Architettura e design
Houzz per i Pro
L’Architettura del Futuro? Cosa Succederà Secondo i Pro Spagnoli
Dalla sostenibilità all’inclusione, le grandi questioni che attendono la progettazione degli spazi privati e pubblici
Dove ci porterà l’architettura nei prossimi anni? E quali sono i trend che influenzeranno il settore delle costruzioni? Abbiamo rivolto queste domande a tre professionisti del campo: Gonzalo Pardo, architetto e docente di progettazione alla Universidad Politécnica de Madrid; Guillermo López, co-fondatore dello studio di architettura MAIO, che ha sede a Barcellona e a New York; e l’architetto Manuela Fernández Langenegger, che lavora a Milano. I tre progettisti ci hanno parlato di sostenibilità, inclusione e spazi pubblici.
Oggi assistiamo a una crescita di consapevolezza nell’utilizzo delle tecniche costruttive. «Si tende sempre più a pensare ai progetti di architettura da un punto di vista termodinamico, cercando di capire come ridurre il consumo di energia», continua Pardo.
Gli edifici di nuova costruzione dovranno prevedere impianti di risparmio dell’acqua, apparecchi ad alta efficienza energetica e un migliore isolamento. «Le strategie adottate terranno conto di fattori “primitivi”, come la luce naturale e la direzione del vento», spiega l’architetto. E tutto questo sarà fatto per ridurre l’impronta di carbonio delle nostre costruzioni.
Gli edifici di nuova costruzione dovranno prevedere impianti di risparmio dell’acqua, apparecchi ad alta efficienza energetica e un migliore isolamento. «Le strategie adottate terranno conto di fattori “primitivi”, come la luce naturale e la direzione del vento», spiega l’architetto. E tutto questo sarà fatto per ridurre l’impronta di carbonio delle nostre costruzioni.
2. Riciclo e riuso: la progettazione “cradle-to-cradle”
L’applicazione dei principi dell’economia circolare, in questo momento, comincia a essere molto estesa in architettura. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale degli edifici. Costruzioni e demolizioni producono tra il 30 e il 50 per cento dei rifiuti solidi dei paesi più sviluppati.
L’applicazione dei principi dell’economia circolare, in questo momento, comincia a essere molto estesa in architettura. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale degli edifici. Costruzioni e demolizioni producono tra il 30 e il 50 per cento dei rifiuti solidi dei paesi più sviluppati.
Finora, il modello seguito nell’industria delle costruzioni è stato quello lineare: produrre, costruire, usare, e buttare via demolendo. Questo ha comportato un consumo massiccio di energia e di risorse naturali e una produzione imponente di rifiuti.
L’economia circolare opera secondo «un modello basato su una progettazione cradle-to-cradle (C2C, letteralmente “dalla culla alla culla”). Il principio base di questo modello è sfruttare e riutilizzare tutto ciò che è considerato rifiuto, e perseguire un uso efficiente delle risorse in ogni stadio del processo di costruzione», sintetizza Pardo.
L’economia circolare opera secondo «un modello basato su una progettazione cradle-to-cradle (C2C, letteralmente “dalla culla alla culla”). Il principio base di questo modello è sfruttare e riutilizzare tutto ciò che è considerato rifiuto, e perseguire un uso efficiente delle risorse in ogni stadio del processo di costruzione», sintetizza Pardo.
Molti produttori già offrono sul mercato materiali da costruzione con un ciclo di vita “circolare”: finiture e rivestimenti ottenuti dal riciclo di pneumatici e vetro, pannelli di isolamento realizzati con sughero in granuli, o prodotti derivati dalla cellulosa degli scarti dell’industria della carta.
Costruire con materiali naturali come la paglia o i mattoni in argilla genera ancora meno rifiuti, perché questi materiali possono essere riciclati e riusati, con conseguente minore consumo di energia e risorse.
Sai Cos’è? Il Life Cycle Assessment e la Vita dei Prodotti Green
Costruire con materiali naturali come la paglia o i mattoni in argilla genera ancora meno rifiuti, perché questi materiali possono essere riciclati e riusati, con conseguente minore consumo di energia e risorse.
Sai Cos’è? Il Life Cycle Assessment e la Vita dei Prodotti Green
3. Ristrutturare, piuttosto che demolire
Gli edifici datati o in disuso possono essere riconvertiti ed essere trasformati in strutture all’avanguardia, abitazioni moderne dalla seconda vita: negli interventi di ristrutturazione edilizia questa tendenza è sempre più visibilmente crescente.
«La pratica della ristrutturazione di edifici esistenti sta vivendo un momento di picco, in conseguenza della crisi», spiega Pardo. «La ragione, spesso, è di natura finanziaria: piuttosto che comprare una nuova casa, le persone optano per la ristrutturazione di quella che hanno già».
