Le Case di Houzz
My Houzz: Da Alek, Seminterrato Trasformato con Foto e Creatività
A Milano, il progetto che Alek ha realizzato con Alice trasformando la palestra di un seminterrato nella sua casa ideale
Alek Pierre si è innamorato di questo seminterrato, utilizzato – prima del suo intervento – come palestra. Ha così deciso che sarebbe diventato la sua casa e, con l’aiuto dell’amica Alice Miracola, si è dedicato alla trasformazione degli ambienti di questo loft, seguendo un percorso di adattamento degli spazi in continua evoluzione.
Alek è nato in Sardegna e a un certo punto della sua vita si è voluto confrontare con altri mondi. Abituato fin da piccolo a viaggiare molto con la famiglia, si è trasferito a Roma per studiare fotografia di moda. Nel 2009 si è poi stabilito a Milano, dove lavora come fotografo.
Ha vissuto in affitto per alcuni anni e nel 2017 ha comprato questa casa. I lavori per trasformarla sono durati quasi un anno e alla fine del 2018 si è trasferito definitivamente qui. Entrando in questa casa, è davvero difficile pensare che si trattasse di una palestra. Non tanto per lo spazio in sé, quanto per l’atmosfera che si coglie già a prima vista: gli ambienti sono costruiti e vissuti in modo molto intimo e personale. È una casa con un carattere ben preciso, definito con cura e pazienza da Alek con l’aiuto di Alice. La prima cosa che si nota sono i ritratti e le opere d’arte che popolano la parete più ampia della casa, una vera e propria mappa delle visioni sui volti che segnano tutto il percorso artistico del padrone di casa.
Ha vissuto in affitto per alcuni anni e nel 2017 ha comprato questa casa. I lavori per trasformarla sono durati quasi un anno e alla fine del 2018 si è trasferito definitivamente qui. Entrando in questa casa, è davvero difficile pensare che si trattasse di una palestra. Non tanto per lo spazio in sé, quanto per l’atmosfera che si coglie già a prima vista: gli ambienti sono costruiti e vissuti in modo molto intimo e personale. È una casa con un carattere ben preciso, definito con cura e pazienza da Alek con l’aiuto di Alice. La prima cosa che si nota sono i ritratti e le opere d’arte che popolano la parete più ampia della casa, una vera e propria mappa delle visioni sui volti che segnano tutto il percorso artistico del padrone di casa.
«Ho sempre inteso lo spazio in cui vivere come un luogo in trasformazione – racconta Alek. È per questo che mescolo sempre la mia storia personale con i miei interessi e il lavoro. Qui vivo e questi spazi sono anche il mio studio fotografico. Considero l’ambiente come una scenografia. Ogni elemento della casa assolve a due funzioni: arredo e oggetto di scena per i servizi, per questo ogni cosa è accuratamente selezionata.
La camera da letto è facilmente modulabile al fine di aumentare lo spazio dello studio fotografico se necessario, ma al tempo stesso, grazie alla ricerca sul mio albero genealogico, rappresenta anche un set dal gusto retrò, intimo come una camera da letto dovrebbe essere. Per ottenere questo risultato ho dovuto far abbattere una parete e consacrarne definitivamente la forma di un loft. Quando qui c’era la palestra, questo ambiente era separato dal resto da un muro, che ho fatto togliere. Ora la camera è un prolungamento dello spazio dedicato allo studio ed è il primo ambiente che vedi quando entri. Sei subito dentro la mia vita!».
Ispirandosi a Frida Kahlo, che sopra la testiera del letto aveva foto di famiglia, Alek ha realizzato un albero genealogico dedicato ai suoi antenati. Alek ha voluto aggiungere tutti gli avi fino a diversi trisavoli fotografati a fine del 1800.
L’interesse per il volto ha richiami continui in tutta la casa e di certo questa parete consente di cogliere tutta la sacralità del rispetto dedicato all’amore per le proprie origini.
