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Il Futuro del Design? Flessibile, Sostenibile e "Slow"
Dal Salone del Mobile 2022 le riflessioni di sette designer sul futuro del design e della casa
Roberta del Vaglio
6 giugno 2022
Houzz Italia Contributor e giornalista specializzata in interior design. Mi piacciono le case, quelle vere, in cui l'estetica è affidata alla vita vissuta. Sono sempre a caccia di soluzioni inaspettate e di designer innovativi: i creativi nascondono sempre storie interessanti e il mio lavoro - la mia passione - è raccontarle.
Houzz Italia Contributor e giornalista specializzata in interior design. Mi piacciono... Altro
Il futuro del design, forse, è già scritto nel suo presente. È quanto emerge ascoltando le testimonianze di alcuni dei designer protagonisti del Salone del Mobile che negli ultimi anni, grazie anche ai tempi rallentati dalla pandemia, hanno avuto l’occasione per osservare e soffermarsi a leggere il cambiamento delle dinamiche di vita domestica e, di riflesso, di progettazione degli interni e degli arredi.
Emerge la consapevolezza di volere una casa da vivere, progettata pensando non solo allo stile e alle tendenze ma anche a tutte le funzioni e alle opportunità di condivisione dello spazio con familiari, amici e colleghi di lavoro. Opportunità che si moltiplicano attraverso arredi e soluzioni progettuali votati alla flessibilità e alla semplicità d’uso. E pensati per durare nel tempo, perché la longevità degli arredi è una delle strade che ci conducono verso una maggiore sostenibilità.
L’era del “fast design” è conclusa, dichiarano i designer, e si torna ad apprezzare il pezzo unico.
Emerge la consapevolezza di volere una casa da vivere, progettata pensando non solo allo stile e alle tendenze ma anche a tutte le funzioni e alle opportunità di condivisione dello spazio con familiari, amici e colleghi di lavoro. Opportunità che si moltiplicano attraverso arredi e soluzioni progettuali votati alla flessibilità e alla semplicità d’uso. E pensati per durare nel tempo, perché la longevità degli arredi è una delle strade che ci conducono verso una maggiore sostenibilità.
L’era del “fast design” è conclusa, dichiarano i designer, e si torna ad apprezzare il pezzo unico.
Serena Confalonieri, foto di Andrea Agrati
• Serena Confalonieri, Italia
Influenzata nel suo lavoro dall’arte grafica del ‘900, Serena Confalonieri al Salone del Mobile presenta il pouf Arcadia per Gebrüder Thonet Vienna, in cui il legno curvato tipico dell’azienda diventa pattern geometrico che si ripete per trasformarsi in struttura portante. Presenterà anche la collezione di lampade Venus per Servomuto, con una componente tessile in lycra ispirata all’estetica anni ‘60.
Arredi ibridi e processi produttivi sostenibili
«I cambiamenti – sociali e lavorativi – più recenti hanno fatto sì che gli spazi diventassero sempre più ibridi: la capacità di un arredo di adattarsi ai nuovi stili di vita, di lavoro e di abitare è dunque fondamentale. Alcune stanze della casa sono diventate uffici, mentre in ufficio si cerca sempre più di trasmettere un’atmosfera domestica: è così che nel design prevalgono l’adattabilità e la flessibilità di un arredo».
Non solo materiali: la strada per la sostenibilità parte da un nuovo modello produttivo
«Prima che sui materiali, è necessario focalizzarsi sull’importanza dei processi produttivi: prediligere produzioni senza stock e solo su ordinazione deve diventare la nuova abitudine di consumo.
Non sempre possiamo scegliere prodotti artigianali, ma è importante saper riconoscere e valorizzare il vero “Made in Italy”, inteso non solo come qualitativamente superiore, ma anche come processo produttivo che predilige un approccio etico nella scelta dei materiali e negli standard di lavoro».
• Serena Confalonieri, Italia
Influenzata nel suo lavoro dall’arte grafica del ‘900, Serena Confalonieri al Salone del Mobile presenta il pouf Arcadia per Gebrüder Thonet Vienna, in cui il legno curvato tipico dell’azienda diventa pattern geometrico che si ripete per trasformarsi in struttura portante. Presenterà anche la collezione di lampade Venus per Servomuto, con una componente tessile in lycra ispirata all’estetica anni ‘60.