Gli edifici datati o in disuso possono essere riconvertiti ed essere trasformati in strutture all’avanguardia, abitazioni moderne dalla seconda vita: negli interventi di ristrutturazione edilizia questa tendenza è sempre più visibilmente crescente.
«La pratica della ristrutturazione di edifici esistenti sta vivendo un momento di picco, in conseguenza della crisi», spiega Pardo. «La ragione, spesso, è di natura finanziaria: piuttosto che comprare una nuova casa, le persone optano per la ristrutturazione di quella che hanno già».
In una società abituata a distruggere, piuttosto che a preservare o trasformare, questo cambio di mentalità comporta una doppia sfida per gli architetti, poiché il riuso degli spazi implica non soltanto un lavoro di conservazione e di ristrutturazione, basato sul rispetto della tradizione, ma anche la capacità di dare nuovo valore agli edifici, adattandoli alle esigenze del mondo contemporaneo.
Secondo Manuela Fernández Langenegger, architetto che lavora a Milano, l’attività di ristrutturazione si può definire come “un modo per approcciarsi alla costruzione secondo una prospettiva più ecologica e sostenibile”.
«Non c’è più molto spazio a disposizione, e stiamo diventando sempre più consapevoli di quanto un pezzo di terra non costruito sia prezioso. In Germania, per esempio, la tendenza è rendere più densi gli spazi già costruiti cambiando i parametri di edificabilità, riqualificando gli spazi e creando un numero crescente di case di minori dimensioni», commenta Fernández Langenegger, che per alcuni anni ha vissuto a Stoccarda. «Questo significa rendere più dense le città, invece che farle espandere».
Quando È Meglio Demolire
«Non c’è più molto spazio a disposizione, e stiamo diventando sempre più consapevoli di quanto un pezzo di terra non costruito sia prezioso. In Germania, per esempio, la tendenza è rendere più densi gli spazi già costruiti cambiando i parametri di edificabilità, riqualificando gli spazi e creando un numero crescente di case di minori dimensioni», commenta Fernández Langenegger, che per alcuni anni ha vissuto a Stoccarda. «Questo significa rendere più dense le città, invece che farle espandere».
Quando È Meglio Demolire
4. L’interesse per tutto ciò che è “locale”: il ritorno a un linguaggio vernacolare
Oltre ai materiali di produzione industriale e alla tecnologia, sempre più centrali stanno diventando le tecniche di costruzione e le risorse di provenienza locale. «Gli chef sono stati i primi a parlare di “chilometro zero” — prodotti acquistati direttamente alla fonte, a meno di 100 km di distanza — e gli architetti hanno ripreso e re-interpretato il concetto. Oggi ormai l’idea di proporre un progetto che non tenga conto dell’origine dei materiali e del futuro ecologico di un sito nel medio e lungo termine è impensabile», dice Pardo.
Oltre ai materiali di produzione industriale e alla tecnologia, sempre più centrali stanno diventando le tecniche di costruzione e le risorse di provenienza locale. «Gli chef sono stati i primi a parlare di “chilometro zero” — prodotti acquistati direttamente alla fonte, a meno di 100 km di distanza — e gli architetti hanno ripreso e re-interpretato il concetto. Oggi ormai l’idea di proporre un progetto che non tenga conto dell’origine dei materiali e del futuro ecologico di un sito nel medio e lungo termine è impensabile», dice Pardo.
«Questo ritorno alle tradizioni e alle risorse locali è in larga parte dovuto alla crisi economica, ma, da un certo punto di vista, è anche una reazione alla globalizzazione», sottolinea Fernández Langenegger.
5. Un’architettura inclusiva
L’architettura deve recuperare la sua funzione sociale, adattandosi alle necessità delle persone. «Soprattutto tra gli architetti più giovani, cresce la consapevolezza e la sensibilità su questioni che toccano la terza età, la mobilità ridotta, la perdita della vista o la solitudine: questi sono tutti temi che offrono nuove sfide all’architettura», commenta Pardo.
L’architettura deve recuperare la sua funzione sociale, adattandosi alle necessità delle persone. «Soprattutto tra gli architetti più giovani, cresce la consapevolezza e la sensibilità su questioni che toccano la terza età, la mobilità ridotta, la perdita della vista o la solitudine: questi sono tutti temi che offrono nuove sfide all’architettura», commenta Pardo.
Un’architettura di tipo inclusivo comporta la necessità di fare un passo ulteriore, rispetto alla semplice eliminazione delle barriere architettoniche e alla creazione dell’accessibilità universale: significa progettare ambienti amichevoli, capaci di adattarsi alle più varie necessità e limitazioni che una persona può avere nel corso della sua vita. In quest’ottica, significa pianificare spazi destinati ad adulti, anziani, mamme, bambini e persone con disabilità. Spazi dove la relazione sia facilitata e incoraggiata.
