bene alla coltivazione in vaso, su balconi e terrazzi.
Si semina da ottobre a marzo (dipende sempre dalle latitudini). Se al Sud il periodo ottimale per la semina è più ampio, al Nord si tenderà ad anticipare, per godere di temperature non troppo fredde, o rimandare alla fine dei geli. È importantissimo non sforare i tempi di semina, cioè non superare febbraio, poiché i baccelli tenderebbero a maturare tutti in una volta, producendo piselli duri, poco saporiti e rinsecchiti. Se dovesse accadere non andate nel panico, dovrete però mettere in conto di avere un raccolto meno abbondante o pregiato e, soprattutto al Sud, di irrigare.
Prediligono terreno non ricco, purché ben drenato, che deve essere poco azotato per non avvantaggiare il fogliame a scapito della fruttificazione. Come tutte le leguminose sono azotofissatori, ma nel compiere il ciclo vitale riassorbono parte dell’azoto dato al terreno.
Fusti e foglie, una volta raccolti i baccelli, vanno benissimo nel compost casalingo.
Si semina da ottobre a marzo (dipende sempre dalle latitudini). Se al Sud il periodo ottimale per la semina è più ampio, al Nord si tenderà ad anticipare, per godere di temperature non troppo fredde, o rimandare alla fine dei geli. È importantissimo non sforare i tempi di semina, cioè non superare febbraio, poiché i baccelli tenderebbero a maturare tutti in una volta, producendo piselli duri, poco saporiti e rinsecchiti. Se dovesse accadere non andate nel panico, dovrete però mettere in conto di avere un raccolto meno abbondante o pregiato e, soprattutto al Sud, di irrigare.
Prediligono terreno non ricco, purché ben drenato, che deve essere poco azotato per non avvantaggiare il fogliame a scapito della fruttificazione. Come tutte le leguminose sono azotofissatori, ma nel compiere il ciclo vitale riassorbono parte dell’azoto dato al terreno.
Fusti e foglie, una volta raccolti i baccelli, vanno benissimo nel compost casalingo.
Quali semi di piselli scegliere?
I piselli possono essere rampicanti, medi o nani, a seme liscio o rugoso. Inoltre esistono i cosiddetti “piselli mangiatutto”, di cui si consuma anche il baccello, che vengono chiamati “taccole”.
È più che normale andare in confusione all’atto di staccare una bustina dall’espositore, facendosi cogliere da mille dubbi. In questi casi non abbiate paura di chiedere ai venditori, in genere sanno consigliare piuttosto bene se spiegate le vostre esigenze.
In linea di massima i piselli a seme liscio sono più resistenti all’umido e al freddo, e sono più adatti a Nord Italia, mentre quelli rugosi si adattano meglio a una semina tardiva e al Sud, dove il secco può produrre semi asciutti, poco saporiti e duri. Quelli a buccia rugosa, nonostante l’aspetto poco attrattivo, sono invece quelli più dolci e migliori da consumare sgranati.
Piantarli in orto rialzato è estremamente funzionale per aiutare lo sgrondo delle acque pluviali, il cui ristagno sarebbe fatale per i piselli.
I piselli possono essere rampicanti, medi o nani, a seme liscio o rugoso. Inoltre esistono i cosiddetti “piselli mangiatutto”, di cui si consuma anche il baccello, che vengono chiamati “taccole”.
È più che normale andare in confusione all’atto di staccare una bustina dall’espositore, facendosi cogliere da mille dubbi. In questi casi non abbiate paura di chiedere ai venditori, in genere sanno consigliare piuttosto bene se spiegate le vostre esigenze.
In linea di massima i piselli a seme liscio sono più resistenti all’umido e al freddo, e sono più adatti a Nord Italia, mentre quelli rugosi si adattano meglio a una semina tardiva e al Sud, dove il secco può produrre semi asciutti, poco saporiti e duri. Quelli a buccia rugosa, nonostante l’aspetto poco attrattivo, sono invece quelli più dolci e migliori da consumare sgranati.
Piantarli in orto rialzato è estremamente funzionale per aiutare lo sgrondo delle acque pluviali, il cui ristagno sarebbe fatale per i piselli.
Le varietà rampicanti vanno sostenute, quindi meglio provvedere a sostegni appositi (reti, ramaglie o “tepee”, come in foto), o simili a quelli dei pomodori.
Se avete poco spazio, prendete due, massimo tre varietà; una precoce, una media e una tardiva, per avere più raccolti.
Le varietà rampicanti tendono a fruttificare in periodi diversi, quindi daranno un raccolto meno abbondante ma più prolungato.
Quelle medie, dette “mezzarama”, si autosostengono ma spesso hanno bisogno di qualche rametto o di canne (se usate canne tagliate da poco, disinfettatele per prevenire cocciniglia e attacchi fungini).
