My Houzz: Una Casa Berlinese è la Gioia dello Stile Industriale
Un ingegnere meccanico ha trasformato il suo appartamento in un rifugio informale, le cui porte sono sempre aperte per gli amici
A causa del lavoro, Alberto Alvarez ha avuto un rapporto piuttosto altalenante con la città di Berlino. Per sette anni il colombiano, che in precedenza aveva vissuto a lungo in Florida, ha abitato in un alloggio condiviso. Ma alla fine si è innamorato di questa città e ha deciso di restare. Oggi il berlinese d’adozione vive da solo in un appartamento di 130 metri quadrati.
All’inizio l’ingegnere meccanico era piuttosto riluttante ad ammettere che nella progettazione fai da te si fosse fatto ispirare dalla professione svolta. Oggi invece, dato il risultato ottenuto, non ne fa più segreto. La sua maratona costruttiva ha dato vita a un interessante mix di elementi in stile rustico e industriale. Il lavoro ha messo alla prova anche i rapporti di amicizia – ha però portato a un risultato che non solo Alberto ma anche molti suoi amici considerano casa.
All’inizio l’ingegnere meccanico era piuttosto riluttante ad ammettere che nella progettazione fai da te si fosse fatto ispirare dalla professione svolta. Oggi invece, dato il risultato ottenuto, non ne fa più segreto. La sua maratona costruttiva ha dato vita a un interessante mix di elementi in stile rustico e industriale. Il lavoro ha messo alla prova anche i rapporti di amicizia – ha però portato a un risultato che non solo Alberto ma anche molti suoi amici considerano casa.
PRIMA. Detto fatto. «Nell’agosto del 2014 è cominciata la maratona della ristrutturazione. La complessità dei miei progetti poneva una sfida quasi ogni giorno. Colin Stillman, un mio caro amico falegname, ha fatto sì che i miei sogni e quindi i miei progetti divenissero realtà. Ma ci sono stati momenti in cui le mie idee hanno messo davvero alla prova la nostra amicizia».
L’appartamento era in uno stato fatiscente, gli spazi sono stati riprogettati da zero. Solo alcuni dettagli, come lo stucco lasciato in parte “grezzo”, ricordano ancora oggi lo stato originale.
L’appartamento era in uno stato fatiscente, gli spazi sono stati riprogettati da zero. Solo alcuni dettagli, come lo stucco lasciato in parte “grezzo”, ricordano ancora oggi lo stato originale.
DOPO. «La cucina l’ho progettata quasi tutta da solo. Era necessaria una certa inventiva soprattutto per l’isola. Il piano in cemento è stato creato e modellato sul posto. Muovere e alzare il piano da 185 chili è stato uno sforzo enorme», ricorda Alberto. L’ingegnere non ha lasciato al caso neanche i dettagli. «Volevo dare al legno il fascino del legno di recupero. È stato un lungo processo. Le maniglie degli armadietti le ho fatte fare ad hoc perché nessuna di quelle che ho trovato andava bene. La struttura che sostiene il piano della cucina serve per ritirare le pentole e gli altri utensili ed è provvista di ante in lamiera forata». Per sedersi a fare due chiacchiere in cucina ci sono i due sgabelli Twist Stools di Cox and Cox.
La cucina è il risultato di duro lavoro e grande amore per il dettaglio. La scala da biblioteca era per Alberto un must, anche se è stato complicato trovarla in Germania. I componenti per il modello nero con ruote sono infine arrivati dagli Stati Uniti. Un discorso simile si può fare per le attrezzature da cucina: per diversi elettrodomestici americani sono stati predisposti collegamenti da 110 V. Gli anni passati in Florida hanno influito in maniera decisiva su Alberto e non ha voluto rinunciare ad alcune cose.
Prendendo una scala e dotandola di ripiani, si ottengono simpatici scaffali da cucina molto informali. Le sedie da bar di Cox and Cox sono l’abbinamento perfetto.
