Architettura e design
Lessico & Design: 11 Tipi di Design da Non Confondere
Il design non è uno solo, ce ne sono tanti. In un mondo che cambia, infatti, trova nuovi applicazioni
La parola design è sulla bocca di tutti. Tanto da far supporre che qualsiasi cosa, oggi, possa essere “di design”. È effettivamente così? Al di là delle applicazioni più curiose e improbabili, è vero che il senso e la pratica del design si rinnovano nel tempo, rispondendo ai cambiamenti della tecnologia e della società. Perché, al di là di tutte le sue forme, il design rimane soprattutto questo: un’interfaccia che permette all’uomo di interagire con il mondo che lo circonda, sia dentro casa che sullo schermo di un telefono. E magari, un domani, tra le piante di una foresta remota o in una stazione su Marte.
Il design di prodotto
Caffettiere ed elettrodomestici, orologi, biciclette, strumenti di lavoro di qualsiasi tipo: moltissimi – praticamente tutti – sono gli oggetti che prima di essere prodotti e commercializzati devono essere concepiti e progettati a monte nei minimi dettagli. Così come per la produzione del mobile, la ricerca e il disegno di un primo pezzo, il prototipo, anticipa anche nel caso del design di prodotto la produzione vera e propria, la quale viene avviata solo quando il prototipo è stato debitamente testato per assicurarne un’adeguata performanza.
Particolarmente sensibile alle questioni ergonomiche e tecnologiche, il design di prodotto si nutre di competenze e filiere molto specifiche, qualora guardi appunto al design dei trasporti, a quello dell’illuminazione, della tavola, etc: dietro a tutti gli oggetti che ci circondano, ebbene sì, esistono miriadi di informazioni, tentativi e messe a punto tutt’altro che scontate o immediate.
Caffettiere ed elettrodomestici, orologi, biciclette, strumenti di lavoro di qualsiasi tipo: moltissimi – praticamente tutti – sono gli oggetti che prima di essere prodotti e commercializzati devono essere concepiti e progettati a monte nei minimi dettagli. Così come per la produzione del mobile, la ricerca e il disegno di un primo pezzo, il prototipo, anticipa anche nel caso del design di prodotto la produzione vera e propria, la quale viene avviata solo quando il prototipo è stato debitamente testato per assicurarne un’adeguata performanza.
Particolarmente sensibile alle questioni ergonomiche e tecnologiche, il design di prodotto si nutre di competenze e filiere molto specifiche, qualora guardi appunto al design dei trasporti, a quello dell’illuminazione, della tavola, etc: dietro a tutti gli oggetti che ci circondano, ebbene sì, esistono miriadi di informazioni, tentativi e messe a punto tutt’altro che scontate o immediate.
L’interior design
È il design delle nostre architetture d’interni. A differenza del designer che progetta mobili, l’interior designer studia gli abbinamenti tra diverse soluzioni di arredo all’interno di un ambiente dato, confrontandosi con le specificità dello spazio, le esigenze del cliente ed il proprio gusto estetico.
Naturalmente, sono moltissimi i designer del mobile che operano anche nel campo degli interior, “vestendo” in maniera unica case, ristoranti, uffici. Allo stesso tempo, sono moltissimi gli architetti che lavorano in questo campo, combinando il ridisegno e la ristrutturazione dello spazio alla progettazione di arredi su misura, fino all’inserimento di mobili dal catalogo di svariate aziende.
Houzz Quizz: Se Fossi un Interior Designer, Che Tipo Saresti?
È il design delle nostre architetture d’interni. A differenza del designer che progetta mobili, l’interior designer studia gli abbinamenti tra diverse soluzioni di arredo all’interno di un ambiente dato, confrontandosi con le specificità dello spazio, le esigenze del cliente ed il proprio gusto estetico.
Naturalmente, sono moltissimi i designer del mobile che operano anche nel campo degli interior, “vestendo” in maniera unica case, ristoranti, uffici. Allo stesso tempo, sono moltissimi gli architetti che lavorano in questo campo, combinando il ridisegno e la ristrutturazione dello spazio alla progettazione di arredi su misura, fino all’inserimento di mobili dal catalogo di svariate aziende.
Houzz Quizz: Se Fossi un Interior Designer, Che Tipo Saresti?
Nell’immagine, la poltrona Bolotas disegnata dai fratelli Humberto e Fernando Campana realizzata in pelle di pecora
Art Design
Esiste un confine tra design e arte? Alcuni sostengono di no, e proprio in virtù di questa convinzione cercano di immaginare tutta una serie di oggetti, di arredo ma non solo, in grado di stimolare l’immaginazione attraverso prese di posizione di carattere simbolico ed estetico.