Le varietà nane invece danno raccolti ovviamente meno abbondanti e concentrati in una sola fruttificazione, perciò se li utilizzerete, scalate sempre le semine di almeno una settimana o dieci giorni.
In pieno campo e nell’orto rialzato, rincalzate periodicamente e tenete pulito dalle erbacce. Se necessario spingete con delle concimazioni specifiche o comunque con alto titolo di fosforo.
Se avete poco spazio, prendete due, massimo tre varietà; una precoce, una media e una tardiva, per avere più raccolti.
Le varietà rampicanti tendono a fruttificare in periodi diversi, quindi daranno un raccolto meno abbondante ma più prolungato.
Quelle medie, dette “mezzarama”, si autosostengono ma spesso hanno bisogno di qualche rametto o di canne (se usate canne tagliate da poco, disinfettatele per prevenire cocciniglia e attacchi fungini).
Le varietà nane invece danno raccolti ovviamente meno abbondanti e concentrati in una sola fruttificazione, perciò se li utilizzerete, scalate sempre le semine di almeno una settimana o dieci giorni.
In pieno campo e nell’orto rialzato, rincalzate periodicamente e tenete pulito dalle erbacce. Se necessario spingete con delle concimazioni specifiche o comunque con alto titolo di fosforo.
Coltivazione dei piselli in vaso o contenitore
In questo caso la dottoressa agronomo Sara Petrucci consiglia: «La preparazione del terreno deve essere fatta a regola d’arte, con ottimo drenaggio e incorporando un po’ più di sostanza organica, spingendo la reazione del pH verso l’acido, aggiungendo qualche manciata di concime naturale come stallatico o di concime organico ad alto contenuto di fosforo e potassio».
Leggi anche: Terreno acido, come riconoscerlo
Evitate di iperazotare il terreno: ciò favorirebbe l’attacco di oidio e afidi (comunque qualcosa attendetevela: è del tutto normale, purché non comprometta il raccolto). Per prevenire potete usare il macerato d’ortica.
Il contenitore deve essere largo, lungo e profondo, e contenere solo i piselli. In questo caso sceglierete i piselli nani, o al massimo i mezzarama, tenendo in conto che avrete pochi raccolti ravvicinati.
In questo caso la dottoressa agronomo Sara Petrucci consiglia: «La preparazione del terreno deve essere fatta a regola d’arte, con ottimo drenaggio e incorporando un po’ più di sostanza organica, spingendo la reazione del pH verso l’acido, aggiungendo qualche manciata di concime naturale come stallatico o di concime organico ad alto contenuto di fosforo e potassio».
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Evitate di iperazotare il terreno: ciò favorirebbe l’attacco di oidio e afidi (comunque qualcosa attendetevela: è del tutto normale, purché non comprometta il raccolto). Per prevenire potete usare il macerato d’ortica.
Il contenitore deve essere largo, lungo e profondo, e contenere solo i piselli. In questo caso sceglierete i piselli nani, o al massimo i mezzarama, tenendo in conto che avrete pochi raccolti ravvicinati.
Cosa evitare
L’errore più comune è seminare altre leguminose/fabacee nello stesso vaso o appezzamento dove sono stati coltivati i piselli scaricando così completamente il terreno; sarebbe invece meglio destinarlo ad altri deboli consumatori, come le alliacee o le aromatiche (anche in vaso), favorendo così un ripristino delle sostanze umiche e una migliore resistenza alle malattie senza l’aiuto di antiparassitari.
Hai provato anche tu a coltivare i piselli? Raccontaci nei Commenti la tua esperienza.
Altro
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Se appartenete ai no-dig gardener (“giardinieri che non scavano”), non farete altro che tracciare delle piccole trincee con la punta della zappa e porre i piselli a circa 15 cm di distanza l’uno dall’altro.
Se invece usate vangare, potete preparare il terreno a fine estate, incorporando po’ di stallatico, preferibilmente sfarinato, e del concime minerale ad alto contenuto di fosforo e potassio. Ne basta poco perché i piselli non gradiscono terreno ricco e soffice, che li rende più soggetti a malattie e avvantaggia il fogliame rispetto ai baccelli.
Essendo “consumatori deboli” possono essere collocati nel terzo ciclo di rotazione delle colture (il primo ciclo è dedicato ai forti consumatori, come cavoli e peperoni; il secondo ciclo ai medi consumatori, come carote e finocchi e il terzo ciclo a piselli, fave, fagiolini e altre fabacee).
Neanche l’acqua deve essere troppa, perché tenderebbe a far gonfiare i piselli e renderli poco saporiti.
La dottoressa agronomo Sara Petrucci aggiunge: «Se a fine estate il terreno è occupato con altre colture, potete fare la vangatura anche poco tempo prima della semina, incorporando al suolo buon compost maturo e manciate di stallatico pellettato».