Non solo la decorazione del soffitto ma anche l’intera parete rustica ricordano lo stato grezzo prima della ristrutturazione. Al posto delle tradizionali opere d’arte appese alle pareti vengono qui sfoggiati i disegni del progetto di ristrutturazione.
«L’ispirazione per la maggior parte delle mie idee mi è venuta dalla vita vissuta insieme ai miei amici. Volevo che da me si sentissero come a casa. Per quelli che amano cucinare ho fatto in modo che potessero raggiungere facilmente tutti gli utensili necessari senza dover interrompere quello che stanno facendo. Ecco il motivo dell’isola. Quando siamo in tanti, il tavolo della cucina in teak può essere allungato per ospitare anche 14 persone».
«L’ispirazione per la maggior parte delle mie idee mi è venuta dalla vita vissuta insieme ai miei amici. Volevo che da me si sentissero come a casa. Per quelli che amano cucinare ho fatto in modo che potessero raggiungere facilmente tutti gli utensili necessari senza dover interrompere quello che stanno facendo. Ecco il motivo dell’isola. Quando siamo in tanti, il tavolo della cucina in teak può essere allungato per ospitare anche 14 persone».
Chi preferisce una conversazione più intima può mettersi comodo sulla Butterfly Chair (disegnata da Antonio Bonet, Juan Kurchan e Jorge Ferrari Hardoy) con sgabello nell’angolo dedicato ai libri. Come quasi tutti gli altri mobili, anche la libreria è stata realizzata secondo un progetto di Alberto, che ha minuziosamente cercato la giusta essenza di legno. Per conferire al legno nuovo l’aspetto patinato tipico del legno di recupero, Alberto ha lavorato per cinque giorni interi.
Quello che oggi è il salotto, chiamato affettuosamente “lounge” dal proprietario, prima veniva usato come laboratorio.
Quello che oggi è il salotto, chiamato affettuosamente “lounge” dal proprietario, prima veniva usato come laboratorio.
La camera da letto del colombiano ha un letto a soppalco. Anche questa struttura in travi d’acciaio massiccio e legno non è stata per nulla semplice da realizzare.
Una cassaforte e aste appendiabiti a vista sostituiscono il convenzionale armadio a muro. Osservando la semplice gamma di colori dell’abbigliamento di Alberto, è immediata la sua predilezione per il bianco e nero. «Quando sono cominciati i lavori di ristrutturazione, mi sono spremuto il cervello alla ricerca di una combinazione cromatica adatta per l’appartamento. Dopo un’attenta valutazione mi sono deciso per il bianco e nero». Ad eccezione della porta d’ingresso (visibile nella prima fotografia), che doveva essere di un rosso inglese brillante. A proposito della porta d’ingresso: gli amici più stretti la possono aprire con un’applicazione d’accesso e possono soffermarsi nell’appartamento anche quando il proprietario non c’è.
Una cassaforte e aste appendiabiti a vista sostituiscono il convenzionale armadio a muro. Osservando la semplice gamma di colori dell’abbigliamento di Alberto, è immediata la sua predilezione per il bianco e nero. «Quando sono cominciati i lavori di ristrutturazione, mi sono spremuto il cervello alla ricerca di una combinazione cromatica adatta per l’appartamento. Dopo un’attenta valutazione mi sono deciso per il bianco e nero». Ad eccezione della porta d’ingresso (visibile nella prima fotografia), che doveva essere di un rosso inglese brillante. A proposito della porta d’ingresso: gli amici più stretti la possono aprire con un’applicazione d’accesso e possono soffermarsi nell’appartamento anche quando il proprietario non c’è.
La finestra interna sul soppalco dà sul corridoio.
Per la decorazione del soffitto nella camera degli ospiti, così come nella zona giorno, Alberto ha deciso di lasciare alcuni dettagli che richiamassero la storia della costruzione. Affinché si potesse attraversare la stanza in modo fluido e senza interruzioni, il letto in legno massello è stato messo con la testiera appoggiata contro il lato lungo della camera.
