Le Case di Houzz
Monolocali
Le Case di Houzz: Quei 4 Fortunati e un Trabocco sul Mare
Una macchina da pesca convertita a piattaforma per ricevere, ritrovarsi, o anche solo passare il tempo a contemplare il mare
Una palafitta sospesa, circondata dall’acqua marina e protesa verso l’orizzonte, attrezzata come sistema per pescare in virtù di un impressionante armamentario di reti a bilancia e antenne. Stiamo parlando di un trabocco, una struttura architettonica tipica della bassa costa adriatica, da sempre costruzione vernacolare nota e celebrata di questo territorio. La sua origine si perde nella notte dei tempi: se in questo tratto di costa la discesa a mare delle barche si rivelava particolarmente difficile a causa delle mareggiate, il trabocco permetteva di organizzare una pesca diversa perché “stanziale”, tutta giocata sull’attesa e la cattura dei banchi di pesca di passaggio.
Il mare che non c’è più
Il trabocco di cui vi parliamo qui rappresenta un caso a suo modo anomalo. Situato nei pressi del Porto Canale di Pescara, alla foce dell’omonimo fiume, è stato privato della sua vocazione originaria: il mare, infatti, non lo circonda più da quando le correnti marine sono cambiate in seguito alla costruzione del porto turistico. Come rivederne dunque le funzionalità? La parte coperta dei trabocchi è priva di bagno e naturalmente esposta all’azione degli agenti atmosferici, mentre i vincoli architettonici e ambientali ne impediscono una riconversione abitativa vera e propria.
Il trabocco di cui vi parliamo qui rappresenta un caso a suo modo anomalo. Situato nei pressi del Porto Canale di Pescara, alla foce dell’omonimo fiume, è stato privato della sua vocazione originaria: il mare, infatti, non lo circonda più da quando le correnti marine sono cambiate in seguito alla costruzione del porto turistico. Come rivederne dunque le funzionalità? La parte coperta dei trabocchi è priva di bagno e naturalmente esposta all’azione degli agenti atmosferici, mentre i vincoli architettonici e ambientali ne impediscono una riconversione abitativa vera e propria.
La gestione
Il trabocco è una concessione demaniale a novant’anni che può essere scambiata tra privati, i quali ne gestiscono onori e oneri, tra cui la manutenzione e eventuale ricostruzione qualora la struttura sia compromessa. In questo caso, il “Trabocco D’Intino”, così soprannominato per il nome dell’assegnatario, l’imprenditore abruzzese Antonio D’Intino, è stato realizzato ex novo previa distruzione del trabocco preesistente, di cui sono stati mantenuti i vincoli di sagoma, in particolare quello del tetto a due falde.
Il trabocco è una concessione demaniale a novant’anni che può essere scambiata tra privati, i quali ne gestiscono onori e oneri, tra cui la manutenzione e eventuale ricostruzione qualora la struttura sia compromessa. In questo caso, il “Trabocco D’Intino”, così soprannominato per il nome dell’assegnatario, l’imprenditore abruzzese Antonio D’Intino, è stato realizzato ex novo previa distruzione del trabocco preesistente, di cui sono stati mantenuti i vincoli di sagoma, in particolare quello del tetto a due falde.
Le specificità costruttive
La struttura della casetta è stata realizzata in metallo, rivestita in legno e coibentata con pannelli di lana di roccia. L’ambiente interno, con parquet a terra e infissi in alluminio, risulta perfettamente sano e vivibile e non è afflitto dai vizi dell’umidità: un risultato non scontato, vista la collocazione del trabocco sulla spiaggia.
La struttura della casetta è stata realizzata in metallo, rivestita in legno e coibentata con pannelli di lana di roccia. L’ambiente interno, con parquet a terra e infissi in alluminio, risulta perfettamente sano e vivibile e non è afflitto dai vizi dell’umidità: un risultato non scontato, vista la collocazione del trabocco sulla spiaggia.
Il progetto della luce
L’illuminazione, minimale, si richiama alle prerogative dell’architettura navale, senza ricercare un effetto scenico quanto privilegiando il semplice passaggio funzionale.
L’illuminazione, minimale, si richiama alle prerogative dell’architettura navale, senza ricercare un effetto scenico quanto privilegiando il semplice passaggio funzionale.
Un affaccio sulla cucina
In questa immagine, uno scorcio sull’angolo cottura e sui tavolini affacciati sul mare. L’immagine ci permette di osservare anche il rivestimento esterno, realizzato con tavole di legno inclinate che costituiscono una sorta di squamatura tipica delle residenze di mare.
