Architettura e design
Il Futuro del Design? Lo Raccontano 6 Giovani Talenti Italiani
Selezionati da Maison et Objet 2018, saranno questi designer i prossimi ambasciatori del progetto italiano?
Ogni anno Maison et Objet, la più importante fiera francese del design, seleziona la nuova generazione di talenti. Quest’anno gli emergenti scelti dai professionisti affermati del mondo del design sono tutti italiani: un gruppo di designer raffinati che sta dando forma a una nuova era del progetto italiano, mettendo in contatto passato e futuro, artigiani locali e nuove idee dirompenti. Abbiamo incontrato i sei giovani ambasciatori del design italiano che verrà i quali ci hanno raccontato – in esclusiva ad Houzz – cosa salvano del passato nazionale e cosa immaginano per il futuro del design.
Elettra - Mingardo
Vaso Elettra disegnato da Federica Biasi per la collezione Petite di Mingardo
La tua visione sul futuro del design: abbiamo assistito ad un ritorno all’Art déco in questi ultimi anni, ma questo trend sta già cambiando. Le forme tornano a semplificarsi e i colori ad addolcirsi. Il design dovrà adattarsi alla tecnologia circostante con forme semplici, attente alla funzione e non solo all’estetica.
La tua visione sul futuro del design: abbiamo assistito ad un ritorno all’Art déco in questi ultimi anni, ma questo trend sta già cambiando. Le forme tornano a semplificarsi e i colori ad addolcirsi. Il design dovrà adattarsi alla tecnologia circostante con forme semplici, attente alla funzione e non solo all’estetica.
Nome: Antonio Facco
Nato nel: 1991
Vive a: Milano
Ha studiato a: IED, Istituto Europeo di Design, Milano
Professione: designer
La tua idea di design: il mio studio ha un approccio multidisciplinare al processo creativo. Sviluppiamo proposte in diversi campi: l’interior, il prodotto, la grafica e la fotografia. Possiamo così proporre progetti diversificati ma coerenti, frutto della medesima ricerca. Sono convinto che oggi sia indispensabile non concepire più il prodotto come unico risultato del progetto, ma definirlo simultaneamente ad un universo multidisciplinare.
Il tuo maestro: Giulio Cappellini, architetto, designer, art director del brand Cappellini [e talent scout di giovani designer, ndr.]. Il giorno in cui presentavo il mio progetto di tesi, mi chiese personalmente di andare a lavorare con lui. Fu forse il giorno più bello della mia vita. Giulio mi ha fatto capire che cos’è la bellezza nella sua semplicità.
Nato nel: 1991
Vive a: Milano
Ha studiato a: IED, Istituto Europeo di Design, Milano
Professione: designer
La tua idea di design: il mio studio ha un approccio multidisciplinare al processo creativo. Sviluppiamo proposte in diversi campi: l’interior, il prodotto, la grafica e la fotografia. Possiamo così proporre progetti diversificati ma coerenti, frutto della medesima ricerca. Sono convinto che oggi sia indispensabile non concepire più il prodotto come unico risultato del progetto, ma definirlo simultaneamente ad un universo multidisciplinare.
Il tuo maestro: Giulio Cappellini, architetto, designer, art director del brand Cappellini [e talent scout di giovani designer, ndr.]. Il giorno in cui presentavo il mio progetto di tesi, mi chiese personalmente di andare a lavorare con lui. Fu forse il giorno più bello della mia vita. Giulio mi ha fatto capire che cos’è la bellezza nella sua semplicità.
Lampada Mondo disegnata da Antonio Facco per Oblure. Grazie alla sovrapposizione dei due schermi si può controllare la luminosità della luce
La tua visione sul futuro del design: spero che gli oggetti e gli spazi saranno sempre più in grado di facilitare il contatto tra essere umani. La tecnologia è un’opportunità in questo senso, non un fine.
La tua visione sul futuro del design: spero che gli oggetti e gli spazi saranno sempre più in grado di facilitare il contatto tra essere umani. La tecnologia è un’opportunità in questo senso, non un fine.
