Le 8 Idee per il Futuro dell’Abitare dal London Design Festival
Superfici piacevoli al tatto e un’attenzione a benessere, natura e sostenibilità: le novità emerse alla fiera londinese
Il rapporto tra natura e design è stato uno degli spunti di riflessione proposti dai progettisti che hanno partecipato all’edizione 2022 del London Design Festival. Dal 17 al 25 settembre, la rassegna ha ospitato molti eventi in varie parti della capitale britannica. Le meravigliose complessità del mondo naturale sono state utilizzate come punto di partenza per la progettazione di superfici, luci e arredi. Ecco quali sono le tendenze di spicco emerse a Londra.
Piastrelle Arenophile, Studio Sahil
Texture piacevoli al tatto
La crescente consapevolezza del fatto che la nostra percezione degli oggetti all’interno degli ambienti costruiti influisce sul nostro stato d’animo è stata oggetto della tavola rotonda How Do Materials Shape Positive Experiences?, tenuta presso Solus Ceramics a Clerkenwell. Il dibattito si è concentrato sull’impatto sensoriale dei materiali e sugli effetti che questi producono sul nostro benessere.
Una particolare attenzione al tatto è emersa con evidenza anche nel lancio di nuovi prodotti, con molte superfici che hanno assunto specificamente una notevole qualità tattile. La mostra Coastal Myths dello Studio Sahil, allestita allo Shoreditch Design Triangle, per esempio, ha presentato oggetti in vetro e sabbia come le piastrelle Arenophile (ritratte nella foto).
Alla mostra di mobili ed elementi di arredo The Gathering Hand, organizzata dallo studio di architettura GRAS presso la Blue Mountain School, poi, si è dato risalto a tante texture diverse e interessanti. I tavoli Carpenter’s di Namon Gaston, per esempio, hanno piani in sughero – realizzati dallo Studio Corkinho – che sono stati sottoposti a trattamento termico per migliorarne la tattilità. Gli oggetti di Albion Stone in pietra di Portland, invece, sono stati sabbiati per mettere in bella evidenza le superfici cangianti.
Texture piacevoli al tatto
La crescente consapevolezza del fatto che la nostra percezione degli oggetti all’interno degli ambienti costruiti influisce sul nostro stato d’animo è stata oggetto della tavola rotonda How Do Materials Shape Positive Experiences?, tenuta presso Solus Ceramics a Clerkenwell. Il dibattito si è concentrato sull’impatto sensoriale dei materiali e sugli effetti che questi producono sul nostro benessere.
Una particolare attenzione al tatto è emersa con evidenza anche nel lancio di nuovi prodotti, con molte superfici che hanno assunto specificamente una notevole qualità tattile. La mostra Coastal Myths dello Studio Sahil, allestita allo Shoreditch Design Triangle, per esempio, ha presentato oggetti in vetro e sabbia come le piastrelle Arenophile (ritratte nella foto).
Alla mostra di mobili ed elementi di arredo The Gathering Hand, organizzata dallo studio di architettura GRAS presso la Blue Mountain School, poi, si è dato risalto a tante texture diverse e interessanti. I tavoli Carpenter’s di Namon Gaston, per esempio, hanno piani in sughero – realizzati dallo Studio Corkinho – che sono stati sottoposti a trattamento termico per migliorarne la tattilità. Gli oggetti di Albion Stone in pietra di Portland, invece, sono stati sabbiati per mettere in bella evidenza le superfici cangianti.
Lampada Cocoon, HagenHinderdael
La natura come modello da imitare
La maggior parte di noi conosce il concetto di “biofilia” nelle nostre case, ma il termine “biomimetismo” è forse meno conosciuto. L’idea alla base di questo processo è quella di promuovere progetti che emulino l’ingegnosità di modelli, sistemi ed elementi presenti nel mondo naturale. In questo modo, si spera di incoraggiare una migliore comprensione della natura e una maggiore attenzione alla sostenibilità.
