Le Case di Houzz
La Villa del 900 a Varese Unisce la Cultura Italiana e Giapponese
Un maestro di giardini nihon tejen arrivato dal Giappone e una villa tutta italiana diventano un luogo speciale
L’arte del giardino giapponese può convivere con una villa classica del Novecento italiano?
Sì, secondo Franco e Sumiyo Cremante, che si sono occupati della ristrutturazione di questa villa a Varese e della riprogettazione del suo giardino. Oggi la villa è sia la loro residenza – in alternanza alla casa di Tokyo – sia un luogo disponibile per eventi di vario tipo, fra cui frequenti banchetti nuziali.
Non esiste una distinzione netta fra spazi privati e spazi pubblici, tant’è che la stessa camera da letto viene di volta in volta abitata o da Franco e Sumiyo o dagli ospiti.
Sì, secondo Franco e Sumiyo Cremante, che si sono occupati della ristrutturazione di questa villa a Varese e della riprogettazione del suo giardino. Oggi la villa è sia la loro residenza – in alternanza alla casa di Tokyo – sia un luogo disponibile per eventi di vario tipo, fra cui frequenti banchetti nuziali.
Non esiste una distinzione netta fra spazi privati e spazi pubblici, tant’è che la stessa camera da letto viene di volta in volta abitata o da Franco e Sumiyo o dagli ospiti.
Franco e Sumiyo Cremante, una coppia italo-giapponese, non volevano crescere i figli tra Parigi e Tokyo. Così, trent’anni fa, hanno deciso di percorrere l’Italia settentrionale alla ricerca di una casa con ampi spazi all’aria aperta, dove poter fondere la cultura occidentale e quella orientale.
L’hanno trovata a Varese, incastonata tra i laghi lombardi, vicino a Milano e con una vista straordinaria su tutta la catena delle Alpi.
L’hanno trovata a Varese, incastonata tra i laghi lombardi, vicino a Milano e con una vista straordinaria su tutta la catena delle Alpi.
Franco Cremante, di origini pavesi, umanista e ingegnere nucleare, lavora per una multinazionale di consulenza strategica. Agli inizi degli anni ’70, per caso, ha incontrato un giorno in un ristorante di Piazza Duomo a Milano, Sumiyo, giapponese e discendente da una famiglia di Samurai che ha studiato letteratura inglese all’università di Tokyo e che lavorava per Air France. «Ci siamo trovati per caso nello stesso locale, seduti a due tavoli vicini in piazza Duomo a Milano», ci spiegano i due.
«Sumiyo non conosceva l’italiano e non riusciva ad ordinare. Questo è stato il nostro primo, fortunato incontro. Da allora, ci siamo rincorsi per quattro continenti vivendo in luoghi affascinanti come Tokyo e Parigi, ma solo qui, a Villa Paradeisos, abbiamo saputo ricreare un giardino autenticamente nipponico, senza nessuna contaminazione occidentale, che era il nostro più grande desiderio».
Scopri di più sul giardino e guarda le foto nella storia dedicata
«Sumiyo non conosceva l’italiano e non riusciva ad ordinare. Questo è stato il nostro primo, fortunato incontro. Da allora, ci siamo rincorsi per quattro continenti vivendo in luoghi affascinanti come Tokyo e Parigi, ma solo qui, a Villa Paradeisos, abbiamo saputo ricreare un giardino autenticamente nipponico, senza nessuna contaminazione occidentale, che era il nostro più grande desiderio».
Scopri di più sul giardino e guarda le foto nella storia dedicata
Il luogo di cui si sono innamorati perdutamente è Villa Paradeisos, una dimora che, con amore, cura e dedizione, hanno trasformato in un posto del cuore, simbolo della fusione tra oriente e occidente. L’hanno chiamato “Villa Paradeisos” perché paradeisos significa, appunto, giardino nella prima lingua indeoeuropea.
Si tratta di un edificio di due piani immerso nel verde; ha un grande terrazzo al primo piano rivolto al Monte Rosa, con un gazebo avvolto dai glicini. I terrazzi del secondo piano comunicano con l’esterno e lo sguardo spazia a 360 gradi sui laghi, sulla catena alpina e sui colli vicini.
Si tratta di un edificio di due piani immerso nel verde; ha un grande terrazzo al primo piano rivolto al Monte Rosa, con un gazebo avvolto dai glicini. I terrazzi del secondo piano comunicano con l’esterno e lo sguardo spazia a 360 gradi sui laghi, sulla catena alpina e sui colli vicini.
Il verde avvolge la casa anche dall'interno, grazie a tappezzerie e rivestimenti che rievocano il colore del giardino e la sua importanza. Girando per le stanze di Villa Paradeisos, il tocco della raffinatezza giapponese avvolge lo sguardo: dovunque, su ogni tavolino, su davanzali e balconi, piante e fiori, esemplari di ficus benjamina alti più di tre metri, ultracentenari bonsai giunti fin qui dal Giappone, vasi che accolgono erbe e fiori di campo insieme a straordinari ikebana, rinnovati dalla signora Sumiyo ogni settimana, secondo l’antichissima arte di disporre i fiori secondo i principi Zen.
Le usanze progettuali per ciascuna casa e per ogni appartamento in Giappone impongono che siano rispettati precisi parametri di luce per “aver luce”, “avere vista”, “avere aiuole”, perciò ogni famiglia e ogni persona – nelle piccole case unifamiliari come nei piccoli appartamenti metropolitani – ha la propria aiuola sul terrazzo o davanti casa, mentre piante e fiori, anche di dimensioni ridotte, sono ovunque.
