My Houzz a Stoccolma: Classico Scandinavo in Chiave Elegante
In passato i proprietari di questo appartamento gestivano un ristorante temporaneo nel loro salotto elegante
Cajsa Carlson
24 aprile 2018
Dopo un periodo trascorso all’estero, la chef e pasticcera Dorotea “Tea” Malmegård è tornata a una vita tranquilla nella città natale di Stoccolma, in Svezia, e ha trovato casa nel quartiere centrale di Östermalm, dando vita a un appartamento creativo, accattivante e in stile industriale.
«Tra i 19 e i 21 anni ho abitato a Londra e poi tra i 24 e i 25 anni negli Stati Uniti. Ho amato essere a Londra a quell’età e poi a 25 anni a New York, una città in cui ho potuto dedicarmi completamente al lavoro perché era quello che facevano tutti. Sono ormai passati cinque anni da quando sono tornata a Stoccolma e mi piace davvero tanto essere qui; non esiste una città migliore».
«Tra i 19 e i 21 anni ho abitato a Londra e poi tra i 24 e i 25 anni negli Stati Uniti. Ho amato essere a Londra a quell’età e poi a 25 anni a New York, una città in cui ho potuto dedicarmi completamente al lavoro perché era quello che facevano tutti. Sono ormai passati cinque anni da quando sono tornata a Stoccolma e mi piace davvero tanto essere qui; non esiste una città migliore».
Di ritorno dall’estero, Dorotea e il compagno Viktor Lejon si sono stabiliti nel quartiere di Östermalm; per una strana coincidenza, a due passi da dove abitano adesso. E non è l’unico legame di Dorotea con questa zona: «Sono cresciuta in un’altra casa sulla stessa strada, non mi sono allontanata di molto». Lei e Viktor hanno seguito da vicino la ristrutturazione della casa e, quando si sono trasferiti, è stato solo di circa 40 metri. Il sogno di qualsiasi proprietario!
Fotografie di Kronfoto/Adam Helbaoui
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Dorotea “Tea” Malmegård, il compagno Viktor Lejon e il figlio Truls di due anni
Dove: Östermalm, Stoccolma, Svezia
Superficie: circa 120 m2
Architetto: Kristina Munck
L’intero appartamento è stato costruito da zero quando la coppia vi si è trasferita quattro anni fa. «L’ultimo piano dell’edificio era occupato da un vecchio attico», spiega Dorotea. «Poiché il proprietario è mio padre, gli abbiamo subito detto che eravamo interessati e che volevamo essere coinvolti nell’intero processo. Abbiamo collaborato con l’architetto d’interni Kristina Munck».
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Dorotea “Tea” Malmegård, il compagno Viktor Lejon e il figlio Truls di due anni
Dove: Östermalm, Stoccolma, Svezia
Superficie: circa 120 m2
Architetto: Kristina Munck
L’intero appartamento è stato costruito da zero quando la coppia vi si è trasferita quattro anni fa. «L’ultimo piano dell’edificio era occupato da un vecchio attico», spiega Dorotea. «Poiché il proprietario è mio padre, gli abbiamo subito detto che eravamo interessati e che volevamo essere coinvolti nell’intero processo. Abbiamo collaborato con l’architetto d’interni Kristina Munck».
In senso orario, dall’angolo in alto a sinistra: cameretta di Truls, studio, armadio, camera da letto padronale, balcone, angolo colazione, cucina, ingresso.
Il piano inferiore comprendeva in origine una zona living a pianta aperta, la cucina e una camera da letto, ma la coppia ha creato nuove stanze con pareti divisorie, come si può vedere dalla pianta.
Il piano inferiore comprendeva in origine una zona living a pianta aperta, la cucina e una camera da letto, ma la coppia ha creato nuove stanze con pareti divisorie, come si può vedere dalla pianta.
Una nuova parete in vetro e acciaio separa lo studio e stanza degli ospiti dalla cucina e dalla zona pranzo. «È stata realizzata da Edlund Smide. Abbiamo fatto una ricerca su Google e richiesto i preventivi ad alcune aziende. Edlund è stato veloce, ha fatto un ottimo lavoro e ha chiesto la metà rispetto agli altri», racconta Dorotea.
Dorotea e Viktor sono impulsivi quando si tratta di arredare casa; le combinazioni cromatiche degli elementi fissi e del paralume sono però state studiate con attenzione: la coppia si è orientata sul grigio affinché non diventassero fuori moda con il passare del tempo. Il colore, invece, è fornito dai dettagli, come le federe dei cuscini che possono essere cambiate in base alla stagione.
«Avremo più di cinquanta federe!», esclama Dorotea. Non mancano neanche le coperte. «È perfetto averne tante per quando gli amici si fermano a dormire. Le persone amano venirci a trovare a casa».
