Architetta Ristruttura la Casa Liberty dei Genitori col Colore
Una Pro trasforma l'appartamento di mamma e papà con un restyling colorato, tra dettagli moderni e richiami al passato
Siamo a Milano, in una zona semi centrale. L’architetta Mariapaola Mauri, per esigenze di spazio, è andata a vivere nella casa che fino a quel momento era abitata dai genitori, trasferitisi altrove. Un appartamento del 1913 che ancora conservava alcuni dettagli dell’epoca, tra cui, per esempio, il parquet a pavimento.
La progettista è intervenuta con un lavoro di restyling a partire da precise scelte cromatiche e da una forte personalizzazione, pur riuscendo a rimanere fedele al passato grazie a particolari vintage e ad arredi recuperati in vecchi cantieri, nei mercatini, in strada o nella cantina di famiglia.
Il risultato è una casa calda, accogliente, colorata, ricca di stampe (di cui molte storiche) e di fotografie.
La progettista è intervenuta con un lavoro di restyling a partire da precise scelte cromatiche e da una forte personalizzazione, pur riuscendo a rimanere fedele al passato grazie a particolari vintage e ad arredi recuperati in vecchi cantieri, nei mercatini, in strada o nella cantina di famiglia.
Il risultato è una casa calda, accogliente, colorata, ricca di stampe (di cui molte storiche) e di fotografie.
L’ingresso dell’abitazione è di fronte alla sedia che vediamo nella foto e che – come è stato per molti oggetti presenti nell’appartamento – è stata recuperata in un vecchio cantiere in cui lavorava Mariapaola. Sulla sinistra si accede alla cucina, il corridoio porta alle camere, la porta in fondo è riferita al ripostiglio. A destra dell’immagine c’è invece il soggiorno.
«Non sono intervenuta sulle porte, le ho mantenute e sistemate. Ho solo sostituito la porta del ripostiglio poiché, dal momento che non filtrava la luce, l’ho preferita cieca».
La fascia in contrasto che caratterizza il pavimento dell’ingresso risale agli anni ‘80. «Inizialmente non ero sicura di volerla tenere, ma non trovavo un’idea che mi convincesse. Dopo varie ipotesi, ho scelto di farla opacizzare. Abbiamo pulito tutte le fughe che, ormai, erano quasi tutte nere. Il risultato mi piace!».
Il parquet in corridoio è stato posato negli anni ‘80, a lisca di pesce, fascia e bindello; è in legno lamellare finito con vernice opaca all’acqua ed è stato schiarito e attualizzato.
«Non sono intervenuta sulle porte, le ho mantenute e sistemate. Ho solo sostituito la porta del ripostiglio poiché, dal momento che non filtrava la luce, l’ho preferita cieca».
La fascia in contrasto che caratterizza il pavimento dell’ingresso risale agli anni ‘80. «Inizialmente non ero sicura di volerla tenere, ma non trovavo un’idea che mi convincesse. Dopo varie ipotesi, ho scelto di farla opacizzare. Abbiamo pulito tutte le fughe che, ormai, erano quasi tutte nere. Il risultato mi piace!».
Il parquet in corridoio è stato posato negli anni ‘80, a lisca di pesce, fascia e bindello; è in legno lamellare finito con vernice opaca all’acqua ed è stato schiarito e attualizzato.
Cucina: Dada
La cucina, un modello del 2000, è stata smontata dall’architetta che ha posizionato diversamente i moduli. «Inoltre, ho colorato il mobile sotto la finestra: ho scelto la tonalità color mastice che riprende la zoccolatura e ho sostituito le maniglie con dei pomelli in ottone per renderla più grintosa. Ho spostato il frigorifero e l’ho posizionato in una nicchia. Ho scelto di far lucidare le marmette di graniglia a pavimento: sono state posate grezze oltre vent’anni fa, non ho voluto sostituirle».
Trova un architetto vicino a te per la ristrutturazione del tuo appartamento
La cucina, un modello del 2000, è stata smontata dall’architetta che ha posizionato diversamente i moduli. «Inoltre, ho colorato il mobile sotto la finestra: ho scelto la tonalità color mastice che riprende la zoccolatura e ho sostituito le maniglie con dei pomelli in ottone per renderla più grintosa. Ho spostato il frigorifero e l’ho posizionato in una nicchia. Ho scelto di far lucidare le marmette di graniglia a pavimento: sono state posate grezze oltre vent’anni fa, non ho voluto sostituirle».