Arredi ibridi e processi produttivi sostenibili
«I cambiamenti – sociali e lavorativi – più recenti hanno fatto sì che gli spazi diventassero sempre più ibridi: la capacità di un arredo di adattarsi ai nuovi stili di vita, di lavoro e di abitare è dunque fondamentale. Alcune stanze della casa sono diventate uffici, mentre in ufficio si cerca sempre più di trasmettere un’atmosfera domestica: è così che nel design prevalgono l’adattabilità e la flessibilità di un arredo».
Non solo materiali: la strada per la sostenibilità parte da un nuovo modello produttivo
«Prima che sui materiali, è necessario focalizzarsi sull’importanza dei processi produttivi: prediligere produzioni senza stock e solo su ordinazione deve diventare la nuova abitudine di consumo.
Non sempre possiamo scegliere prodotti artigianali, ma è importante saper riconoscere e valorizzare il vero “Made in Italy”, inteso non solo come qualitativamente superiore, ma anche come processo produttivo che predilige un approccio etico nella scelta dei materiali e negli standard di lavoro».
Serena Confalonieri - GTV - Arcadia - foto di Carlo Mossetti, Buccia studio 03
La persona al centro
«C’è una sempre maggiore ricerca nella personalizzazione del prodotto, inteso come un trend che mette la persona al centro. Proprio perché il carattere di ognuno di noi è composto da mille sfaccettature diverse, così il nostro stile personale evolve e si arricchisce man mano, inglobando nuovi gusti e preferenze. Per questo credo sia fondamentale che il design si adatti a questo mix di stili diversi, ognuno unico proprio come la persona».
Coerenza progettuale: il filo che lega flessibilità, artigianalità e sostenibilità
«Tutti i miei nuovi progetti sono fedeli ai valori di flessibilità, artigianalità e sostenibilità appena raccontati. Le aziende con cui ho deciso di collaborare – Gebrüder Thonet Vienna, Servomuto, Victoria Arduino – hanno un approccio produttivo che trovo in linea con la mia filosofia».
La persona al centro
«C’è una sempre maggiore ricerca nella personalizzazione del prodotto, inteso come un trend che mette la persona al centro. Proprio perché il carattere di ognuno di noi è composto da mille sfaccettature diverse, così il nostro stile personale evolve e si arricchisce man mano, inglobando nuovi gusti e preferenze. Per questo credo sia fondamentale che il design si adatti a questo mix di stili diversi, ognuno unico proprio come la persona».
Coerenza progettuale: il filo che lega flessibilità, artigianalità e sostenibilità
«Tutti i miei nuovi progetti sono fedeli ai valori di flessibilità, artigianalità e sostenibilità appena raccontati. Le aziende con cui ho deciso di collaborare – Gebrüder Thonet Vienna, Servomuto, Victoria Arduino – hanno un approccio produttivo che trovo in linea con la mia filosofia».
Draga Obradovic & Aurel K. Basedow, foto di Piero Gemelli
• Draga Obradovic & Aurel K. Basedow, Serbia e Germania
Draga Obradovic e Aurel K. Basedow coniugano produzione industriale e artigianato artistico. Al Salone del Mobile presentano nuove collezioni per Baxter, Gallotti&Radice, Visionnaire, Wall&Decò ed Essential Home, ma saranno presenti anche al Fuorisalone con i loro progetti indipendenti per Rossana Orlandi, Nilufar Depot e Superstudio Più.
L’arredo dovrà essere in grado di veicolare sentimenti
«Abbiamo sempre pensato che un arredo, così come un’opera d’arte, debba essere in grado di veicolare sentimenti, emozioni, passione e, soprattutto, bellezza. La bellezza porta delle vibrazioni diverse e positive. Ed è anche memoria: gli oggetti devono raccontare una storia e per questo i nostri pezzi vogliono essere il veicolo della memoria di chi è stato prima di noi nel nostro campo, ma anche di un periodo storico e di uno stile di vita del passato».
Il design del futuro? È da collezione
«Pensiamo che la tendenza vada verso la commistione di generi e la personalizzazione, dovuta anche ad un cambiamento nelle richieste degli acquirenti. Se prima il brand era rassicurante e identificativo di uno status symbol, oggi si cercano pezzi unici, esclusivi, fatti appositamente per chi li acquista. È un ritorno alla qualità intesa come “fatto a mano” e “fatto su misura”».