I comodini sono stati realizzati da Viktor con assi di legno e tubi in rame.
Lampade da comodino: pezzi d’antiquariato appartenuti alla nonna di Viktor; poster di Tim Burton: acquistato in occasione di una mostra al MoMa di New York; pavimentazione: Maison Oak di Kährs; sedie: comprate su Lauritz.com, con una nuova imbottitura; coperta: IKEA; federe, Åhléns; lampadario: EOS Extra Large, Vita
«Avremo più di cinquanta federe!», esclama Dorotea. Non mancano neanche le coperte. «È perfetto averne tante per quando gli amici si fermano a dormire. Le persone amano venirci a trovare a casa».
I comodini sono stati realizzati da Viktor con assi di legno e tubi in rame.
Lampade da comodino: pezzi d’antiquariato appartenuti alla nonna di Viktor; poster di Tim Burton: acquistato in occasione di una mostra al MoMa di New York; pavimentazione: Maison Oak di Kährs; sedie: comprate su Lauritz.com, con una nuova imbottitura; coperta: IKEA; federe, Åhléns; lampadario: EOS Extra Large, Vita
La carta da parati che decora la parete della cucina è un esempio del debole di Dorotea e Viktor per il design industriale: «Ci piace quello che ha un aspetto grezzo, con i riflessi del rame e le tonalità scure. La carta da parati presente in cucina arriva fino all’ingresso: eravamo molto scettici quando l’abbiamo vista per la prima volta sul muro. Dopo circa un mesetto ce ne siamo però innamorati. Penso che per alcune cose serva solo del tempo per abituarcisi».
Carta da parati: Rasetti Birch, Designers Guild
Carta da parati: Rasetti Birch, Designers Guild
L’isola della cucina è nuova, ha solo tre mesi. «Prima avevamo un congelatore attorno al quale Viktor aveva messo una libreria. Ma era troppo grande una volta finita la ristrutturazione».
La coppia ha innalzato una parete divisoria a forma di S per separare la cucina dalla camera del figlio. «La pianta dell’appartamento è stata ridisegnata in modo molto più intelligente: prima Truls, che aveva un anno, dormiva in cucina».
Naturalmente, la cucina ha un ruolo importante nell’abitazione, dal momento che Dorotea e Viktor erano soliti gestire il loro supper club DoMa da questa stanza: gli ospiti prenotavano online, e la coppia li accoglieva nel proprio salotto, servendo un menù ispirato «alle stagioni svedesi, al mondo e alla pura serendipità – era quello di cui avevamo bisogno in quel momento», spiega Dorotea. «Possiamo dire che in questa cucina sono state preparate tantissime ricette». L’appartamento ha anche una seconda cucina, di dimensioni più piccole, al piano superiore, accanto al tavolo da pranzo degli ospiti.
Potrebbe interessarti leggere: Quando la Casa Diventa un Ristorante: 3 Chef Raccontano i Supper Club
Forno a microonde e forno: Husqvarna/Electrolux; cappa: Fjäråskupan; struttura in rame appesa per utensili da cucina: realizzata da Viktor; cucina: Annika, Vedum; maniglie: Fridhem 33, Stilbeslag; rubinetto: MMIX K6, Mora armatur; paraschizzi sopra il lavandino: lastra di vetro tagliata su misura dal vetraio; tavolino: Lauritz.com; sedia: acquistata a Londra
La coppia ha innalzato una parete divisoria a forma di S per separare la cucina dalla camera del figlio. «La pianta dell’appartamento è stata ridisegnata in modo molto più intelligente: prima Truls, che aveva un anno, dormiva in cucina».
Naturalmente, la cucina ha un ruolo importante nell’abitazione, dal momento che Dorotea e Viktor erano soliti gestire il loro supper club DoMa da questa stanza: gli ospiti prenotavano online, e la coppia li accoglieva nel proprio salotto, servendo un menù ispirato «alle stagioni svedesi, al mondo e alla pura serendipità – era quello di cui avevamo bisogno in quel momento», spiega Dorotea. «Possiamo dire che in questa cucina sono state preparate tantissime ricette». L’appartamento ha anche una seconda cucina, di dimensioni più piccole, al piano superiore, accanto al tavolo da pranzo degli ospiti.
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Forno a microonde e forno: Husqvarna/Electrolux; cappa: Fjäråskupan; struttura in rame appesa per utensili da cucina: realizzata da Viktor; cucina: Annika, Vedum; maniglie: Fridhem 33, Stilbeslag; rubinetto: MMIX K6, Mora armatur; paraschizzi sopra il lavandino: lastra di vetro tagliata su misura dal vetraio; tavolino: Lauritz.com; sedia: acquistata a Londra
La coppia ha cercato di rendere unica la propria abitazione. «Viktor costruisce mobili ed è molto creativo. Ad esempio, ha realizzato il grande tavolo al piano superiore. Penso che ogni mobile debba avere una propria storia, una patina», spiega Dorotea.