Nome: Marco Lavit Nicora
Nato nel:1986
Vive a: Parigi e Milano
Ha studiato a: Parigi e Melbourne
Professione: architetto e designer
La tua idea di design: ho una formazione d’architetto, i miei progetti si muovono su scale diverse, dal pezzo d’arredo alla progettazione architettonica. Quando disegno un oggetto penso più facilmente ad una cosa ad hoc, personalizzata e uncia come accade nei progetti di più ampia scala, come le abitazioni. Lavorare con una galleria di design come Nilufar, permette di sviluppare progetti unici, progetti che possono anche osare molto e uscire dalle logiche di tendenza e di mercato. Non amo il design che camuffa o cela al suo interno le parti meno riuscite o meno pulite. Il percorso progettuale deve tenere in considerazione la pulizia dell’oggetto nel suo insieme, l’assemblaggio, la bellezza ed il fascino dell’elemento composito. Questo secondo me è parte della bellezza di un prodotto.
Nato nel:1986
Vive a: Parigi e Milano
Ha studiato a: Parigi e Melbourne
Professione: architetto e designer
La tua idea di design: ho una formazione d’architetto, i miei progetti si muovono su scale diverse, dal pezzo d’arredo alla progettazione architettonica. Quando disegno un oggetto penso più facilmente ad una cosa ad hoc, personalizzata e uncia come accade nei progetti di più ampia scala, come le abitazioni. Lavorare con una galleria di design come Nilufar, permette di sviluppare progetti unici, progetti che possono anche osare molto e uscire dalle logiche di tendenza e di mercato. Non amo il design che camuffa o cela al suo interno le parti meno riuscite o meno pulite. Il percorso progettuale deve tenere in considerazione la pulizia dell’oggetto nel suo insieme, l’assemblaggio, la bellezza ed il fascino dell’elemento composito. Questo secondo me è parte della bellezza di un prodotto.
La casa sull’albero Origin disegnata da Marco Lavit Nicora di Atelier Lavit. Questo piccolo nido sull’albero si trova su una quercia centenaria nella tenuta del castello di Raray (Château de Raray) in Francia
Il tuo maestro: Bruno Munari, per la semplicità e l’eleganza con cui ha fatto coesistere la precisione e l’estetica nella sua produzione artistica.
Il tuo maestro: Bruno Munari, per la semplicità e l’eleganza con cui ha fatto coesistere la precisione e l’estetica nella sua produzione artistica.
ATEM modular sofa
Il divano modulare Atem in pelle e metallo di Marco Lavit Nicora di Atelier Lavit, per la galleria Nilufar di Milano
La tua visione sul futuro del design: avendo vissuto a Parigi come studente, ho sperimentato direttamente la vita in pochi metri quadri. Così ogni oggetto d’arredo deve avere una funzione multipla. Lo spazio deve poter essere modificato ed essere fluido.
Sto lavorando su sistemi abitativi innovativi e insoliti, immersi nella natura: capanne galleggianti o palafitte sugli alberi. Queste formule ci mettono in contatto con la natura e sono la realizzazione di un sogno che abbiamo sempre avuto, fin da bambini. È un esperienza di nido che va pensata ad hoc per sentirsi lontano dalla città e dal quotidiano, mantenendo la funzionalità dello spazio.
Nel futuro del design vedo l’avvicinamento tra artigiani e nuove auto produzioni in piccola scala. La conoscenza del passato che custodiscono gli artigiani può così entrare nel futuro in modo democratico.
La tua visione sul futuro del design: avendo vissuto a Parigi come studente, ho sperimentato direttamente la vita in pochi metri quadri. Così ogni oggetto d’arredo deve avere una funzione multipla. Lo spazio deve poter essere modificato ed essere fluido.
Sto lavorando su sistemi abitativi innovativi e insoliti, immersi nella natura: capanne galleggianti o palafitte sugli alberi. Queste formule ci mettono in contatto con la natura e sono la realizzazione di un sogno che abbiamo sempre avuto, fin da bambini. È un esperienza di nido che va pensata ad hoc per sentirsi lontano dalla città e dal quotidiano, mantenendo la funzionalità dello spazio.
Nel futuro del design vedo l’avvicinamento tra artigiani e nuove auto produzioni in piccola scala. La conoscenza del passato che custodiscono gli artigiani può così entrare nel futuro in modo democratico.