Nell’ambito della mostra Nature’s Architects, al London Design Festival di quest’anno i progettisti sono stati incoraggiati ad abbracciare, in diverse installazioni sparse per il quartiere di Chelsea, il biomimetismo. L’opera Coral Heights di NOOMA Studio, per esempio, è un grattacielo progettato per imitare il movimento oscillatorio del corallo, mentre Veil House, dello Studio Aki, trae ispirazione dal mondo dei funghi.
Alla mostra Material Matters, organizzata al Bankside, lo studio HagenHinderdael ha presentato la sua nuova lampada Cocoon (ritratta nella foto). L’apparecchio, stampato in 3D, è completamente biodegradabile ed è stato progettato in modo da evocare una struttura organica simile a un guscio, come ricorda il suo nome (in inglese, “bozzolo”).
La natura come modello da imitare
La maggior parte di noi conosce il concetto di “biofilia” nelle nostre case, ma il termine “biomimetismo” è forse meno conosciuto. L’idea alla base di questo processo è quella di promuovere progetti che emulino l’ingegnosità di modelli, sistemi ed elementi presenti nel mondo naturale. In questo modo, si spera di incoraggiare una migliore comprensione della natura e una maggiore attenzione alla sostenibilità.
Nell’ambito della mostra Nature’s Architects, al London Design Festival di quest’anno i progettisti sono stati incoraggiati ad abbracciare, in diverse installazioni sparse per il quartiere di Chelsea, il biomimetismo. L’opera Coral Heights di NOOMA Studio, per esempio, è un grattacielo progettato per imitare il movimento oscillatorio del corallo, mentre Veil House, dello Studio Aki, trae ispirazione dal mondo dei funghi.
Alla mostra Material Matters, organizzata al Bankside, lo studio HagenHinderdael ha presentato la sua nuova lampada Cocoon (ritratta nella foto). L’apparecchio, stampato in 3D, è completamente biodegradabile ed è stato progettato in modo da evocare una struttura organica simile a un guscio, come ricorda il suo nome (in inglese, “bozzolo”).
Lampadario della collezione Divine Inspiration di Lee Broom
Un’illuminazione rilassante
Al London Design Festival di quest’anno, l’illuminazione ha assunto una qualità eterea, con splendidi lampadari che pendevano delicatamente dal soffitto. Haberdashery, per esempio, ha presentato le ultime novità della sua gamma Sand & Sea, mentre Lee Broom ha esposto la sua collezione Divine Inspiration (nella foto).
From The Sky ha lanciato la sua nuova collezione con un’attenzione particolare ai modi in cui l’illuminazione influenza la nostra coscienza. La gamma è caratterizzata da sorgenti LED dimmerabili e da superfici trattate per consentire alla luce di riflettersi o risplendere e in modo da riprodurre ambienti naturali come le radure di una foresta. L’idea è che questo tipo di luce, ispirata alla natura, ci trasmetta sensazioni di calma e tranquillità.
Un’illuminazione rilassante
Al London Design Festival di quest’anno, l’illuminazione ha assunto una qualità eterea, con splendidi lampadari che pendevano delicatamente dal soffitto. Haberdashery, per esempio, ha presentato le ultime novità della sua gamma Sand & Sea, mentre Lee Broom ha esposto la sua collezione Divine Inspiration (nella foto).
From The Sky ha lanciato la sua nuova collezione con un’attenzione particolare ai modi in cui l’illuminazione influenza la nostra coscienza. La gamma è caratterizzata da sorgenti LED dimmerabili e da superfici trattate per consentire alla luce di riflettersi o risplendere e in modo da riprodurre ambienti naturali come le radure di una foresta. L’idea è che questo tipo di luce, ispirata alla natura, ci trasmetta sensazioni di calma e tranquillità.
Divano modulare con “giacche” sostituibili, Cozmo
Facciamo durare gli oggetti!
Oggi lo sforzo volto a ridurre gli sprechi nelle ristrutturazioni domestiche è un motore che sta motivando i progettisti a trovare nuovi modi per aggiungere longevità agli arredi. In occasione dell’edizione 2022, il Victoria and Albert Museum di Londra ha risposto a questa esigenza con una rivisitazione del programma televisivo britannico The Repair Shop. L’installazione R for Repair suggeriva al pubblico di inviare oggetti rotti, che progettisti inglesi e di Singapore hanno poi ingegnosamente riparato e riportato in vita.