Il pian terreno della villa, leggermente rialzato, si apre completamente al giardino, con una scenografica scalinata di ingresso.
Il salone
Il locale più importante è il grande salone al quale si accede dalla scalinata oppure dall’ingresso sul retro della villa. Di fianco al salone si trova la grande e fascinosa biblioteca, mentre dall’altro lato del grande salone si accede alla sala napoleonica, ampio locale con finestre per tre lati aperte sul giardino, interamente arredato con i mobili provenienti dalla sala da pranzo di una nobile dimora parigina. Sul portico rivolto verso il lago sono appoggiati diversi esemplari di bonsai che introducono a questo corposo dialogo senza fine tra oriente e occidente.
Il salone ospita due grandiosi pannelli delle Quattro Stagioni del Giappone Imperiale e un grande mobile di legno intagliato con avorio e madreperla.
Il salone
Il locale più importante è il grande salone al quale si accede dalla scalinata oppure dall’ingresso sul retro della villa. Di fianco al salone si trova la grande e fascinosa biblioteca, mentre dall’altro lato del grande salone si accede alla sala napoleonica, ampio locale con finestre per tre lati aperte sul giardino, interamente arredato con i mobili provenienti dalla sala da pranzo di una nobile dimora parigina. Sul portico rivolto verso il lago sono appoggiati diversi esemplari di bonsai che introducono a questo corposo dialogo senza fine tra oriente e occidente.
Il salone ospita due grandiosi pannelli delle Quattro Stagioni del Giappone Imperiale e un grande mobile di legno intagliato con avorio e madreperla.
La biblioteca
A fianco del salone, una grande e accogliente biblioteca con morbide tende di tessuto stampato francese, drappeggi rossi con il giglio fiorentino sul soffitto, un’intera libreria di quercia, trasferita qui da un’antica magione settecentesca britannica, e una collezione di libri antichi e preziosissimi in diverse lingue.
A fianco del salone, una grande e accogliente biblioteca con morbide tende di tessuto stampato francese, drappeggi rossi con il giglio fiorentino sul soffitto, un’intera libreria di quercia, trasferita qui da un’antica magione settecentesca britannica, e una collezione di libri antichi e preziosissimi in diverse lingue.
La sala da pranzo
Protagonista della villa, la grande sala napoleonica, una sala da pranzo imperiale di gusto francese, trasportata qui da una dimora parigina negli anni Ottanta, e definita da una elegante boiserie color carta da zucchero con inserti bianchi, putti che danzano, tende, decori, quadri e festoni. Ad arricchirla, anche un fastoso lampadario Baccarat con cinquanta punti luce. Appoggiato sul caminetto sonnecchia un gatto in ceramica giapponese che ricorda come anche qui non manchi una traccia dello spirito orientale che regna in tutta la casa.
Protagonista della villa, la grande sala napoleonica, una sala da pranzo imperiale di gusto francese, trasportata qui da una dimora parigina negli anni Ottanta, e definita da una elegante boiserie color carta da zucchero con inserti bianchi, putti che danzano, tende, decori, quadri e festoni. Ad arricchirla, anche un fastoso lampadario Baccarat con cinquanta punti luce. Appoggiato sul caminetto sonnecchia un gatto in ceramica giapponese che ricorda come anche qui non manchi una traccia dello spirito orientale che regna in tutta la casa.
La zona notte
Il primo piano della villa è riservato alle tre camere da letto, la cui più importante (qui in foto) è chiamata “camera Master” e si compone in realtà di quattro locali, il più importante dei quali si affaccia sul lago e sulla catena delle Alpi e ha un terrazzino avvolto da glicini secolari. Come la sala Napoleonica, anche la camera Master è stata realizzata con boiserie, decor, arazzi, camino e mobili recuperati da un castello francese.
Il primo piano della villa è riservato alle tre camere da letto, la cui più importante (qui in foto) è chiamata “camera Master” e si compone in realtà di quattro locali, il più importante dei quali si affaccia sul lago e sulla catena delle Alpi e ha un terrazzino avvolto da glicini secolari. Come la sala Napoleonica, anche la camera Master è stata realizzata con boiserie, decor, arazzi, camino e mobili recuperati da un castello francese.
È la camera degli sposi per eccellenza. Infatti, dopo il ricevimento nuziale a Villa Paradeisos, viene affidata ai neosposi che hanno la possibilità di trascorrervi la loro prima notte di nozze, al termine del banchetto nuziale allestito in Villa Paradeisos.
La toilette
Nella toilette elegante, legno chiaro dal gusto provenzale e tonalità pastello e marmo di Carrara dialogano sapientemente con la luce proveniente dal morbido verde del parco.
Ti è piaciuta questa casa? Lascia un commento qui sotto e salva le foto più belle in un Ideabook!
Nella toilette elegante, legno chiaro dal gusto provenzale e tonalità pastello e marmo di Carrara dialogano sapientemente con la luce proveniente dal morbido verde del parco.
Ti è piaciuta questa casa? Lascia un commento qui sotto e salva le foto più belle in un Ideabook!
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Franco Cremante e Sumiyo Ueda, la loro premiata collezione di gatti Maine Coon (allevamento Wistariantale) e il loro Collie di nome Jet
Dove: Varese
Progettista: il precedente proprietario, l’imprenditore Giovanni Bassetti e l’architetto Giuseppe Sommaruga
Interior designer: Ettore Mocchetti, architetto
Superficie: 25.000 metri quadrati
Anno: la villa è del 1919, la prima ristrutturazione è del 1980, dal 2017 è usata anche per eventi ed è aperta al pubblico