Nome: Federico Peri
Nato a: 1983
Vive a: Milano
Ha studiato a: IED, Istituto Europeo di Design, Milano
Professione: designer
La tua idea di design: ho iniziato ad appassionarmi di design sin da piccolo durante i pomeriggi trascorsi nella fabbrica di scaffalature industriali dei nonni. Non era un design emozionale o affascinante, ma con un approccio totalmente funzionale. Questo ha rappresentato il mio punto di partenza per la prima serie di prodotti realizzata nel 2014, prendere spunto da arredi tendenzialmente da magazzino e reinterpretando forme e materiali. Alla base della mia ricerca c’è il concetto di polifunzionalità: mi piace pensare che l’utente finale possa interagire con l’oggetto in base alle proprie necessità. La lampada Galerie disegnata per FontanaArte in cui le lanterne si possono posizionare a piacere lungo lo stelo ne è un buon esempio.
Il tuo maestro: Carlo Scarpa. Ho sempre ammirato l’essenzialità e, al tempo stesso, la complessità del suo lavoro.
Nato a: 1983
Vive a: Milano
Ha studiato a: IED, Istituto Europeo di Design, Milano
Professione: designer
La tua idea di design: ho iniziato ad appassionarmi di design sin da piccolo durante i pomeriggi trascorsi nella fabbrica di scaffalature industriali dei nonni. Non era un design emozionale o affascinante, ma con un approccio totalmente funzionale. Questo ha rappresentato il mio punto di partenza per la prima serie di prodotti realizzata nel 2014, prendere spunto da arredi tendenzialmente da magazzino e reinterpretando forme e materiali. Alla base della mia ricerca c’è il concetto di polifunzionalità: mi piace pensare che l’utente finale possa interagire con l’oggetto in base alle proprie necessità. La lampada Galerie disegnata per FontanaArte in cui le lanterne si possono posizionare a piacere lungo lo stelo ne è un buon esempio.
Il tuo maestro: Carlo Scarpa. Ho sempre ammirato l’essenzialità e, al tempo stesso, la complessità del suo lavoro.
GALERIE
Galerie, lampada personalizzabile disegnata da Federico Peri per FontanaArte
La tua visione sul futuro del design: nel prossimo decennio immagino diventerà normale la condivisione, sia che si tratti di oggetti che di ambienti. È un fenomeno già attivo che si consoliderà negli anni a venire.
Siamo sempre nel pieno della globalizzazione, ma negli ultimi anni sta crescendo un desiderio di appartenenza e di vicinanza che riporta in auge il “locale”, inteso come fatto a mano o personalizzato in base alle proprie esigenze o gusti; anche le aziende maggiormente dedicate alla produzione seriale stanno introducendo ampie possibilità di personalizzazione e, in alcuni casi, addirittura edizioni limitate.
Ne è una prova anche il crescente interesse verso le gallerie di design che espongono pezzi unici o edizioni numerate.
La tua visione sul futuro del design: nel prossimo decennio immagino diventerà normale la condivisione, sia che si tratti di oggetti che di ambienti. È un fenomeno già attivo che si consoliderà negli anni a venire.
Siamo sempre nel pieno della globalizzazione, ma negli ultimi anni sta crescendo un desiderio di appartenenza e di vicinanza che riporta in auge il “locale”, inteso come fatto a mano o personalizzato in base alle proprie esigenze o gusti; anche le aziende maggiormente dedicate alla produzione seriale stanno introducendo ampie possibilità di personalizzazione e, in alcuni casi, addirittura edizioni limitate.
Ne è una prova anche il crescente interesse verso le gallerie di design che espongono pezzi unici o edizioni numerate.
Nome: Guglielmo Poletti
Nato nel: 1987
Vive a: Eindhoven, Paesi Bassi
Ha studiato a: Design Academy Eindhoven / MA Contextua
Professione: designer
La tua idea di design: mi sono formato in Olanda, in una scuola caratterizzata da un’attitudine riflessiva, molto libera e svincolata dai classici canoni progettuali e di produzione in serie. La mia pratica è guidata da una costante ricerca sui materiali in relazione ai limiti e alle potenzialità di ognuno: un’indagine che mi porta spesso a confrontarmi con le nozioni di equilibrio e precarietà.
In questo contesto, la semplicità che spesso caratterizza le mie costruzioni è risultato di una complessità risolta. Il lavoro nasce attorno alla manipolazione di un singolo dettaglio, un gesto in grado di decostruire un’immagine, per poi riconsegnarla al pubblico con l’aggiunta di un minimo intervento.
il tuo maestro: l’artista americano Donald Judd. Ha saputo tracciare un fil rouge tra diverse discipline.