Trova un architetto vicino a te per la ristrutturazione del tuo appartamento
Il tavolo è di recupero, e così le sedie. Prima c’era un controsoffitto con faretti a led che illuminavano il soffitto, l’architetta ha scelto di sostituirli: «Ho eliminato l’abbassamento, recuperato un cappello della lampada Costanza e realizzato questa soluzione».
L’immagine mostra la panchetta posizionata in cucina, a fianco del frigorifero. Il colore della parete riprende la tonalità con cui è stato dipinto il mobile sotto la finestra. «L’ho recuperata sempre nel vecchio cantiere, sembra sia di Gio Ponti».
Cerca ispirazione fra le foto di case e interni! Puoi scegliere colore, dimensione, luogo e budget dei progetti che vuoi scoprire.
Cerca ispirazione fra le foto di case e interni! Puoi scegliere colore, dimensione, luogo e budget dei progetti che vuoi scoprire.
La stoffa del divano blu e del pouff è di Romo; il tavolino è di Atipico e si chiama Orbital ed è disegnato da una coppia di designer argentini, amici di lunga data dell’architetta: Cecilia Suarez e Julian Pastorino
In soggiorno, la parete è stata dipinta a mano. Il divano era rosso, ma è stato rivestito con una stoffa color blu che richiama le tonalità del muro. La stessa è stata scelta anche per rivestire il pouff.
La lampada a destra è vintage, degli anni ‘50. A lato, c’è la libreria Ptolomeo. Il quadro a sinistra, invece, apparteneva alla bisnonna.
La nicchia a sinistra dell’immagine c’era già ed è stata mantenuta. Il mobile sul quale poggia la TV è stato disegnato dall’architetta vent’anni fa: è su ruote, il cassettone è bianco laccato mentre il piano è in noce. Sopra il divanetto giallo c’è invece una lampada degli anni ‘70, la Pistillo di Studio Tetrarch per Valenti Luce, 1969, ora rieditata da SP Light.
Un dettaglio: lo split, è in alto della foto a destra, è stato dipinto del medesimo colore della parete.
Tutti i serramenti lato strada sono stati sostituiti, l’architetta li ha disegnati e, così, è stato necessario anche adattare gli scuri: «Con il falegname abbiamo deciso proporzioni, modanatura dei profili, spessori, larghezza della mostrina centrale, profilo dei fermavetri, cerniere, maniglie».
In soggiorno, la parete è stata dipinta a mano. Il divano era rosso, ma è stato rivestito con una stoffa color blu che richiama le tonalità del muro. La stessa è stata scelta anche per rivestire il pouff.
La lampada a destra è vintage, degli anni ‘50. A lato, c’è la libreria Ptolomeo. Il quadro a sinistra, invece, apparteneva alla bisnonna.
La nicchia a sinistra dell’immagine c’era già ed è stata mantenuta. Il mobile sul quale poggia la TV è stato disegnato dall’architetta vent’anni fa: è su ruote, il cassettone è bianco laccato mentre il piano è in noce. Sopra il divanetto giallo c’è invece una lampada degli anni ‘70, la Pistillo di Studio Tetrarch per Valenti Luce, 1969, ora rieditata da SP Light.
Un dettaglio: lo split, è in alto della foto a destra, è stato dipinto del medesimo colore della parete.
Tutti i serramenti lato strada sono stati sostituiti, l’architetta li ha disegnati e, così, è stato necessario anche adattare gli scuri: «Con il falegname abbiamo deciso proporzioni, modanatura dei profili, spessori, larghezza della mostrina centrale, profilo dei fermavetri, cerniere, maniglie».
L’architetta è appassionata di fotografia. In soggiorno sono state appese due foto del Reichstag di Berlino (le vediamo nell’immagine); mentre sopra la TV c’è una foto di due ragazzi fuori dal Liceo Parini di Milano, acquistata ad una mostra.
Hai bisogno di un professionista per il tuo progetto "ristrutturazione appartamento"?
Troviamo i professionisti più adatti a te
Troviamo i professionisti più adatti a te
Lo stesso ambiente comprende anche l’area dining.
Qui, le sedie sono stata recuperate in famiglia. Il piano del tavolo è in laminato e le lampade alle parete sono state recuperate al Mercatino di Novegro. Illumina invece il tavolo la lampada Tolomeo di Artemide, disegnata da Michele De Lucchi con Giancarlo Fassina nel 1987.
Le stampe a sinistra dell’immagine sono del pittore grafico Shout, pseudonimo di Alessandro Gottargo.
Un dettaglio raccontato dalla progettista: «Ho scelto di dipingere questo calorifero di nero per valorizzarlo».