• Draga Obradovic & Aurel K. Basedow, Serbia e Germania
Draga Obradovic e Aurel K. Basedow coniugano produzione industriale e artigianato artistico. Al Salone del Mobile presentano nuove collezioni per Baxter, Gallotti&Radice, Visionnaire, Wall&Decò ed Essential Home, ma saranno presenti anche al Fuorisalone con i loro progetti indipendenti per Rossana Orlandi, Nilufar Depot e Superstudio Più.
L’arredo dovrà essere in grado di veicolare sentimenti
«Abbiamo sempre pensato che un arredo, così come un’opera d’arte, debba essere in grado di veicolare sentimenti, emozioni, passione e, soprattutto, bellezza. La bellezza porta delle vibrazioni diverse e positive. Ed è anche memoria: gli oggetti devono raccontare una storia e per questo i nostri pezzi vogliono essere il veicolo della memoria di chi è stato prima di noi nel nostro campo, ma anche di un periodo storico e di uno stile di vita del passato».
Il design del futuro? È da collezione
«Pensiamo che la tendenza vada verso la commistione di generi e la personalizzazione, dovuta anche ad un cambiamento nelle richieste degli acquirenti. Se prima il brand era rassicurante e identificativo di uno status symbol, oggi si cercano pezzi unici, esclusivi, fatti appositamente per chi li acquista. È un ritorno alla qualità intesa come “fatto a mano” e “fatto su misura”».
Nora, collezione Heritage di Draga&Aurel, foto di Federica Lissoni
La sostenibilità è un percorso complesso e il recupero è il nostro approccio
«La sostenibilità è un concetto molto complesso che necessita di misure solide che vanno a coinvolgere nel profondo tutte le componenti di un’azienda, altrimenti il rischio è che diventi una mera operazione di marketing. Proprio perché prendiamo con estrema serietà questo concetto, preferiamo parlare più che di design sostenibile, di un design di recupero. Siamo partiti proprio dal concetto di recupero per la nostra collezione Heritage che si compone da pezzi unici, vintage, recuperati nei mercati d’antiquariato, ai quali diamo una nuova vita applicando tecniche di lavorazione artigianali anch’esse “recuperate”, molte delle quali quasi in disuso, che ridanno vita ai materiali, al legno, ai metalli, e li trasformano grazie ad applicazioni in resina colata».
La sostenibilità è un percorso complesso e il recupero è il nostro approccio
«La sostenibilità è un concetto molto complesso che necessita di misure solide che vanno a coinvolgere nel profondo tutte le componenti di un’azienda, altrimenti il rischio è che diventi una mera operazione di marketing. Proprio perché prendiamo con estrema serietà questo concetto, preferiamo parlare più che di design sostenibile, di un design di recupero. Siamo partiti proprio dal concetto di recupero per la nostra collezione Heritage che si compone da pezzi unici, vintage, recuperati nei mercati d’antiquariato, ai quali diamo una nuova vita applicando tecniche di lavorazione artigianali anch’esse “recuperate”, molte delle quali quasi in disuso, che ridanno vita ai materiali, al legno, ai metalli, e li trasformano grazie ad applicazioni in resina colata».
Nicola Gallizia
• Nicola Gallizia, Italia
Bellezza, funzionalità e ricerca di momenti di convivialità sono gli aspetti che hanno guidato le sue nuove produzioni. Al Salone del mobile sarà presente con Molteni&C | Dada, Giemme Stile, Riviere, Henry Glass, TM Italia e Papadatos, mentre al fuori salone firma un progetto con Battilossi.
Maggiore consapevolezza sul senso della casa
«La casa è uno degli argomenti di maggiore riflessione in questo periodo in cui, volenti o nolenti, l’abbiamo vissuta molto di più. Nel presente e nel futuro vedo maggiore consapevolezza sulla necessità di una casa da vivere concretamente e da condividere. Una casa che deve essere versatile e che possa assecondare varie funzionalità complementari».
Funzionalità e bellezza
«La funzionalità non deve sacrificare la bellezza e lo stile di cui vogliamo circondarci. Le richieste che ricevo sono di una casa in cui gli spazi siano belli e allo stesso tempo sappiano rispondere a esigenze nuove».