Nato nel: 1987
Vive a: Eindhoven, Paesi Bassi
Ha studiato a: Design Academy Eindhoven / MA Contextua
Professione: designer
La tua idea di design: mi sono formato in Olanda, in una scuola caratterizzata da un’attitudine riflessiva, molto libera e svincolata dai classici canoni progettuali e di produzione in serie. La mia pratica è guidata da una costante ricerca sui materiali in relazione ai limiti e alle potenzialità di ognuno: un’indagine che mi porta spesso a confrontarmi con le nozioni di equilibrio e precarietà.
In questo contesto, la semplicità che spesso caratterizza le mie costruzioni è risultato di una complessità risolta. Il lavoro nasce attorno alla manipolazione di un singolo dettaglio, un gesto in grado di decostruire un’immagine, per poi riconsegnarla al pubblico con l’aggiunta di un minimo intervento.
il tuo maestro: l’artista americano Donald Judd. Ha saputo tracciare un fil rouge tra diverse discipline.
Equilibrium Console
Il tavolo Equilibrium disegnato da Guglielmo Poletti per la Galleria Rossana Orlandi a Milano
La tua visione sul futuro del design: in contrapposizione allo sviluppo tecnologico e alla standardizzazione industriale, vedo come sempre più rilevante l’uso delle mani, intese come strumento in grado di creare uno spazio di pensiero contaminato dalle più libere sperimentazioni. Penso che questo stia dando vita a una nuova concezione del design: il lavoro manuale è un mezzo di riflessione e meditazione, sia per chi lo produce sia per chi lo utilizza.
La tua visione sul futuro del design: in contrapposizione allo sviluppo tecnologico e alla standardizzazione industriale, vedo come sempre più rilevante l’uso delle mani, intese come strumento in grado di creare uno spazio di pensiero contaminato dalle più libere sperimentazioni. Penso che questo stia dando vita a una nuova concezione del design: il lavoro manuale è un mezzo di riflessione e meditazione, sia per chi lo produce sia per chi lo utilizza.
Nome: Kensaku Oshiro
Nato nel: 1977
Vive a: Lecco
Ha studiato a: Scuola Politecnica di Design SPD, Milano
Professione: designer
La tua idea di design: inizio dalla mia esperienza personale e cerco degli spunti, siano forme particolari o una tipologia di oggetti, che siano condivisibili con gli altri. Cerco dei punti in comune che mi mettano in comunicazione con gli altri così il mio lavoro fa parte di un immaginario collettivo.
Nato nel: 1977
Vive a: Lecco
Ha studiato a: Scuola Politecnica di Design SPD, Milano
Professione: designer
La tua idea di design: inizio dalla mia esperienza personale e cerco degli spunti, siano forme particolari o una tipologia di oggetti, che siano condivisibili con gli altri. Cerco dei punti in comune che mi mettano in comunicazione con gli altri così il mio lavoro fa parte di un immaginario collettivo.
OSHIRO - CC01
La sedia CC01 chair, primo pezzo auto prodotto del nuovo marchio Oshiro fondato dallo stesso designer
il tuo maestro: Piero Lissoni, architetto e designer.
La tua visione sul futuro del design: un design gentile che mitighi la presenza della tecnologia nella nostra vita.
il tuo maestro: Piero Lissoni, architetto e designer.
La tua visione sul futuro del design: un design gentile che mitighi la presenza della tecnologia nella nostra vita.
Nata nel: 1989
Vive a: Milano
Ha studiato a: IED, Istituto Europeo di Design, Milano
Professione: designer
La tua idea di design: parto quasi sempre da qualcosa che attira la mia attenzione, un dettaglio, un materiale, una forma e così spesso mi ritrovo a progettare ciò che mi incuriosisce. Ho un approccio molto emozionale ed estetico, mi piace l’idea che il tocco il femminile non venga trasmesso solo tramite un decoro ma anche dalla gentilezza generale delle forme, da un accostamento di materiali e colori delicato e sempre ben ponderato.
Il tuo maestro: Carlo Scarpa, Achille Castiglioni, Hella Jongarius, the Eames, i fratelli Bouroullec, Inga Sempè: è difficile scegliere diciamo, perché considero ognuno di loro un maestro, chi per la genialità chi per il modo di comunicare innovativo.