Le Case di Houzz
La Casa Degli Amanti dei Pezzi di Design Ha un Salotto Speciale
Si chiama "Casa Gioia", è dominata da colori caldi e da pareti bianche per valorizzare oggettistica e dettagli d'arredo
Siamo a Roma, lungo il Tevere. Qui una famiglia ha acquistato una casa caratterizzata da una grande stanza che, prima dei lavori, era utilizzata quale zona notte, sfruttando poco la vista sul fiume.
La committenza si è affidata alla professionalità dello studio di architettura romano L2 Architettura Studio che ha rivisto la distribuzione degli ambienti.
Prima di intervenire, però, è stato necessario orientarsi tra i tanti oggetti di design che la proprietà possedeva e capire quali fossero i mobili e i dettagli di famiglia che volevano posizionare nella nuova abitazione: dal divano di Mario Bellini al paravento in edizione limitata di Giacomo Balla, dal baule dei ricordi fino al tavolo da sacrestia.
Gli architetti hanno prima studiato arredi e accessori e, poi, hanno iniziato i lavori organizzando gli ambienti e ottimizzando, soprattutto nella zona notte, gli spazi a disposizione.
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La committenza si è affidata alla professionalità dello studio di architettura romano L2 Architettura Studio che ha rivisto la distribuzione degli ambienti.
Prima di intervenire, però, è stato necessario orientarsi tra i tanti oggetti di design che la proprietà possedeva e capire quali fossero i mobili e i dettagli di famiglia che volevano posizionare nella nuova abitazione: dal divano di Mario Bellini al paravento in edizione limitata di Giacomo Balla, dal baule dei ricordi fino al tavolo da sacrestia.
Gli architetti hanno prima studiato arredi e accessori e, poi, hanno iniziato i lavori organizzando gli ambienti e ottimizzando, soprattutto nella zona notte, gli spazi a disposizione.
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Divano Le bambole, disegnato da Mario Bellini, negli anni ‘60, per B&B Italia; paravento di Giacomo Balla, prodotto negli anni ‘70 dall’azienda Simon International, acquistata nel 2013 da Cassina
Al centro del soggiorno sono stati posizionati due divani. Uno, nero, era della famiglia; l’altro invece è stato scelto dagli architetti. «Abbiamo voluto un modello semplice, con uno schienale basso, dritto, verticale che accompagnasse il passaggio; dietro ci sono la libreria e un corridoio. Desideravamo un ambiente neutro, caldo, questo il motivo per cui c’è tanto legno».
Il parquet è in rovere naturale trattato con vernice trasparente opaca e definito da doghe grandi a correre.
La parete di fondo è stata lasciata libera, potrà servire per delle proiezioni o anche per realizzare una terza stanza, come spiegato più avanti. «Di conseguenza la libreria è stata posizionata a sinistra. Lì, al centro, (vedremo nelle immagini successive) è stato creato un vano che porta alla zona notte. Questa scelta è anche funzionale: se un domani la proprietà dovesse realizzare la stanza in più, le predisposizioni vi sono, l’ultimo modulo della libreria rimarrebbe dentro al nuovo ambiente e non sarebbe necessario alcun intervento strutturale».
Sullo sfondo, davanti alla parete libera, è stato posizionato un tavolo da sacrestia. A lato, un paravento: «La committenza ha una grande passione per questi dettagli e anche per i quadri».
Il grande tavolo è illuminato da una lampada con braccio lungo e flessibile; anche la testa ruota così da poter illuminare sia l’angolo lettura che la zona dei divani.
Al centro del soggiorno sono stati posizionati due divani. Uno, nero, era della famiglia; l’altro invece è stato scelto dagli architetti. «Abbiamo voluto un modello semplice, con uno schienale basso, dritto, verticale che accompagnasse il passaggio; dietro ci sono la libreria e un corridoio. Desideravamo un ambiente neutro, caldo, questo il motivo per cui c’è tanto legno».