In questa immagine, uno scorcio sull’angolo cottura e sui tavolini affacciati sul mare. L’immagine ci permette di osservare anche il rivestimento esterno, realizzato con tavole di legno inclinate che costituiscono una sorta di squamatura tipica delle residenze di mare.
Il salotto sul mare
Un po’ cabina privata, un po’ luogo di incontro, un po’ stanza da meditazione, il trabocco si rivela uno spazio versatile nei suoi possibili utilizzi e finisce per assecondare esigenze, attitudini e desideri di tutta la famiglia D’Intino regalando un po’ di bonheur agli amici e alla comunità locale coinvolta nelle sue attività.
Ogni elemento della famiglia usa il trabocco a modo suo: se per il padre è anche uno strumento di lavoro in cui organizzare delle cene di rappresentanza o allestire eventi e mostre (il suo sogno è di restaurare anche gli altri trabocchi vicini e aprirli alla comunità creando un festival musicale di 24 ore con diverse band che suonano all’interno delle strutture), i figli lo utilizzano invece come luogo di svago e divertimento, senza precludersi la possibilità di dormirci e rilassarsi affacciati su questo splendido panorama marino.
Altro: Le Case di Houzz, l’Utopia di Vivere in un Mega Camper senza Ruote
Un po’ cabina privata, un po’ luogo di incontro, un po’ stanza da meditazione, il trabocco si rivela uno spazio versatile nei suoi possibili utilizzi e finisce per assecondare esigenze, attitudini e desideri di tutta la famiglia D’Intino regalando un po’ di bonheur agli amici e alla comunità locale coinvolta nelle sue attività.
Ogni elemento della famiglia usa il trabocco a modo suo: se per il padre è anche uno strumento di lavoro in cui organizzare delle cene di rappresentanza o allestire eventi e mostre (il suo sogno è di restaurare anche gli altri trabocchi vicini e aprirli alla comunità creando un festival musicale di 24 ore con diverse band che suonano all’interno delle strutture), i figli lo utilizzano invece come luogo di svago e divertimento, senza precludersi la possibilità di dormirci e rilassarsi affacciati su questo splendido panorama marino.
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Gli arredi di una “non casa”
Come arredare, dunque, una struttura di fatto ibrida, priva fin dalle origini di una vera e propria vocazione abitativa e ancora oggi impossibile da vivere come una vera e propria casa a causa della mancanza del bagno? Studio zero85 ha deciso di intraprendere la via della flessibilità optando per arredi versatili e multifunzionali: un materasso appoggiato su una base ed equipaggiato con grandi cuscini funge da divano come da letto occasionale, mentre due poltroncine ricreano un piccolo spazio per le chiacchiere. Il maggiore elemento di fascino, però, è dato dal rivestimento interno su pareti e soffitto, realizzato in multistrato. Senza contare, naturalmente, la strepitosa vista sul mare verso cui si protende, che rende superflua e vezzosa qualsiasi ulteriore ricerca decorativa.
Come arredare, dunque, una struttura di fatto ibrida, priva fin dalle origini di una vera e propria vocazione abitativa e ancora oggi impossibile da vivere come una vera e propria casa a causa della mancanza del bagno? Studio zero85 ha deciso di intraprendere la via della flessibilità optando per arredi versatili e multifunzionali: un materasso appoggiato su una base ed equipaggiato con grandi cuscini funge da divano come da letto occasionale, mentre due poltroncine ricreano un piccolo spazio per le chiacchiere. Il maggiore elemento di fascino, però, è dato dal rivestimento interno su pareti e soffitto, realizzato in multistrato. Senza contare, naturalmente, la strepitosa vista sul mare verso cui si protende, che rende superflua e vezzosa qualsiasi ulteriore ricerca decorativa.
Colpo d’occhio
Chi ne usufruisce: Antonio D’Intino, la moglie e i due figli
Dove: Pescara
Anno di costruzione: anni ‘50
Anno di ristrutturazione: 2008
Architetto: studio zero85
Superficie: 112 mq la piattaforma esterna, 24 mq la parte coperta composta da living e cucina
Il particolare interessante: il trabocco è stato realizzato a al posto di una struttura antica di cui restavano solo alcune assi di legno; quella nuova ha integrato una zona living insieme ad una piccola area cucina.
«La macchina pareva vivere di una vita propria, avere un’aria e un’effige di corpo animato. Il legno esposto per anni e anni al sole, alla pioggia, alla raffica, mostrava tutte le fibre, metteva fuori tutte le sue asprezze e tutti». Così Gabriele D’Annunzio, poeta e scrittore italiano nato proprio a Pescara nel 1863, cantava nel “Trionfo della morte” la vita consumata dal sole e dalla salsedine dei trabocchi, già all’epoca molto diffusi nei tratti di costa tra l’Abruzzo e la penisola del Gargano.