Una soluzione leggermente diversa per ridurre gli sprechi e aggiungere longevità agli arredi è rappresentata dalle fodere progettate per il divano modulare di Cozmo (ritratto nella foto). Le “giacche” permettono al cliente di rinnovare gli interni con combinazioni di colori e motivi diversi senza dover sostituire l’intero divano.
Facciamo durare gli oggetti!
Oggi lo sforzo volto a ridurre gli sprechi nelle ristrutturazioni domestiche è un motore che sta motivando i progettisti a trovare nuovi modi per aggiungere longevità agli arredi. In occasione dell’edizione 2022, il Victoria and Albert Museum di Londra ha risposto a questa esigenza con una rivisitazione del programma televisivo britannico The Repair Shop. L’installazione R for Repair suggeriva al pubblico di inviare oggetti rotti, che progettisti inglesi e di Singapore hanno poi ingegnosamente riparato e riportato in vita.
Una soluzione leggermente diversa per ridurre gli sprechi e aggiungere longevità agli arredi è rappresentata dalle fodere progettate per il divano modulare di Cozmo (ritratto nella foto). Le “giacche” permettono al cliente di rinnovare gli interni con combinazioni di colori e motivi diversi senza dover sostituire l’intero divano.
Lampade stampate in 3D, Blast Studio
Andiamo a “estrarre” nelle nostre città
L’economia circolare sta guadagnando sempre maggior spazio nel mondo del design, e in questo contesto va a inserirsi il concetto di “urban mining”. L’idea centrale nasce dalla consapevolezza che tutte le materie prime di cui abbiamo bisogno possono essere trovate riciclando gli oggetti che ci circondano nelle nostre città.
Un’intelligente installazione, The Future of Urban Mining, di Deborah Lopez e Hadin Charbel dello studio Pareid Architecture, ha portato questo concetto a un nuovo livello, utilizzando gli scarti dei capelli di un salone da parrucchiere per creare qualcosa che colmi il divario tra scultura e architettura. L’esposizione è un invito a riflettere su che cosa possiamo fare con questo materiale di scarto e se possiamo integrarlo nell’ambiente costruito.
Blast Studio, invece, ha presentato mobili, lampade (nella foto) e ornamenti stampati in 3D realizzati con tazze di caffè da asporto e imballaggi di cartone trovati in giro per Londra. Il team degli autori ha mescolato questi prodotti di scarto con del micelio (la parte “sotterranea” di un fungo) che se ne nutre e li trasforma in biomateriali sostenibili dalle superfici lisce e vellutate.
Andiamo a “estrarre” nelle nostre città
L’economia circolare sta guadagnando sempre maggior spazio nel mondo del design, e in questo contesto va a inserirsi il concetto di “urban mining”. L’idea centrale nasce dalla consapevolezza che tutte le materie prime di cui abbiamo bisogno possono essere trovate riciclando gli oggetti che ci circondano nelle nostre città.
Un’intelligente installazione, The Future of Urban Mining, di Deborah Lopez e Hadin Charbel dello studio Pareid Architecture, ha portato questo concetto a un nuovo livello, utilizzando gli scarti dei capelli di un salone da parrucchiere per creare qualcosa che colmi il divario tra scultura e architettura. L’esposizione è un invito a riflettere su che cosa possiamo fare con questo materiale di scarto e se possiamo integrarlo nell’ambiente costruito.
Blast Studio, invece, ha presentato mobili, lampade (nella foto) e ornamenti stampati in 3D realizzati con tazze di caffè da asporto e imballaggi di cartone trovati in giro per Londra. Il team degli autori ha mescolato questi prodotti di scarto con del micelio (la parte “sotterranea” di un fungo) che se ne nutre e li trasforma in biomateriali sostenibili dalle superfici lisce e vellutate.
Oggetti in vetro, Charles Burnand Gallery
Attenzione agli oggetti in vetro!
Il 2022 è l’Anno internazionale del vetro dell’ONU, che mira a “celebrare il ruolo essenziale del vetro nella società”. In occasione di questa ricorrenza, la Charles Burnand Gallery ha curato una collezione di elementi realizzati con questo materiale, dagli oggetti in vetro soffiato ai mobili creati da designer (come quelli ritratti nella foto).