Il parquet è in rovere naturale trattato con vernice trasparente opaca e definito da doghe grandi a correre.
La parete di fondo è stata lasciata libera, potrà servire per delle proiezioni o anche per realizzare una terza stanza, come spiegato più avanti. «Di conseguenza la libreria è stata posizionata a sinistra. Lì, al centro, (vedremo nelle immagini successive) è stato creato un vano che porta alla zona notte. Questa scelta è anche funzionale: se un domani la proprietà dovesse realizzare la stanza in più, le predisposizioni vi sono, l’ultimo modulo della libreria rimarrebbe dentro al nuovo ambiente e non sarebbe necessario alcun intervento strutturale».
Sullo sfondo, davanti alla parete libera, è stato posizionato un tavolo da sacrestia. A lato, un paravento: «La committenza ha una grande passione per questi dettagli e anche per i quadri».
Il grande tavolo è illuminato da una lampada con braccio lungo e flessibile; anche la testa ruota così da poter illuminare sia l’angolo lettura che la zona dei divani.
La libreria è stata realizzata dagli architetti: «Vi sono montanti verticali equidistanti che creano le colonne; i ripiani sono a vista, è possibile spostarli, più in alto o più in basso. I committenti diversi oggetti con altezze differenti per cui abbiamo studiato questa soluzione».
In primo piano vediamo il tavolo in cristallo posizionato di fronte alla cucina.
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In primo piano vediamo il tavolo in cristallo posizionato di fronte alla cucina.
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L’open space ha una metratura di 53 m². La foto mostra, davanti al tavolo in cristallo della cucina, un antico mobile bar in radica, sempre di proprietà della famiglia.
Sullo sfondo c’è un quadro: «È stato dipinto dall’architetto Massimo Bernabó, l’abbiamo proposto noi alla committenza, ci piaceva la macchia blu in contrasto con i colori caldi dell’ambiente».
La parete a lato del divano bianco, che rimane a destra della porta d’ingresso, è una soluzione divisoria con una finestra centrale: «È stata realizzata nella stessa essenza del parquet e nasce per mettere in comunicazione cucina e soggiorno, consentendo però di non vedere nulla una volta aperta la porta di casa».
Sullo sfondo c’è un quadro: «È stato dipinto dall’architetto Massimo Bernabó, l’abbiamo proposto noi alla committenza, ci piaceva la macchia blu in contrasto con i colori caldi dell’ambiente».
La parete a lato del divano bianco, che rimane a destra della porta d’ingresso, è una soluzione divisoria con una finestra centrale: «È stata realizzata nella stessa essenza del parquet e nasce per mettere in comunicazione cucina e soggiorno, consentendo però di non vedere nulla una volta aperta la porta di casa».
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Cucina Valdesign, modello Logica L0; mensole Desalto, modello Hang
La pavimentazione della cucina è diversa, non è in parquet. «In origine l’appartamento aveva cementine di tre colori, posizionate così da creare dei disegni. Qui prevalevano i beige. Noi abbiamo scelto di recuperare tutte le cementine nere della casa e di posizionarle in cucina, abbiamo voluto una posa casuale sia per costruire una sorta di tappeto originale sia per portare carattere in questo ambiente».
La cucina è bianca laccata con zoccolo in alluminio, il top é in quarzo, effetto cemento. Al posto dei pensili, sono state preferite delle mensole in alluminio. Sopra ai fuochi una scatola in cartongesso ha permesso di nascondere la cappa.
La penisola è stata realizzata dal fabbro e poggia su una cassettiera da una parte, e, dall’altra, su un portabottiglie e portaspezie: «Abbiamo optato per questo elemento verticale, in ferro, verniciato di bianco, per rendere più particolare l’ambiente».