Generalmente concepito e commercializzato in una filiera dedicata, quella del design in edizione limitata, l’art design può distinguersi per i prezzi più elevati, in funzione di una clientela che guarda spesso a questo genere di bene come ad una forma di investimento. Senz’altro elitario, dunque, l’art design rimane comunque una grandissima forma di sperimentazione, che permette di dare forma a idee ardite, di testare nuove lavorazioni finanche di confrontarsi con tipologie di prodotti che escono dalla consuetudine.
Art Design
Esiste un confine tra design e arte? Alcuni sostengono di no, e proprio in virtù di questa convinzione cercano di immaginare tutta una serie di oggetti, di arredo ma non solo, in grado di stimolare l’immaginazione attraverso prese di posizione di carattere simbolico ed estetico.
Generalmente concepito e commercializzato in una filiera dedicata, quella del design in edizione limitata, l’art design può distinguersi per i prezzi più elevati, in funzione di una clientela che guarda spesso a questo genere di bene come ad una forma di investimento. Senz’altro elitario, dunque, l’art design rimane comunque una grandissima forma di sperimentazione, che permette di dare forma a idee ardite, di testare nuove lavorazioni finanche di confrontarsi con tipologie di prodotti che escono dalla consuetudine.
I designer del verde
I giardini e i paesaggi possono essere progettati? I landscape designer sostengono con forza di sì. Evoluzione colta e sofisticata dei giardinieri di una volta, i landscape designer lavorano alla trasformazione di terrazze, giardini e parchi, rapportandosi alle specificità climatiche dell’angolo verde che gli è stato affidato. Allo stesso tempo, sviluppando attraverso le piante una vera e propria estetica fatta di ritmi, colori e vivibilità rinnovata degli spazi verdi.
Chi è il Garden Designer e Come Può Esserti d’Aiuto
I giardini e i paesaggi possono essere progettati? I landscape designer sostengono con forza di sì. Evoluzione colta e sofisticata dei giardinieri di una volta, i landscape designer lavorano alla trasformazione di terrazze, giardini e parchi, rapportandosi alle specificità climatiche dell’angolo verde che gli è stato affidato. Allo stesso tempo, sviluppando attraverso le piante una vera e propria estetica fatta di ritmi, colori e vivibilità rinnovata degli spazi verdi.
Chi è il Garden Designer e Come Può Esserti d’Aiuto
Graphic design e design della comunicazione
Esplosa nel corso del XX secolo con l’avvento della pubblicità e la diffusione della comunicazione, la grafica non smette di cambiare pelle, incrociando ed evolvendosi con gli ultimi upgrade della tecnologia.
A dispetto di tutte le sue mutazioni – i graphic designer si sono oggi trasformati in web designer, interaction designer, etc – la grafica resta essenzialmente il regno della creazione visiva, realizzata prevalentemente sulle due dimensioni e occasionalmente anche in 3D. L’attenzione alla composizione, ai rapporti tra il pieno ed il vuoto, alla scelta dei colori e dei caratteri tipografici, al cosiddetto “tono di voce” è ciò che distingue i progetti dei suoi numerosi avventori.
Esplosa nel corso del XX secolo con l’avvento della pubblicità e la diffusione della comunicazione, la grafica non smette di cambiare pelle, incrociando ed evolvendosi con gli ultimi upgrade della tecnologia.
A dispetto di tutte le sue mutazioni – i graphic designer si sono oggi trasformati in web designer, interaction designer, etc – la grafica resta essenzialmente il regno della creazione visiva, realizzata prevalentemente sulle due dimensioni e occasionalmente anche in 3D. L’attenzione alla composizione, ai rapporti tra il pieno ed il vuoto, alla scelta dei colori e dei caratteri tipografici, al cosiddetto “tono di voce” è ciò che distingue i progetti dei suoi numerosi avventori.
Fashion design
Perché chiamare fashion designer chi si occupa di moda? La dicitura, nata nel mondo aglosassone, inizia da qualche anno ad affacciarsi prepotentemente anche in Italia. Che preferiate la parola “stilista” o meno, considerate però il punto in comune con tutta la disciplina del design: il “fashion designer” cerca soluzioni funzionali ed estetiche per rispondere ad esigenze e costrizioni specifiche del proprio campo d’azione, il corpo. Disegnando e testando i propri modelli prima di metterli in produzione, proprio come nel più classico design del mobile o di prodotto.
Perché chiamare fashion designer chi si occupa di moda? La dicitura, nata nel mondo aglosassone, inizia da qualche anno ad affacciarsi prepotentemente anche in Italia. Che preferiate la parola “stilista” o meno, considerate però il punto in comune con tutta la disciplina del design: il “fashion designer” cerca soluzioni funzionali ed estetiche per rispondere ad esigenze e costrizioni specifiche del proprio campo d’azione, il corpo. Disegnando e testando i propri modelli prima di metterli in produzione, proprio come nel più classico design del mobile o di prodotto.