La casa diventa versatile e sempre più conviviale
«La casa del futuro è versatile e conviviale; ad esempio, la sala da pranzo durante la giornata può trasformarsi in home office per lo smart working, e quindi deve avere una certa riservatezza rispetto al resto della casa; in un altro momento vi si pranza e cena; in un altro ancora diventa spazio di studio per i più giovani, per poi tornare la sera ad essere uno spazio di convivialità (di cui c’è molto desiderio). La casa versatile può rispondere a queste esigenze non solo con l’arredo, ma anche con sistemi di aperture e chiusure che consentano di dare privacy allo spazio e poi riconnetterlo al resto della casa in modo molto semplice».
• Nicola Gallizia, Italia
Bellezza, funzionalità e ricerca di momenti di convivialità sono gli aspetti che hanno guidato le sue nuove produzioni. Al Salone del mobile sarà presente con Molteni&C | Dada, Giemme Stile, Riviere, Henry Glass, TM Italia e Papadatos, mentre al fuori salone firma un progetto con Battilossi.
Maggiore consapevolezza sul senso della casa
«La casa è uno degli argomenti di maggiore riflessione in questo periodo in cui, volenti o nolenti, l’abbiamo vissuta molto di più. Nel presente e nel futuro vedo maggiore consapevolezza sulla necessità di una casa da vivere concretamente e da condividere. Una casa che deve essere versatile e che possa assecondare varie funzionalità complementari».
Funzionalità e bellezza
«La funzionalità non deve sacrificare la bellezza e lo stile di cui vogliamo circondarci. Le richieste che ricevo sono di una casa in cui gli spazi siano belli e allo stesso tempo sappiano rispondere a esigenze nuove».
La casa diventa versatile e sempre più conviviale
«La casa del futuro è versatile e conviviale; ad esempio, la sala da pranzo durante la giornata può trasformarsi in home office per lo smart working, e quindi deve avere una certa riservatezza rispetto al resto della casa; in un altro momento vi si pranza e cena; in un altro ancora diventa spazio di studio per i più giovani, per poi tornare la sera ad essere uno spazio di convivialità (di cui c’è molto desiderio). La casa versatile può rispondere a queste esigenze non solo con l’arredo, ma anche con sistemi di aperture e chiusure che consentano di dare privacy allo spazio e poi riconnetterlo al resto della casa in modo molto semplice».
Constance Guisset, foto di Felipe Ribon
• Constance Guisset, Francia
Sofisticata ma con i piedi per terra, Constance Guisset ama esplorare tutti gli ambiti del design: dalla luce all’arredo spingendosi fino alla moda e all’accessorio. Tra le collaborazioni che presenterà al Salone del Mobile e al Fuorisalone ci sono anche quelle con Tectona Paris– di cui firma il progetto del nuovo showroom, Billiani, La Manufacture.
Il futuro del design è entusiasmante
«Dal futuro del design mi aspetto di essere sorpresa. Da nuove funzioni, nuovi modi di vivere, nuove tecnologie e materiali… Dobbiamo continuare ad essere entusiasti di ciò che verrà dopo, anche con le sfide che ci aspettano, la crisi ambientale in particolare. Dobbiamo essere più fantasiosi che mai. Ma penso che dobbiamo agire subito. Il futuro è ora».
La sostenibilità è un viaggio collettivo e coinvolge anche lo stile
«Ci sono molti modi per perseguire la sostenibilità nel design. Possiamo lavorare sui materiali, sugli imballi, sulle spedizioni. Ci sono molti fattori in gioco e dobbiamo lavorare insieme per condividere i nostri sforzi. Forse un modo interessante è anche quello di concentrarsi sull’ideazione di prodotti che dureranno nel tempo, in modo da non doverli sostituire. Così possiamo darli ai nostri figli.
Un modo per farlo è ovviamente lavorare su una buona concezione, su prodotti solidi che resisteranno alla prova del tempo. Ma dobbiamo anche concentrarci sull’estetica di questi oggetti. Devono trascendere le tendenze, per durare a lungo alla vista. Devono essere visivamente sostenibili. È anche compito del designer progettare oggetti che vorremo nella nostra casa per molto tempo».
• Constance Guisset, Francia
Sofisticata ma con i piedi per terra, Constance Guisset ama esplorare tutti gli ambiti del design: dalla luce all’arredo spingendosi fino alla moda e all’accessorio. Tra le collaborazioni che presenterà al Salone del Mobile e al Fuorisalone ci sono anche quelle con Tectona Paris– di cui firma il progetto del nuovo showroom, Billiani, La Manufacture.