La maggior parte dell’arredamento è stata acquistata presso la casa d’aste Lauritz, e alcune luci provengono da Nordiska Galleriet.
La maggior parte dell’arredamento è stata acquistata presso la casa d’aste Lauritz, e alcune luci provengono da Nordiska Galleriet.
Ecco l’ingresso dell’appartamento. Il tavolino all’entrata è una creazione di Viktor, che ha usato lastre di marmo e tubi in rame. Il portascarpe è un oggetto di recupero che è stato verniciato a spray in un colore ramato. La poltrona ai piedi delle scale apparteneva ai genitori di Dorotea; la zia ne ha rifatto l’imbottitura. L’armadietto proviene da un vecchio fienile ed è stato acquistato su Blocket, l’equivalente svedese di Craigslist. Il pavimento a scacchi è originale e risale al 1911.
Dipinto: acquistato durante un soggiorno a Parigi; lampada: cimelio di famiglia appartenuto alla nonna di Viktor
Dipinto: acquistato durante un soggiorno a Parigi; lampada: cimelio di famiglia appartenuto alla nonna di Viktor
La porta d’ingresso si apre sulle scale dell’edificio, che conducono al secondo piano passando per le zone comuni. La tromba delle scale è stata chiusa in occasione della ristrutturazione dell’attico.
«Quello che più mi piace del nostro quartiere è la sua accoglienza. Mi sento davvero a casa; ad esempio, conoscono i nomi di tutti al supermercato perché da sempre faccio la spesa lì. Vado dallo stesso calzolaio, nella stessa lavanderia e nello stesso negozio di prodotti naturali di cui la mia famiglia è cliente da anni. Apprezzo gli artigiani e desidero che le persone continuino a fare questi lavori. È evidente anche nel modo con cui decoro», racconta Dorotea.
«Quello che più mi piace del nostro quartiere è la sua accoglienza. Mi sento davvero a casa; ad esempio, conoscono i nomi di tutti al supermercato perché da sempre faccio la spesa lì. Vado dallo stesso calzolaio, nella stessa lavanderia e nello stesso negozio di prodotti naturali di cui la mia famiglia è cliente da anni. Apprezzo gli artigiani e desidero che le persone continuino a fare questi lavori. È evidente anche nel modo con cui decoro», racconta Dorotea.
Nella bellissima stanza nella torre con le pareti imbiancate regna un’atmosfera quasi mediterranea. L’elemento principale è la comoda poltrona Ovalia, del 1968, di Henrik Thor-Larsen, che Dorotea e Viktor sono riusciti ad aggiudicarsi in un’asta online e a cui hanno rifatto l’imbottitura.
Riflettore e baule acquistati su Lauritz.com
Riflettore e baule acquistati su Lauritz.com
Appena sotto il soffitto è appesa un’amaca realizzata con la rete per una porta da calcio. Ha molto successo con le persone che li vanno a trovare: «Viktor ha trovato una fotografia su Pinterest e l’ha copiata. I nostri ospiti si siedono sulla rete e di solito si fanno dei selfie che caricano su Instagram; io mi ci sarò seduta un paio di volte», ci rivela Dorotea. È possibile raggiungere l’amaca grazie a una scala.
Accanto alla torre si trova la sala da pranzo in cui la coppia ospitava il supper club DoMa. Dorotea racconta che la sua percezione di questa stanza è cambiata da quando non serve più da ristorante:
«Eravamo qui da circa un mese quando abbiamo aperto DoMa, perciò non l’abbiamo mai usata come un salotto prima che diventasse un ristorante. Quando ci siamo riappropriati di questo spazio ci sembrava un po’ strano: “Oh, posso entrare senza dover servire da bere o preparare da mangiare alle persone?”. A volte mi manca quest’esperienza unica nel suo genere, ma di sicuro non sento la mancanza del carico di lavoro. Quando non stavamo cucinando, eravamo impegnati a pulire, passare lo straccio o rassettare. Quando si è solo in due, bisogna fare tutto».
Poster incorniciato: mostra di Marcel Broodthaers, MoMA; tappeto: dalla Turchia acquistato su Etsy.com; armadi: Lauritz.com; pavimentazione: Maison Oak di Kährs; parete ad effetto: Concrete Wall No 04; lampadario: Les Volières di Mathieu Challières
«Eravamo qui da circa un mese quando abbiamo aperto DoMa, perciò non l’abbiamo mai usata come un salotto prima che diventasse un ristorante. Quando ci siamo riappropriati di questo spazio ci sembrava un po’ strano: “Oh, posso entrare senza dover servire da bere o preparare da mangiare alle persone?”. A volte mi manca quest’esperienza unica nel suo genere, ma di sicuro non sento la mancanza del carico di lavoro. Quando non stavamo cucinando, eravamo impegnati a pulire, passare lo straccio o rassettare. Quando si è solo in due, bisogna fare tutto».