Food design
Potreste, anche in questo caso, essere scettici rispetto all’esistenza di questo campo del design. Eppure, da oltre vent’anni il termine è stato completamente sdoganato, complice l’esistenza di professionisti che hanno eletto proprio questo ambito a loro campo d’azione. Con applicazioni che sono ormai entrate nel nostro quotidiano. Facciamo un esempio: chi credete che studi la forma dell’ultimo tipo di pasta corta che trovate sullo scaffale di un supermercato? Dai prodotti di massa, c’è poi chi lavora su ricerche sperimentali e di nicchia.
Ad esempio, ci sono food designer che riscoprono ricette del passato, rivisitandole attraverso un’estetica iper-sperimentale. E chi, invece, usa il cibo come veicolo di comunicazione sociale, concependo installazioni che fanno interagire le persone proprio attraverso i piatti. Del resto quale miglior modalità di comunicazione per rinnovare affetti e relazioni che quella dei sapori?
Potreste, anche in questo caso, essere scettici rispetto all’esistenza di questo campo del design. Eppure, da oltre vent’anni il termine è stato completamente sdoganato, complice l’esistenza di professionisti che hanno eletto proprio questo ambito a loro campo d’azione. Con applicazioni che sono ormai entrate nel nostro quotidiano. Facciamo un esempio: chi credete che studi la forma dell’ultimo tipo di pasta corta che trovate sullo scaffale di un supermercato? Dai prodotti di massa, c’è poi chi lavora su ricerche sperimentali e di nicchia.
Ad esempio, ci sono food designer che riscoprono ricette del passato, rivisitandole attraverso un’estetica iper-sperimentale. E chi, invece, usa il cibo come veicolo di comunicazione sociale, concependo installazioni che fanno interagire le persone proprio attraverso i piatti. Del resto quale miglior modalità di comunicazione per rinnovare affetti e relazioni che quella dei sapori?
Nell’immagine, la sedia di Enzo Mari realizzata da Cucula, un’associazione di Berlino che lavora all’inserimento sociale dei migranti
Design sociale
La natura sociale del design è un tratto fondamentale di questa disciplina fino dalla sua nascita. Ricordiamoci infatti che il design industriale è stato, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, un modo per rispondere alle esigenze di una popolazione sfollata e in forte crescita demografica, che aveva dunque bisogno di oggetti e soluzioni per vivere e che ambiva giustamente ad uscire da una vita di ristrettezze e povertà.
Oggi, il senso del design sociale rivive nel confronto con i nuovi bisogni di inclusività che caratterizzano la società contemporanea: ne sono un esempio i progetti per la cooperazione allo sviluppo destinati alle economie emergenti, come anche la progettazione per gruppi vulnerabili, come i migranti o persone con disabilità o problemi di salute.
Altre volte, i progetti di design sociale mirano semplicemente a ricostituire il tessuto di una comunità, rafforzando legami e ripensando stili di vita. Un design di cui c’è sempre più bisogno, visto che la rigenerazione dell’ecosistema non guarda solo all’aspetto ambientale, ma anche a quello dei rapporti di produzione e condivisione.
Design sociale
La natura sociale del design è un tratto fondamentale di questa disciplina fino dalla sua nascita. Ricordiamoci infatti che il design industriale è stato, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, un modo per rispondere alle esigenze di una popolazione sfollata e in forte crescita demografica, che aveva dunque bisogno di oggetti e soluzioni per vivere e che ambiva giustamente ad uscire da una vita di ristrettezze e povertà.
Oggi, il senso del design sociale rivive nel confronto con i nuovi bisogni di inclusività che caratterizzano la società contemporanea: ne sono un esempio i progetti per la cooperazione allo sviluppo destinati alle economie emergenti, come anche la progettazione per gruppi vulnerabili, come i migranti o persone con disabilità o problemi di salute.
Altre volte, i progetti di design sociale mirano semplicemente a ricostituire il tessuto di una comunità, rafforzando legami e ripensando stili di vita. Un design di cui c’è sempre più bisogno, visto che la rigenerazione dell’ecosistema non guarda solo all’aspetto ambientale, ma anche a quello dei rapporti di produzione e condivisione.
Design dei servizi
(Ri)progettare esperienze: è l’obiettivo di una delle più recenti branche del design, quello dei servizi. L’attenzione, in questo caso, è concentrata sulle abitudini e sulle esigenze dell’"utente”, sarebbe a dire di un fruitore di beni e servizi (pensiamo ad un ufficio postale, un ospedale, ma anche un’applicazione online o un prodotto appena lanciato) che ha tutto l’interesse a che la sua interazione con una specifica cosa o situazione fili il più liscio possibile.