Qui, le sedie sono stata recuperate in famiglia. Il piano del tavolo è in laminato e le lampade alle parete sono state recuperate al Mercatino di Novegro. Illumina invece il tavolo la lampada Tolomeo di Artemide, disegnata da Michele De Lucchi con Giancarlo Fassina nel 1987.
Le stampe a sinistra dell’immagine sono del pittore grafico Shout, pseudonimo di Alessandro Gottargo.
Un dettaglio raccontato dalla progettista: «Ho scelto di dipingere questo calorifero di nero per valorizzarlo».
Dal corridoio si accede allo studio e alle camere, matrimoniale e della figlia.
«Ho scelto di sostituire lo zoccolino, che prima era in legno di rovere, nel corridoio e anche in soggiorno. Ho optato per un modello alto, modanato, in poliuretano ad alta densità, e l’ho fatto dipingere a mano per dargli più importanza».
«Ho scelto di sostituire lo zoccolino, che prima era in legno di rovere, nel corridoio e anche in soggiorno. Ho optato per un modello alto, modanato, in poliuretano ad alta densità, e l’ho fatto dipingere a mano per dargli più importanza».
Carta da parati: Cole & Son.
Maniglie: Corno Scanalato di Bal Maniglie
Nello studio è stata applicata una carta da parati. La sedia è stata recuperata e sul tavolo è stata posizionata la lampada Costanza. La libreria incassata nella nicchia c’era già: «L’ho fatta riverniciare con il pennello perché amo vedere l’effetto della pennellatura e, poi, ho voluto far applicare dei profili in contrasto. Ho inoltre sostituito la maniglia, ho scelto un modello in ottone naturale».
«In generale, ho studiato molto i colori e i dettagli di quest’appartamento. Ho lavorato anche nel ricercare delle nuove placche interruttori che fossero però fedeli a tutto lo stile della casa, alcune avevano ancora le viti, tipiche degli anni ‘60, per cui non è stato semplice trovarle. In parte le ho prese su eBay, in particolare i modelli a 4 prese, e poi ho optato per una linea base che richiamasse lo stile vintage».
Maniglie: Corno Scanalato di Bal Maniglie
Nello studio è stata applicata una carta da parati. La sedia è stata recuperata e sul tavolo è stata posizionata la lampada Costanza. La libreria incassata nella nicchia c’era già: «L’ho fatta riverniciare con il pennello perché amo vedere l’effetto della pennellatura e, poi, ho voluto far applicare dei profili in contrasto. Ho inoltre sostituito la maniglia, ho scelto un modello in ottone naturale».
«In generale, ho studiato molto i colori e i dettagli di quest’appartamento. Ho lavorato anche nel ricercare delle nuove placche interruttori che fossero però fedeli a tutto lo stile della casa, alcune avevano ancora le viti, tipiche degli anni ‘60, per cui non è stato semplice trovarle. In parte le ho prese su eBay, in particolare i modelli a 4 prese, e poi ho optato per una linea base che richiamasse lo stile vintage».
Entriamo in camera da letto. «L’armadio è stato recuperato in cantina, è stato ridipinto e sono stati applicati dei profili in rilievo colorati per creare dei contrasti.
Il letto, in noce, è stato dipinto per riprendere quel colore mastice che era stato scelto anche per la cucina e che domina in tanti elementi».
Il letto, in noce, è stato dipinto per riprendere quel colore mastice che era stato scelto anche per la cucina e che domina in tanti elementi».
Carta da parati: Borås Tapeter
Un’altra foto della camera.
Vediamo a sinistra una vecchia sedia, recuperata in strada. Per la parete dietro il letto è stato scelto un rivestimento in carta da parati.
Un’altra foto della camera.
Vediamo a sinistra una vecchia sedia, recuperata in strada. Per la parete dietro il letto è stato scelto un rivestimento in carta da parati.
Lampada: Elmetto di Martinelli Luce; entrambi i comodini sono stati recuperati
Dalla camera matrimoniale si intravede il bagno. Sulla sinistra il calorifero, nuovamente ridipinto, e una stampa vintage.
Tappezzeria: Pip Studio
La foto mostra la cameretta.
Il letto è stato recuperato da uno dei vecchi cantieri seguiti dalla progettista; lo specchio è antico, mentre il quadro sul comodino è un ritratto del nonno.
La foto mostra la cameretta.
Il letto è stato recuperato da uno dei vecchi cantieri seguiti dalla progettista; lo specchio è antico, mentre il quadro sul comodino è un ritratto del nonno.
