My Houzz: La Casa Industrial-Vintage che Ha Realizzato Simona
Una storica casa napoletana acquista un nuovo look grazie al gusto innato di Simona e alla sua passione per il vintage
Chiara Arturo
26 dicembre 2016
Di formazione architetto, lavoro con la fotografia e le arti visive.
A Piazza Amedeo, una delle zone più esclusive e particolari del centro di Napoli, nata come luogo di svago e vacanza per i nobili della città, nascosto da una grandissima magnolia c’è un bellissimo palazzo di inizi Novecento. Qui, dopo due rampe di scale, c’è la casa (in affitto) di Simona e del suo compagno Francesco: tanta luce e lo spiccato gusto di chi ha vissuto in varie città molto diverse tra loro e ha riportato tutto a casa, donano all’abitazione un’atmosfera contemporanea e metropolitana, raffinata e insieme ruvida, dinamica eppure minimal, con un risultato industrial-vintage molto delicato. E che ci racconta che non servono grandi budget per ottenere grandi risultati.
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Quando si arriva da Simona e Francesco sembra quasi di non essere in Italia. La casa era di un noto avvocato napoletano e quando sono entrati per la prima volta l’hanno trovata piena di fascicoli, giornali, scartoffie. Il primo passo è stato liberarla di tutto: poi una mano di bianco per dare nuova luce agli ambienti. Simona, regista, si è riscoperta una talentuosa interior designer quando è stato il momento di arredare la sua prima casa ufficiale: tutto gli arredi sono stati acquistati tra il Centro Gamma Barrale di Palermo, eBay e mercatini, poi recuperati, riverniciati e usati anche in modi poco convenzionali da Simona e Francesco.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Simona Lianza, regista, con il compagno Francesco Manna, avvocato e dirigente, e il piccolo Lorenzo
Dove: Napoli
Superficie: 170 m² suddivisi in ingresso\corridoio, tre camere da letto, studio, zona living e due bagni, di cui uno con lavanderia
Anno di costruzione: inizi ‘900
Anno di ristrutturazione: 2015
Chi ci abita: Simona Lianza, regista, con il compagno Francesco Manna, avvocato e dirigente, e il piccolo Lorenzo
Dove: Napoli
Superficie: 170 m² suddivisi in ingresso\corridoio, tre camere da letto, studio, zona living e due bagni, di cui uno con lavanderia
Anno di costruzione: inizi ‘900
Anno di ristrutturazione: 2015
Quando ti affacci dai balconi delle camere da letto il panorama è mozzafiato: non c’è il mare ma la Napoli Liberty di inizi ‘900 in tutto il suo splendore. In primo piano il lussureggiante giardino di Villa Maria (ex Palazzo del Grand Eden Hotel), mentre alzando lo sguardo si vede il Castello Aselmeyer, o Castello Grifeo dei Principi di Partanna: uno dei più riusciti esempi di architettura neomedievale della città.
Entrando in casa troviamo due Wassily Chair originali di Marcel Breuer: le storiche sedute costituite da struttura in tubo di acciaio cromato e sedile, schienale e braccioli in cuoio, ora commercializzate da Knoll. Alle pareti alcune stampe appartenenti alla collezione di Francesco: «Sono stampe originali di una brigata muralista cilena, la Brigada Pablo Neruda ‘76, un gruppo di opposizione alla dittatura di Pinochet che lavorava a favore della Resistenza e della Lotta per la Libertà del popolo cileno dopo il golpe del 1973». Di fronte un armadietto e delle sedioline da asilo in pendant, recuperate su eBay.
La porta d’ingresso è quella originale dell’abitazione, intarsiata a mano.
Alla zona giorno si accede dopo il corridoio d’ingresso che dà su tutte le altre stanze della casa. Il divano è assoluto protagonista e la parete frontale è stata lasciata libera per avere una superficie per le proiezioni.
«Ogni pezzo l’ho cercato ovunque finché non l’ho trovato a un prezzo stracciato. La maggior parte delle cose le ho riverniciate e recuperate da sola. La vera spesa per questa casa è stata trasportare tutti i mobili da Roma e da Palermo. Prima di entrare in casa abbiamo dovuto affittare un container a Casalnuovo, in provincia di Napoli, perché non sapevamo dove mettere tutto».
«Ogni pezzo l’ho cercato ovunque finché non l’ho trovato a un prezzo stracciato. La maggior parte delle cose le ho riverniciate e recuperate da sola. La vera spesa per questa casa è stata trasportare tutti i mobili da Roma e da Palermo. Prima di entrare in casa abbiamo dovuto affittare un container a Casalnuovo, in provincia di Napoli, perché non sapevamo dove mettere tutto».
Il fulcro di quest’abitazione è sicuramente la cucina. Qui si vede tutto lo stile e il gusto innato di Simona. «Non mi interessa l’antiquariato: mi piace la roba vecchia e mi piace riconvertirla!», racconta.
La mamma di Simona, Mariolina Fumo, è un art designer che si occupa anche di interior, ma non ha aiutato la figlia per il progetto d’arredo: evidentemente l’ottimo gusto è parte del corredo genetico. Si intravede un’opera di Mariolina nello studio di Simona, sopra la scrivania.