«I lampadari realizzati con i cerchi usati della bicicletta sono nati in un momento di noia», racconta Alberto. Il risultato è ancor più di grande effetto. Anche il tavolino Tulip disegnato da Eero Saarinen è arricchito da una lampada fai da te: la lampada da minatore è fissata a un supporto per provette.
«I lampadari realizzati con i cerchi usati della bicicletta sono nati in un momento di noia», racconta Alberto. Il risultato è ancor più di grande effetto. Anche il tavolino Tulip disegnato da Eero Saarinen è arricchito da una lampada fai da te: la lampada da minatore è fissata a un supporto per provette.
Il “lounge”, ovvero il salotto, è la stanza dedicata alle serate tra amici passate a guardare i film. È stata un’impresa trovare il divano giusto: o il modello non andava bene oppure i costi di spedizione erano eccessivi. «Allora abbiamo deciso di costruirlo noi. Una parte del divano si trasforma in un’ottomana, così i miei ospiti possono allungare le gambe. Può anche diventare un letto matrimoniale», spiega il creativo proprietario di casa. «Per l’illuminazione del soffitto ho usato le tipiche lampade da campeggio con un supporto in rame, che richiama le condutture in rame visibili in alcuni punti dell’appartamento».
Lampada treppiede: Made
Lampada treppiede: Made
La bilancia del XIX secolo proviene dalla Francia ed è stata scoperta su Dawanda (marketplace online). Alberto in persona si è occupato della composizione con le piantine.
Tavolino: Noodles
Tavolino: Noodles
Il motivo per cui questa stanza viene chiamata anche “lounge” diventa chiaro guardando l’angolo con poltrone vicino alla finestra. Il carrello con la selezione di bottiglie e le due poltrone invitano subito a stare insieme e rilassarsi.
Pelle bovina: African Leather; poltrone: Made
Pelle bovina: African Leather; poltrone: Made
PRIMA. Prima della ristrutturazione il bagno era semplice, ma senza un fascino particolare.
DOPO. Oggi anche in bagno è presente lo stile industriale che caratterizza il resto dell’arredamento. L’elemento più esotico è però il gabinetto della Samsung, che il “tecnofilo con una piccola fissa per l’igiene” ha fatto arrivare appositamente dalla Corea del Sud. Anche qui i lucidi tubi in rame catturano l’attenzione.
Nero su bianco: la rubinetteria della doccia si adatta alla perfezione allo schema cromatico scelto da Alberto. La piccola mensola per i prodotti per la doccia è stata fatta su misura.
Nel bagno, chi si ferma a dormire ha un proprio armadietto in cui riporre i prodotti per l’igiene personale. Nel caso si fosse dimenticato qualcosa, ha a disposizione una scelta abbastanza ampia di prodotti. Questo perché gli amici sono davvero i benvenuti in questo appartamento.
Guarda tutte le foto dell’appartamento di Alberto
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare inviaci alcune foto con una breve descrizione dell’abitazione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare in esclusiva la tua casa, ti contatteremo al più presto.
Trova altre idee d’arredo in stile industriale
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: Alberto Alvarez, ingegnere meccanico
Dove: nel quartiere Prenzlauer Berg di Berlino
Superficie: 130 m²
«Col senno di poi, direi che l’appartamento l’ho progettato per i miei amici», racconta Alberto. «Abito in questo edificio da quando sono arrivato in Germania, nove anni fa. I miei coinquilini sono diventati alla fine i miei migliori amici – e questo è stato uno dei principali motivi che mi hanno spinto a rimanere in questo edificio. Siamo come una grande famiglia. Ma a 38 anni sentivo il bisogno di avere uno spazio tutto mio. E l’ho trovato proprio al piano di sotto! Ho preso l’appartamento in pessime condizioni e mi sono messo d’accordo con il proprietario per ristrutturarlo».