Il futuro del design è entusiasmante
«Dal futuro del design mi aspetto di essere sorpresa. Da nuove funzioni, nuovi modi di vivere, nuove tecnologie e materiali… Dobbiamo continuare ad essere entusiasti di ciò che verrà dopo, anche con le sfide che ci aspettano, la crisi ambientale in particolare. Dobbiamo essere più fantasiosi che mai. Ma penso che dobbiamo agire subito. Il futuro è ora».
La sostenibilità è un viaggio collettivo e coinvolge anche lo stile
«Ci sono molti modi per perseguire la sostenibilità nel design. Possiamo lavorare sui materiali, sugli imballi, sulle spedizioni. Ci sono molti fattori in gioco e dobbiamo lavorare insieme per condividere i nostri sforzi. Forse un modo interessante è anche quello di concentrarsi sull’ideazione di prodotti che dureranno nel tempo, in modo da non doverli sostituire. Così possiamo darli ai nostri figli.
Un modo per farlo è ovviamente lavorare su una buona concezione, su prodotti solidi che resisteranno alla prova del tempo. Ma dobbiamo anche concentrarci sull’estetica di questi oggetti. Devono trascendere le tendenze, per durare a lungo alla vista. Devono essere visivamente sostenibili. È anche compito del designer progettare oggetti che vorremo nella nostra casa per molto tempo».
Sebastian Herkner, foto di Gabi Gerster
• Sebastian Herkner, Germania
Al Salone del Mobile presenta la sua prima collezione bagno Zencha per Duravit, oltre a numerose collaborazioni tra cui quelle con Ames, Emu, CoEdition, Ondarreta, Punt e Freifrau Manufaktur. Cura anche l’istallazione Circolo Thonet per Thonet al Circolo Filologico Milanese.
Le aziende devono investire sulle nuove generazioni
«Sono contento che il Salone Satellite sia tornato – con grande sforzo del Salone del Mobile – perché è una piattaforma molto importante per le nuove generazioni. I giovani designer sono coraggiosi e una delle loro priorità è la sostenibilità ma, purtroppo, in questi ultimi anni, senza le fiere, hanno avuto poca visibilità. Le aziende di questo settore, invece, sono andate bene perché il pubblico ha investito negli interni, quindi ora sono abbastanza solide per investire nelle nuove generazioni».
Progetti per la vita e responsabili
«Per noi designer è molto importante capire la responsabilità che abbiamo nello sviluppare nuovi prodotti. Allo stesso tempo il pubblico ha bisogno di capire l’importanza di acquistare qualcosa che li accompagni per tutta la vita e non solo per un paio di anni, per poi essere buttato via. Prima del Covid era tutto “fast”: fast fashion, fast food, fast furniture. E adesso è il momento di pensare “slow”, locale, responsabile. Spero che questo sia un grande movimento e che coinvolga tutta l’industria».
• Sebastian Herkner, Germania
Al Salone del Mobile presenta la sua prima collezione bagno Zencha per Duravit, oltre a numerose collaborazioni tra cui quelle con Ames, Emu, CoEdition, Ondarreta, Punt e Freifrau Manufaktur. Cura anche l’istallazione Circolo Thonet per Thonet al Circolo Filologico Milanese.
Le aziende devono investire sulle nuove generazioni
«Sono contento che il Salone Satellite sia tornato – con grande sforzo del Salone del Mobile – perché è una piattaforma molto importante per le nuove generazioni. I giovani designer sono coraggiosi e una delle loro priorità è la sostenibilità ma, purtroppo, in questi ultimi anni, senza le fiere, hanno avuto poca visibilità. Le aziende di questo settore, invece, sono andate bene perché il pubblico ha investito negli interni, quindi ora sono abbastanza solide per investire nelle nuove generazioni».
Progetti per la vita e responsabili
«Per noi designer è molto importante capire la responsabilità che abbiamo nello sviluppare nuovi prodotti. Allo stesso tempo il pubblico ha bisogno di capire l’importanza di acquistare qualcosa che li accompagni per tutta la vita e non solo per un paio di anni, per poi essere buttato via. Prima del Covid era tutto “fast”: fast fashion, fast food, fast furniture. E adesso è il momento di pensare “slow”, locale, responsabile. Spero che questo sia un grande movimento e che coinvolga tutta l’industria».