La pavimentazione della cucina è diversa, non è in parquet. «In origine l’appartamento aveva cementine di tre colori, posizionate così da creare dei disegni. Qui prevalevano i beige. Noi abbiamo scelto di recuperare tutte le cementine nere della casa e di posizionarle in cucina, abbiamo voluto una posa casuale sia per costruire una sorta di tappeto originale sia per portare carattere in questo ambiente».
La cucina è bianca laccata con zoccolo in alluminio, il top é in quarzo, effetto cemento. Al posto dei pensili, sono state preferite delle mensole in alluminio. Sopra ai fuochi una scatola in cartongesso ha permesso di nascondere la cappa.
La penisola è stata realizzata dal fabbro e poggia su una cassettiera da una parte, e, dall’altra, su un portabottiglie e portaspezie: «Abbiamo optato per questo elemento verticale, in ferro, verniciato di bianco, per rendere più particolare l’ambiente».
I mobili realizzati intorno alla finestra contengono, a destra, frigorifero e freezer; mentre gli altri diventano una pratica dispensa. Questa soluzione ha permesso di ottimizzare al meglio l’angolo della cucina.
La colonna all’estrema sinistra è accessibile dal lato del soggiorno, contiene scope e altri oggetti per la pulizia della casa.
La colonna all’estrema sinistra è accessibile dal lato del soggiorno, contiene scope e altri oggetti per la pulizia della casa.
Sedia a dondolo Eames RAR di Vitra
Dal vano ricavato nella libreria si accede alle camere da letto. La foto mostra la stanza matrimoniale.
La madia è stata realizzata da un falegname. «Cercavamo una soluzione che non fosse invasiva e non ostacolasse il passaggio ai piedi del letto». È realizzata in rovere naturale, laccata di bianco.
Di fianco alla finestra c’è la colonna delle canne fumarie, perché qui prima dei lavori era posizionata la cucina: «Abbiamo chiesto al vicino del piano sotto se anche lui utilizzasse ancora la canna fumaria o se, avendo ristrutturato, non la utilizzasse più. Una volta verificato che non la utilizzasse più, l’abbiamo ridotta in modo che occupasse meno spazio e qui abbiamo posizionato l’armadio.
Conservare comunque 3 delle 5 canne fumarie esistenti in origine lascia la possibilità agli appartamenti sottostanti di ripristinare la posizione originale della cappa per la cucina; inoltre le canne fumarie erano all’epoca dei condotti realizzati interamente in muratura di mattoni pieni per cui anche se non avevano una funzione strutturale dopo quasi un secolo avevano assunto una funzione “collaborante” con la muratura portante, per cui abbiamo ritenuto cautelativo conservarne buona parte a sostegno del lastrico solare praticabile dell’edificio».
Dal vano ricavato nella libreria si accede alle camere da letto. La foto mostra la stanza matrimoniale.
La madia è stata realizzata da un falegname. «Cercavamo una soluzione che non fosse invasiva e non ostacolasse il passaggio ai piedi del letto». È realizzata in rovere naturale, laccata di bianco.
Di fianco alla finestra c’è la colonna delle canne fumarie, perché qui prima dei lavori era posizionata la cucina: «Abbiamo chiesto al vicino del piano sotto se anche lui utilizzasse ancora la canna fumaria o se, avendo ristrutturato, non la utilizzasse più. Una volta verificato che non la utilizzasse più, l’abbiamo ridotta in modo che occupasse meno spazio e qui abbiamo posizionato l’armadio.
Conservare comunque 3 delle 5 canne fumarie esistenti in origine lascia la possibilità agli appartamenti sottostanti di ripristinare la posizione originale della cappa per la cucina; inoltre le canne fumarie erano all’epoca dei condotti realizzati interamente in muratura di mattoni pieni per cui anche se non avevano una funzione strutturale dopo quasi un secolo avevano assunto una funzione “collaborante” con la muratura portante, per cui abbiamo ritenuto cautelativo conservarne buona parte a sostegno del lastrico solare praticabile dell’edificio».
