My Houzz: A Mantova, la Casa-Galleria di Mara Pasetti
Arte, ospitalità e cultura del bello. Tante sono le anime di questa antica dimora arredata con pezzi di diverse epoche
Mara Pasetti è storica dell’arte e gallerista. La sua vita è dedicata alla cultura, alla formazione e all’ospitalità. L’abitazione di famiglia che ha parzialmente trasformato in galleria d’arte e bed&breakfast è un edificio antico nel centro di Mantova. Entrare in questa casa è aprire lo sguardo a un panorama fatto di storia familiare, arte e passione per il bello, guidati dalla inesauribile creatività di una donna sempre impegnata e in movimento. Mara infatti, oltre a organizzare eventi d’arte in casa sua, è anche alla guida dell’associazione Ca’ Gioiosa, uno dei punti di riferimento per la vitalità culturale nella città dei Gonzaga.
Mara mi accoglie al secondo piano, dove si trova la galleria d’arte – qui vengono organizzati vernissage, esposizioni d’opere arte e mostre fotografiche – e il b&b. Nella stanza che funge da reception l’arredamento mescola mobili di famiglia e acquisizioni dai suoi trascorsi di antiquaria.
«Il tavolo è dell’Ottocento. È uno dei mobili che ho acquisito quando mi dedicavo interamente all’antiquariato. Il dipinto, di fine Novecento, è stato realizzato con tecnica trompe l’oeil da Corrado Bocchi; mi piaceva che occupasse tutta la parete».
«Il tavolo è dell’Ottocento. È uno dei mobili che ho acquisito quando mi dedicavo interamente all’antiquariato. Il dipinto, di fine Novecento, è stato realizzato con tecnica trompe l’oeil da Corrado Bocchi; mi piaceva che occupasse tutta la parete».
Dietro al tavolo antico, Mara ha posizionato un’altra acquisizione dalla sua attività precedente: la parte inferiore di un mobile da sagrestia su cui è collocata una scultura antica che raffigura la Madonna dell’Annunciazione. A parete, alcune stampe tratte da opere di Giulio Romano, architetto e artista del Rinascimento italiano. I passepartout nella cornice sono stati realizzati a finto marmo da Mara.
Quadri e sculture, stampe e oggetti d’una memoria da conservare. Può e deve esserci spazio per tutto in una casa in cui si ha la sensazione di un grande rispetto inclusivo per tutte le fonti di ispirazione e di osservazione del bello. «Per passione e per lavoro – racconta Mara – mi è sempre piaciuto raccogliere opere e pezzi d’arredamento non necessariamente legati dalla stessa cifra stilistica». Epoche diverse, luoghi di provenienza diversa. La varietà di ciò che, esposto nella casa di Mara, ha una ragion d’essere sempre legata a un ricordo, un valore familiare o alla passione per l’arte.
Quadri e sculture, stampe e oggetti d’una memoria da conservare. Può e deve esserci spazio per tutto in una casa in cui si ha la sensazione di un grande rispetto inclusivo per tutte le fonti di ispirazione e di osservazione del bello. «Per passione e per lavoro – racconta Mara – mi è sempre piaciuto raccogliere opere e pezzi d’arredamento non necessariamente legati dalla stessa cifra stilistica». Epoche diverse, luoghi di provenienza diversa. La varietà di ciò che, esposto nella casa di Mara, ha una ragion d’essere sempre legata a un ricordo, un valore familiare o alla passione per l’arte.
In quasi tutta la casa “resiste” un parquet antico, posato nel periodo Liberty (inizi Novecento), insostituibile come ogni parquet che mostri i segni del tempo e ricordi a ogni passaggio il suono dell’attività con cui si vive in questi spazi.
La storia di questa casa ha radici profonde e rappresenta in modo compiuto tutte le vocazioni di famiglia da molte generazioni. «Il commercio, la didattica e l’accoglienza sono un po’ le anime della mia storia familiare, soprattutto nella linea femminile rappresentata dalla mia bisnonna, Carolina, e dalle sue sorelle Teresita e Anna. Nel XIX secolo furono tutte e tre imprenditrici, una rarità per l’epoca. Gestivano rispettivamente un’osteria con annesso un piccolo albergo, una merceria e un asilo. Mi piace pensare di poter utilizzare questa casa ispirata da quell’esperienza, cercando una continuità su questo percorso».