Poster incorniciato: mostra di Marcel Broodthaers, MoMA; tappeto: dalla Turchia acquistato su Etsy.com; armadi: Lauritz.com; pavimentazione: Maison Oak di Kährs; parete ad effetto: Concrete Wall No 04; lampadario: Les Volières di Mathieu Challières
Viktor ha realizzato sia il tavolo da pranzo sia il tavolino da caffè recuperando le cassette per vino e champagne e la culla di Dorotea.
Saliera e pepiera: Pompadour
Saliera e pepiera: Pompadour
Molti mobili nell’appartamento sono recuperati: tutte le sedie provengono ad esempio da una discarica per rifiuti ingombranti, sono state trovate nei mercatini dell’usato o appartenevano alla nonna di Dorotea e oggi hanno una nuova imbottitura.
«Nell’arredamento, come in cucina, abbiamo lo stesso approccio: l’idea è di non comprare nuove cose, ma di usare quello che si ha. Bisogna pensare allo sviluppo sostenibile e alla protezione dell’ambiente. Quando cucino, cerco l’essenza della cucina».
Lampade in rame: oggetti di recupero da una discarica, restaurati; quadro sopra il divano: dipinto da Viktor con la tecnica a spatola; tappeto Beni Ourain: Trendcarpet.se.
«Nell’arredamento, come in cucina, abbiamo lo stesso approccio: l’idea è di non comprare nuove cose, ma di usare quello che si ha. Bisogna pensare allo sviluppo sostenibile e alla protezione dell’ambiente. Quando cucino, cerco l’essenza della cucina».
Lampade in rame: oggetti di recupero da una discarica, restaurati; quadro sopra il divano: dipinto da Viktor con la tecnica a spatola; tappeto Beni Ourain: Trendcarpet.se.
In bagno, il rame è abbinato a tonalità scure nella stupenda vasca di Qvesarum Byggnadsvård.
Lavello: Ido; cestino: Åhléns, ridipinto di nero con la bomboletta spray; armadietto con specchio, Dansani; piastrelle: RB Blanco blank vit e Via Nero, Kakelspecialisten; rubinetti della vasca da bagno e del lavandino: rispettivamente, Oxford e Maya, entrambi in rame, acquistati da Nacka Byggnadsvård
Lavello: Ido; cestino: Åhléns, ridipinto di nero con la bomboletta spray; armadietto con specchio, Dansani; piastrelle: RB Blanco blank vit e Via Nero, Kakelspecialisten; rubinetti della vasca da bagno e del lavandino: rispettivamente, Oxford e Maya, entrambi in rame, acquistati da Nacka Byggnadsvård
La coppia ha trovato la tenda da doccia durante un viaggio a New York.
Carrello da bar: Lauritz.com; “Hjalmar” il carlino è un regalo ricevuto dalla coppia
Dorotea e Viktor continuano a lavorare insieme nel settore della ristorazione e del catering, ma sono anche alla ricerca della location per il loro prossimo ristorante.
«Abbiamo migliaia di sogni: ci piacerebbe avere una fattoria a Österlen [nella Svezia sud-orientale] quando avremo 60 anni, avere magari altri figli e aprire ristoranti. Nel ristorante vogliamo ricreare la stessa atmosfera accogliente di DoMa. Le persone devono avere l’impressione di venirci a trovare a casa; conta molto per l’esperienza complessiva. Stiamo guardando tutti i posti compresi tra i 65 e i 400 metri quadrati e speriamo di trovare presto lo spazio adatto per il nuovo ristorante!».
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare inviaci alcune foto con una breve descrizione dell’abitazione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare in esclusiva la tua casa, ti contatteremo al più presto.
«Abbiamo migliaia di sogni: ci piacerebbe avere una fattoria a Österlen [nella Svezia sud-orientale] quando avremo 60 anni, avere magari altri figli e aprire ristoranti. Nel ristorante vogliamo ricreare la stessa atmosfera accogliente di DoMa. Le persone devono avere l’impressione di venirci a trovare a casa; conta molto per l’esperienza complessiva. Stiamo guardando tutti i posti compresi tra i 65 e i 400 metri quadrati e speriamo di trovare presto lo spazio adatto per il nuovo ristorante!».
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare inviaci alcune foto con una breve descrizione dell’abitazione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare in esclusiva la tua casa, ti contatteremo al più presto.
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