La Passiflora è Difficile da Coltivare?
La risposta è “sì e no”. È la tipica pianta che se piantata bene fiorirà anno dopo anno con pochissime cure
All’atto di acquisto di una passiflora si è sempre un po’ titubanti, a meno di non essere dei conoscitori del genere. Il fiore insolito, teatrale e dall’aspetto tropicaleggiante, unito al nome suggestivo e all’idea dei frutti utilizzati nelle bibite esotiche, mette un po’ d’ansia: «Sarò o no in grado di prendermi cura di questa bellissima pianta?» è il primo pensiero.
La risposta è che bisogna almeno provare a coltivare la passiflora, soprattutto se vi piace, anche se i primi risultati potrebbero non essere quelli sperati. Le passiflore impiegano un po’ ad assestarsi e, se collocate nella posizione sbagliata, non c’è verso di farle crescere. Un falso mito è che siano piante da serra, la maggior parte sono abbastanza rustiche per l’Italia, dove vivono benissimo al Sud e nelle zone della Riviera. La loro rusticità varia a seconda di specie e cultivar, perciò un po’ bisogna conoscerle, tuttavia vivono bene anche in zone fredde, di solito basta eliminare la parte aerea in inverno per consentire una ricrescita primaverile.
La risposta è che bisogna almeno provare a coltivare la passiflora, soprattutto se vi piace, anche se i primi risultati potrebbero non essere quelli sperati. Le passiflore impiegano un po’ ad assestarsi e, se collocate nella posizione sbagliata, non c’è verso di farle crescere. Un falso mito è che siano piante da serra, la maggior parte sono abbastanza rustiche per l’Italia, dove vivono benissimo al Sud e nelle zone della Riviera. La loro rusticità varia a seconda di specie e cultivar, perciò un po’ bisogna conoscerle, tuttavia vivono bene anche in zone fredde, di solito basta eliminare la parte aerea in inverno per consentire una ricrescita primaverile.
Come coltivare la Passiflora
La Passiflora conta centinaia di specie, un numero ancora non ben precisato dai botanici, ma la più nota e coltivata in Italia è la comune Passiflora caerulea (in foto), che una volta affrancata non chiede nulla, neanche irrigazioni estive in periodi di siccità. La resistenza di questa pianta in terreni poveri è ammirevole, ma gli ibridi da giardino, spesso a grandi fiori, abbisognano di cure in più.
Il terreno deve essere molto sciolto, un po’ sabbioso. Terricci pesanti, torbosi o argillosi, non sono adatti alle passiflore e devono essere ammendati con sabbia o altro materiale inerte di drenaggio. Va aggiunto un po’ di compost, o un po’ di concime organo-minerale, all’atto di impianto e terriccio soffice come lo sfatticcio di foglie. Fatta questa operazione, la pianta avrà bisogno solo di annaffiature per i primi anni e occasionali concimazioni.
La Passiflora conta centinaia di specie, un numero ancora non ben precisato dai botanici, ma la più nota e coltivata in Italia è la comune Passiflora caerulea (in foto), che una volta affrancata non chiede nulla, neanche irrigazioni estive in periodi di siccità. La resistenza di questa pianta in terreni poveri è ammirevole, ma gli ibridi da giardino, spesso a grandi fiori, abbisognano di cure in più.
Il terreno deve essere molto sciolto, un po’ sabbioso. Terricci pesanti, torbosi o argillosi, non sono adatti alle passiflore e devono essere ammendati con sabbia o altro materiale inerte di drenaggio. Va aggiunto un po’ di compost, o un po’ di concime organo-minerale, all’atto di impianto e terriccio soffice come lo sfatticcio di foglie. Fatta questa operazione, la pianta avrà bisogno solo di annaffiature per i primi anni e occasionali concimazioni.
Vaso sì, vaso no
La passiflora è una pianta che in piena terra rischia di diventare invadente ed è molto coltivata anche in vaso. Anzi, per molti giardinieri la coltivazione in vaso è anche più indicata, perché il contenimento delle radici aumenterebbe la produzione di fiori.
È preferibile usare vasi di terracotta per favorire la traspirazione, poiché le passiflore non tollerano ristagni, ma anche quelli in plastica o resina vanno bene, purché il drenaggio sia impeccabile. La posizione può essere in pieno sole, o con sole diretto metà giornata, ma non in ombra: la pianta prospererebbe comunque, ma non produrrebbe che pochi fiori.
Soprattutto in vaso, su balconi e terrazze, è bene evitare spifferi, correnti d’aria, esposizioni ventose, sia calde che fredde.
In vaso l’irrigazione deve essere regolare, lasciando asciugare il terreno.
La passiflora è una pianta che in piena terra rischia di diventare invadente ed è molto coltivata anche in vaso. Anzi, per molti giardinieri la coltivazione in vaso è anche più indicata, perché il contenimento delle radici aumenterebbe la produzione di fiori.
È preferibile usare vasi di terracotta per favorire la traspirazione, poiché le passiflore non tollerano ristagni, ma anche quelli in plastica o resina vanno bene, purché il drenaggio sia impeccabile. La posizione può essere in pieno sole, o con sole diretto metà giornata, ma non in ombra: la pianta prospererebbe comunque, ma non produrrebbe che pochi fiori.