La storia di questa casa ha radici profonde e rappresenta in modo compiuto tutte le vocazioni di famiglia da molte generazioni. «Il commercio, la didattica e l’accoglienza sono un po’ le anime della mia storia familiare, soprattutto nella linea femminile rappresentata dalla mia bisnonna, Carolina, e dalle sue sorelle Teresita e Anna. Nel XIX secolo furono tutte e tre imprenditrici, una rarità per l’epoca. Gestivano rispettivamente un’osteria con annesso un piccolo albergo, una merceria e un asilo. Mi piace pensare di poter utilizzare questa casa ispirata da quell’esperienza, cercando una continuità su questo percorso».
Uscendo dalla sala, lungo il corridoio di accesso alle camere da letto, troviamo uno dei bagni per gli ospiti. Qui, come nel resto della casa, le finestre sono con vetri originali Liberty tirati a mano. La pavimentazione è in gres nero venato. Un divanetto dell’Ottocento è stato posizionato lungo la parete: un’idea insolita ma molto funzionale in un bagno lungo e stretto. Mara ha poi scelto di caratterizzare la sala da bagno con alcune opere incorniciate, una serie di stampe originariamente collocate nella camera del figlio. Sono inglesi e dedicate alla rappresentazione delle facoltà sensoriali.
A pochi passi dal bagno, la saletta della colazione.
«Ho realizzato questa stanza con l’idea di creare per gli ospiti un luogo in cui mettere a disposizione documentazione sulla storia e la bellezza di Mantova. Lo specchio non ha particolare valore, il tavolo sottostante è in noce ed è anch’esso dell’Ottocento».
Una delle attività di Mara è l’ideazione di documentari sull’arte di Mantova e in questa sala sono disponibili in visione con proiettore. Inoltre in tutte le stanze della casa ci sono libri a disposizione degli ospiti per la consultazione.
«Mantova è la città del Festivaletteratura, perciò non credo ci sia luogo più indicato per offrire la possibilità di leggere in ogni ambiente all’interno di una casa. E poi mi sono ispirata all’idea dei “Bed & Book” che si stanno diffondendo in alcune città del Giappone. Si include nell’idea di accoglienza, anche turistica, l’opportunità di frequentare un luogo in cui si sa che ci saranno libri in consultazione. Fa parte dell’impegno che ci si prende nell’arricchire di qualcosa di importante e bello un luogo frequentato da chi viaggia e si ferma qui per qualche giorno».
«Ho realizzato questa stanza con l’idea di creare per gli ospiti un luogo in cui mettere a disposizione documentazione sulla storia e la bellezza di Mantova. Lo specchio non ha particolare valore, il tavolo sottostante è in noce ed è anch’esso dell’Ottocento».
Una delle attività di Mara è l’ideazione di documentari sull’arte di Mantova e in questa sala sono disponibili in visione con proiettore. Inoltre in tutte le stanze della casa ci sono libri a disposizione degli ospiti per la consultazione.
«Mantova è la città del Festivaletteratura, perciò non credo ci sia luogo più indicato per offrire la possibilità di leggere in ogni ambiente all’interno di una casa. E poi mi sono ispirata all’idea dei “Bed & Book” che si stanno diffondendo in alcune città del Giappone. Si include nell’idea di accoglienza, anche turistica, l’opportunità di frequentare un luogo in cui si sa che ci saranno libri in consultazione. Fa parte dell’impegno che ci si prende nell’arricchire di qualcosa di importante e bello un luogo frequentato da chi viaggia e si ferma qui per qualche giorno».
Da un luogo di riposo e consultazione, percorrendo il corridoio ci portiamo alla più ampia delle camere da letto.
Il grande dipinto che la caratterizza (scuola Lombarda, inizio ‘900) è un’opera avvolta dal mistero. «Non si può dire molto perché non si sa molto», racconta Mara. «È una figura femminile dallo sguardo intenso, che può essere colto come pieno di fascino o enigmatico, secondo la sensibilità di chi osserva. È una donna elegante, di cui però è difficile interpretare l’atteggiamento, o immaginare la situazione in cui si sia trovata poco prima o poco dopo rispetto a quando è stata ritratta. Difficile attribuirle un’età definita, è un’opera davvero interessante e piena di fascino».