Zencha di Sebastian Herkner per Duravit
L’evoluzione dell’ambiente bagno
«Il bagno sta acquisendo sempre più importanza, perché è l’unico spazio privato in cui sei davvero da solo e puoi rilassarti e ricaricarti. Ecco perché dovrebbe essere uno spazio più ampio. Ed è sempre più vicino e integrato alla camera da letto, proprio come è successo fra cucina e living. La progettazione di questo spazio deve dirigersi verso una maggiore responsabilità ambientale, che si traduce in una attenta scelta dei materiali ma anche nella possibilità di riparare i vari elementi e di recuperarli. Aspetti che naturalmente non riguardano solo il bagno ma la progettazione in generale».
L’evoluzione dell’ambiente bagno
«Il bagno sta acquisendo sempre più importanza, perché è l’unico spazio privato in cui sei davvero da solo e puoi rilassarti e ricaricarti. Ecco perché dovrebbe essere uno spazio più ampio. Ed è sempre più vicino e integrato alla camera da letto, proprio come è successo fra cucina e living. La progettazione di questo spazio deve dirigersi verso una maggiore responsabilità ambientale, che si traduce in una attenta scelta dei materiali ma anche nella possibilità di riparare i vari elementi e di recuperarli. Aspetti che naturalmente non riguardano solo il bagno ma la progettazione in generale».
Federico Peri, foto di Stefan Giftthaler
• Federico Peri, Italia
Designer di interni, di arredi e di luci. I suoi progetti si riconoscono per la cura estrema dei dettagli, per l’estetica elegante e per l’utilizzo di materiali autentici
– non sintetici – che abbina tra loro con disinvoltura. Tra le novità che presenta al Salone del Mobile e al Fuorisalone, ci sono anche le collaborazioni con Marta Sala Éditions e Gervasoni.
Ottimizzazione dello spazio interno ed esterno
«La fluidità degli spazi e la funzionalità sono sempre più importanti dopo l’esperienza del Covid. Così come l’ottimizzazione dello spazio, soprattutto in città dove è più contenuto, e l’esigenza di avere a disposizione una zona della casa in cui poter lavorare. Le statistiche rivelano anche una crescente richiesta di progettazione e arredo degli esterni. Se prima due persone su dieci curavano bene il proprio balconcino, mentre gli altri ci mettevano giusto due vasi per le piante, ora c’è più attenzione verso tutti i vari aspetti: dal pavimento, all’organizzazione, ad inserire un angolo per pranzi o cene».
Progettazione specializzata
«Nel futuro della progettazione vedo sempre più specializzazione; ci sarà, ad esempio, chi si occuperà solo del lighting design, chi solo dell’esterno, chi solo del living e così via. Prevedo anche che i committenti cercheranno di informarsi sempre di più e questo da un lato li renderà più consapevoli, dall’altro più confusi, e il nostro lavoro dovrà tener conto anche di questo».
• Federico Peri, Italia
Designer di interni, di arredi e di luci. I suoi progetti si riconoscono per la cura estrema dei dettagli, per l’estetica elegante e per l’utilizzo di materiali autentici
– non sintetici – che abbina tra loro con disinvoltura. Tra le novità che presenta al Salone del Mobile e al Fuorisalone, ci sono anche le collaborazioni con Marta Sala Éditions e Gervasoni.
Ottimizzazione dello spazio interno ed esterno
«La fluidità degli spazi e la funzionalità sono sempre più importanti dopo l’esperienza del Covid. Così come l’ottimizzazione dello spazio, soprattutto in città dove è più contenuto, e l’esigenza di avere a disposizione una zona della casa in cui poter lavorare. Le statistiche rivelano anche una crescente richiesta di progettazione e arredo degli esterni. Se prima due persone su dieci curavano bene il proprio balconcino, mentre gli altri ci mettevano giusto due vasi per le piante, ora c’è più attenzione verso tutti i vari aspetti: dal pavimento, all’organizzazione, ad inserire un angolo per pranzi o cene».
Progettazione specializzata
«Nel futuro della progettazione vedo sempre più specializzazione; ci sarà, ad esempio, chi si occuperà solo del lighting design, chi solo dell’esterno, chi solo del living e così via. Prevedo anche che i committenti cercheranno di informarsi sempre di più e questo da un lato li renderà più consapevoli, dall’altro più confusi, e il nostro lavoro dovrà tener conto anche di questo».