6. Un’architettura delle emozioni, che valorizzi la qualità piuttosto che la quantità
Il nuovo “lusso”, in architettura, sarà rappresentato dalla qualità degli spazi, piuttosto che dalla quantità di metri quadrati a disposizione. A causa del costo sempre più alto delle abitazioni e della tendenza crescente a vivere nelle grandi città, l’architettura residenziale sarà chiamata a dare risposte nuove in funzione di budget ridotti. «Tradizionalmente, il lusso è associato agli aspetti più materiali dell’architettura. Fortunatamente, questo concetto si è spostato verso altre variabili, che hanno più a che fare con le atmosfere, le superfici, la flessibilità e la perfettibilità», sintetizza Pardo.
Il nuovo “lusso”, in architettura, sarà rappresentato dalla qualità degli spazi, piuttosto che dalla quantità di metri quadrati a disposizione. A causa del costo sempre più alto delle abitazioni e della tendenza crescente a vivere nelle grandi città, l’architettura residenziale sarà chiamata a dare risposte nuove in funzione di budget ridotti. «Tradizionalmente, il lusso è associato agli aspetti più materiali dell’architettura. Fortunatamente, questo concetto si è spostato verso altre variabili, che hanno più a che fare con le atmosfere, le superfici, la flessibilità e la perfettibilità», sintetizza Pardo.
Gli stili di vita delle nuove generazioni, che danno grande valore a concetti come versatilità ed esperienza, influenzeranno l’architettura nella creazione di spazi aperti e di ambienti in grado di trasformarsi, adattarsi alle situazioni più varie e creare atmosfere confortevoli. Questo significherà avere case più piccole in termini di superficie, ma dotate di maggiore confortevolezza e funzionalità.
Non Solo Salvaspazio: I Mobili Trasformabili Sono Qualcosa di Più
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7. Il recupero degli spazi pubblici
Il XX secolo ha visto lo sviluppo di grandi città centrate attorno al trasporto in auto private. Il XXI secolo, invece, vedrà una grande spinta al recupero dello spazio pubblico. «Lo vediamo già nelle nuove politiche della mobilità di molte città: l’auto è sempre più ostracizzata, in favore del recupero delle aree a uso collettivo», spiega Pardo.
«I mutamenti culturali, sociali e tecnologici, così come quelli collegati all’evoluzione dei trasporti e delle infrastrutture, ci invitano a ripensare il modo nel quale le città si sviluppano, e a individuare nuove proposte partendo da analisi pragmatiche e lontane da ogni cliché», sostiene Guillermo López, architetto e co-fondatore dello studio di progettazione MAIO.
Il XX secolo ha visto lo sviluppo di grandi città centrate attorno al trasporto in auto private. Il XXI secolo, invece, vedrà una grande spinta al recupero dello spazio pubblico. «Lo vediamo già nelle nuove politiche della mobilità di molte città: l’auto è sempre più ostracizzata, in favore del recupero delle aree a uso collettivo», spiega Pardo.
«I mutamenti culturali, sociali e tecnologici, così come quelli collegati all’evoluzione dei trasporti e delle infrastrutture, ci invitano a ripensare il modo nel quale le città si sviluppano, e a individuare nuove proposte partendo da analisi pragmatiche e lontane da ogni cliché», sostiene Guillermo López, architetto e co-fondatore dello studio di progettazione MAIO.
«Gli edifici sono progettati sempre più sulla base degli spazi comuni e dei servizi domestici collettivi, come le cucine, gli spazi-gioco o le lavanderie», osserva López. «Questi modelli mirano a rafforzare le relazioni tra le persone che abitano gli spazi, e a promuovere la comunicazione, la socializzazione e, allo stesso tempo, il valore commerciale delle superfici».
La nuova sfida per l’architettura starà nel creare spazi urbani adatti alla convivenza e all’utilizzo nel tempo libero, dove si possa passeggiare, giocare, o anche semplicemente prendere una boccata d’aria.
Cosa ne pensi? Scrivici nei Commenti le tue osservazioni.
La nuova sfida per l’architettura starà nel creare spazi urbani adatti alla convivenza e all’utilizzo nel tempo libero, dove si possa passeggiare, giocare, o anche semplicemente prendere una boccata d’aria.
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Il riscaldamento globale, in questo momento, è una delle sfide più interessanti e urgenti per la società, e, naturalmente, per l’architettura.
In base alle nuove direttive europee, tutte le case costruite in Europa dopo il 2020 dovranno avere un consumo energetico uguale quasi a zero. «Anche se è saltata sul treno verde in ritardo, l’architettura sta adottando misure che mirano a farne un elemento sostenibile per la società», sostiene Gonzalo Pardo.