Pavimenti a esagono: modello Firenze di FAP Ceramiche; rivestimenti: Set Gem di Ceramica Sant’Agostino; lampada a soffitto in ceramica e vetro acquistata su Zangra.com modello light.o.067.w; Lavabi: Green 60 di Catalano; rubinetti: Milo di Cea Design; mobile: Portobello di Maisons du Monde
Per il piano è stato scelto Polarstone, un tipo di solid surface; «Abbiamo scelto un “marmo tecnico”, un agglomerato di quarzo più resistente – perché addizionato con una precisa resina – rispetto a un classico marmo di Carrara. Una scelta resa necessaria anche perché avevo optato per un doppio lavandino a semi incasso che, per posizionarlo, richiedeva la realizzazione di diversi fori. Il risultato finale è stato assemblato dal mio falegname di fiducia».
Stanca di pulire box doccia in vetro, l’architetta ha preferito la tenda.
«Le piastrelle vogliono ricordare lo stile di Piero Portaluppi; per la loro disposizione mi sono ispirata al negozio Olivetti di Venezia.
Come faccio nei miei cantieri, ho voluto far rivestire la parete di cartongesso da dove terminano le piastrelle alla fine del muro per evitare quel fastidioso gradino che di norma solitamente si crea. Non è bello a vedersi e vi si annida facilmente la polvere».
Per il piano è stato scelto Polarstone, un tipo di solid surface; «Abbiamo scelto un “marmo tecnico”, un agglomerato di quarzo più resistente – perché addizionato con una precisa resina – rispetto a un classico marmo di Carrara. Una scelta resa necessaria anche perché avevo optato per un doppio lavandino a semi incasso che, per posizionarlo, richiedeva la realizzazione di diversi fori. Il risultato finale è stato assemblato dal mio falegname di fiducia».
Stanca di pulire box doccia in vetro, l’architetta ha preferito la tenda.
«Le piastrelle vogliono ricordare lo stile di Piero Portaluppi; per la loro disposizione mi sono ispirata al negozio Olivetti di Venezia.
Come faccio nei miei cantieri, ho voluto far rivestire la parete di cartongesso da dove terminano le piastrelle alla fine del muro per evitare quel fastidioso gradino che di norma solitamente si crea. Non è bello a vedersi e vi si annida facilmente la polvere».
Lavabo: Flaminia; rubinetto: Volante di Neve Rubinetterie; vaso con bidet integrato
La foto mostra il secondo bagno. Il tavolo sul quale poggia il lavabo è di famiglia; anche qui è stato scelto un piano in marmo tecnico, nonostante non fosse una necessità particolare dal momento che il lavabo è appoggiato e non incassato.
Il bagno è diviso al centro da una porta scorrevole (nell’immagine è aperta). Sulla sinistra è possibile intravedere un mobiletto in ferro, usato per appoggiare detersivi.
Ti è piaciuta questa casa? Lascia un commento qui sotto e salva le foto più belle in un Ideabook!
La foto mostra il secondo bagno. Il tavolo sul quale poggia il lavabo è di famiglia; anche qui è stato scelto un piano in marmo tecnico, nonostante non fosse una necessità particolare dal momento che il lavabo è appoggiato e non incassato.
Il bagno è diviso al centro da una porta scorrevole (nell’immagine è aperta). Sulla sinistra è possibile intravedere un mobiletto in ferro, usato per appoggiare detersivi.
Ti è piaciuta questa casa? Lascia un commento qui sotto e salva le foto più belle in un Ideabook!
Chi ci abita: L’architetta Mariapaola Mauri con figlia e marito
Dove: Milano
Anno di ristrutturazione: 2019
Architetto: A di Architettura
Superficie: 120 m²
Costo: 50.000 euro, di cui 5.600 euro per realizzare ex novo i serramenti e 3.000 euro per sistemare e restaurare le porte interne (per esempio la porta della cucina è stata recuperata e trasformata in anta scorrevole interna).
Siamo a Milano, in una casa in stile Liberty del 1913. Qui, fino a qualche anno fa, abitavano i genitori dell’architetta Mariapaola Mauri. Quando la progettista ha avuto la necessità di cercare un’abitazione più grande che avesse una seconda camera da letto, loro si sono offerti di lasciarla a lei e di trasferirsi in un’abitazione più piccola. «Sono intervenuta con un restyling per rendere l’appartamento più in linea con i miei gusti e il mio stile. Non ho cambiato la disposizione delle stanze, ma è stato necessario rifare i bagni poiché ormai avevano più di vent’anni e volevo renderli anche più funzionali», racconta.