Simona prima di questa casa non ha mai avuto una dimora stabile: a 17 anni è andata a studiare negli Stati Uniti, a Los Angeles, poi ha lavorato in giro per il mondo e negli ultimi anni era di base a Roma, ma con l’arrivo del piccolo Lorenzo ha sentito l’esigenza di un nido e ha finalmente riunito sotto un unico tetto tutte le cose raccolte negli anni.
La mamma di Simona, Mariolina Fumo, è un art designer che si occupa anche di interior, ma non ha aiutato la figlia per il progetto d’arredo: evidentemente l’ottimo gusto è parte del corredo genetico. Si intravede un’opera di Mariolina nello studio di Simona, sopra la scrivania.
Simona prima di questa casa non ha mai avuto una dimora stabile: a 17 anni è andata a studiare negli Stati Uniti, a Los Angeles, poi ha lavorato in giro per il mondo e negli ultimi anni era di base a Roma, ma con l’arrivo del piccolo Lorenzo ha sentito l’esigenza di un nido e ha finalmente riunito sotto un unico tetto tutte le cose raccolte negli anni.
«Quando ero piccola avevamo come vicine di casa due sorelle che erano come delle zie per me. Una di loro mi ha anche fatto da madrina: zia Ida. Ero molto legata a lei e molte cose che sono ora qui le ho prese nella sua casa e le ho conservate negli anni, anche quando non avevo una casa tutta mia, come la credenza, le foto, gli oggetti da bagno. Mi hanno sempre colpito le foto di zia Ida da piccola e questa parete si ispira alle inquadrature di quelle foto d’epoca: ho ricercato su internet immagini con le stesse pose ma di etnie diverse e questo è il risultato, sempre in progress! Stampo tutto in casa».
Le lampade in cucina sono delle Seminaria originali, in lamiera di ferro (come anche le lampade spot a parete): Simona le ha comprate usate al Centro Gamma Barrale di Palermo, pagandole poco più di 20 € l’una, le ha poi svuotate (perché altrimenti sarebbero state troppo pesanti da appendere), pulite (nella vasca da bagno, che ora porta i segni di questo improvvisato laboratorio casalingo) e rismaltate, infine ha installato delle lampadine a basso consumo.
Il frigo è un Kendo vintage, una marca meno conosciuta e più economica della Smeg. La credenza era della zia Ida. La cappa Simona l’ha comprata con appena 30 € in un mercatino, mentre la vetrinata sulla sinistra è in realtà una vetrinetta per interventi chirurgici riadattata.
Gli sgabelli sono un classico vintage da bar, mentre la lavagna anni 50 viene direttamente da una scuola elementare.
Il frigo è un Kendo vintage, una marca meno conosciuta e più economica della Smeg. La credenza era della zia Ida. La cappa Simona l’ha comprata con appena 30 € in un mercatino, mentre la vetrinata sulla sinistra è in realtà una vetrinetta per interventi chirurgici riadattata.
Gli sgabelli sono un classico vintage da bar, mentre la lavagna anni 50 viene direttamente da una scuola elementare.
Il bancone non si sa se viene da una pasticceria, da una drogheria o da una merceria, ma anche questo è stato acquistato per un centinaio di euro. La cucina e il lavello sono stati recuperati in un locale che aveva appena fallito, scoperti e raccattati in uno dei vicoletti di Napoli.
«Molti degli oggetti che trovi nei centri fallimentari o nei mercatini devi avere una buona fantasia per riadattarli in casa e immaginare come saranno dopo. Ma la cosa che mi è piaciuta di più è che per arredare questa casa mi sono scoperta abilissima a trovare cose a pochissimo prezzo e accostarle insieme in maniera ricercata, creando così degli ambienti pazzeschi».
Tavolo e sedie sono stati acquistati da Peppa e Nando, a Grottaferrata, un «luogo in cui condividere idee e cibo con un laboratorio\bottega di 400 m² dove giornalmente ci si accosta a nuove tendenze di arredo
e si sperimentano atmosfere e ambientazioni».
Il Pinocchio sul tavolo da pranzo è dell’artista napoletano Antonio Nocera.
Tavolo e sedie sono stati acquistati da Peppa e Nando, a Grottaferrata, un «luogo in cui condividere idee e cibo con un laboratorio\bottega di 400 m² dove giornalmente ci si accosta a nuove tendenze di arredo
e si sperimentano atmosfere e ambientazioni».
Il Pinocchio sul tavolo da pranzo è dell’artista napoletano Antonio Nocera.
La camera da letto è basica: una pedana autocostruita come base per il letto, una grande stampa fotografica come testata, delle cassettiere e via.
Le luci dietro il manichino sono quelle per le piste degli aeroporti: «sono luci da esterni ma creano una bellissima atmosfera», racconta Simona.
Le luci dietro il manichino sono quelle per le piste degli aeroporti: «sono luci da esterni ma creano una bellissima atmosfera», racconta Simona.