Asia di Federico Peri per Contardi
L’arredo senza tempo è sostenibile
«Trovo poco sostenibile il prodotto che cavalca la tendenza del momento e quindi offre grandi margini all’inizio ma poi, dopo pochi anni, la richiesta si riduce quasi del tutto. Come designer difficilmente abbiamo il controllo di tutti gli aspetti produttivi, però quello che personalmente cerco di fare è di seguire un’idea di “senza tempo”, piuttosto che progettare molte cose che durano poco».
L’arredo senza tempo è sostenibile
«Trovo poco sostenibile il prodotto che cavalca la tendenza del momento e quindi offre grandi margini all’inizio ma poi, dopo pochi anni, la richiesta si riduce quasi del tutto. Come designer difficilmente abbiamo il controllo di tutti gli aspetti produttivi, però quello che personalmente cerco di fare è di seguire un’idea di “senza tempo”, piuttosto che progettare molte cose che durano poco».
Vincent Van Duysen, foto di Zeb Daemen
• Vincent Van Duysen, Belgio
Dal 2016 è direttore creativo di Molteni&C. Il suo approccio al progetto è da sempre votato alla ricerca di un design dallo stile essenziale e senza tempo, che vada oltre le tendenze del momento.
Un design senza tempo per migliorare la vita
«Per me, la funzione e la caratteristica principale del design del prodotto e dei mobili è l’obiettivo di migliorare la vita degli esseri umani in modo organico e senza tempo. Fin dall’inizio della mia carriera – 30 anni fa – la cosa più importante è sempre stata considerare il design e l’architettura come una professione dedicata all’umanità; e questo significa partire dall’architettura dei luoghi, i cui abitanti hanno bisogno di sentirsi protetti e rilassati, fino ai mobili e agli oggetti che li circondano, necessari per vivere una vita comoda e felice».
Slow design, materiali organici e approccio artigianale
«Cerco sempre materiali organici e naturali. In generale, credo che il design stia diventando sempre più quello che dovrebbe essere: focalizzato e con una maggiore attenzione alla sostenibilità, all’artigianato, alla qualità generale e in particolare all’uso di materiali di alta qualità. Penso che in futuro vedremo l’affermazione di una sorta di slow design caratterizzato da pezzi senza tempo che si trasmettono di generazione in generazione».
Materiali locali per la sostenibilità
«Desidero che i miei progetti e prodotti resistano alla prova del tempo in modo che non vengano mai sostituiti per non creare sprechi. Cerco anche di essere sostenibile procurandomi materiali locali in modo che ogni materiale o elemento provenga da vicino e non dall’altra parte del pianeta».
Quale risposta ti ha convinto di più? Scrivici nei Commenti!
• Vincent Van Duysen, Belgio
Dal 2016 è direttore creativo di Molteni&C. Il suo approccio al progetto è da sempre votato alla ricerca di un design dallo stile essenziale e senza tempo, che vada oltre le tendenze del momento.
Un design senza tempo per migliorare la vita
«Per me, la funzione e la caratteristica principale del design del prodotto e dei mobili è l’obiettivo di migliorare la vita degli esseri umani in modo organico e senza tempo. Fin dall’inizio della mia carriera – 30 anni fa – la cosa più importante è sempre stata considerare il design e l’architettura come una professione dedicata all’umanità; e questo significa partire dall’architettura dei luoghi, i cui abitanti hanno bisogno di sentirsi protetti e rilassati, fino ai mobili e agli oggetti che li circondano, necessari per vivere una vita comoda e felice».
Slow design, materiali organici e approccio artigianale
«Cerco sempre materiali organici e naturali. In generale, credo che il design stia diventando sempre più quello che dovrebbe essere: focalizzato e con una maggiore attenzione alla sostenibilità, all’artigianato, alla qualità generale e in particolare all’uso di materiali di alta qualità. Penso che in futuro vedremo l’affermazione di una sorta di slow design caratterizzato da pezzi senza tempo che si trasmettono di generazione in generazione».
Materiali locali per la sostenibilità
«Desidero che i miei progetti e prodotti resistano alla prova del tempo in modo che non vengano mai sostituiti per non creare sprechi. Cerco anche di essere sostenibile procurandomi materiali locali in modo che ogni materiale o elemento provenga da vicino e non dall’altra parte del pianeta».
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