La missione del design, in questo caso, diventa quella di governare il cosiddetto “processo” sia fisico che digitale, rendendo tangibile e impattante l’innovazione auspicata. E assicurandosi allo stesso tempo che tutto il percorso di utilizzazione sia il più semplice possibile, che si riveli efficace e, perché no, anche accattivante ed esteticamente piacevole.
(Ri)progettare esperienze: è l’obiettivo di una delle più recenti branche del design, quello dei servizi. L’attenzione, in questo caso, è concentrata sulle abitudini e sulle esigenze dell’"utente”, sarebbe a dire di un fruitore di beni e servizi (pensiamo ad un ufficio postale, un ospedale, ma anche un’applicazione online o un prodotto appena lanciato) che ha tutto l’interesse a che la sua interazione con una specifica cosa o situazione fili il più liscio possibile.
La missione del design, in questo caso, diventa quella di governare il cosiddetto “processo” sia fisico che digitale, rendendo tangibile e impattante l’innovazione auspicata. E assicurandosi allo stesso tempo che tutto il percorso di utilizzazione sia il più semplice possibile, che si riveli efficace e, perché no, anche accattivante ed esteticamente piacevole.
Nell’immagine, The Growing Pavilion, un padiglione progettato da Company New Heroes epresentato alla Dutch Design Week 2019. La struttura, interamente sostenibile, è rivestita all’esterno da pareti di miceli
Design bio
È l’ultima frontiera del design, quella più avanguardistica e allo stesso modo più promettente. In un mondo in cui lo sfruttamento delle energie fossili ci sta portando verso la catastrofe ecologica e dove moltissime filiere industriali continuano ad avere un impatto pesantissimo sul nostro ecosistema, il biodesign si impone come un’alternativa sostenibile, pensata per riparare e rigenerare il delicato equilibrio tra l’uomo e le altre specie viventi.
Quello che propone, infatti, è di bio-ingegnerizzare la natura, programmandola in funzione della produzioni di nuovi materiali o di nuove tecniche produttive.
Accade così che un materiale per l’edilizia possa essere realizzato con miceli – dei funghi, avete capito bene – progettati per l’occasione, o che un tessuto possa essere tinto da batteri geneticamente modificati annullando l’inquinamento prodotto dalle tinture chimiche.
Accanto a questi esempi, altre sperimentazioni giocano a bioingegnerizzare oggetti diagnostici, vestiti, case, così come sapori e profumi, aprendo un campo di possibilità di cui per ora si intravede appena il senso, ma che potrebbe realmente cambiare la nostra cultura materiale così come la conosciamo.
Ti vengono in mentre altre interpretazioni per il termine ‘design’? Scrivici nei Commenti.
Design bio
È l’ultima frontiera del design, quella più avanguardistica e allo stesso modo più promettente. In un mondo in cui lo sfruttamento delle energie fossili ci sta portando verso la catastrofe ecologica e dove moltissime filiere industriali continuano ad avere un impatto pesantissimo sul nostro ecosistema, il biodesign si impone come un’alternativa sostenibile, pensata per riparare e rigenerare il delicato equilibrio tra l’uomo e le altre specie viventi.
Quello che propone, infatti, è di bio-ingegnerizzare la natura, programmandola in funzione della produzioni di nuovi materiali o di nuove tecniche produttive.
Accade così che un materiale per l’edilizia possa essere realizzato con miceli – dei funghi, avete capito bene – progettati per l’occasione, o che un tessuto possa essere tinto da batteri geneticamente modificati annullando l’inquinamento prodotto dalle tinture chimiche.
Accanto a questi esempi, altre sperimentazioni giocano a bioingegnerizzare oggetti diagnostici, vestiti, case, così come sapori e profumi, aprendo un campo di possibilità di cui per ora si intravede appena il senso, ma che potrebbe realmente cambiare la nostra cultura materiale così come la conosciamo.
Ti vengono in mentre altre interpretazioni per il termine ‘design’? Scrivici nei Commenti.
Il design del mobile
È forse il tipo di design più “classico” e maggiormente conosciuto anche dai non addetti ai lavori. Nato con la rivoluzione industriale – ma attenzione! sono moltissimi i critici che sostengono che un design del mobile, e in generale il design, esista dalla notte dei tempi – il design di arredo si occupa di progettare quei pezzi, come sedute, tavoli, letti, contenitori, cucine etc, che permettono a tutti noi di vivere la casa coniugando funzionalità e bellezza.
Pensato prevalentemente per la produzione industriale in grande serie, quindi per un prodotto replicabile in innumerevoli esemplari, il design del mobile si declina oggi anche per la piccola serie, inglobando componenti su misura e/o artigianali. Un tipo di intervento, questo, oramai sempre più diffuso, soprattutto grazie alle macchine a controllo numerico, capaci di andare incontro al gusto di un consumatore sempre più incline prodotti personalizzati.
Distretti Industriali: Eccellenze Produttive del Mobile Italiano