La grande ossessione di Simona è per la Seconda guerra mondiale, le maschere antigas e tutta l’oggettistica militare. Anche nel poster usato come testata del letto c’entra il catastrofico conflitto mondiale: «Ero in treno e sfogliando un giornale vedo questo articolo con una foto del Vesuvio di un fotografo americano: il cielo era pieno di sommergibili volanti, il Vesuvio eruttava, il porto pieno di navi militari… una scena apocalittica. Facendo una delle mie interminabili ricerche in internet scopro che la foto è in vendita su Getty Images: ho comprato il file e l’ho stampata in un’eliografia qui a Napoli».
Anche i bagni di questa casa hanno una loro storia e una loro caratterizzazione.
Il bagno principale è una delle stanze più particolari della casa. Tutto nasce da alcune vecchie foto del bagno di zia Ida, che aveva gli stessi sanitari. Così, partendo da quelle foto, Simona ha provato a ricrearlo, installando qui tutti i suppellettili da bagno conservati per anni.
Il rivestimento è stato fatto da capo, mentre la vasca originariamente non c’era.
Il bellissimo poster della Palestina è di Francesco. Come anche le foto (non visibili in questi scatti) di Maradona e del Napoli sparse per casa o il poster della donna che cammina a Gerusalemme in camera degli ospiti.
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Il rivestimento è stato fatto da capo, mentre la vasca originariamente non c’era.
Il bellissimo poster della Palestina è di Francesco. Come anche le foto (non visibili in questi scatti) di Maradona e del Napoli sparse per casa o il poster della donna che cammina a Gerusalemme in camera degli ospiti.
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Il secondo bagno, che ha anche una zona lavanderia, è stato recuperato grazie alla chiusura dell’accesso in cucina (dove ora c’è il lavabo). Era un bagno di servizio anche originariamente, ma quando Simona e Francesco sono entrati in casa l’hanno trovato stracolmo di fascicoli, giornali, riviste – come tutto il resto della casa! «Era inquietante tanto era saturo!», racconta Simona.
Quella che era la dispensa della cucina è diventata la zona lavanderia-asciugatoio (in foto non si vede, è sulla sinistra rispetto al lavabo): essenziale in quanto per accordi condominiali è vietato utilizzare balconi e spazi esterni per stendere i panni. La soluzione di installare i sanitari ad angolo e di enfatizzare la nicchia con un grigio intenso alle pareti, ha dato nuova vita a questo spazio.
Anche in bagno ci sono piccole stampe incorniciate, quasi tutte del Monte Fuji e di illustrazioni di francobolli giapponesi.
Quella che era la dispensa della cucina è diventata la zona lavanderia-asciugatoio (in foto non si vede, è sulla sinistra rispetto al lavabo): essenziale in quanto per accordi condominiali è vietato utilizzare balconi e spazi esterni per stendere i panni. La soluzione di installare i sanitari ad angolo e di enfatizzare la nicchia con un grigio intenso alle pareti, ha dato nuova vita a questo spazio.
Anche in bagno ci sono piccole stampe incorniciate, quasi tutte del Monte Fuji e di illustrazioni di francobolli giapponesi.
La cameretta di Francesco è un piccolo mondo a parte. Sulla parete Simona ha riprodotto il profilo di montagne ispirate ai paesaggi vietnamiti. Anche qui molti arredi sono stati recuperati: banchi e sedie da asilo, lavagnette, sgabelli. Ma trova spazio anche qualche mobile Ikea, come il carrello Raskog. Il letto, come per la camera padronale, l’hanno costruito Simona e Francesco.
Al soffitto pendola un piccolo universo di cartapesta e polistirolo: il prossimo passo, mi dice Simona, sarà costruire l’intero sistema solare! «Sto creando delle cose pazzesche per la cameretta: enormi pianeti dipinti a mano che saranno sospesi al soffitto».
Guarda tutte le foto di questa casa
Al soffitto pendola un piccolo universo di cartapesta e polistirolo: il prossimo passo, mi dice Simona, sarà costruire l’intero sistema solare! «Sto creando delle cose pazzesche per la cameretta: enormi pianeti dipinti a mano che saranno sospesi al soffitto».
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Vorrei un'informazione, per cortesia.
Anch'io amo circondarmi di vecchie foto , fogli di giornali, cartoline ed altro relativi ad argomenti di temi di cui sono appassionata.
Sul web vedo spesso immagini difficili da trovare in vendita ed ho pensato spesso di stamparne appunto alcune da internet.
Se ho capito bene, è quello che fa la signora che abita questa bellissima casa.
A questo proposito chiedo:
le stampe sono su fogli A4 ?
scoloriscono presto?
fanno bella figura "dal vivo"?
sono incorniciate con vetro?
Sarei molto felice se mi rispondesse qualcuno, la Simona compresa..
Grazie
Bell'effetto di mercatino del brocantage. Ma non è una casa, è appunto un mercatino.
casa particolare, si respira, gli ambienti sono spaziosi e c'è un disordine - ordine. finalmente una casa non perfetta ma personale.