Le Case di Houzz: Metamorfosi di un’Antica Centrale Elettrica
Scoprite l’affascinante storia di un’insolita abitazione in cemento, immersa nella macchia mediterranea
Il destino di questa vecchia centrale elettrica, situata nella zona delle miniere d’argento di Cogolin, nel golfo di Saint-Tropez, è cambiato radicalmente il giorno in cui una giovane coppia ha deciso di trasformarla nella propria casa. Un’idea originale, non c’è dubbio. Per vedere realizzato il loro sogno, i proprietari si sono rivolti allo Studio d’architettura TTOA, che si è preso carico di ristrutturare il piccolo edificio dall’aspetto grezzo ma funzionale, in disuso ormai da cinquant’anni, operando una vera e propria metamorfosi che ha visto come protagonista il cemento.
Come si può notare dalla foto, il materiale dominante nella vecchia costruzione era il cemento. L’architetto ha voluto mantenere una continuità strutturale, per questo la parte sopraelevata dell’edificio è realizzata con getti di calcestruzzo: un gioco di cubi disallineati che interrompe la forma originaria del fabbricato, conferendogli uno stile minimalista e contemporaneo.
L’architetto illustra così le ragioni di questo “brutalismo” consapevole: «Visto che il nostro punto di partenza era la centrale elettrica, ci è sembrato importante conservare un richiamo alla struttura originaria, caratterizzata da un’accentuata verticalità, che abbiamo scomposto ricorrendo a più volumi, sovrapposti gli uni agli altri».
L’architetto illustra così le ragioni di questo “brutalismo” consapevole: «Visto che il nostro punto di partenza era la centrale elettrica, ci è sembrato importante conservare un richiamo alla struttura originaria, caratterizzata da un’accentuata verticalità, che abbiamo scomposto ricorrendo a più volumi, sovrapposti gli uni agli altri».
Al piano terra, l’edificio è costituito da un primo cubo grigio, che ospita il soggiorno e si apre sul paesaggio circostante offrendo un’ampia veduta del panorama, e da un secondo volume nero in acciaio, che accoglie la cucina e funge da basamento per gli altri due livelli dell’abitazione (R+1 e R+2), dove si trovano le camere da letto.
Una struttura in acciaio circonda la porzione grigia della casa al pianterreno, sovrastandone il sottotetto, che serve al contempo da terrazza, alla quale si accede dalla camera matrimoniale, situata al secondo piano.
Questo futuro pergolato, realizzato grazie a profilati a “I” con ali rastremate (IPN), è particolarmente leggero e, una volta terminato, verrà ricoperto da doghe in cedro rosso, così da creare un rivestimento “frangisole”. D’altro canto, se è vero che nel paese del sole l’ombra è regina, nessuna struttura risulterà mai troppo grande per renderle onore!
Questo futuro pergolato, realizzato grazie a profilati a “I” con ali rastremate (IPN), è particolarmente leggero e, una volta terminato, verrà ricoperto da doghe in cedro rosso, così da creare un rivestimento “frangisole”. D’altro canto, se è vero che nel paese del sole l’ombra è regina, nessuna struttura risulterà mai troppo grande per renderle onore!
I padroni di casa – una giovane coppia dinamica e sportiva – hanno riposto la più completa fiducia nel loro architetto: durante la stagione invernale, infatti, lavorano in montagna e così hanno trascorso quattro mesi collaborando a distanza, scambiandosi fotografie e disegni via e-mail. A poco a poco, hanno visto il loro progetto concretizzarsi: gli ambienti di uso comune al piano terra, le camerette dei due figli al primo piano, mentre il secondo è dedicato esclusivamente ai genitori.
Il soggiorno al pianterreno dispone di un’immensa vetrata ad angolo. Per celare il più possibile alla vista il pilastro angolare, l’architetto ha scelto una struttura in acciaio che si abbina molto bene ai serramenti della parete in vetro.
Le altre finestre della casa sono progettate secondo un gioco dimensionale studiato apposta per creare un ritmo architettonico sulla facciata: sottraendosi alla simmetria, sono disposte anche secondo le necessità e le funzionalità delle diverse stanze.
Le altre finestre della casa sono progettate secondo un gioco dimensionale studiato apposta per creare un ritmo architettonico sulla facciata: sottraendosi alla simmetria, sono disposte anche secondo le necessità e le funzionalità delle diverse stanze.
Una volta aperta, l’enorme vetrata non conosce confini, se non gli alberi e il cielo. «In soggiorno, il dialogo continuo tra interni ed esterni è perfetto per questa famiglia, che ama vivere alla maniera tipica del Sud: ossia, mangia fuori in giardino tutti i giorni e si gode la tranquillità degli spazi all’aperto, senza avere vicini attorno. La loro casa, infatti, è come un’isola circondata da un mare di verde!», dice divertito l’architetto.
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«Una scala sospesa, in acciaio, collega il pianterreno al primo piano, dedicato ai bambini, dove si trovano le due camerette, il bagno e un piccolo locale di servizio», precisa l’architetto, il quale, grazie a materiali come acciaio, legno, vetro e cemento, ha realizzato un ambiente minimalista, in grado di valorizzare la superficie limitata della casa – che, ricordiamo, è di soli 125 m², disposti su tre livelli.
La scala che conduce alla camera matrimoniale, invece, ha un carattere più riservato e discreto: l’intimità cresce sempre più, man mano che si salgono i gradini.
Di sera, i volumi in cemento che compongono l’abitazione si animano grazie a numerosi rettangoli di luce, consentendo così alla famiglia di godersi al meglio la loro vita a stretto contatto con la natura.
Qui è possibile vedere la pianta di ciascuno dei tre piani della casa.
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: una giovane coppia con due figli
Dove: Cogolin, dipartimento del Varo, Francia
Superficie: 125 m², disposti su tre piani
Architetto: Studio d’architettura TTOA
Costo: 300.000 €
Durata dei lavori: un anno
Il particolare interessante: il fabbricato originario ospitava una vecchia centrale elettrica, situata tra le miniere argentifere di Cogolin
I padroni di casa non corrono di certo il rischio di veder mutare il panorama che li circonda: infatti, l’intera area (tra gli 8 e i 10 ettari) è classificata come naturale ed è di loro proprietà. In questa immensa distesa di vegetazione, il PLU (Piano Locale di Urbanizzazione) non consente alcun esproprio territoriale per la realizzazione di nuove costruzioni.
«Per la ristrutturazione siamo dovuti partire dall’edificio esistente», spiega l’architetto. Questo vincolo imprescindibile, ha dato vita a un progetto che prevede uno sviluppo più limitato alla base e maggiore ai piani superiori. La realizzazione dello sbalzo architettonico ha consentito di aumentare la superficie calpestabile, senza nulla togliere agli spazi verdi preesistenti.