La camera da letto è facilmente modulabile al fine di aumentare lo spazio dello studio fotografico se necessario, ma al tempo stesso, grazie alla ricerca sul mio albero genealogico, rappresenta anche un set dal gusto retrò, intimo come una camera da letto dovrebbe essere. Per ottenere questo risultato ho dovuto far abbattere una parete e consacrarne definitivamente la forma di un loft. Quando qui c’era la palestra, questo ambiente era separato dal resto da un muro, che ho fatto togliere. Ora la camera è un prolungamento dello spazio dedicato allo studio ed è il primo ambiente che vedi quando entri. Sei subito dentro la mia vita!».
Ispirandosi a Frida Kahlo, che sopra la testiera del letto aveva foto di famiglia, Alek ha realizzato un albero genealogico dedicato ai suoi antenati. Alek ha voluto aggiungere tutti gli avi fino a diversi trisavoli fotografati a fine del 1800.
L’interesse per il volto ha richiami continui in tutta la casa e di certo questa parete consente di cogliere tutta la sacralità del rispetto dedicato all’amore per le proprie origini.
Di fronte alla camera da letto, l’ampio spazio di questo loft è diviso in una parte dedicata a studio fotografico e una parte con soggiorno e cucina. «Quando ho comprato questo spazio, era una palestra. Ci ho vissuto per un un anno senza fare lavori, poi ho deciso che andava ristrutturata. Ho voluto lasciare i tubi a vista, per ricavare spazio. Le poltrone sono state acquistate su Facebook Marketplace, come molti oggetti di casa: sono degli anni ‘70, in finta pelle. Non ho voluto aggiungere librerie perché mi piace avere i libri a disposizione, sempre sotto mano. Così ho trasformato il bancale della vecchia casa in cui vivevo in un tavolino. L’ho scartavetrato, impregnato e ho aggiunto le ruote acquistate da Leroy Merlin. Con alcuni bancali simili ho creato il sostegno per il materasso del letto in camera. I libri sono sparsi, rinchiuderli in una libreria sarebbe stato più una vanità che una vera condivisone: sono alla portata di tutti».
Ed è di fronte alla camera che è stato ricavato lo spazio per i servizi fotografici. Qui Alek lavora ai suoi progetti in uno spazio adattabile a qualunque set.
«Si può arredare e modificare facilmente, qualunque siano le esigenze di chi scatta. Anche se siamo in un seminterrato, è facile far entrare elementi d’arredo anche molto grandi dalle finestre in soggiorno, che ho reso quasi completamente apribili. La parete sul fondo riproduce i blocchi di cemento armato che compongono le fondamenta dei palazzi, per restituire un’aria più underground che fornisse ottimi spunti fotografici. Il velocino in fondo è una bicicletta con la quale mi diverto a far pedalare i miei amici dentro casa!».
«Si può arredare e modificare facilmente, qualunque siano le esigenze di chi scatta. Anche se siamo in un seminterrato, è facile far entrare elementi d’arredo anche molto grandi dalle finestre in soggiorno, che ho reso quasi completamente apribili. La parete sul fondo riproduce i blocchi di cemento armato che compongono le fondamenta dei palazzi, per restituire un’aria più underground che fornisse ottimi spunti fotografici. Il velocino in fondo è una bicicletta con la quale mi diverto a far pedalare i miei amici dentro casa!».
Le finestre sono molto ampie e garantiscono agli ambienti una luminosità inconsueta per un seminterrato. Alek mi racconta che è una delle prime cose a cui ha pensato quando ha comprato casa: essere sicuri che ci fossero buone fonti di luce. La luce è un elemento di arredo come mobili e oggetti. Ognuno dei quali, qui, ha una sua storia, come il tavolo in metallo e cristallo.
«L’ho notato in un mercatino a Palermo, la prima volta che sono andato lì con Alice. Mi è piaciuto moltissimo. Pensavo che costasse molto e invece me l’hanno venduto per cento euro, escluso il trasporto (che è costato altri 100 euro, un buon prezzo dovuto al fatto che la ditta doveva comunque salire a Milano con il camion). I venditori erano anche parte di una ditta di traslochi e sarebbero comunque passati da Milano, e così eccolo in casa mia. È stato un vero colpo di fortuna».