La stanza matrimoniale misura 12 m². L’applique rosse diventano il dettaglio colorato in questa stanza total white. Per i comodini, sono stati recuperati dei vecchi sgabelli pieghevoli di proprietà della famiglia che fossero il meno invasivi possibile.
Questo bagno, che prima della ristrutturazione non c’era, è cieco.
«Casa Gioia è all’ultimo piano dell’edificio, all’epoca questo era l’unico piano del palazzo che aveva due appartamenti anziché tre, per cui salendo le scale comuni la porta di fronte era libera. In origine, quando è stato progettato, la porta d’ingresso è dove l’abbiamo posizionata ora, ma negli anni passati era già stata fatta una ristrutturazione e la porta era dove ora c’è il lavandino di questo bagno».
La zona giorno era dov’è ora la zona notte.
Adiacente a questo, c’è il bagno della camera matrimoniale. «Abbiamo scelto il bianco proprio perché è una stanza senza finestre. Abbiamo però voluto aggiungere, all’estremità della parete delle vasca, un inserto in vetro satinato per filtrare la luce dal secondo bagno».
Il rivestimento è bianco, sono mattonelle 10x30: «Abbiamo scelto di portarle fino al soffitto, essendo il bagno dei bambini».
«Casa Gioia è all’ultimo piano dell’edificio, all’epoca questo era l’unico piano del palazzo che aveva due appartamenti anziché tre, per cui salendo le scale comuni la porta di fronte era libera. In origine, quando è stato progettato, la porta d’ingresso è dove l’abbiamo posizionata ora, ma negli anni passati era già stata fatta una ristrutturazione e la porta era dove ora c’è il lavandino di questo bagno».
La zona giorno era dov’è ora la zona notte.
Adiacente a questo, c’è il bagno della camera matrimoniale. «Abbiamo scelto il bianco proprio perché è una stanza senza finestre. Abbiamo però voluto aggiungere, all’estremità della parete delle vasca, un inserto in vetro satinato per filtrare la luce dal secondo bagno».
Il rivestimento è bianco, sono mattonelle 10x30: «Abbiamo scelto di portarle fino al soffitto, essendo il bagno dei bambini».
In foto, il bagno al quale si accede dalla stanza da letto matrimoniale. Di fronte al lavandino, rivestito in resina, è stata posizionata la doccia.
Tocca te! Ti piace questo progetto? Raccontaci cosa ne pensi nei Commenti qui Sotto!
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Progetto: ristrutturazione completa di “Casa Gioia”, al quinto e ultimo piano di un palazzo costruito tra il 1910 e il 1925
Anno di ristrutturazione: 2010
Superficie: L2 Architettura Studio
Dove: Roma, quartiere Testaccio
Architetto: circa 92 m²
Budget: 100mila euro
Siamo a Roma, quartiere Testaccio, di fronte a Trastevere. Qui, nei primi anni del ’900, erano stati progettati immobili per le famiglie degli operai che lavoravano nelle fabbriche presenti in quest’area. Si tratta di edifici costruiti tra il 1910 e il 1925, con grandi cortili a uso delle famiglie e oggi corrispondenti a spazi verdi.
Casa Gioia è al quinto e ultimo piano di uno di questi palazzi; ha ampie finestre che affacciano sul lato del fiume, d’inverno è possibile vederlo scorrere mentre d’estate è parzialmente coperto dal verde degli alberi del lungotevere.
L’immagine mostra il grande open space all’ingresso. La porta d’entrata è sulla sinistra.
In primo piano il baule da viaggio appartenuto a un prozio, un tempo antiquario. «C’erano diversi mobili di proprietà della committenza, molti antichi e altri di design, ed è stato necessario capire prima quali fossero per studiare dove collocarli, soprattutto in questo ambiente generoso», spiegano i progettisti.