Il grande dipinto che la caratterizza (scuola Lombarda, inizio ‘900) è un’opera avvolta dal mistero. «Non si può dire molto perché non si sa molto», racconta Mara. «È una figura femminile dallo sguardo intenso, che può essere colto come pieno di fascino o enigmatico, secondo la sensibilità di chi osserva. È una donna elegante, di cui però è difficile interpretare l’atteggiamento, o immaginare la situazione in cui si sia trovata poco prima o poco dopo rispetto a quando è stata ritratta. Difficile attribuirle un’età definita, è un’opera davvero interessante e piena di fascino».
A impreziosire la stanza, un’opera dello scultore mantovano Andrea Jori, collocata sul mobile alle spalle del letto. Rappresenta Mara abbracciata al figlio all’epoca in cui era bambino.
A poca distanza, l’altra camera da letto, interamente arredata con mobili dell’Ottocento, anch’essa parte di quella che fu la casa di Mara quando era bambina, oggi destinata agli ospiti.
La padrona di casa racconta che in tutta la casa i soffitti, pur conservando al di sotto travature a cassettoni, hanno ancora un controsoffitto in arelle, una tecnica che impiega un cannicciato di bambù, molto utilizzata in passato (fino agli anni Cinquanta/Sessanta del secolo scorso) per migliorare il fonoassorbimento, l’isolamento, la resistenza all’umidità e la flessibilità della struttura.
«Quando ero bambina alcune decorazioni sul soffitto non si vedevano bene, risalgono all’epoca Liberty», racconta Mara, prima di accompagnarmi all’area dedicata all’arte, cuore pulsante degli spazi di casa diventati galleria.
La padrona di casa racconta che in tutta la casa i soffitti, pur conservando al di sotto travature a cassettoni, hanno ancora un controsoffitto in arelle, una tecnica che impiega un cannicciato di bambù, molto utilizzata in passato (fino agli anni Cinquanta/Sessanta del secolo scorso) per migliorare il fonoassorbimento, l’isolamento, la resistenza all’umidità e la flessibilità della struttura.
«Quando ero bambina alcune decorazioni sul soffitto non si vedevano bene, risalgono all’epoca Liberty», racconta Mara, prima di accompagnarmi all’area dedicata all’arte, cuore pulsante degli spazi di casa diventati galleria.
Nel corridoio, gli spazi dedicati a ospiti e galleria sono separati da una paretina mobile realizzata con porte antiche in legno che all’occorrenza consente di creare un percorso specifico, limitare l’accesso e indirizzare gli ospiti al percorso voluto. È una soluzione elegante e semplice. «Spostarla è molto facile e mi è utile quando ho bisogno di definire il percorso verso la galleria, distinguendolo dalla parte di corridoio che va verso le camere. Quando hai in casa persone che sono qui per ragioni diverse, nello stesso momento, può essere utile per separare gli spazi, spiega Mara mentre accediamo alla galleria. Anche le porte risalgono tutte al periodo Liberty.
Lo spazio di queste sale è utilizzato per le mostre e l’attività didattica. Qui a volte vengono classi delle scuole con cui Mara svolge attività di formazione e didattica. Organizza eventi a tema e mostre personali, la galleria è in costante attività, rappresentando pienamente la vocazione a non fermarsi mai di chi fa gli onori di casa.
Le formelle sono parti di archi di volta esterni veneziani, così come la grata in ferro del camino. Nei sovrapporta sono state collocate guaches francesi di fine Ottocento, comprate al mercato delle pulci.
Le formelle sono parti di archi di volta esterni veneziani, così come la grata in ferro del camino. Nei sovrapporta sono state collocate guaches francesi di fine Ottocento, comprate al mercato delle pulci.
L’edificio, secondo alcuni studiosi, avrebbe origine duecentesca, e dello stesso periodo è la torre adiacente.
«All’epoca – racconta Mara – venivano realizzati edifici in qualche modo simili a piccole fortezze. Ci vivevano diverse famiglie che condividevano gli spazi frazionati in più abitazioni. La struttura attuale fu perfezionata nel 1513».
«All’epoca – racconta Mara – venivano realizzati edifici in qualche modo simili a piccole fortezze. Ci vivevano diverse famiglie che condividevano gli spazi frazionati in più abitazioni. La struttura attuale fu perfezionata nel 1513».
«La scala Liberty è il frutto dell’ultimo grande intervento di completamento della struttura dell’edificio (ovvero a inizio Novecento), così come si presenta ora», continua Mara.