«L’ho notato in un mercatino a Palermo, la prima volta che sono andato lì con Alice. Mi è piaciuto moltissimo. Pensavo che costasse molto e invece me l’hanno venduto per cento euro, escluso il trasporto (che è costato altri 100 euro, un buon prezzo dovuto al fatto che la ditta doveva comunque salire a Milano con il camion). I venditori erano anche parte di una ditta di traslochi e sarebbero comunque passati da Milano, e così eccolo in casa mia. È stato un vero colpo di fortuna».
Alice si è trasferita dalla Sicilia a Milano, dove lavora come hand model. Le scelte di Alek e Alice nel sistemare la casa sono sempre il frutto di un confronto che consente loro di trovare la soluzione migliore, come esistesse un equilibrio perfetto tra la necessità funzionale e la vena artistica. E così la parete coi volti, le maschere e le fotografie, il carattere personale della casa, si specchiano nella parete su cui è nata la cucina di casa, luogo di convivialità per eccellenza.
«La cucina rappresenta molto di come ho realizzato questa casa. All’inizio ho fatto disegnare un progetto molto bello e definito, ma non ero convinto che fosse la scelta giusta, era troppo scontata e stereotipata. Desideravo una cucina diversa dalle solite, ed anche questa volevo fosse modulabile secondo le necessità, ragion per cui ha degli specchi, dove posso far truccare i modelli durante i servizi fotografici spostando anche i fornelli a induzione. Ho capito che preferivo aggiungere pezzo per pezzo, in base ciò che mi piace e che mi serve. Poter cambiare è la chiave. Non realizzare la cucina a cui avevo pensato mi ha aiutato a capire meglio che questa è la mia idea di casa», spiega Alek, mentre torniamo nell’ingresso.
Qui si trova la scala di accesso alla casa e sono stati ricavati due ambienti: nella parte sottostante un’ampia cabina armadio che consente di non avere altri mobili a vista. Sarebbe un ulteriore inutile ingombro in una casa/studio fotografico.
Nella parte sovrastante, proprio di fronte all’ingresso, Alek ha ricavato lo spazio per realizzare un bagno, in un ambiente con angoli irregolari e apparentemente non abbastanza ampio, in realtà utilizzato in modo molto funzionale. Il progetto del bagno è interamente suo e realizzato da un artigiano. La parete in vetro è walk in, l’arredo di supporto al lavandino è stato disegnato da Alek.
Conciliare necessità, funzionalità e personalità delle scelte è il tratto comune visibile in tutta la casa e non si può non tornare alla parete coi volti, una vera e propria firma del carattere di Alek sul luogo in cui ha deciso di vivere. Si nota in particolare una sua opera, realizzata su una tavola in legno e raffigurante alcuni volti umani sovrapposti.
«È un lavoro che ho realizzato qualche anno fa per una mostra collettiva di Firenze sulle geografie di confine, è un lato di una cassa che viaggiando nel tempo racconta la mia storia attraverso politica, educazione ed identità. Qui sono presenti i volti della parte maschile della famiglia, i due nonni, mio padre e me. Mi piace che nell’ambiente in cui vivo sia presente un segno tangibile delle mie origini, di chi sono e degli affetti fondanti della mia vita».
Ti è piaciuta questa casa? Lascia un commento qui sotto e salva le foto più belle in un Ideabook!
«È un lavoro che ho realizzato qualche anno fa per una mostra collettiva di Firenze sulle geografie di confine, è un lato di una cassa che viaggiando nel tempo racconta la mia storia attraverso politica, educazione ed identità. Qui sono presenti i volti della parte maschile della famiglia, i due nonni, mio padre e me. Mi piace che nell’ambiente in cui vivo sia presente un segno tangibile delle mie origini, di chi sono e degli affetti fondanti della mia vita».
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Chi ci abita: Alek Pierre, fotografo e artista
Dove: Milano
Superficie: 130 m² suddivisi in ingresso, camera, living con cucina e spazio utilizzato come studio fotografico.