Soprattutto in vaso, su balconi e terrazze, è bene evitare spifferi, correnti d’aria, esposizioni ventose, sia calde che fredde.
In vaso l’irrigazione deve essere regolare, lasciando asciugare il terreno.
Rusticità
Che le passiflore siano piante delle zone tropicali e subtropicali non vuol dire che non si adattino per nulla al clima italiano, anche quello un po’ fresco.
Anzi, la passiflora sorprende sempre più spesso per la sua rusticità e capacità di acclimatarsi.
Tuttavia alcune specie o ibridi sono davvero più delicati di altri e bisogna proteggerli in inverno. Si può usare il TNT, un tessuto protettivo, o altri metodi di protezione contro il freddo per le piante, ma il sistema più comodo è semplicemente tagliare basso all’inizio dell’inverno, coprire con TNT, paglia o campana, far svernare la pianta e attendere la ricrescita primaverile.
Alla ripresa primaverile la pianta sarà in grado di formare molto velocemente uno schermo verde: non bisogna trascurare il fatto che è una vera rampicante, cioè possiede viticci con cui si lega ai supporti e ai muri.
Che le passiflore siano piante delle zone tropicali e subtropicali non vuol dire che non si adattino per nulla al clima italiano, anche quello un po’ fresco.
Anzi, la passiflora sorprende sempre più spesso per la sua rusticità e capacità di acclimatarsi.
Tuttavia alcune specie o ibridi sono davvero più delicati di altri e bisogna proteggerli in inverno. Si può usare il TNT, un tessuto protettivo, o altri metodi di protezione contro il freddo per le piante, ma il sistema più comodo è semplicemente tagliare basso all’inizio dell’inverno, coprire con TNT, paglia o campana, far svernare la pianta e attendere la ricrescita primaverile.
Alla ripresa primaverile la pianta sarà in grado di formare molto velocemente uno schermo verde: non bisogna trascurare il fatto che è una vera rampicante, cioè possiede viticci con cui si lega ai supporti e ai muri.
Passiflore da mangiare
Sono molti gli ibridi con buoni frutti, ma anche quelli con frutti dal sapore sgradevole. Questo produce confusione, il primo pensiero che viene è che si sia coltivata male la pianta, sbagliando la concimazione o la scelta del terriccio. In realtà la gradevolezza dei frutti delle varie specie di passiflora è variabile, ma sostanzialmente per il consumo si usa la Passiflora edulis, che è la famosa “passion fruit” che troviamo in succhi, cocktail, creme, confetture e dolci. Quindi il gusto non è direttamente correlato a errori di coltivazione, ma legato alla genetica della pianta.
Sono molti gli ibridi con buoni frutti, ma anche quelli con frutti dal sapore sgradevole. Questo produce confusione, il primo pensiero che viene è che si sia coltivata male la pianta, sbagliando la concimazione o la scelta del terriccio. In realtà la gradevolezza dei frutti delle varie specie di passiflora è variabile, ma sostanzialmente per il consumo si usa la Passiflora edulis, che è la famosa “passion fruit” che troviamo in succhi, cocktail, creme, confetture e dolci. Quindi il gusto non è direttamente correlato a errori di coltivazione, ma legato alla genetica della pianta.
Concimare e potare
In realtà sono due operazioni che si possono fare sporadicamente, specie la potatura, che serve solo a contenere l’esuberanza della pianta.
La concimazione può essere occasionale, soprattutto per piante un po’ defilate, difficili da raggiungere o lasciate inselvatichire.
Se invece coltivate in vaso e ottenere fiori è il vostro obiettivo, concimate con un granulare in inverno (fine inverno in zone fredde) e proseguite fino al rialzo delle temperature, poi passate al concime liquido per piante fiorite, e proseguite per tutta la stagione di fioritura, che di solito abbraccia tutta l’estate fino all’autunno. Lasciate poi andare in riposo la pianta, specie se vivete in zone fredde.
In realtà sono due operazioni che si possono fare sporadicamente, specie la potatura, che serve solo a contenere l’esuberanza della pianta.
La concimazione può essere occasionale, soprattutto per piante un po’ defilate, difficili da raggiungere o lasciate inselvatichire.
Se invece coltivate in vaso e ottenere fiori è il vostro obiettivo, concimate con un granulare in inverno (fine inverno in zone fredde) e proseguite fino al rialzo delle temperature, poi passate al concime liquido per piante fiorite, e proseguite per tutta la stagione di fioritura, che di solito abbraccia tutta l’estate fino all’autunno. Lasciate poi andare in riposo la pianta, specie se vivete in zone fredde.
Cosa ne pensi? Sei un appassionato di Passiflora? Quali sono le tue specie preferite e come te ne prendi cura?
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Insomma, la si ama o la si odia. A volte a tutto ciò si aggiunge un’insicurezza sulla coltivazione, perché le passiflore sono quel tipo di pianta che ha bisogno di giuste condizioni: se le trova è in grado di far tutto da sola, ma se non le trova non c’è verso neanche di farla partire. Questo le ha guadagnato una ingiustificata fama di “pianta difficile”.
In verità moltissime passiflore crescono inselvatichite nelle campagne, specie al Sud Italia, dove le miti minime invernali consentono alla pianta uno sviluppo rigoglioso.