«Dalle origini a oggi, la casa ha cambiato destinazione d’uso e aspetto, rimanendo sempre fulcro per le attività di chi ci ha vissuto. Da quando i fratelli Bartolino, Lanfranco e Martino de Grassetti l’hanno costruita per le loro famiglie nel 1513, è sempre stata un luogo vissuto. Quando la acquisì mio nonno, negli anni Cinquanta del secolo scorso, ci si trasferì la famiglia e al piano terra divenne merceria. C’è una grande tradizione di mercatura nella mia famiglia, in particolare a partire dalla prozia Teresita con il commercio delle lane». Mara mi racconta del nonno socialista, dello zio partigiano, di suo padre mancato troppo presto, delle donne di famiglia, che con la loro personalità le hanno sicuramente trasmesso una vena inesauribile di creatività e impegno, di dedizione alla memoria e alla divulgazione.
«Dalle origini a oggi, la casa ha cambiato destinazione d’uso e aspetto, rimanendo sempre fulcro per le attività di chi ci ha vissuto. Da quando i fratelli Bartolino, Lanfranco e Martino de Grassetti l’hanno costruita per le loro famiglie nel 1513, è sempre stata un luogo vissuto. Quando la acquisì mio nonno, negli anni Cinquanta del secolo scorso, ci si trasferì la famiglia e al piano terra divenne merceria. C’è una grande tradizione di mercatura nella mia famiglia, in particolare a partire dalla prozia Teresita con il commercio delle lane». Mara mi racconta del nonno socialista, dello zio partigiano, di suo padre mancato troppo presto, delle donne di famiglia, che con la loro personalità le hanno sicuramente trasmesso una vena inesauribile di creatività e impegno, di dedizione alla memoria e alla divulgazione.
In una casa con centinaia di anni di storia, come anche i particolari esterni confermano a imperitura memoria.
«Creare questi pilastrini d’angolo fu un’idea di Andrea Mantegna – racconta Mara – ed è poi entrata nella tradizione delle case mantovane. Al momento della costruzione su questo fu scritto: “I fratelli Bartolino, Lanfranco, Bartolomeo Grassetti eressero questa casa per comodità propria e degli amici. 1513”.
L’idea che ci sia un riferimento all’amicizia mi piace moltissimo, ed è un ulteriore stimolo a pensare questa casa ancora come luogo di scambio e condivisione, come è stato fin dalle origini».
Lo spirito di Mara, e il modo in cui mi ha raccontato la storia degli spazi in cui coltiva i suoi interessi, mi confermano una volta di più di come ci sia davvero chi è in grado di dedicarsi con talento a un’attività in particolare: rendere il mondo che si ha attorno anche migliore di come lo si è trovato.
Guarda tutte le foto di questa casa
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare, inviaci alcune foto dell’abitazione insieme a una breve descrizione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare la tua casa, ti contatteremo al più presto.
«Creare questi pilastrini d’angolo fu un’idea di Andrea Mantegna – racconta Mara – ed è poi entrata nella tradizione delle case mantovane. Al momento della costruzione su questo fu scritto: “I fratelli Bartolino, Lanfranco, Bartolomeo Grassetti eressero questa casa per comodità propria e degli amici. 1513”.
L’idea che ci sia un riferimento all’amicizia mi piace moltissimo, ed è un ulteriore stimolo a pensare questa casa ancora come luogo di scambio e condivisione, come è stato fin dalle origini».
Lo spirito di Mara, e il modo in cui mi ha raccontato la storia degli spazi in cui coltiva i suoi interessi, mi confermano una volta di più di come ci sia davvero chi è in grado di dedicarsi con talento a un’attività in particolare: rendere il mondo che si ha attorno anche migliore di come lo si è trovato.
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Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare, inviaci alcune foto dell’abitazione insieme a una breve descrizione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare la tua casa, ti contatteremo al più presto.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: famiglia Pasetti
Dove: Mantova, centro storico
Superficie: 200 m²; quattro stanze da letto (di cui tre destinate al b&b), due sale dedicate alla galleria d’arte, tre bagni, salotto, sala e cucina ad uso privato
Il particolare interessante: Mara ha deciso di destinare alcuni spazi della
casa di famiglia, dove ha abitato da bambina, al b&b e alla galleria
d’arte, gestite dietro il nome di 1Stile