Allo stesso modo, il John Madejski Garden del Victoria and Albert Museum è stato trasformato da una performance immersiva di soffiatura del vetro, mentre lo studio di design europeo Sé ha presentato un video dietro le quinte della creazione delle lampade Gaea Pendants di Ini Archibong, realizzati in vetro veneziano.
Attenzione agli oggetti in vetro!
Il 2022 è l’Anno internazionale del vetro dell’ONU, che mira a “celebrare il ruolo essenziale del vetro nella società”. In occasione di questa ricorrenza, la Charles Burnand Gallery ha curato una collezione di elementi realizzati con questo materiale, dagli oggetti in vetro soffiato ai mobili creati da designer (come quelli ritratti nella foto).
Allo stesso modo, il John Madejski Garden del Victoria and Albert Museum è stato trasformato da una performance immersiva di soffiatura del vetro, mentre lo studio di design europeo Sé ha presentato un video dietro le quinte della creazione delle lampade Gaea Pendants di Ini Archibong, realizzati in vetro veneziano.
Collezione di mobili in carta, David Horan con Béton Brut Gallery
Abbracciamo l’artigianato globale
Dalla collaborazione interculturale tra il Regno Unito e Singapore in seno alla mostra R for Repair del Victoria and Albert Museum, a un’esposizione dei maestri della città giapponese di Kasama, patria tradizionale della ceramica, l’evento londinese di quest’anno ha celebrato l’artigianato di tutto il mondo.
La collezione di mobili Paper di David Horan (nella foto), per esempio, è stata creata usando strati di carta realizzata a mano e trae ispirazione dalle tecniche di découpage e dal movimento giapponese Mingei. L’installazione immersiva Celestial Nest, dello studio indiano di design The Architecture Story, ha portato alla ribalta, invece, un antico processo di produzione di specchi.
Raccontateci…quali, tra le idee emerse al London Design Festival di quest’anno, vi hanno ispirato? Condividete i vostri pensieri nei Commenti.
Abbracciamo l’artigianato globale
Dalla collaborazione interculturale tra il Regno Unito e Singapore in seno alla mostra R for Repair del Victoria and Albert Museum, a un’esposizione dei maestri della città giapponese di Kasama, patria tradizionale della ceramica, l’evento londinese di quest’anno ha celebrato l’artigianato di tutto il mondo.
La collezione di mobili Paper di David Horan (nella foto), per esempio, è stata creata usando strati di carta realizzata a mano e trae ispirazione dalle tecniche di découpage e dal movimento giapponese Mingei. L’installazione immersiva Celestial Nest, dello studio indiano di design The Architecture Story, ha portato alla ribalta, invece, un antico processo di produzione di specchi.
Raccontateci…quali, tra le idee emerse al London Design Festival di quest’anno, vi hanno ispirato? Condividete i vostri pensieri nei Commenti.
Un continuum tra lavoro e casa
Sebbene non lavoriamo più tutti da casa a tempo pieno, non è ancora pienamente confermato il ritorno delle persone in ufficio cinque giorni alla settimana.
I progettisti stanno rispondendo a quest’organizzazione ibrida del lavoro con arredi in grado di aiutare la casa ad adattarsi al suo nuovo ruolo. La mostra Project of Living di Arper, organizzata al Clerkenwell Design Trail, ha presentato pezzi come il tavolo Aeeri di Peter Kunz. Il mobile, dalle linee snelle e leggere, può essere facilmente spostato per casa, fungendo sia da tavolo da pranzo sia da piano su cui lavorare, se necessario.
A Clerkenwell è stata presentata anche la gamma di sedute flessibili Edge Free di Pearson Lloyd (nella foto), che comprende schermi, piani per laptop, tavolini, pouf e sistemi di alimentazione integrata. Per proporre un’area di lavoro, il negozio Ligne Roset Westend, invece, ha ospitato l’armadio-schermo Marechiaro di Philippe Nigro, con una libreria su un lato e bellissime doghe ondulate sull’altro.